11 MAR 2012
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:04 Durata: 1 ora 50 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 11 marzo 2012 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Massimo Bordin (giornalista).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 50 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • L’impossibilità di un dibattito argomentato con Landini (Fiom) durante la trasmissione “In Onda” su La7

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Massimo Bordin

    giornalista

    La presenza di Marco Pannella sabato a “In Onda”, il programma di La7 condotto da Nicola Porro e Luca Telese. Marco Pannella: “E’ un’occasione per riflettere sul problema – come alcuni lo chiamano, non amo molto questo termine – ‘comunicazione’. Io sono stato molto aggressivo con Lucia Annunziata e in casa radicale non ci sono state doglianze. Ieri sera invece ero sicuro che avrei scontentato tutti i fan di Landini (segretario generale della Fiom, ndr) e buona parte dell’audience di La7, ma anche molti Radicali, perché la realtà della comunicazione e delle linee editoriali vanno conosciute e praticate meglio. Ieri cosa è accaduto? Finalmente sono andato per una trasmissione che doveva essere di un’ora, a un orario buono, a La7. Non ero mai andato da anni, né la mattina, né la sera né il pomeriggio. Sono certo che è stato Luca Telese che aveva detto che la loro trasmissione era un po’ in perdita, cioè 3 e 4 sabati fa erano andati ad un minimo con leggera risalita; ieri sera siamo andati a un ascolto più o meno di 500 mila, che in televisione in prima serata dimostra una difficoltà, e in più c’è stato il fatto che io ho stabilito che occorresse - anche perché conosco bene Luca Telese, ed ero certo che avrebbe dovuto giustificarsi (parlo di un fatto psicologico) con la testata che ha deciso evidentemente di escludermi come altri da anni, e non è che i Radicali vengano trattati molto meglio, la linea di La7 è una linea conforme a quella che conosciamo in termini di esclusione dagli abitanti televisivi dei soli Radicali. Io li capisco perché ritengo che altri non hanno i precedenti che abbiamo: noi quando siamo riuscì a coinvolgere e a cointeressare il Paese sui nostri scontri con ‘la politica’ direbbero gli altri, con lo schieramento di unità nazionale, il popolo ha sempre risposto come ha risposto”. L’involuzione della Corte costituzionale “dopo la buona precedenza di un democristiano, Bonifacio”. La mancanza di Stato di diritto in Italia. “Ieri sera cosa accade? Quando mi hanno detto che ci sarebbe stato anche Landini ho detto ‘bene’, un dibattito; quando mi hanno detto che Landini non era in studio, ho detto ‘bah’, però a questo punto visto che tra l’altro è popolarissimo, ha una buona evidenza, e il giorno prima aveva avuto quella manifestazione, ho detto ‘benissimo’. Dopo pochi minuti ho dovuto subito tentare di organizzare il dibattito, mentre Telese mi costringeva a fare il dibattito con lui, perché non c’era possibilità, tanto è vero che a Landini ho detto: ‘Spero che una domenica tu possa accettare un dibattito con me e Bordin la domenica’. Vedo che molti compagni radicali sono un po’ sconvolti, dispiaciuti, ‘casino’, ‘perso una occasione’; io ho tentato all’inizio di porre delle domande, dinanzi alla unica domanda utile sul termine ‘compagno’. Landini è venuto fuori dicendo che ‘compagno’ è chi è d’accordo sulle cose di ieri (sulla manifestazione, ndr)’. Io gli ho detto di no, gli ho detto che per me Landini è un compagno del quale dissento profondamente, la differenza è questa. Lui fa la tirata sul liberismo e spiega il successo vero o presunto della loro lotta e manifestazione di avanti ieri, come una lotta contro questo sfascio di classe della globalizzazione liberista che massacra. Io sono riuscito a dare una indicazione: tieni presente che i liberisti non sono solo Einaudi, ma ho fatto anche i nomi di Ernesto Rossi e Salvemini. Lì avrei voluto avere il dibattito, per cui sono subito partito - anche perché in Italia ormai chi ha meno di 30 anni non sa di che si tratta ed è grave – dicendo che pure i sindacalisti, i lavoratori, non sono considerati come dello stesso bordo, dello stesso schieramento, non sono compagni da