"Il futuro dell'Europa dopo il crollo dell'impero sovietico"

Allora questo il momento ai bilanci
Di questa festa
Soprannominato sta un po'pioggia numero cinque
Dunque quindi un bilancio un po'difficile poi un po'idrico nel senso che ci sono alcuni dati positivi altre purtroppo negativi
Dati positivi sono che al di là della mancanza di dei due nostri interlocutori che avevano invitato che avevamo ottenuto confermo allora arrivo aveva avuto il concorso dei personaggi importanti non è solo questo
Abbiamo visto sfidare subito questo palco e soprattutto nelle nelle stanze coperte da trattoria l'ingresso della dell'Aurelia abbiamo visto sfidare Gianni Mattioli una delle dei personaggi più interessanti darci per la cover del abbiamo visto sfilare Aldo Brandirali che è uno dei teorici emergenti ed ispiratori emergenti di Comunione e Liberazione abbiamo visto persone situazioni che rappresenta sostanzialmente uno spaccato di questa realtà politica che si agita all'interno della nostra realtà nazionale
E devo dire che è soprattutto per quanto riguarda gli interventi di Mattioli di Brandirali abbiamo visto che questo agitarsi non è soltanto scomposto annaspare
Abbiamo visto nelle loro parole e anche nel modo in cui ci sono rivolti a noi la possibilità di dare concretezza un approdo politico
L'approdo politico che non è quello come qualcuno magari ha temuto ha pensato della dalla dismissione delle identità della perdita dei punti di riferimento ma è quella della capacità di creare delle alleanze di fronte all'incedere di un grande pericolo e di un grande mostro
Che noi ormai da tempo abbiamo indicato abbiamo parlato con la scorta di tanti suggerimenti culturali tanti lavori culturale dietro le nostre spalle
E indubbiamente il problema rimane sempre quella la giornata di oggi intitolata contro il male americano
Ora noi già nelle precedenti abbiamo parlato di comunità di volontariato abbiamo parlato di un nuovo soggetto politico il Movimento Comunità
Che stiamo cercando di lanciare e cominciano a a fare entrare in fase di in una fase costituente che dobbiamo fare a caratterizzare in termini in tanti termine interni più sostanziali ma che il nostro tentativo di creare un approccio diverso alla realtà politica
Movimento comunità che come dice con qualcuno se vado scarsa fantasia
Indica il tentativo di coagulo sia delle spinte movimentista e con quelle comunitarie la convenzione cioè che l'unico movimentismo possibile unica possibilità di rinnovamento reale che c'è all'interno la società italiana sia quello di un movimentismo a base comunitaria non un movimentismo
A base ideologica non un intimismo a base semplicemente così di rivendicazione ma un movimentismo che sappia riconosce come suo punto d'approdo
La identità la creazione di nuove identità comunitaria
Però nel momento stesso in cui noi individuiamo questo obiettivo è questo e questo strumento
Sappiamo però non perdiamo i riferimenti essenziali della del grande conflitto che è in corso quello che nemico principale
Quello che il grande pericolo che il pericolo dell'omologazione la scomparsa dell'identità della scomparsa delle energie creative della fantasia de la forza del nostro popolo
Per cui ci ritroviamo qui come rompo tradizione della della tradizione ci siamo costituiti con la fronte la gioventù e poi con tante altre esperienze ci tenevamo qui a parlare di politica estera non perché siamo degli astrofili non perché pensiamo i problemi la Cina per non guardare i problemi del nostro quartiere ma perché sappiamo che nell'epoca del villaggio globale
E dei mercati totalizzanti purtroppo quello che avviene affianco ai nostro al nostro fianco davanti ai nostri occhi ha radici lontane radici planetaria
Noi sappiamo che proprio nel momento stesso in cui sembra scomparire grandi conflitti politici pagamento steso in cui diventa quasi impossibile distinguere il nemico più vicino in realtà un altro grande conflitto si sta disegnando
E allora abbiamo chiesto a Pino Rauti
A quel pignorati che ha contribuito in maniera così decisiva individuazione nuovi scenari
Che si stanno prospettando oggi che oggi tocchiamo che oggi vediamo con mano che oggi constatiamo nella nell'evidenza del del fallito golpe sovietico ma che lui ha saputo indicare con anticipo decennale
