22 GEN 2002

Istruzione: Comunicazioni Moratti sugli esiti degli Stati generali della scuola

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 16 min
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Comunicazioni di Letizia Moratti, ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sugli esiti degli Stati generali della scuola.

Registrazione audio di "Istruzione: Comunicazioni Moratti sugli esiti degli Stati generali della scuola", registrato martedì 22 gennaio 2002 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 16 minuti.
  • Relazione di Letizia Moratti, ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

    Il Presidente introduce l'audizione del Ministro e ricorda che l'esigenza di un dibattito parlamentare sull'esito degli Stati generali della scuola era stata rappresentata in sede di Conferenza dei Capigruppo del Senato lo scorso 19 dicembre. In tale occasione, la Conferenza medesima aveva ritenuto di individuare la Commissione istruzione quale sede idonea allo svolgimento della discussione. Analoga richiesta era stata del resto avanzata da alcuni componenti della Commissione, fra cui la senatrice Manieri.<p>Il ministro Moratti si sofferma innanzitutto sulla decisione dell'attuale Governo di non portare a completamento l'attuazione della riforma della scuola avviata con la legge n. 30 del 2000. Si è infatti ritenuto opportuno operare una sospensione del processo riformatore al fine di approfondirne alcuni aspetti e di conoscere sugli stessi l'orientamento dell'opinione pubblica. Il Ministero ha costituito pertanto una commissione guidata dal professor Bertagna e composta da esperti del mondo della scuola di diversa provenienza e di diverse tradizioni culturali. Ricevuto il mandato di verificare quali fossero le possibili opzioni che il processo riformatore si trovava dinanzi, la predetta commissione si è insediata nel luglio scorso e ha proceduto ad approfondimenti, contatti ed audizioni dei rappresentanti del settore dell'istruzione, arrivando ad ascoltare più di settanta associazioni direttamente interessate alla riforma della scuola ed elaborando quindi un proprio progetto.<br>Il metodo di lavoro sin qui descritto è stato prescelto in considerazione dell'iter tradizionalmente complesso che caratterizza i processi riformatori di ampia portata, fra i quali rientra certamente quello relativo al sistema dell'istruzione. Per questa ragione, pur nella consapevolezza di non poter conseguire un auspicabile consenso generale, si è ricercato il più ampio coinvolgimento della società civile, attraverso una procedura sostanzialmente innovativa, che ha visto anche l'apertura - sul sito Internet del Ministero – di un apposito Forum che consentisse di raccogliere le diverse proposte. <br>Per quanto concerne poi più specificamente gli Stati generali della scuola, che hanno fatto seguito alle fasi del processo riformatore sopra descritte, il Ministro sottolinea che quelle assise hanno rappresentato un'importante occasione di confronto sul testo elaborato dalla commissione ministeriale, ma non certo il momento di sintesi e di decisione. La rilevanza degli Stati generali si evince del resto anche dalle cifre relative: 1.400 partecipanti; 7.000 scuole collegate via satellite attraverso RAI Educational; 300.000 contatti sul Forum, di cui 5.000, essendo maggiormente attinenti ai temi della riforma, sono stati presi in considerazione e valutati; significativa rappresentanza nel mondo universitario, a sottolineare il raccordo della riforma con l'istruzione superiore. <br>A conclusione di questa iniziativa, si è effettuata una sintesi, tenendo conto dei punti che avevano raccolto il maggior consenso da parte dei docenti, degli studenti e delle famiglie. Il Ministero ha così elaborato un ulteriore progetto che è stato poi presentato per un primo esame in Consiglio dei ministri, dove sono stati acquisiti osservazioni e arricchimenti che contribuiranno a migliorare il testo. <br>Il Ministro si dichiara poi consapevole delle critiche e dei dissensi che hanno investito prima il progetto della commissione ministeriale ed ora anche il disegno di legge che il Governo sta elaborando, ma evidenzia come la riforma si ponga l'obiettivo di valorizzare anche ciò che di positivo è stato realizzato in passato, senza procedere a un azzeramento totale. Facendo tesoro della tradizione e della storia della scuola italiana, occorre infatti garantire una maggiore qualità del sistema di istruzione del Paese in modo che gli studenti italiani pervengano a livelli di apprendimento migliori che li rendano competitivi anche nel confronto con gli altri studenti europei.<br>Ella assicura inoltre che il progetto governativo di riforma conoscerà certamente ulteriori passaggi attraverso tavoli di informazione o di concertazione con tutti i soggetti che hanno competenza in materia, fra i quali anche le organizzazioni sindacali. <br>Indice degli interventi<br>L'audizione comincia alle 15h15<br>Presidenza del Presidente <strong>Franco Asciutti</strong><br>
    0:00 Durata: 16 min 57 sec
  • Fiorello Cortiana (Verdi-U)

