"Cultura e politica" - argomento della puntata: presentazione del libro "In difesa dell'Italia liberale", raccolta di scritti e di discorsi politici di Giovanni Amendola dal 1910 al 1925

Una sera gli ascoltatori le venti e trenta consueta trasmissione praticata politica e cultura del lunedì
Questa sera come molto spesso accade in questa tradizione parleremo di un libro il titolo è in difesa dell'Italia liberale è una raccolta di scritti discorsi politici di Giovanni Amendola dalla mille novecentodieci al mille novecentoventicinque
L'editore è libera liberi e a quella curato questo volume Antonio Carioti che un giornalista che qui con noi in studio ma a sera Antonio
In linea con noi diamo anche un altro ospite si tratta della professor Giovanni Orsina Giovanni buona sera
Pronto Bonavera ecco sì
Allora Antonio però ha detto che è un giornalista tra l'altro giornalista anche di libera l'accurato per Liberal Libri già due volumi
Eugenio Reale l'uomo che si otto gli atti e poi la riedizione delle memorie di Dante Corneli il redivivo Tiburtino poi scritto
Breve storia del presidenzialismo in Italia e poi un mero saggio sulle polemiche riguardanti Partito d'azione proprio su questo credo che in parte insisteremo questa sera
Prognosi invece direttore scientifico della Fondazione Luigi Einaudi in Roma insegna Storia contemporanea all'Università di Roma la Sapienza ha scritto tra l'altro una storia dei radicali
Nell'età giolittiana il titolo è senza chiesa né classe Carocci editore giusto Giovanni allora questa sera parliamo ai giovani a me do la e una delle prime e questioni che porremo il fatto che di Giovanni Amendola si sa davvero pochissimo anche alto gli diamo Antonio Carioti di raccontare rapidamente ai nostri ascoltatori Kjaer Giovanni Amendola chi era
Beh Giovanni Amendola è famoso soprattutto come leader della cosiddetta secessione dell'Aventino cioè di quella manifestazioni di protesta contro il fascismo
Che avvenne dopo l'omicidio Matteotti quando le opposizioni si ritirarono dal Parlamento perché ritenevano che a quel punto non esistesse più una legalità costituzionale in Italia dopo che Matteotti era stato ucciso possiamo dire che Amendola è il leader dell'opposizione liberaldemocratica al fascismo e anche un martire dell'antifascismo perché morì in seguito a un'aggressione degli squadristi e quindi come tale in qualche modo viene celebrato ad esempio gli ha dedicato e l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti proprio qui a fianco esista in via Giovanni Amendola però il suo pensiero non è stato studiato e non è stato approfondito
Basta pensare che questo libro viene dopo un quarto di secolo venticinque anni in cui non sono più stati ristampati gli scritti di Giovanni Amendola ora se pensiamo invece a quanto si parla di a ti esponenti dell'antifascismo come Gobetti Rosselli ultimamente lo stesso Ernesto Rossi è stato riscoperto a me è sembrata una cosa doverosa cercare di riscoprire anche Giovanni Amendola
Perché nella sua parabola politica e culturale si possono trovare a mio avviso delle indicazioni molto interessanti Amendola era un esponente di questa intellettualità che ai primi del secolo rifiutava l'Italia giolittiana
In particolare era uno dei collaboratori della rivista la Voce di Giuseppe Prezzolini cui collaborava anche Gaetano Salvemini e che era una rivista diciamo di opposizione alla liberaldemocrazia giolittiana cioè si diceva c'è un sistema trasformisti go
C'è un sistema in cui si è instaurato un compromesso mediocre tra i socialisti Giolitti bisogna assolutamente cambiare questa Italia
Lo slogan di Giovanni Amendola all'epoca era appunto questa Italia non ci piace
Poi Amendola passa attraverso l'esperienza dell'interventismo democratico e a favore dell'intervento dell'Italia nella Prima guerra mondiale però si scontra con i nazionalismi e con i nazionalisti sulla questione delle nazionalità