E continuiamo a Pino Rauti un punto di riferimento un un indicazione per comprendere questa situazione per non trovarci smarriti per non trovarci magari indietro di fronte a quello che sta incalzando
Abbiamo assistito ancora una volta anche in occasione del del golpe sovietico a fa a chi è nostalgico del passato a chi di fronte alla alla l'ultimo colpo di coda e l'apparato
Moscovita che sussulta per pensato ringiovanire trenta quarant'anni fa vasi di nuovo beato lui che gli piace dentro e quindi la guerra fredda è stata un'illusione durata due tre giorni quelle che erano le grandi inneggia al nuovo fronte anticomunista e si doveva creare
In Italia in Europa nel mondo nell'Occidente sono caduti nel ridicolo e si è visto qual era la realtà delle cose
Allora noi abbiamo bisogno di questi punti riferimento di quelle stelle stelle polari perché se non sappiamo se noi siamo consapevole che bisogna e lo ripeto per l'ennesima volta in queste giornate agire localmente agire con la persona che si ha di fronte agire nel proprio la realtà sociale
Nel nelle micro comunità agire cambiare questi rapporti elementari con gli strumenti nuovi con la comunità col movimento col volontariato se sappiamo tutto questo però sappiamo che se bisogna agire localmente bisogna pensare globalmente non bisogna perde al di sopra nel nostro cielo le grandi stelle polari grandi punti di riferimento perché la battaglia quotidiana e bella perché acre concreta e fatta di vero radicamento sociale ma la battaglia quotidiana se perde questi punti di riferimento può anche diventare una routine
è una è uno scende lentamente fuori dai grandi punti di riferimento da quelle che noi amiamo ancora chiamare le linee di vetta ecco per questo giustamente e necessariamente questa nostra festa delle comunità non conformiste questo nostro tentativo di ricollegarci alla grande tradizione dei campi Hobbit si deve concludere tornando a riflettere su queste grandi cose
Ci siamo ricollegati io non so se la scommessa di dare una continuità rispetto alla vecchia tradizione Campi Hobbit sia stata in qualche modo mantenuta so però e su questo ci sentiamo tutti orgogliosi che è una prima sfida è stata è stata vinta qualcuno
E perdonatemi le note polemiche dopo aver parlato di linee di vetta e di stelle cardinali qualcuno ci aveva dato per morti
Ci aveva dato per morti con l'arma e tradimento e cioè ha dato per morti
Con la convinzione bieca
Che il piccolo calcola piccola prassi la piccola pragmatica può avere la meglio rispetto alle grandi idee
Ma noi abbiamo cominciato da questo camper continueremo poi nelle prossime appuntamenti già quindici giorni da qua ci sarà un altro appuntamento importante a Roma ne abbiamo cominciato da qui a dimostra che non siamo tutt'altro che morti che se la sfida si fa più dura
Se qualcuno ci ha dato uno schiaffo pesante o più di uno schiaffo pesanti noi siamo di nuovo in piedi per colpire ancora più dura per andare più a fondo
è questo
Questa andare più a fondo
Non è l'andare più a fondo nella polemica dell'Acre nell'Acre scambio di battute di comunicati e altre cose ma è la capacità come diceva prima parlando Viespoli rimettersi in discussione
Per capire dove anche noi possiamo avere sbagliato
E dove noi possiamo trovare le strade perché la nostra risposta perché la nostra volontà di Rifondazione di ricostruzione
Di rilancio non possa essere messa in discussione un domani
No nessuna logica di bassa cucina interna dalle su un piccolo grande tradimento da nessuna tentativo di ritornare alla squallida alla piccola politica legata all'utile delegata l'interesse elettorale
Noi veniamo da lontano abbiamo ripreso il senso del gusto anche qui anche in questo momento di guardare andare verso nuovi lontani orizzonti grazie
Passo la parola a Silvano Moffa
Ma io debbo intanto un ringraziamento
A tutti voi
Per aver risposto credo in maniera estremamente qualificate seria
Alla tentativo
Che un po'così un gruppo ristretto di camerati
Di questa comunità si era posto all'indomani del comitato centrale
Diceva Gianni poco fa è stato detto anche in Assemblea qualche ora fa