    Il senatore Cortiana esprime delusione per l'esposizione del Ministro, in quanto il percorso metodologico poc'anzi descritto non sembra possa soddisfare tutte le esigenze inerenti a un processo riformatore così complesso. La scuola pubblica infatti non è comparabile con gli altri servizi forniti dalla pubblica amministrazione, trovando essa la sua ragion d'essere nell'affermazione dei valori della cittadinanza, vale a dire nella formazione stessa del cittadino.<br>Occorre allora affermare con forza che è in Parlamento che si svolge l'inevitabile opera di mediazione che sta a fondamento dei processi di riforma più complessi e pertanto la maggioranza parlamentare non può immaginare di riformare il sistema dell'istruzione senza porsi in un'ottica di lungo periodo che vada oltre i limiti temporali dell'esistenza della maggioranza politica e della stessa durata della legislatura. Non si tratta, in altri termini, di coinvolgere i soggetti interessati al solo fine di approfondire la conoscenza della materia; è necessario piuttosto corresponsabilizzare i docenti, gli studenti e le famiglie. <br>Nel riconoscere come gli Stati generali della scuola abbiano costituito un rilevante momento mediatico che ha assicurato al Ministro e alla sua maggioranza politica l'attenzione dell'opinione pubblica, egli invita il Governo a procedere oltre tale fase di comunicazione, aprendo un confronto vero sul proprio progetto di riforma e verificando quali profili della legge n. 30 del 2000 sia possibile recuperare, visto che il Ministro ha appena dichiarato di non voler azzerare la riforma avviata durante la XIII legislatura.<br>Sulla base delle precedenti considerazioni, l'oratore chiede esplicitamente al Governo di rinunciare a procedere attraverso un disegno di legge delega, al fine di evitare non solo una eccessiva reazione critica da parte dell'opposizione politica, ma anche le spinte corporative che inevitabilmente si determinerebbero da parte di organizzazioni di categoria piccole e piccolissime. <br>Avviandosi alla conclusione, egli giudica quindi negativamente le scelte metodologiche sinora adottate dal Ministro. In particolare, lamenta che una sintesi dei lavori svolti dagli Stati generali non sia stata posta a disposizione dei parlamentari, i quali sono stati tenuti fuori dal dibattito e hanno appreso solo dalla stampa i contenuti del progetto di riforma governativo. Egli riconosce inoltre che la maggioranza ha la possibilità di procedere con la forza dei numeri, ma non ritiene che in questo modo si renderebbe un buon servizio al Paese dinanzi a un'esigenza di riforma che viceversa coinvolge tutti. E proprio in merito al tema del coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, ricorda come nella scorsa legislatura la riforma dei cicli scolastici sia stata approvata a seguito di confronti effettivi che il Governo aveva avuto con le diverse realtà sociali del Paese, comprese quelle politicamente più vicine all'opposizione dell'epoca. E' peraltro significativo che, quando l'allora Governo preferì adottare una sorta di "scorciatoia", come nel caso del concorso per gli insegnanti che si prefiggeva lo scopo di migliorarne il livello qualitativo, ne pagò politicamente le conseguenze. <br>Osservazioni e quesiti dei Commissari<br>
    0:16 Durata: 11 min 51 sec
  • Luigi Compagna (CCD-CDU:BF)

