Rassegna stampa estera

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale sabato undici novembre questo l'appuntamento con la rassegna della stampa internazionale a cura di David Carretta oggi riprenderemo da da dove ci eravamo lasciati ieri cioè da un editoriale uscito sull'Economist a proposito dell'Italia
E la riforma costituzionale che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni vuole adottare il giudizio del settimanale britannico che non siamo riusciti a leggere ieri è abbastanza duro decisamente duro la madre di tutti i furti di potere
Gli italiani farebbero bene a rigettare l'ha proposta demagogica di riforma del loro primo ministro titola l'economista e poi torneremo sulla situazione in Medioriente in particolare a Gaza lo faremo con diversi editoriali libera sino di Hiei RIS sugli affetti destabilizzanti a livello globale di quanto sta accadendo
Lo figlia o parla invece del fossato di incomprensione tra occidentali e mondo arabo Musulmano con gli occidentali che sono considerati colpevoli di non fermare la guerra vedremo anche l'editoriale di oggi di le monde che chiede una un vero e proprio cessate il fuoco la cessazione occasionale dei combattimenti a Gaza annunciata da Israele non basta le famose quattro ore
Di pausa al al giorno se avremo tempo poi ci occuperemo di altri due temi in Ucraina
E la raccomandazione fatta questa settimana dalla Commissione di aprire i negoziati di adesione con chi è ferma non solo anche con la Moldavia
Ci vorrà tempo per creare una nuova Europa il titolo di un editoriale uscito ieri sul Guardian e infine l'altro tema la Spagna l'accordo raggiunto
Da Pedro Sanchez il primo ministro socialista uscente con gli indipendentisti catalani in particolare quelli di Carlo Esposito Damon
La stampa spagnola si dividere in due anche quella diciamo più più anti catalana dal due mila e diciassette in poi
El País quotidiano progressista ma che era stato molto duro nei confronti di Putin Damon negli scorsi anni
Parla di nuova tappa in Catalogna l'accordo raggiunto tra i socialisti e Jones riporta gli indipendentisti nel quadro costituzionale
E il mondo invece che un quotidiano conservatore
Parla di un patto contro la convivenza di tutti e contro la costituzione
Partiamo però dall'Italia e da uno degli editoriali di questa settimana dell'Economist
Per commentare la la riforma costituzionale proposta da Giorgia Meloni e dal suo governo il titolo è questo la madre di tutti i furti di potere gli italiani farebbero bene a rigettare la proposta demagogica di riforma del loro primo ministro
Scrive il settimanale britannico i politici italiani non possono resistere alla tentazione di cambiare le regole del gioco quasi tutti i governi negli ultimi vent'anni hanno cercato di introdurre ho una nuova legge elettorale o una riforma costituzionale
Ho una modifica nei rapporti tra il centro e la periferia le regioni questi progetti di riforma divorano tempo parlamentare e nel caso delle riforme costituzionali raramente hanno Successo
Qualsiasi modifica d'alla Costituzione post Mussolini richiede una maggioranza parlamentare di due terzi
Qualcosa di cui nessun governo moderno ha mai goduto
In mancanza di questa maggioranza la riforma può essere sottoposta a un referendum imperterrita la coalizione populista conservatrice di Giorgia Meloni
Vuole fare non una ma tutte e tre le cose insieme
Un disegno di legge volto a conferire maggiori Poteri ai governi regionali italiani e già in parlamento
E il tre novembre Meloni annunciato la madre di tutte le riforme cioè un disegno di legge che modificherebbe la Costituzione
E richiederebbe una nuova legge elettorale il suo governo ha approvato il suo piano anche se i dettagli sicuramente verranno modificati una volta che sarà in Parlamento
Alcuni degli obiettivi di Meroni a prima vista potrebbero apparire ragionevoli scrive l'Economist Meloni dice di voler dare all'Italia la stabilità politica che le manca e siamo alla settantesimo governo
Dalla seconda guerra mondiale
Meloni sostiene che le soluzioni da lei proposte sarebbero più democratiche
Ma in realtà la loro genesi difficilmente avrebbe potuto essere meno democratica Meloni non ha consultato l'opposizione