Io ho voluto seguire attentamente tutti gli interventi
Che si è chiusa una fase se ne è aperta un'altra
E è su questo che è il nuovo itinerario politico
Che con sofferenza con grande anche con grande dignità
E con grande approfondimento
Ognuno di noi sta facendo
Le forze di tutti e di ognuno sono indispensabili l'intelligenza di tutti e di ognuno sono indispensabile
Io credo che ecco la risposta questo campo Obito lo ha l'abbia data anche ponendosi il problema
Di quello che il futuro di questa comunità di quello che è il tentativo messo in atto da tempo dal nostro mondo dalla nostra comunità politica che certamente una comitato centrale
Non può aver spezzato né piegare io dico questo con grande severità cari camerati perché in questi mesi estivi ognuno di noi ha riflettuto intensamente
E nel momento stesso in cui si pongono degli interrogativi e si creano delle aspettative
Evidentemente la responsabilità di ognuno a tutti i livelli deve essere deve essere la responsabilità di confrontarsi di mettersi come si diceva prima in discussione seriamente fino in fondo
E non è un caso che questo Campo Hobbit termini oggi affrontando proprio gli argomenti della politica estera
Perché vedete questo l'unico riferimento che io farò
In questa introduzione
Al discorso prima di dare la parola a Rauti
Vedete tutto si può dire di quello che è successo nell'arco di questa segreteria
Ma una cosa è certa
Che nel momento stesso in cui si è voluto porre con decisione il problema politico
Del movimento sociale italiano di questa comunità politica
Ci siamo trovati di fronte ad antiche barriere
Ma queste antiche barriere
Sono barriere in con soluzioni cari camerati
Perché bastava guardare a quello che è successo qualche settimana fa a Mosca
E al modo in cui si diceva prima si R. agiti nel nel Partito del Movimento Sociale Italiano da nostalgici dell'anticomunismo
Beh per rendersi conto
Che le intuizioni di Rauti tutto quello che è stato detto in passato
Sullo sbocco naturale in in certamente non non non non superabile di un crollo definitivo del comunismo erano cose che dovevano essere già acquisiti ampiamente ad una intelligenza del nostro movimento
Il fatto che questo non accada in alcune parti di esso non è che ci deve preoccupare più di tanto
è importante invece aver colto tutto quello che si muove intorno a noi e fuori di noi e importante invece essere come dire ricaricati proprio dalla esattezza delle intuizioni del passato per impostare
I nuovi processi politici perché noi ci troviamo non di fronte ad una nuova rivoluzione come Stato molto semplicemente detto noi ci troviamo nel pieno di un ampio articolato processo rivoluzionario
Che sta riguardando l'Unione Sovietica che sta riguardando il mondo comunista in disfacimento ma che riguarderà non potranno riguardare l'Occidente la Europa nella sua nella sua interezza ecco perché l'appuntamento di questa sera
E la richiesta Rauti di una aggiornamento rispetto al quadro che si è delineato perché non si può
Anche noi dobbiamo essere profondamente coscienti di questo
Rimanere come dire ancorati a questa nostra capacità di aver intuito prima degli altri quello che sarebbe successo nel momento in cui alcuni eventi si compone o ti compiono e vengono
A risoluzione noi dobbiamo individuare quello che succederà subito dopo
E ricordo
Che subito dopo il crollo del muro di Berlino fu proprio Rauti a spingere il Movimento Sociale Italiano la sua classe dirigente ad andare a Berlino per discutere di politica estera
Per cogliere e per posizionare in maniera adeguata il movimento anche da un punto di vista culturale politico rispetto agli avvenimenti che si sviluppavano dinanzi ai nostri occhi
E ricordo anche che fu tirato fuori un documento importante soprattutto per quello che è successo subito dopo
In cui c'era il tentativo di capire anche che cosa avviene dietro la esplosione dei tanti nazionalismi che molti frettolosamente ritenevano annichiliti quasi sommersi dall'onda stalinista