Cioè lui dice che l'Italia non deve aspirare a annettere dei territori abitati da slavi ma deve cercare una compromesso con i Paesi che nascono dalla disgregazione dell'impero austro-ungarico e qui comincia diciamo così suo spostarsi in qualche modo verso sinistra perché si scontra
Con i nazionalisti e il nascente fascismo al tempo stesso però è anche un anticomunista molto rigido tant'è vero che critica molto Giolitti che al momento dell'occupazione delle fabbriche nel mille novecentoventi
Reagisce non ripristina l'autorità dello Stato quando poi la legalità viene messa in discussione dal fascismo Amendola passa all'opposizione anche contro il fascismo poi sezione che poi lo porterà appunto allo scontro frontale con Mussolini ad essere il suo oppositore liberaldemocratico più acceso e poi appunto anche al martirio
Giovanni Orsina abbiamo un po'tracciato la figura per quanti non conoscessero Giovanni Amendola e temiamo che sia con pareti un personaggio sostanzialmente a scomodo ha detto Renzo De Felice comunque un antifascista liberale non comunista
Esattamente questo poi una delle ragioni per le quali per quanto la figura che è stata naturalmente studiata anche da storici illustri poi appunto non è non è stata in assoluto non sono state rivela Tampa per le opere con la frequenza con la quale sono state ristampate o perché gli altri e poi appunto e meno meno osservato di altri no giustamente credo Antonio Carioti nella prefazione a questa raccolta di scritti partenze il paragone fra Mendole Gobetti come i protagonisti le forme diverte
In qualche caso molto diverso e di antifascismo e due persone però che hanno avuto un destino totalmente differente Gobetti è continuamente riscoperto così continuamente che non è riscoperto mai guardi
Perennemente all'attenzione degli studiosi mentre appunto di Amendola senz'altro si è parlato ma si è parlato di meno
Il il problema essenziale a mio avviso da questo punto di vista è proprio il fatto che
Amendola fu certamente rigorosamente antifascista ma fu un antifascismo da non voglio dire di tipo contenere Bathory perché credo che la parola in questo caso debba essere applicata soltanto con grandissima cautela ma sicuramente appunto di troppo caldamente fortemente anticomunista è sicuramente una persona che era legata legati prima allo Stato liberale italiano al Risorgimento e alla perdizione
Della quale lo Stato liberale italiano era portatore
E in questo senso appunto non può essere in alcun modo letto come un antifascista che nel fascismo vedevo una reazione borghese non può essere in alcun modo letto come antifascista che nel nome dell'antifascismo voleva dare l'Italia voleva rinunciare appunto al liberalismo italiano la tradizione italiana liberale che ha una tradizione non compatibili nessuna sua forma
Con il bolscevismo in alcun modo naturalmente
E da questo punto di vista direi visto che
C'è stata nella storia soprattutto dell'Italia repubblicana
Una sorta di amputazione o quanto meno una sorta di sottovalutazione di un antifascismo che fossero antifascismo rigorosamente liberaldemocratico in quanto tale antitotalitario perciò anche appunto anticomunista
Da questo punto di vista
è
Diciamo è uno dei delle ragioni per le quali Amendola attirato meno l'attenzione di altri
Consapevole che questa è una battuta provocatoria potere potrei dire che da un certo punto di vista avuto la fortuna di essere un martire vedevo arrivano lettere per appunto con molta cautela perché poi le persone magari preferiscono vivere fisicamente che vive nel loro pensiero però sicuramente quei molto non acconsentito non ha permesso di toccare quella che era la sua soltanto antifascista
Come invece per altri personaggi anche se antifascisti invece è stato fatto proprio perché loro antifascismo non era compatibile
Con la lettura la vulgata che dell'antifascismo è stata data in parte dell'Italia repubblicana
Ha detto Giovanni Orsina non posso dire antifascista conservatore Brescia e come la sua introduzione questo volume si parla proprio di questo antifascista conservatore si dice
è un'antinomia vera o apparente cosa voi tornare su questa dimensione di conservatore di Amendola si