quello che diceva Landini. Allora ho detto: ‘vorrei ricordare un episodio’ – magari perché i giovani con meno di 30 anni non sanno cosa è - e ho ricordato una battaglia importante, quella di Pierre Carniti, Giorgio Benvenuto, noi con Craxi, sulla scala mobile. Un appuntamento con referendum ampiamente vinto, con – avrei voluto dire - Lama costretto da Berlinguer a prendere quella posizione, e che fuori microfono a un dibattito con Giovanni Negri disse: ‘Vabbè, poi va come va il referendum, si fa il conto con quelli che ce lo hanno imposto’. Poteva essere interessante cercare di vedere delle continuità”. I referendum radicali su trattenuta alla fonte e articolo 18. I progetti di leggi inviati dai Radicali al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Quando Landini ha parlato di “amputazione dei diritti costituzionali e sindacali delle minoranze”, Pannella gli ha replica: “Guarda, su questo adesso magari lo fanno contro di voi, ma voi allora lo voleste per far fuori Cobas e altro”
    17:04 Durata: 16 min 18 sec
  • Sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: “E’ possibile che esista una norma di legge della quale non si può nemmeno discutere?”. “La nostra posizione: voi non volete che si tocchi l’articolo 18 nel senso di non eliminarlo? Bene, noi abbiamo una legge che chiede il passaggio della soglia di applicazione dell’articolo 18 da 15 a 30 dipendenti”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Sull’articolo 18: Telese ieri non tollerava che si discutesse di nulla, sennò chiamava il convegno di Orvieto, etc. Dunque: è possibile che esista una norma di legge della quale non si può discutere? Se passano 10-12 anni, devi ritenerla assolutamente da abolire o migliorabile; Bersani accenna adesso a un po’ di manutenzione su questo. La nostra posizione: voi non volete che si tocchi l’articolo 18 per non toglierlo; bene, noi abbiamo una legge che chiede il passaggio della soglia di applicazione dell’articolo 18 da 15 a 30 dipendenti”. “Il problema è questo: l’impresa da articolo 18 che ha 14 dipendenti è frequente, pare, che poi anche i lavoratori sono d’accordo che se c’è bisogno altri 2 o 3 vanno in nero, perché se si supera quella soglia per la ditta è come un’operazione maltusiana. Ma è indubbio che se un’impresa va bene a livello produttivo, ha bisogno di aumentare la forza lavoro”. Quella radicale “non è una posizione dogmatica. Il problema è, come ai tempi di Cofferati, che l’argomento è tabù, chi lo vuole toccare è uno sporco violatore dei diritti umani e servo del capitalismo”. Inoltre “un’altra nostra posizione sull’articolo 18: diciamo che l’attuale articolo 18 prevede che, nel caso in cui il dipendente in seguito all’attività del giudice ha il reintegro, può scegliere invece il risarcimento, attualmente con un risarcimento equivalente almeno a 5 mensilità; noi abbiamo accennato, anche in qualche documento, che si può andare fino a 15 mensilità, visto che il deterrente in quel caso esiste, mentre il reintegro è una cosa difficilmente praticabile a livello umano”. “Abbiamo i dati: al 2006, circa 500-600 unità sono stati i reintegri a fronte di poche migliaia di vertenze, secondo fonti sindacali”. “Ricordo che a Cofferati dicevamo: l’82 per cento dei lavoratori che potevano scegliere non sceglievano il reintegro ma l’indennizzo. La risposta era: ‘Certo, perché sono ricattati’. Su questo, certo io credo che di parte padronale ci sono sicuramente – tu giustamente hai nominato i grandi industriali, Abete, De Benedetti – ma infatti io segnalai, quando ci fu il referendum, che il Sole 24 Ore per esprimere una posizione favorevole fece una cosa a pagina 21 o 22, questo fu tutto quello che fecero. Quello che invece io ritengo è che sia nella logica dell’impresa, piccola e media, che se tu vai benino hai bisogno anche di evoluzione tecnologica, certo, ma non puoi realizzarla subito, e quindi è indubbio che tu hai interesse alla crescita dell’impresa; se hai avuto interesse di arrivare a 14-15 dipendenti, hai bisogno di altri dipendenti, ed è un atteggiamento puramente reazionario perché avanzo questa convinzione, che se scattasse questa nostra proposta ci sarebbero una marea di assunzioni”. Il problema della riscossione dei debiti dello Stato nei confronti degli imprenditori e la proposta di legge Beltrandi. Nelle proposte di legge radicali “abbiamo spesso inserito i tre anni di prova, c’è un elemento di prudenza legislativa”