Ecco io credo che aver posto in maniera adeguata in quel momento anche il problema di distinguere tra Nazioni e nazionalismo di capire qual è e dovete restare l'Europa e dove non deve stare l'Europa nel momento in cui diventa Braccio del potere egemonico statunitense ecco l'aver capito in quel momento avere individuato una strada e stato anche quello un motivo di grande intuizione sulla quale noi oggi siamo chiamati a dare qualche cosa di più
E credo che Rauti potrà anche essere molto chiaro e molto netto e dare anche una analisi prospettica rispetto a quell'altro grave gravissimo io ritengo infortunio
Che ha compiuto l'attuale classe dirigente del movimento sociale italiano su quell'o il riferimento a quella che la guerra in corso in Jugoslavia
Dove con troppa fretta Rosita e con scarsa capacità culturale con scarsa Naresi storica rispetto anche a processi
Che non vengono al pettine così all'improvviso ma che affondano le radici nella storia che affonda le radici nella cultura europea ci si sia schierati in maniera vergognosa a favore della Serbia
Senza tener conto di quello che invece rappresenta la Croazia di quello che rappresenta la slovena di quelli che sono poi i Verri
Non è i fasulli
Interessi degli italiani in quella parte delle dell'Europa io credo che anche su questa una parola netta e chiara vada detta per recuperare al nostro ambiente quella capacità di individuazione
Delle collocazioni opportune giuste per un movimento che voglia essere automaticamente antagonista e che poi a ritrovarsi nell'Europa nella Oropa nazionale
Come pure io credo che non il futuro dell'Europa
Come leggevo appena ieri sulla Repubblica è un futuro dell'Europa che deve tener conto in maniera sostanziale il nostro movimento la nostra comunità e dovrebbe essere estremamente coscienza cosciente
Del ruolo che sta assumendo la Germania in questo momento
Credo che anche su questo non c'è stato mai un dibattito serio approfondito nell'ambito del movimento sociale italiano
Molto spesso si sente lasciati trascinare da quelli che erano schemi interpretativi del passato che oggi non reggono più rispetta rispetto all'onda degli avvenimenti e anche su questo una parola una riflessione va data va fatta perché noi siamo come dire quella comunità che si è sempre caratterizzata Grazio anche all'impulso soprattutto grazie all'impulso che per anni è stato dato da intelligenze incominciare da quella di Rauti al nostro movimento grazie a questi impulso non siamo una comunità che è sempre stata in grado di confrontarsi con queste realtà di non chiudersi a riccio mantenendo intatto
Quello che è un percorso di fondo
Dirò una parola che forse possono are strana in questo momento in cui di fondo ideologico di individuazione di colonne d'Ercole
Che sono di colonne d'Ercole interpretative per farci capire dove bisogna collocarsi per non sbagliare nel momento nel momento delle scelte ecco
Io concludo dicendo
Che questo campo Hobbit avviato una grande riflessione ha avviato anche un processo di definizione di Rifondazione che troverà il suo coronamento tra qualche settimana a Roma all'Ergife dove noi abbiamo dato appuntamento e diamo appuntamento ai tanti dirigente le tante intelligenze alle quali noi ci rivolgiamo in questo momento difficile ma solo dei momenti difficili può sorgere qualcosa di veramente nuovo
E può darsi una risposta concrete a speranze che siano effettive che sappiano che abbiano la voglia e il coraggio di rimettersi a marciare di rimettersi a combattere che abbiano il coraggio di andare avanti e di non farsi sommergere o annichilire
Dal contingente anche dal contingente sfortunato che può capitare per strada
Io credo che il a fine mese noi daremo anche una risposta più articolata che farà capire come questo movimento che si apre all'esterno che vuole radicarsi seriamente
Nella società civile facendo tesoro anche degli errori che abbiamo commesso in passato tutti insieme
Non capendo fino in fondo quello che si muoveva intorno hanno io credo che questo appuntamento
Darà una risposta importante però darà anche anche a questa struttura partito alla quale abbiamo fatto Sembler riferimento per andare avanti cari camerati perché credo che stiano venendo a maturazione proprio tutto quello che Rauti ci insegnava anni fa
Costituisce un po'il succo della storia la egemonia dei grandi mercati il tentativo egemonizzare Ande degli Stati Uniti di annichilire di annullare la storia
