29 LUG 2001

Radicali: Conversazione settimanale con Marco Pannella, Perché a Genova è scomparsa la "Zona Gialla"

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Roma, 29 luglio 2001 - Ancora G8 e le polemiche del dopo vertice al centro della conversazione settimanale di Marco Pannella con il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin, e per l'occasione seguita da un lungo filodiretto notturno che ha accompagnato gli ascoltatori fino alle 2 e 30 circa permettendo loro di porre le proprie domande direttamente al leader radicale.

Ma anche finanza, informazione e rilancio delle battaglie radicali nelle due ore di conversazione, concluse con il ricordo di Sergio Saviani, scomparso in questi giorni, che Pannella definisce "un artista dello scrivere, del
giornalismo".

"E' scomparsa la zona gialla" Già dalle prime battute Marco Pannella ha voluto far notare un aspetto completamente tralasciato nelle analisi dei "perché" di quanto accaduto nel capoluogo ligure durante il vertice del G8, l'assenza della cosiddetta "zona gialla, che i governi precedenti ritenevano fondamentale" al fine di poter controllare meglio la città.

La ragione di tale scomparsa risulta evidentemente dalla "contrattazione tra il governo e gli anti-global".Governo quindi responsabile di aver "scambiato l'essere liberale con l'essere connivente o incapace, e che incapace si è rivelato" nel gestire un "patteggiamento" che non poteva prevedere come referente chi "quotidianamente, mentre trattava, insultava il governo stesso", o chi dimostrava "la sua malafede nella trattativa".

Governo che, inoltre, "non aveva assicurato l'organizzazione politica dell'evento".

Pannella lamenta anche l'assenza del dibattito sui temi della globalizzazione a vantaggio esclusivo delle organizzazioni dell'ormai "Italy Social Forum" che di "tutto può lagnarsi tranne che le idee anti-global non siano state pubblicizzate".

"Come ai tempi di Giorgiana Masi, vi è chi ha sperato di avere la sera 20 morti".

Questa l'amara conclusione del ragionamento.

"Violante è mefitico per la sinistra" Pannella non poteva dimenticare il capogruppo alla Camera dei Ds, Luciano Violante, che nei giorni scorsi aveva posto un ultimatum al centrodestra per far varare una commissione d'inchiesta sulle violenze di Genova.

Secondo Pannella, Violante, definito "lividamente sorridente", in questo momento è dannoso per la stessa sinistra, e il recente dietro front, almeno nei toni della protesta, sarebbe motivato esclusivamente "da una serie di persone sennate che lo hanno consigliato di correggere il tiro".

Il problema di una sinistra che "oscilla vistosamente" va comunque considerato, tanto più che anche Rutelli oggi "parla di destra pericolosa", riducendosi ai toni di una opposizione in questo caso "troppo vicina a Bertinotti".

Per quel che riguarda la possibilità che una commissione venga costituita, il leader radicale si è detto "contrario" almeno finché non saranno concluse le indagini obbligatorie istituzionali, che al momento sono cinque.

Il nodo politico sta piuttosto nel tentativo di questi giorni del presidente della Camera, Casini, e di quello del Senato, Pera, che hanno tentato di "rendere la commissione merce di scambio", per ottenere il ritiro della mozione di sfiducia ai danni del ministro dell'interno Scajola.

"L'inciucismo" di questa destra "che non ha il coraggio di dimostrare la propria forza" parlamentare in aula, e difendere così il ministro sotto accusa.

"Se fossi stato in parlamento sarei intervenuto sulla questione" il commento finale di Pannella.

"E' necessario porsi il problema delle modalità del manifestare" Indubbiamente un altro degli aspetti più interessanti dell'analisi che Pannella ha fornito dei fatti di Genova è il problema delle manifestazioni nei grandi centri.

Il leader radicale ha voluto chiarire il proprio pensiero a proposito di manifestazioni come quelle di Genova, che creano problemi di "rispetto delle libertà altrui" a chi queste manifestazioni deve subire, e qui Pannella non si riferisce a chi è oggetto delle contestazioni, ma ai cittadini costretti a deviazioni e invasioni vere e proprie, ricordando come i radicali abbiano sempre manifestato "in fila indiana" senza creare problemi di ordine pubblico, e che "ogni disobbedienza civile veniva annunciata preventivamente".

Il neo-capitalismo italiano L'aquisto di Pirelli e Benetton della Bell, società che controlla il 23% di Olivetti, e quindi Telecom, offre lo spunto a Pannella per rilanciare temi cari ai radicali, come la privatizzazione delle aziende statali o l'assenza di uno spirito liberale che muova i passi di Confindustria.

Primo aspetto da considerare, messo in luce già nel pomeriggio dall'eurodeputato della Lista Bonino e Presidente di Radicali Italiani, Benedetto Della Vedova, è quello relativo alla Golden Share che lo Stato vanta ancora su Telecom, e che Pannella chiede venga eliminato.Ma il vero obiettivo del leader radicale è Confindustria che "sembrava poter essere un'organizzazione di imprenditori che puntava la carta liberale del mercato", e il presidente D'Amato che "non ha dato nessun segnale in questo senso".Un breve passaggio infine dedicato al problema delle cooperative, ree di "illecita concorrenza all'altra parte del mondo imprenditoriale".

"Coloro che non si iscrivono a Radicali Italiani perdono un'occasione" Chiusura come sempre dedicata alle prossime iniziative radicali, in particolare quella di martedì 31 luglio in piazza Montecitorio, dove "c'è un microfono aperto a tutti", iniziativa alla quale hanno aderito molti parlamentari di varia appartenenza politica.Altro appuntamento importante quello del 15 agosto in piazza San Pietro a Roma, dove Luca Coscioni, con i dirigenti e i militanti radicali, "chiederà libertà di vita, diritto di vita".

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