    17:20 Durata: 15 min 32 sec
  • La battaglia di sindacalisti riformisti, Craxi e Radicali contro la scala mobile. Il caso Marchionne: “Naturalmente Marchionne guarda caso contemporaneamente diventa il nemico ma anche il nemico della Confindustria”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La mancanza d’attenzione del sindacato italiano per piccoli imprenditori, ma anche per polizia penitenziaria e detenuti. Landini ha risposto che lui si occupa dei metalmeccanici. Pannella: “C’era anche il sindacalismo britannico, però. Poi quello americano non è più un sindacalismo connotato come quello della lotta contro il fronte del porto, etc. E’ un dato più complesso, c’è anche il one to one o altre cose di questo genere. Landini e questi qui volevano il contratto nazionale, e naturalmente Marchionne guarda caso contemporaneamente diventa il nemico ma anche il nemico della Confindustria”. Il caso dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e la battaglia radicale. “Mentre qui il problema è il contratto nazionale, in America c’è ancora il problema della possibilità di un’azienda di contrattare individualmente”. “Il dibattito però non è stato resto possibile. Mi era stato detto di un dibattito di un’ora con Landini; probabilmente lui non si è molto rammaricato, ma un dibattito tra noi due non c’era”. “Era ‘naturale’ che ci fosse anche all’interno di quello un mini servizio su Alfano, e lì mi sono ribellato”. La mancanza di approfondimento in trasmissione. “I compagni radicali e la stragrande maggioranza del pubblico può tenere presente, in questo raffinarsi dell’uso televisivo, che bene o male un paio di cose ho tentato di ricordare per giustificare il mio tono molto contento di poter dibattere con lui, però ricordo che c’è stato un momento storico in cui i Radicali – considerati magari ‘piccolo-borghesi’ – assumevano una posizione con Pierre Carniti e forse un tantino nella decisione di Craxi ci poteva essere anche questa sintonia con noi. E lo rivendicavo perché questo era il grande momento dei metalmeccanici, quando si creò la Flm”. “Certo che Marchionne gioca una carta che è pericolosa per l’assetto storico della Confindustria”. Poi certo anche Marchionne “non sa produrre macchine”. “Dico che l’accordo storico è questa unità contro il welfare universale, quella per la quale il welfare italiano è stato a lungo riservato al mondo operaio e non ad altri mondi di dipendenti”. “Marchionne ha uno stampo globale. Può darsi che lui sottovaluti o no l’elemento culturale o antropologico, però guarda caso… Sono curioso come va a finire l’elezione del successore della Marcegaglia. Io appartengo a un esterno in cui l’Assolombarda era sempre vincente”. “In base a delle analisi storiche alle quali ci richiamiamo, simul stabunt simul cadent. Parlo di Confindustria e sindacato”. Lo stesso vale per la politica: “Non è detto che ci sono due situazioni di rottura. Cade il Pdl, cade anche il Pd”. La “mancanza di visione” della Confindustria, anche sul tema della “delocalizzazione del mondo delle imprese”. “C’è stato un periodo, quello in cui ci furono i referendum, nel quale eravamo invitati come interlocutori su alcuni punti dalla giunta di Confindustria. Prima di D’Amato, perché non appena è arrivato D’Amato – che aveva la nostra posizione – niente, anche perché D’Amato da allora è stato il niente. L’immagine che gli si dava era quella innovatrice e più sensibile a esigenze vere di mercato; ricordo che con Emma lo vedemmo al Partito, venne una volta”. La “filippica” di De Benedetti
    17:35 Durata: 21 min 21 sec