Come diceva Fukuyama ma come impropriamente diceva Fukuyama perché credo e i fatti che sono avvenuti negli ultimi tempi lo dimostrano che per costruire la storia ci ancora molto spazio l'importante che in questa costruzione ci sia anche e cisti ci sappiamo essere soprattutto lui vi ringrazio la parola Rau
Cari
Cari camerati anch'io comincio con un ringraziamento
Sentito oltre che doveroso ringraziamento va a tutti i dirigenti giovanili
Che in pochissimi giorni tra enormi difficoltà hanno realizzato questa magnifica occasioni di incontro
Ci hanno lavorato tanto
Con poco tempo a disposizione con scarsissimi mezzi tra le ostilità che potete facilmente immaginare
E mi fa piacere che l'iniziativa si possa dire felicemente conclusa
E che sia stata questa questa iniziativa con il suo nome campo orbite con la sua natura di manifestazione giovanile
Ad avviare quella che sia Moffa sia Alemanno hanno definito giustamente e ne ha parlato anche parlato
Nei dibattiti di questi giorni hanno definito la nuova fase di fronte alla quale noi ci troviamo
Delle caratteristiche dei contenuti di questa nuova fase parleremo il ventotto e il ventinove settembre
Il ventotto nella riunione di natura più organizzativa e operativa il ventinove nella manifestazione pubblica con un mio discorso
Ma penso che non potremo impostare correttamente neanche la ipotesi di una nuova fase di battaglia politica e culturale
Se non coglie Simo quello che in fondo è un lato positivo poi di ciò che è accaduto
E cioè la possibilità di un periodo di riflessione
Il non avere sulle spalle il peso schiacciante della vita di partito della sua routine dei suoi doveri anche perché no
Delle sue necessità di rappresentanza o di equilibrio e di meditazione sempre di mediazione se dicevo non
Non coglie Simo questa possibilità decisi offre di un approfondimento culturali ideali ideologiche o se vogliamo dottrinali
Tanto più utile dunque questo campo orbite
Che ha messo nel suo vasto calendario
Questo argomento questo tema delle piccole patrie e del grande mercato
Perché ed entro subito nel merito se c'è un punto se c'è un versante se c'è un'area
Nei quali è necessario e indispensabile un nostro aggiornamento
Che non sarà come vedremo non solo in questa occasione piuttosto facile ma nelle fasi successive non sarà facile e proprio questo argomento questo tema
Perché è un tema inconsueto al nostro ambiente
Perché è un tema che si situa
Alla frontiera
Tra quella che era direi una nostra classica impostazione
Che veniva hanno voi da una serie di esperienze culturali e da scenari politici e istituzionali molto antichi e che fa riferimento esclusivo alla nazione
Mentre oggi noi ci troviamo spinti e quasi proiettati
Su strade lungo le quali incontriamo entità realtà diverse
Problemi nuovi scenari per noi inconsueti
Ecco perché dicevo è un terreno minato in sostanza nel quale dobbiamo addentrarci ma che tuttavia dobbiamo dobbiamo cominciare a percorrere
Possiamo affrontare cominciare questo iter
Da molti punti di vista ma per essere più legati all'attualità e per essere forse più facilmente compresi o comprensibili
Io direi di partire dai dati di fatto politici recenti
E di prendere le mosse da questa caduta da questa crisi del comunismo non perché il tema abbia riscontrato come amichevolmente benevolmente hanno detto
Sia Alemanno sia Moffa abbia riscontrato la mia e la nostra capacità di analisi preventiva direi ma perché e in sé oggettivamente un fatto di enorme importanza
E su questo sono tutti d'accordo è un fatto di importanza IP cale epocali si sta scrivendo
Ma io mi chiedo se proprio perché si tratta di un fatto di importanza epocale non cambia gli scenari dell'epoca nella quale ci avviamo ad entrare
Perché se è un fatto enormemente importante è bisogna anche vedere poi le conseguenze quali sono perché altrimenti lapalissiano il dirlo importante non sarebbe ora noi siamo convinti che un fatto enormemente importante
E basta ad indicare la sua importanza una considerazione fra le tante che troviamo uscio rinate nella stampa questa io non l'ho trovata