Per non parlare dell'opinione pubblica nell'elaborazione di questo piano
E il nocciolo della sua proposta è l'elezione diretta del primo ministro malgrado il fatto che la sua coalizione
Sì è arrivata al potere lo scorso anno sulla base di un mandato un programma che prometteva agli elettori tutt'altro cioè la possibilità di votare non per il primo ministro ma per il presidente della Repubblica
L'elezione Diretta dei primi ministri al di là di questo è una pessima idea con scarsi risultati
Israele ci ha provato nel mille novecentonovantadue meno di dieci anni dopo abbandonato l'esperimento perché non era riuscito a portare la stabilità promessa nessun altro Paese occidentale ha seguito l'esempio di Israele il che dovrebbe essere di insegnamento
Il primo ministro eletto direttamente che somiglia più a un presidente tranne per il fatto che l'Italia ne ha già uno di presidente
Avrebbe comunque bisogno di una maggioranza altrimenti si creerebbe uno stallo proprio come avviene nei Paesi con un presidente esecutivo cioè un sistema presidenziale
Che però non controlla al Parlamento
Meloni per risolvere questo dilemma vuole garantire maggioranze parlamentari stabili assegnando il cinquantacinque per cento dei seggi all'alleanza che ottiene più voti alle elezioni
Non è ancora chiaro come verranno distribuiti i posti aggiuntivi si presuppone che il primo ministro appartenga quell'alleanza
Anche se nulla impedirebbe a un elettore di scegliere un primo ministro di un partito di un'alleanza ma di optare per un parlamentare di un altro partito
Un ulteriore grosso difetto è che il piano non richiede che il vincitore si assicuri una quota minima di voti per ottenere il premio di maggioranza
In sostanza un una coalizione con non più del venticinque per cento dei voti
Potrebbe facilmente Fini finire coll'essere ricompensata con una maggioranza parlamentare del cinquanta cinque per cento cioè una maggioranza incrollabile
Evidentemente secondo l'Economist
Il primo ministro di oggi spera che il beneficiario di questa manovra antidemocratica
Sia una certa Giorgia Meloni
Andiamo verso le conclusioni dell'Economist il rigetto del
Suo Progetto da parte del dell'opposizione
Significa che sarà quasi certamente che questa proposta sarà quasi certamente sottoposta a un referendum sempre ammesso che Meloni persista come ha promesso di fare up apparentemente Meloni non vuole che questa riforma ma diventi un voto di fiducia nei confronti del suo governo ma buona fortuna
Perché l'ironia del suo Progetto presumibilmente inteso garantire che i governi durino per l'intero mandato eh che potrebbe mettere in pericolo la stessa Meloni
Un famoso predecessore Matteo Renzi tentò un trucco simile dieci anni fa il suo referendum su un pacchetto di riforme costituzionali meno radicali di quelli Meroni fu respinto in un referendum nel due mila e sedici
Renzi si dimise il giorno successivo
Meloni farebbe bene ad abbandonare la riforma e a concentrarsi invece sull'inflazione su un'economia stagnazione e sull'eterno problema dell'elevato debito pubblico dell'Italia
Così l'economista a proposito di quella che nel titolo viene definita da madre di tutti i furti di potere
Vediamo l'attualità internazionale e in particolare in Medioriente la situazione casa partiamo dagli affetti sulla politica internazionale con un editoriale di Libération dal titolo destabilizzare scrive questo quotidiano francese che che che che sta sta tenendo una linea molto coerente che non è quella della come dire della del sostegno a tutti i costi la ma chi soffre
Magari nascondendo qualche simpatia per Hamas bene al contrario
Scrive Libération il mondo prima del sette ottobre sembra molto lontano in poche settimane i massacri commessi da Mass sul suolo israeliano e poi bombardamenti dell'ai DS
A Gaza hanno scosso il pianeta rimescolando le carte di un gioco geopolitico già confuso dall'offensiva della Russia e l'Ucraina
A differenza di quella guerra
Che avevo unito molto rapidamente nel campo occidentale contro Mosca
La guerra in Medioriente ha polverizzato tutte le alleanze seminando disordine all'interno di ciascun paese e minacciando di destabilizzare equilibri già precari alla minima scintilla tutto può prendere fuoco