  • Questione giustizia: il Presidente della Repubblica “continua a non fare quello che decisamente gli spetta, ovvero ricordare ufficialmente al Parlamento italiano che continuiamo a essere condannati per violazione della legalità sulla cosa di cui nessuno vuol parlare. Perché si deve parlare del carcere, sono tutti buoni, parlarne per lasciarlo così com’è, ma il problema è quello della lunghezza dei processi che non è compatibile con lo Stato di diritto e con i diritti umani”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    “Per concludere, una sola cosa: anche in queste storie, il problema è del diritto e della legge, lo dice anche Landini”. “Io devo prendere atto che su questa storia del superamento della flagranza letteralmente e tecnicamente assassina dello Stato italiano rispetto alla Costituzione, alla legalità e alla giurisdizione europee, ai diritti umani”, il Presidente della Repubblica “continua a non fare quello che decisamente gli spetta, ovvero ricordare ufficialmente al Parlamento italiano che continuiamo a essere condannati per violazione della legalità sulla cosa di cui nessuno vuol parlare. Perché si deve parlare del carcere, sono tutti buoni, parlarne per lasciarlo così com’è, ma il problema è quello della lunghezza dei processi che non è compatibile con lo Stato di diritto e con i diritti umani. Tutt’ora noi siamo gli unici portatori dell’unica proposta che di per sé comporta una modifica strutturale dell’amministrazione della giustizia italiana”, ovvero l’amnistia. “Io sono in questo momento non psicologicamente stanco ma sono convinto che immediatamente occorrerà per quel che mi riguarda passare anche a forme nonviolente di lotta”. “Dovremmo avere la forza di renderci conto che altrimenti si sta impantanando tutto quanto da questo punto di vista”. “E’ stata ricordata la vecchia battuta di Flaiano che diceva: ‘Gli antifascisti? Sono i fascisti di domani’. Ma il domani era già iniziato quando Flaiano faceva queste battute. Flaiano ci vedeva bene”. “Non c’è dibattito, c’è rissa, c’è reticenza, ma esiste qualcosa di sociale che rappresenta in modo costante una alterità per cui si è finiti per secernere visioni, ma anche capacità di governo, di radicali alternative alla non democrazia, antidemocrazia, allo stato nazionale”. Il “soprassalto che viene da diverse parti, non solo da Ernesto Galli Della Loggia, secondo cui il federalismo europeo non conta nulla e la democrazia è possibile soltanto nello Stato nazionale. Tutto questo non viene fuori con Orban”. Le previsioni in materia di Altiero Spinelli. L’iniziativa federalista di alcune personalità europee, incluse Emma Bonino
    17:57 Durata: 12 min 3 sec
  • La strategia comunicativa di Pannella e la forma-partito dei Radicali

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sul messaggio più opportuno da trasmettere attraverso la televisione: “Io ho sempre molto insistito su un elemento centrale, quello della ragionevolezza, al punto che adottando il ‘raisonnable dérèglement de tous les sens’ – già a Pasolini rispondevo che era di Rimbaud l’idea che la ragionevole ‘deregulation’ dei sensi, dove il geniale era inserire il termine ‘ragionevole’, perché alla base non c’è l’emozione dei sentimenti ma può esserci l’emozione della conoscenza e riconoscenza”. “L’emozione conseguente alla forza di una ragionevolezza che viene riconosciuta come tale e quindi trascina l’interezza delle persone”. Ancora sul dibattito sull’“intellettuale collettivo” radicale. L’“enorme valore” della tessera di Partito secondo i Radicali e il modello “statalistico” degli altri Partiti: “Siamo strutturalmente aperti all’ultimo ‘demente’ o ‘idiota’ dostoevskiano che ci può lasciare sicuramente qualcosa di molto importante”. Le iniziative transnazionali del Partito radicale transnazionale, a partire dall’Afghanistan. Il dibattito sul libro di Alessandro Tessari su Marco Pannella: Luigi Compagna coglie l’essenza della storia radicale e parla di “classicità radicale”. Pannella insiste però non solo sulla leadership radicale, ma anche sulla “comunità” radicale. “Leonardo Sciascia si è iscritto per due anni, e fa parte storicamente della comunità radicale. Quando ci andai a parlare, mi chiese se gli davo 10 minuti per andare a fumare e riflettere sulla mia domanda. Poi torna e mi dice: ‘Me lo hai chiesto perché già sai che la porta era aperta da tempo’. E io infatti ero andato a dirgli: ‘Guarda, anche per rivoluzionare il ruolo degli intellettuali e dei partiti, io vengo a chiederti di fare il capolista di questa realtà, esponendoti come ci si espone’”
    18:09 Durata: 15 min 38 sec
  • L’arrivo del Segretario del Partito radicale transnazionale, Demba Traore, a Roma e le sfide del Prt

