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Firenze, 31 luglio 2001 -«Sul tema della globalizzazione si gioca pure la fisionomia del nostro partito».
L'affermazione del Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, sintetizza lo spirito di questo incontro alla Festa dell'Unità dedicato alla globalizzazione ma, di fatto, incentrato soprattutto sul futuro dei Ds.
Merito dei partecipanti - oltre a Martini, intervengono Vannino Chiti e Michele Ventura - ma anche dell'ospite della serata, Sergio Cofferati.
Il segretario della Cigl dopo aver approfondito i temi economici, torna sulla questione del Congresso dei Democratici di Sinistra, … attaccando chi si è già schierato da una parte, senza attendere la presentazione delle mozioni.«Il G8 è stato la conclusione di una storia che ha mostrato tutti i suoi limiti».
Sergio Cofferati tiene a sottolineare, più che gli episodi drammatici, i risultati politici del vertice di Genova.
Questo tipo di incontri, caratterizzato soltanto da decisioni unilaterali dei Paesi ricchi, non ha più ragione di esistere.
Vanno invece incentivate le «politiche di cooperazione», che seguano le decisioni unilaterali, ma che consentano almeno «una reciprocità nei comportamenti».
Cofferati fa l'esempio della «clausola sociale».
Si tratta di una clausola dei trattati commerciali che prevede garanzie per i lavoratori dei Paesi contraenti e in relazione alla quale si registra un costante rifiuto dei Paesi in Via di Sviluppo a sottoscriverla.
«La clausola sociale - spiega il segretario generale della Cgil - se non è accompagnata da politiche di cooperazione, decisioni unilaterali, ma di reciprocità nei comportamenti, non produce effetti».Più attento ai risvolti violenti delle manifestazioni di Genova, Vannino Chiti, che sottolinea come sia importante, oltre che affermare di essere nonviolenti, prendere realmente le distanze dai violenti.
E così, se Martini insiste sulla tradizione democratica della Toscana, e Giuseppe Florio prevede che «le nostre piazze cominceranno a reimpossessarsi di questo grande problema della povertà», finisce che il dibattito si sposti nuovamente sui Ds e sul se e come sapranno 'governare' la protesta antiglobalizzazione.
La «vera sfida», proposta subito da Michele Ventura è sì occuparsi «delle parti del mondo meno sviluppate», ma anche «cominciare da questa regione».
Di «sviluppo legato alla qualità» parla invece Chiti, sottolineando soprattutto gli effetti drammatici dovuti allo «sdradicamento» imposto dalla globalizzazione.
La terza parte del dibattito è dunque totalmente incentrata sul futuro dei Ds.
«Quello che non mi disturba, ma ho trovato singolare - afferma Cofferati - sono gli schieramenti a priori, si sceglie una mozione a seconda di quello che la mozione dice».
Il segretario della Cgil naturalmente si augura che si possa avere un «dialogo franco».
Dello stesso parere Vannino Chiti, che insiste sull'inutilità di intese fittizie.
Molto critico, Michele Ventura, secondo cui il partito paga le conseguenze di una campagna elettorale portata avanti senza un vero leader e senza una reale proposta politica.
«Ci siamo permessi dei lussi che nessun partito potrebbe permettersi» - rileva.
Infine, piccole divergenze sul «preambolo» - o come preferisce Cofferati, «documento di valori e di intenti comuni» - chiudono il dibattito.
Per questa sera. .
L'affermazione del Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, sintetizza lo spirito di questo incontro alla Festa dell'Unità dedicato alla globalizzazione ma, di fatto, incentrato soprattutto sul futuro dei Ds.
Merito dei partecipanti - oltre a Martini, intervengono Vannino Chiti e Michele Ventura - ma anche dell'ospite della serata, Sergio Cofferati.
Il segretario della Cigl dopo aver approfondito i temi economici, torna sulla questione del Congresso dei Democratici di Sinistra, … attaccando chi si è già schierato da una parte, senza attendere la presentazione delle mozioni.«Il G8 è stato la conclusione di una storia che ha mostrato tutti i suoi limiti».
Sergio Cofferati tiene a sottolineare, più che gli episodi drammatici, i risultati politici del vertice di Genova.
Questo tipo di incontri, caratterizzato soltanto da decisioni unilaterali dei Paesi ricchi, non ha più ragione di esistere.
Vanno invece incentivate le «politiche di cooperazione», che seguano le decisioni unilaterali, ma che consentano almeno «una reciprocità nei comportamenti».
Cofferati fa l'esempio della «clausola sociale».
Si tratta di una clausola dei trattati commerciali che prevede garanzie per i lavoratori dei Paesi contraenti e in relazione alla quale si registra un costante rifiuto dei Paesi in Via di Sviluppo a sottoscriverla.
«La clausola sociale - spiega il segretario generale della Cgil - se non è accompagnata da politiche di cooperazione, decisioni unilaterali, ma di reciprocità nei comportamenti, non produce effetti».Più attento ai risvolti violenti delle manifestazioni di Genova, Vannino Chiti, che sottolinea come sia importante, oltre che affermare di essere nonviolenti, prendere realmente le distanze dai violenti.
E così, se Martini insiste sulla tradizione democratica della Toscana, e Giuseppe Florio prevede che «le nostre piazze cominceranno a reimpossessarsi di questo grande problema della povertà», finisce che il dibattito si sposti nuovamente sui Ds e sul se e come sapranno 'governare' la protesta antiglobalizzazione.
La «vera sfida», proposta subito da Michele Ventura è sì occuparsi «delle parti del mondo meno sviluppate», ma anche «cominciare da questa regione».
Di «sviluppo legato alla qualità» parla invece Chiti, sottolineando soprattutto gli effetti drammatici dovuti allo «sdradicamento» imposto dalla globalizzazione.
La terza parte del dibattito è dunque totalmente incentrata sul futuro dei Ds.
«Quello che non mi disturba, ma ho trovato singolare - afferma Cofferati - sono gli schieramenti a priori, si sceglie una mozione a seconda di quello che la mozione dice».
Il segretario della Cgil naturalmente si augura che si possa avere un «dialogo franco».
Dello stesso parere Vannino Chiti, che insiste sull'inutilità di intese fittizie.
Molto critico, Michele Ventura, secondo cui il partito paga le conseguenze di una campagna elettorale portata avanti senza un vero leader e senza una reale proposta politica.
«Ci siamo permessi dei lussi che nessun partito potrebbe permettersi» - rileva.
Infine, piccole divergenze sul «preambolo» - o come preferisce Cofferati, «documento di valori e di intenti comuni» - chiudono il dibattito.
Per questa sera. .
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