Il dramma è che tutti si sentono obbligati a schierarsi violentemente da una parte o con e contro l'altra
In questo contesto è difficile trovare un leader o delle popolazioni che chiedano la coesistenza di due Stati uno israeliano l'altro palestinese
Nel pieno della campagna elettorale John by della sta faticando giustificare il suo incrollabile sostegni Israele anche all'interno del suo stesso campo quello democratico cosa che potrebbe costargli caro tra un anno alle presidenziali
Preferire diamo non immaginare però un Donal Trump al potere nel mondo di oggi
L'Europa per parte sua è divisa tra i sostenitori del diritto di Israele a difendersi le richieste di un cessate il fuoco per proteggere le popolazioni civili di casa
In Medioriente regna la paura gli accordi di Abramo che avrebbero dovuto essere conclusi tra Arabia Saudita Israele a spese dei palestinesi sono sospesi se non sepolti
La Giordania popolata principalmente di palestinesi trema per la sua stabilita lo stesso vale per l'Egitto che si trova alle porte di casa e l'Iran sponsor di Hamas
Si sta tranquillamente preparando a dotarsi di armi nucleari aggiungendo un ulteriore pizzico di ansia una situazione che non è prima
Ovviamente Vladimir Putin si frega le mani
Perché tutto ciò che divide indebolisce il campo occidentale fa bene a lui ci Jinping aspetta di sapere in che direzione oscillerà al pendolo
Se alcuni ancora ne dubitavano è finito il tempo in cui la comunità internazionale lasciava che il conflitto israelo palestinese covasse lentamente così
Liberazione che coglie diversi punti
Della
Situazione geopolitica
Internazionale le affidiamo ieri invece aveva un editoriale a proposito dei rapporti tra gli occidentali e il mondo arabo-musulmano e quello che nel titolo viene definito il fossato dell'incomprensione
In Francia domenica domani
Ma ricevemmo contro risorgere di un putrido antisemitismo che aspettava solo il risveglio della guerra a Gaza nel mondo arabo-musulmano al contrario le folle manifesteranno esclusivamente contro i crimini di guerra commessi da Israele
E in solidarietà con la causa palestinese
Il divario
Di incomprensione raramente è stato così profondo
I Paesi occidentali certamente non tollerano al bombardamento di civili ma riconoscono il diritto dello Stato ebraico ad eliminare le strutture militari e politiche di Hamas anche a costo di una guerra totale
Le opinioni arabe per contro sono concentrate sul settantacinque anni di guerra occupazione oppressione subiti dai palestinesi dalla creazione di Israele nel mille novecentoquarantotto
Ciò che ci sconvolge
è che
Le opinioni arabe
Sembrano non prestare alcuna attenzione alla barbarie dei crimini commessi dagli aggressori chiamasse il sette ottobre
Ciò che sconvolge loro
è che neghiamo loro il diritto di contestualizzare questa esplosione di odio e che noi disumani iniziamo i palestinesi attribuendo loro implicitamente una responsabilità collettiva se vogliono
Pause umanitarie per consentire il rilascio degli ostaggi l'ingresso di aiuti
A casa gli Stati Uniti non chiedono un cessate il fuoco perché perché un cessate il fuoco lascerebbe a Massa al suo posto
Non è oggi così forte da costringere Benjamin Netanyahu accedere il primo ministro israeliano riluttante impegnarsi in una trattativa senza fine che consentirebbe ad Hamas di allentare la Presa
Agli occhi degli arabi i leader occidentali sono quindi colpevoli colpevoli di non aver fermato la guerra e di non fermare la guerra anche se hanno il potere di farlo il che in realtà resta tutto da dimostrare
Si potrebbe obiettare agli ardenti difensori dei palestinesi che in passato non li hanno aiutati o quasi e che non sono così espliciti
Quando il popolo arabo viene massacrato da dittatori arabi o gruppi jihadisti
Insomma non è che stanno applicando proprio quei doppi standard di cui ci accusa
L'interrogativo posto da le Figaro c'è perché perché
Quando Assad con Vladimir Putin Bombarda
I siriani suo popolo
Quando l'Iran
Fa quello che fa con le donne iraniane con l'opposizione con le rivolte con le manifestazioni
Non si sente nella strada araba né quella mussulmana
Vale anche per l'Egitto vale in parte per la Tunisia
E be a un certo punto vale anche per l'Ucraina perché insomma la mobilitazione per il rispetto del diritto internazionale da parte dei Paesi arabi così come per esempio dei paesi del Golfo