    Il senatore Compagna riconosce che, nella passata legislatura, il centro-sinistra abbia perseguito un'autentica riforma di sistema in campo scolastico, benché "a mosaico" e quindi disseminata in diversi provvedimenti legislativi fra loro comunque caratterizzati da continuità e coerenza. In tale contesto, la legge n. 30 di riforma dei cicli scolastici non poteva non rappresentare un bersaglio ideale per il centro-destra, che infatti ne ha fatto un punto centrale della campagna elettorale. Vi è tuttavia il rischio che tutta la politica scolastica del Governo si esaurisca ora in questa spirale tossica, nel timore che l'apertura di nuovi fronti possa rallentare la già difficile ricerca di consenso. A suo giudizio, invece, l'apertura di nuovi fronti potrebbe essere fattore di aiuto, anziché di rischio, nella ricerca di coesione. Del resto, egli ritiene che in democrazia non debba mai essere ricercato, né tanto meno auspicato, il consenso più ampio: a suo avviso, democrazia equivale infatti a garanzia di dissenso, non certo ad organizzazione del consenso.<br>Quanto poi ai contenuti della riforma che consegue al rapporto Bertagna, egli si sofferma in particolare sul ruolo che si intende assicurare alla formazione professionale: al riguardo, ricorda che l'intento di darle contenuti di qualità ha caratterizzato tutti i precedenti tentativi di riforma, dai quali non si può ora prescindere. Nell'invitare quindi ad un più equilibrato rapporto tra Stato e regioni, auspica che nella "cabina di regia" sia assicurato al Ministro dell'istruzione il ruolo che gli compete.<br>Egli rileva poi che alle brillanti comunicazioni programmatiche del ministro Moratti ad inizio legislatura, cui era seguito subito dopo il primo impegno parlamentare di settore con la conversione del decreto-legge sull'avvio dell'anno scolastico, non ha fatto seguito una costante attenzione alla maggioranza parlamentare, rispetto alla quale è stata privilegiata la società civile. Né può dirsi che la Casa delle Libertà, all'opposizione nella scorsa legislatura, avesse espresso apprezzamenti sul complesso delle riforme avviate dall'allora ministro Berlinguer. Sollecita pertanto il centro-destra a non sacrificare la propria spinta riformatrice alla vicenda dei cicli, estendendo invece la propria azione ad altri profili dell'attuale assetto organizzativo non condivisi, ponendo peraltro particolare attenzione a non imitare cattivi esempi di regionalismo con il mero trasferimento di interi spezzoni di Stato. <br>
    0:28 Durata: 15 min
  • Maria Chiara Acciarini (DS-U)