Amendola si può considerare un conservatore nel senso che appunto lui è legato alle radici dello Stato liberale italiano è legato al Risorgimento e valori risorgimentali
Il fatto di essere antifascista non è in contraddizione con questo perché il fascismo agli occhi di Amendola rappresenta appunto lo stravolgimento dello stato di diritto lo stravolgimento delle libertà statutarie ed è un movimento che per molti versi nonostante il disprezzo ostentato di Mussolini per gli ideali del mille settecentottantanove per la democrazia tutto ciò che è uscito dalla rivoluzione francese lui dice no non è un movimento puramente reazionario è un movimento che mette insieme degli riferimenti antidemocratici con una pratica che però è la pratica della democrazia di massa
Cioè lei dice in questo per certi versi il fascismo assomiglia al socialismo perché tende a prevaricare le istituzioni noi liberali abbiamo l'idea che le istituzioni devono essere al di sopra dei partiti invece il fascismo proprio come il socialismo tende ad occupare lo Stato a mettere lo Stato al di sotto del partito e poi a fare in modo che questo Stato prevaricati anche gli individui cioè lui dice c'è una meccanica dello Stato Leviatano in cui a un certo punto il partito lo Stato prevarica e cittadini il governo prevarica allo Stato il partito prevarica il Governo a questo punto siamo al totale annullamento delle libertà individuali
Da questo punto di vista una forte attualità di Amendola secondo me è proprio il modo in cui Luís analizza questo tipo di meccanismo io ho scritto forse sono stato un pochettino ardito in questo che per certi versi questo ragionamento che in Amendola soltanto abbozzato
Teniamo conto che si tratta di un uomo che fa lotta politica non è un uomo che abbia avuto il tempo di fare grandi riflessioni però anticipa certi ragionamenti della scuola liberale sulle analogie che si registrano tra i movimenti totalitari di sinistra il comunismo è in movimento
Totalitari di destra l'ITT riconosce queste radici giacobine entrambi fascismo comunismo riconosce questo ragionamento è lo riconosco chi decisamente lo riconosco qui appunto il problema è
Querétaro una dinamica tipica
Della guerra fredda per la quale poi ciascuno diciamo ciascuno dei contendenti post mille novecentoquarantasette caricava e l'avversario del presente sull'avversario del passato per cui da un lato i comunisti dicevano che il fascismo e liberal democrazia erano entrambi regimi borghesi e quindi diciamo no la liberal democrazia nostro avversario alla fine degli anni Quaranta e come il fascismo noto aperta all'inizio degli anni Quaranta
Dall'altro lato
Il e i liberal democratici invece dicevano no come punto nella funzione della teoria del totalitarismo il fascismo e il comunismo in realtà sono molto più vicini perché sono due forme di dominio simile
Ovviamente uno dei meccanismi che utilizzava la sinistra filo comunista filo sovietica
Era il fatto che il fascismo doveva essere un regime reazionario naturalmente reazionario in quanto borghese e quindi del tutto contrapposto al comunismo
In realtà sull'idea che il fascismo sia reazionario io credo che ormai chiamate che abbastanza difficile da sostenere nel senso che è abbastanza ampiamente riconosciuta tra gli studiosi anche quelli appunto di di origini di origini progressive per il fatto che il fascismo ha una matrice giacobina una matrice di tipo rivoluzionario cioè è un un con una forma politica che il contrappone al comunismo ma allo stesso tempo ne recupera alcuni elementi Mainichi alcuni elementi non si tratta di un ripristinare quello che c'era prima non è o reazionari il no alla De Maistre non è un tentativo di ritornare a prima il nel mille settecentottantanove ma un tentativo di rubare riforme politiche appunto della demografia di mafia
Che sono state elaborate che che nascono nel mille settecentottantanove riempiendole di un contenuto ideologico che invece era anti rivoluzionario