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’arrivo del Segretario del Partito radicale transnazionale, Demba Traore, a Roma. La battaglia di Certi Diritti, l’associazione Lgbte radicale e l’atteggiamento “un po’ patronale sui propri diritti”. “Visto il fatto che il matrimonio ha la sua origine e la sua storia millenaria, io sarei prudente nel voler fare nostro il nome di un istituto che ha rappresentato una certa cosa – mater, matrimonio. Se crediamo alla importanza di quello che cerchiamo di conquistare qualcosa per tutti e tutti, qualcosa che non mortifichi nulla di nessuno”, meglio far “invece venire alla luce gli aspetti creativi e positivi”. Per il Prt “adesso c’è il problema di come riuscire ad attraversare di getto la forza grande, enorme, letale dell’antidemocrazia, all’interno della quale continuiamo a essere i partigiani, o i briganti, però di più lunga durata per ora”. I guai “a dimensione domestica, familiare” del Prt e del suo segretario. “Costantemente credo che abbiamo un ritmo dei problemi che ci si pongono, che forse è il ritmo che vive una madre di famiglia quando ha il problema della cucina da far funzionare con diversi figli che stanno in giro”
    18:24 Durata: 8 min 14 sec
  • Il governo tecnico “è stato un incidente della progettazione dell’istinto e del riflesso partitocratico, un incidente positivo che non era voluto né da Maroni, né da Letta, né da Alfano. Era prevedibile: non appena questi si sono ripresi e comprendono che questa cosa è possibile che salvi l’Europa e l’Italia, possibile e non probabile, a questo punto impazziscono”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sulla situazione politica italiana, Pannella ribadisce che il governo tecnico “è stato un incidente della progettazione dell’istinto e del riflesso partitocratico, un incidente positivo che non era voluto né da Maroni, né da Letta, né da Alfano. Era prevedibile: non appena questi si sono ripresi e comprendono che questa cosa è possibile che salvi l’Europa e l’Italia, possibile e non probabile, a questo punto impazziscono”. Sui termini “liberismo” e “neoliberismo”: “Il ‘liberismo’ significa la necessità vitale, per non essere sommersi dalla giungla, il governare la foresta. In questo senso è interventista”. Quanto a legge elettorale e riforme istituzionali: “Il modello che chiamiamo ‘anglosassone’ - abbiamo avuto l’umiltà di dire – è il modello che è stato vincente nella storia degli Stati nel momento in cui potentissime altre utopie si affermavano e dilagavano”. Sul ruolo storico degli Stati Uniti. Le critiche di Gaetano Salvemini al sindacato italiano
    18:33 Durata: 10 min 38 sec
  • Conclusioni: “La battaglia centrale è questa che stiamo combattendo, quella sul diritto. Siccome ho speranza forte che ce la faremo, siccome ho speranza ragionevole anche se audace come ogni speranza, sento di dover ricorrere alla nonviolenza”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “La battaglia centrale è questa che stiamo combattendo, quella sul diritto. Siccome ho speranza forte che ce la faremo, siccome ho speranza ragionevole anche se audace come ogni speranza, posso ricorrere alla nonviolenza e sento di dover ricorrere alla nonviolenza”. Le dichiarazioni di Alfano sui diritti dei gay: “Una caratteristica che temo abbia Alfano è quella di essere naturalmente molto praticante politico, naturalmente con grandi capacità. E in genere i politicanti non creano mai nulla; se non creano nulla, possono lasciare spazio al nulla. La critica che facevo sempre a Capezzone era: ‘Daniè, non riesci mai a concludere nulla’”. Pannella risponde a chi lo rimprovera di “voler sempre parlare della storia”: “Il parlare di adesso comporta che cosa? Credo che ci sia un centinaio o un migliaio di vecchi che si chiedono ‘Questa cosa che ha detto, su Pierre Carniti, su Benvenuto, Craxi e lui che hanno battuto la Cgil…’, in fondo è stato un fatto epocale, e allora il continuare anche a disseminare evocazioni che possono essere non necessarie ma sono molto opportune, perché la complessità del presente… Infatti ritengo che siano i giovanissimi e i vecchissimi quelli che forse sono più interessati e più curiosi a dire ‘già, quella cosa com’è?’”
    18:43 Durata: 11 min 4 sec