Non è stata così forte anzi alcuni paesi del golfo sono al centro dei meccanismi russi per aggirare le le sanzioni gli Emirati Arabi nessuno un esempio
Ed è è forse gli europei dovrebbero iniziare a dire che doppi standard esistono un po'ovunque
La situazione casa però rimane drammatica lo scrive le Monde oggi nel suo editoriale dal titolo la cessazione occasionale dei combattimenti non basta di cosa si tratta
Dell'annuncio da parte d'Israele di una pausa di quattro ore ogni giorno le famose forse pause umanitari ma per le mondo non lo sono
Andiamo a leggere non si parte da una domanda sono in contorni ancora labili di una degli scalini sono oppure una falsa speranza
Un mese dopo i massacri perpetrati da Hamas contro civili di Israele e mentre la striscia di Gaza è sottoposta a un assalto senza precedenti
Il Presidente americano John by del
Giovedì annunciato che lo Stato ebraico sospenderà quotidianamente le sue operazioni per alcune ore questo annuncio però deve essere accolto con freddezza scetticismo in realtà queste non sono le pause umanitarie che gli Stati Uniti chiedono non si tratta nemmeno di tregua come quelle che sono attualmente oggetto di negoziati difficili con la mediazione del Qatar per facilitare il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza
Queste pause hanno lo scopo esclusivo di consentire ai civili palestinesi di lasciare le loro case in alcune parti della Striscia di Gaza dove hanno luogo i combattimenti
Insomma sono nuovi movimenti di popolazione
Prima di nuove operazioni militari
Un funzionario israeliano ha ritenuto opportuno lo stesso giorno dell'annuncio negare la realtà della crisi umanitaria a casa
Ma l'emergenza esiste e queste interruzioni dei combattimenti non sono in alcun modo una risposta
Gli alleati occidentali di Israele che ogni giorno che passa devono vedono nella loro opinione pubblica le conseguenze deleterie di questa conflagrazione
Si ritrovano intrappolati nel sostegno senza riserve concesso Israele
Subito dopo i massacri del se tutto ombre
La Conferenza umanitario organizzato giovedì di a Parigi
A sottolineato questa impotenza le promesse di aiuti per un miliardo di euro si scontrano con l'assenza di un cessate il fuoco prerequisito essenziale per la consegna e la distribuzione degli aiuti
Dopo quattro settimane di bombardamenti e poi di operazioni di terra
L'ovvio per l'Hammond e diventato chiaro la configurazione di ghazal rende incompatibile continuare un'operazione militare di questa portata e l'obiettivo di tenere conto anche della sorte dei civili
Consentire la prima operazione militare e dire di voler garantire la seconda sorte dei civili è sempre più un'acrobazia retorica o un'ipocrisia
Il programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha reso pubbliche giovedì le sue prime stime sull'impatto di questa guerra che ha già causato la morte di migliaia di palestinesi sono agghiaccianti distruzione parziale o totale del quarantacinque per cento delle case a casa contrazioni in un mese del quattro per cento del PIL in tutti i territori palestinesi
Dobbiamo porre fine a questo collasso il più rapidamente possibile scrive
Scrive nel mondo e non abbiamo più tempo saltiamo l'Ucraina di cui parliamo spesso un accenno alla Spagna
E all'accordo tra Sanchez se e gli indipendentisti catalani di Calle sposi Damon nuova tappa in Catalogna il giudizio di El Pais che è sempre stato molto critico dell'indipendentismo catalano e ancor più di Pucci Damon
L'accordo raggiunto tra so il partito socialista e Jones cioè il partito di Poggi del Nord riporta l'indipendentista i nel quadro costituzionale
Il mondo invece la vede in modo molto diverso quotidiano conservatore lontano dei socialisti e parla di un patto controlla convivenza di tutti un vero e proprio patto con
Il diavolo uno dei nazionalismi più reazionari d'Europa con ideali suprema txt
Che voleva rendere la metà dei catalani stranieri nella propria terra
Ed è la persona parliamo di Positano che deciderà i vestiti del Governo spagnolo però sono due nazionalismi che si scontrano in questo caso ci fermiamo David Carretta una buona giornata con Radio Radicale