Ampi rivoluzionario il contenuto ideologico ma giacobini modi da questo punto di vista io credo che
La somiglianza
Tra i due pre dura tra le due forme di totalitarismo sia notevole e credo che Amendola abbia avuto il merito è anche la cui tenta di vederle prima di molti altri come ha detto giustamente
Antonio Carioti non erano in molti all'epoca cadono colto questa somiglianza ed è straordinario della con gli Enti una persona come Amendola che arriva
Che faceva lotta politica e che quindi non aveva il tecnico propone di questo fatto era lotta politica l'ho ho detto non ho avuto il tempo di
Essere aperta un dottrinario insomma era uno molto più empirico in qualche modo allora da un punto di vista proprio generale la sua azione politica poi è stata efficace oppure su la sua efficacia è stato ci son posso possiamo dire ci sono dei dubbi voglio dire proprio perché tu hai messo accetta tre ragazzi su questa dimensione di azione politica
è stato molto bravo a criticare ma poi a costruire appartenente azioni
Beh Amendola è uno sconfitto vivamente
L'Aventino finisce molto miseramente non ha la possibilità di rovesciare Mussolini con il discorso del tre G hai un Mussolini comincia una annientamento delle libertà si passerà poi piano piano la limitazione alla libertà di stampa poi a limitazioni sempre più gravi finché non si instaurerà un regime totalitario Amendola in questo momento cerca di dar vita a una Partito liberaldemocratico all'Unione democratica nazionale nella quale confluiscono personalità di grande rilievo faccio qualche nome Luigi Einaudi Piero Calamandrei Guglielmo Ferrero però indubbiamente Amendola è uno sconfitto
Perché è uno sconfitto ma
Probabilmente la tempesta della prima guerra mondiale aveva messo in moto delle forze rispetto alle quali lo Stato liberale italiano non era in grado di resistere
I da una parte c'era stata da parte dei socialisti della sinistra questa attrazione della rivoluzione bolscevica che quindi li portava a credere che in Italia si potesse fare come in Russia e quindi sposta la sinistra su posizioni decisamente antidemocratica con il Partito socialista italiano che aderisce alla terza internazionale
Dall'altra la reazione della borghesia prende le forme che poi saranno quelle del fascismo
Di fronte a questo Amendolara chiede di ripristinare l'autorità dello Stato soltanto che non trova una classe politica liberale che abbia la detta mi nazione di difendere lo Stato e soprattutto non trova una monarchia che abbia la determinazione di difendere lo Stato come Amendola glielo chiedeva il punto secondo me
Decisivo da questo punto di vista il momento della marcia su Roma quando appunto Amendola è tra coloro che reclamano la dichiarazione dello stato d'assedio che probabilmente avrebbe indotto Mussolini a rinunciare al colpo di mano
Il Renon firma lo stato d'assedio e da questo momento è una continuo susseguirsi di cedimenti nei confronti del fascismo della classe
Politica liberale rispetto alla quale Amendola costituisce un'eccezione perché è l'unico invece che si rende conto del pericolo si rende conto che Mussolini non può essere ad domestica atto e combatte però una battaglia che se non è nel più totale isolamento comunque sicuramente in situazioni di grave difficoltà
è preveggente rispetto al pericolo rappresentato dal fascismo ma non trova intorno a sei le forze per poter condurre questa battaglia
Ne ho parlato anche Padova democrazia liberale Giovanni Orsina ricordiamo gli ascoltatori sono parlarne questo libro curato da Antonio Carioti che si intitola indifesa e l'Italia liberale scritti discorsi politici di Giovanni Amendola l'editore Liberal Libri
Orsina dunque abbiamo detto democrazia liberale questa esigenza in qualche modo di democratizzare il il liberalismo non più partito politico delle élite va in qualche modo la ricerca riporta il liberalismo alle masse ecco però questa prima Democratici istiga poi diventa anche azionisti insomma se ci fai questo collegamento perché tra l'altro Antonio Carioti nella sua prefazione di intitola sua prefazione l'ultimo dei liberali il primo degli azionisti azzardata questa cosa no