    La senatrice Acciarini lamenta una forte mancanza di comunicazione fra il ministro Moratti e le Commissioni parlamentari. <br>Dopo le dichiarazioni programmatiche di inizio legislatura, si è infatti registrato un lungo silenzio interrotto solo, alla vigilia degli Stati generali della scuola, dall'invito a parteciparvi. La richiesta avanzata in sede parlamentare di un confronto con il Ministro prima dell'effettivo svolgimento di tali assise è peraltro incomprensibilmente caduta nel vuoto, nonostante la disponibilità di cui dà atto al presidente Asciutti. Agli Stati generali della scuola fa ora seguito in Consiglio dei ministri l'inizio dell'esame di un provvedimento di riforma della legge n. 30, che sembrerebbe assumere i connotati del disegno di legge delega.<br>Al di là dei contenuti di merito, ella ravvisa in tale dinamica un grave problema di metodo e di comunicazione nei confronti dei rappresentanti eletti al Parlamento investiti del compito di occuparsi dei settori di competenza del Ministero.<br>Quanto alla scelta di agire attraverso una delega, ella riconosce che si tratta di uno strumento legittimo. Ricorda tuttavia che anche il precedente Governo poteva farvi ricorso, così come ha fatto per molti altri settori di particolare complessità; tuttavia non lo ha fatto, proprio in ossequio a quel metodo di concertazione che il ministro Moratti, peraltro solo a parole, dichiara di voler perseguire. Né va sottaciuta la grave responsabilità che il Governo si assumerebbe nel sostituire ad una legge quadro già vigente, approvata dal Parlamento nella scorsa legislatura dopo ampia ed approfondita discussione, una legge delega che sottrarrebbe al Parlamento la possibilità di un nuovo confronto di merito.<br>Lamenta poi che il Governo non abbia trasmesso ai parlamentari un testo su cui aprire il dialogo, quale avrebbe potuto essere il testo di cui è iniziato l'esame in Consiglio dei ministri. Anche in questo caso, un maggior coinvolgimento del Parlamento sarebbe stato senz'altro più rispondente alle logiche di concertazione tanto conclamate.<br>Quanto al merito della riforma, i motivi di apprensione non possono che incentrarsi sui profili emersi da indiscrezioni acquisite in via informale. Del resto, l'abrogazione della legge n. 30 e l'elaborazione di un nuovo testo alla luce della legge costituzionale n. 3, di modifica del Titolo V della Costituzione, appare di particolare complessità attesi i nuovi parametri di compatibilità. Invita tuttavia ad una maggiore attenzione con riferimento agli istituti professionali che, a suo giudizio, non dovrebbero rappresentare un canale alternativo all'istruzione impartita nei licei ma ad essa integrarsi. <br>
    0:43 Durata: 13 min 57 sec
  • Guido Brignone (LNP)

    Il senatore Brignone rileva la diversa ottica con cui sono considerati i nodi cruciali della riforma da parte della classe politica e degli operatori interessati. In particolare osserva come gli insegnanti si pongano il problema della segmentazione dei cicli in modo assai diverso da quello emerso in sede parlamentare. Del resto, riconosce che le formule ipotizzabili sono le più varie ed in tal senso bene ha fatto il Governo a svolgere una ricognizione tecnico-scientifica delle condizioni attuali. Non va tuttavia dimenticato che la scuola sfugge a parametri di carattere generico – anche di raffronto con le altre realtà europee - e il coinvolgimento di tutti gli interessati deve restare limitato ai settori di specifica competenza.<br>Sollecita poi una maggiore attenzione a problematiche più contingenti, quali le difficoltà incontrate da molti istituti scolastici nel collegamento alla rete informatica del Ministero, dai segretari amministrativi nel calcolo delle pensioni, dai docenti supplenti nel conseguire i propri stipendi. Inoltre, la scuola italiana appare, in media, significamente arretrata con riferimento al sistema di valutazione e alla qualità del servizio offerto. Invita quindi il Ministro a considerare adeguatamente le istanze più vicine alle famiglie e agli studenti, piuttosto che generiche esercitazioni sulle formule vincenti di articolazione dei percorsi scolastici. In particolare, sottolinea l'esigenza dell'omogeneità della qualità del servizio offerto, al di là dei princìpi di autonomia che, ricorda, devono pur sempre rappresentare un fine e non un mezzo. Inoltre, richiama l'attenzione sul rapporto fra scuola statale e non statale e sull'esigenza di un sistema integrato che realizzi l'offerta formativa sul territorio in un'ottica scevra da contrapposizioni. Infine, pone l'accento sull'opportunità di una accurata riflessione in ordine alla formazione e selezione dei docenti. Al riguardo sollecita il Ministero ad un'azione coraggiosa, tanto più che la riforma Berlinguer era presumibilmente carente sotto il profilo della valorizzazione degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado, che pure si confrontano con gli adolescenti in una fase ad alto rischio di devianza. Osserva poi che la proposta di rendere omogeneo il percorso di formazione per i docenti di tutti gli ordini e gradi di scuola comporta il rischio che, a fronte di un percorso lungo ed impegnativo, essi finiscano per rivolgersi prevalentemente all'insegnamento nelle scuole secondarie di secondo grado.<p>Il seguito del dibattito è quindi rinviato.<br>La seduta termina alle 16h30. <br>
    0:57 Durata: 18 min 34 sec