No nell'interpretazione che dell'azionismo da Antonio Carioti o meglio nel tentativo secondo me è lodevole che fa Antonio Carioti di recuperare un filone dell'azionismo il cosiddetto azionismo di destra diciamo l'azionismo moderato e l'azionismo anticomunista
Che nella tradizione politica italiana è stato un po'diciamo notevolmente dimenticato e diciamo è stato il figlio sfortunato
Della cinismo laddove invece il gemello nel senso poco democratico che ha preso pochi voti per un liberale nel mare pochi voti di azioni che li hanno presi il tempo libero e il leader
Il cinismo e il problema è quello del indiciamo dell'impatto culturale che hanno avuto da questo punto di vista la firma di sinistra arretrato ha avuto un impatto maggiore e migliore
Ma comunque la domanda in realtà è una parte un po'della domanda che era stata fatta prima cioè sul perché Amendola uno sconfitto certe che questo tentativo di democratizzare l'Italia liberale fallisce
In realtà
Che diciamo la questione si collega anche al discorso sull'azionismo
In realtà a mio avviso Amendola non aveva delle chance delle chance politiche perché il tentativo di democratizzare l'Italia liberale avviene troppo tardi
Amendola difende i valori dell'Italia liberale ma difende i anche i valori di un'Italia liberale che è sono abbastanza diverso i dall'Italia liberale così comitiva davvero eh
C'è appunto una una parte molto bella di Amendola la quale dice gli uomini del Risorgimento hanno fatto questo stato e lo hanno fatto non soltanto perché lei ma anche per gli sconfitti del Risorgimento e questo è uno Stato che è in grado di recuperare anche i cattolici in grado di recuperare anche i democratici è uno stato aperto
Questo è vero in teoria è molto meno vero in pratica nel senso che poi nel Periodo fine Ottocento fino alla guerra mondiale realtà allo Stato liberale italiano è molto lo Stato dei liberali
E Progetto giolittiana è proprio quello di allargare lo Stato ma mantenendo l'egemonia
Politica nelle mani dei liberali
Quando Amendola nel dopoguerra attenta
Di aprire questo stato e anche lui tenta ma com'molto
I limiti e molte riserve mentali penso che anche lui era in gran parte convinto che i liberali dovessero mantenere il boccino nelle loro mani quando ritenta quest'operazione
Lo Stato non è in grado di far collaborare i liberali con i socialisti cattolici cioè socialisti e cattolici tagliati fuori
Per cinquant'anni dopo la guerra divengono molto difficili da recuperare
Uno dei tentativi di tagliare diciamo questo nodo di a trovare una scorciatoia ai problemi che la storia politica del Paese pone dopo la prima guerra mondiale
è in parte è un discorso che Amendola fa anche se appunto non lo fa come fa ad esempio Gobetti in questa fase diventa il problema della del dato morale cioè di rinnovamento morale dalla classe dirigente liberale
Che però appunto per molti aspetti a mio avviso diventa un tentativo di accorciare un processo storico che ormai diciamo è troppo compresso c'è troppo poco tempo per portarlo a compimento non è stato fatto prima
E ormai è diventato così urgente che va fatto con un punto un rinnovamento morale lui secondo me è il punto in qualche misura inevitabile ma anche più debole del suo Progetto
Perché il rinnovamento morale in politica è un corto circuito che non funziona perché la politica ha le sue regole che non sono le regole della morale questo è un discorso che sarà presa dagli azionisti anche se appunto prese in un contesto
Diverso e per certi aspetti più radicale
E non c'è diciamo è stato parlante si pace Antonio Galati su questa dando rapidamente perché poi avrei due altre questioni da sottoporre
Ma indubbiamente l'operazione politica che Amendola si proponeva era un'operazione molto difficile perché si trattava di aggregare i ceti medi emergenti quelli che poi in realtà diedero il loro consenso al fascismo sull'idea di consolidare e ampliare la portata dello Stato liberale trasformarlo in uno Stato democratico e al tempo stesso stabilire un collegamento con la parte dei socialisti che accettava le istituzioni liberali appunto i socialisti riformisti
Si è trattato di un Progetto indubbiamente che non è andato a buon fine però come dire
Non credo che necessariamente gli italiani dell'immediato dopo quel primo dopoguerra volessero la dittatura io credo che volessero il ripristino dell'ordine Amendola da questo punto di sta capisce qual è il problema capisce che dopo la prima guerra mondiale le masse sono scese in campo quindi non si può più pensare a uno Stato liberale elitario
Capisce che i ceti medi sono
La leva fondamentale sulla quale si può ricostruire lo Stato ricostruire un sistema politico
Purtroppo si trova di fronte lo ripeto ancora una volta da una parte a una monarchia che non difende i principi dello Stato liberale e dall'altra una classe politica liberale che è debole rispetto alla attacco molto
Forte che viene invece appunto da forze antidemocratica antiliberali quali sono il socialismo perché il Partito socialista di allora cui aderiva alla terza internazionale era un partito in cui massimalisti dominavano nettamente e dall'altra parte l'reazione del fascismo io non credo che la posizione di Amendola sia una posizione moralistica perché al contrario lui fa appello ad esempio nel Mezzogiorno anche ai ceti medi ai notabili a tutti coloro insomma che possono riconosce sì nello stato lui fa un appello ai senza partito sostanzialmente proprio a quel ceto medio che verso il quale invece la parte giacobina dell'azionismo mostrerà un grandissimo disprezzo
Il problema è che appunto questo ceto medio è stato consegnato dalla comportamento massimalisti corresponsabile dei socialisti in gran parte nelle mani del fascismo
E questo è un problema al quale Amendola non può porre rimedio l'unico rimedio potrebbe essere appunto una una classe politica liberale che abbia la forza di affermare l'autorità dello Stato
Questa classe politica liberale non c'è Amendola da questo punto di vista un isolato per questo finisce sconfitto
Allora se lo schermo come Amendola molto sconfitto in realtà sono
Su molti continuare dalla notizia grafica Sinatra dico che suo figlio bellissimo suo figlio Giorgio diventa comunista proprio perché è convinto che la strada s'seguita dal padre è una strada senza uscita una strada che porta alla sconfitta allora l'unico modo per opporsi al fascismo e avere qualcuno magari da Mosca che ti dà la possibilità la capacità di opporsi frontalmente a questa dittatura ma dall'interno non c'è più la possibilità di combattere el il ceto medio si è consegnato al fascismo bisogna puntare sulla classe operaia
Da questo punto di vista c'è chi ha detto che Giorgio Amendola è stato un po'la l'autocritica vivente di suo padre
Tornando a che forza è più noto e diciamo Canossa generazioni allora due Flash ma davvero due flash perché abbiamo ancora cinque minuti scarsi uno riguarda un insomma sono due concetti due due punti aveva prima facciamo come Inter Giovanni Orsina
Scrive Antonio Carioti Amendola ricordo ricordo di razionalità profonda natura umana e la funzione di ficcante della lotta in ogni aspetto dell'esistenza
Esaltava la virtù combattiva contro la concezione voluto e la vita ma non per anteporre guerriero mercante sottolineava anziché proprio l'attività imprenditoriale si fonda sulla disponibilità ad affrontare il rischio e conflitto la vita economica scriveva significa la concorrenza la competizione e l'accordo di compromesso talora non mai la pace
Ci piace questa sicuramente prova del dei biglietti enormi all'interno
Della rendere culturale nella quale Amendola Fiera forma forse anche oggi questa cosa fa scandalo diciannove etici abbastanza non si può dire con est-ovest molto territoriali Inc
Un concerto Schumpeter gli hanno dell'economista non come Como com'è realtà poi capitali vero capitano d'industria quello di prima generazione che inventa le cose che è una persona che tutt'altro che barcolla viva o Greta è in qualche modo la pressione che mette in piedi costruisce qualche cosa e lo fa all'interno di un mondo competitivo questo appunto concetto che molto antico CityVille affettivo che risente della della reazione anti positivistica di inizio secolo di tutti quelli che davanti all'idea che insomma molto invece quella che all'epoca politically correct
Che il mondo stesso ormai andando verso la conciliazione Everton punto un dei percorsi morbidi di di di di recupero e di annullamento delle opposizioni punto queste queste persone di cui fa parte a menomare fanno parte tanti altri Luigi Einaudi Maffeo Pantaleoni vedevano invece nella nella lotta nel nella competizione competizione appunto
E in questo caso pacifica in questo caso non non mi ricordo neanche andare in chiesa compensare meritatamente la competizione che scontro ma è anche costruzione di civiltà cioè ricerca insieme
Nel senso che appunto nello scontro poi alla fin fine noi andiamo a creare un mondo che sia che sia un mondo migliore sono da questo punto di vista chiudo qui con una battuta insomma nel mille novecento Maffeo Pantaleoni scrive sulla rivista Flegrei a un un articolo che si chiama il secolo ventesimo secondo un individualista nella quale portava quest'idea la sua macchina lì ma espressione insomma proprio la Tor prendendosela col socialismo col socialismo riformista visto come un'ideologia di dico di conciliazione forzata laddove invece la grandezza appunto sta nella competizione alla concorrenza
L'altro aspetto molto attuale tu devi essere più rapido diritti Giovanni è il problema della sindacato nel testamento politico leggiamo il grande problema del mondo moderno non sta nella soppressione o nell'assoggettamento del sindacato passa invece alla sua conciliazione con l'ordine politico della società
Ora non è già il sindacato come tale ma è l'impiego sistematico del sindacato ai fini della rivoluzione sociale
Che inconciliabile con l'ordine politico della società attuale ordine politico non significa in questo caso difesa aprioristica e dogmatica del capitalismo e del datore di lavoro ma significa invece mantenimento e tutela delle garanzie che lo Stato democratico assicura tutti i cittadini a tutti i ceti e tutti gli interessi insomma comunque era fortemente critico nei confronti di un certo modo di intendere sindacato
Sì anche se devo dire questo passo qui ha rivolto contro le teorie corporative del fascismo cioè l'idea che ci si possa mettere a tavolino e lo Stato possa regolare a tavolino i rapporti tra capitale e lavoro
E Amendola che assolutamente non è marxista anzi è un anticomunista dice no da questo punto di vista ragione Marx
La lotta di classe è una realtà di una società libera
Bisogna che non travalichi oltre un certo limite quindi non diventi il sindacato uno strumento per la rivoluzione sociale ma la competizione anche tra capitale e lavoro il conflitto tra capitale e lavoro qualche cosa di sano voi pensate di poterlo ingessare attraverso il corporativismo mano terrete nessun risultato
Bene grazie moltissimo è stato puntuale sono le ventuno chiudiamo qui la trasmissione dedicata politica e cultura ringraziamo Giovanni Orsina che è stato collegato con Moni che è direttore scientifico della Fondazione Einaudi insegna Storia contemporanea all'Università di Roma la Sapienza
E ha scritto un bellissimo libro stanza Chiesa né classe Carocci editore nella storia della partirà radicale nell'età giolittiana Antonio Carioti che invece c'è deliziato con questo bellissimo libro in difesa dell'Italia liberale di scritti e discorsi politici Giovanni Amendola dal mille novecentodieci al mille novecentoventicinque
Per Liberal Libri giornalista saggista accurato per libera libri altri due volumi poi ha scritto breve storia del presidenzialismo in Italia e poi un saggio sulle polemiche riguardanti il Partito d'Azione grazie buona sera a tutti minaccia entrambi grazie morì nel bar per la regia di questa trasmissione un saluto buon ascolto da Cinzia Caporale