Mentre proprio da lì io prenderei le mosse e importante il crollo del comunismo non tanto perché pone fine assente vanta cinque anni di esperienza comunista e marxista il che è già una cosa enorme
Perché è stata quella esperienza la creazione dello Stato sovietico dell'impero sovietico
La sua appresa dopo il mille novecentoquarantacinque attraverso gli alta sul parti non indifferenti notevoli importanti dell'Europa
Sicché altri cento milioni e più di euro Bay l'abbiamo detto tante volte dal Baltico al Mar Nero sono venute erano venuti ad essere soggetti alla alla alla presa egemonica del comunismo tutto questo è già enormemente importante
Che sia crollato tutto questo ma non crolla solo il comunismo
Perché il comunismo si era trovato ad essere l'erede dello zarismo le ninne è il successore sostanzialmente di Nicola secondo
E stato cioè il successore di un impero Callow zarismo aveva costruito con la forza con le espansioni con la conquista con uno sforzo enorme
Attraverso un lavoro durato più di due secoli di tre secoli
Prima del comunismo che aveva ereditato
Quella che si chiamava Unione Sovietica e che attraversi il comunismo aveva portato i suoi confini sino al Baltico sino all'over sino al mais sino sino all'Adriatico
Prima del comunismo c'era questa enorme
Costruzione quella che elementi amava la prigione dei popoli
E questa costruzione era stata la risposta
Di taluni popoli che si erano trovati a vivere ad operare in quell'area a vicende storiche anch'essi egualmente drammatiche e che hanno anch'essi alle spalle il peso e direi lo spessore dei secoli
Perché dietro la Russia zarista e la sua espansione ci sono stati i secoli delle grandi invasioni dei popoli della steppa
Il dominio dei Tartari e della loro Orda d'Oro
Ne ho scritto qualcosa nelle idee che Moser il mondo e durato cinque secoli quattro secoli e mezzo
E stato dopo quelle invasioni che prima avevano avuto un prodromo con la grande cavalcata degli Unni pensate Attila e del Quattrocento
E del Quattrocento
Poi viene
Gengis-khan poi viene Tamerlano nel mille quattrocento
Per mille anni
Dalle steppe centrali dell'Asia noi abbiamo avuto tentativi massicci o spostamenti enormi di popolazioni
Di conquista dell'Europa o di una parte dell'Europa ad opera di quelle popolazioni le cosiddette popolazioni del Thuram
Ci fu anche il tentativo ottomano ci fu il tentativo il tentativo del mondo islamico attraverso la Spagna ma il pericolo maggiore ci venne capiste grandi invasioni dei cosiddetti Popoli della steppa
Ai nostri confini estremi ed orientali senza che l'Europa ne prendesse coscienza mai completa e senza che neanche le nostre
Le nostre storie diciamo abbiano recepito questi avvenimenti
Per secoli ci sono stati i popoli che hanno fatto da antemurale e sono morti e si sono sacrificati per contenere queste grandi ondate espansionistiche
Che sono arrivate fin nel profondo dell'Occidente
E Attila Attila arrivato sull'Atlantico
Attila spinto il suo cavallo fin dove poteva arrivare e dove non arrivo al cavallo lancio la sua la sua lancia per significare che voleva andare andare ancora oltre
Tamerlano Gengis-khan
Sulla tomba di Tamerlano a Samarcanda c'è scritto ancora oggi sì io fossi vivo premerebbe il mondo
E Gengis-khan riuscì a creare il più vasto impero come estensione territoriale
Che mai abbia fatto capo e riferimento ad una sola persona quindi sono stati delle enormi realtà
I popoli slavi
Hanno resistito a questa spinta si sono sacrificati
Ne sono stati in parte travolti e quando poi hanno trovato ne hanno avuto l'occasione la possibilità storica si sono ribellati a questo dominio era all'epoca
Del dominio dei Tartari e hanno inseguito quei popoli e quelle tecniche fin fin verso Oriente
Le ultime acquisizioni imperiali russe non sovietiche risalgono al mille ottocentoventi al mille ottocentotrenta
Quando i russi arrivarono né i popoli che la causa sia in Georgia e quando arrivarono gli attuali dagli attuali per riso amiche nel Tagikistan nel Kazakistan nell'uso Bechi stanno in tutte queste queste terre
Con la crisi del comunismo
Finiscono anche questo scenario
Finisce qui la grande impresa di espansionismo e di unificazione forzata i forzosa che fu rappresentata dalla spinta espansionistica
Della Russia e dei popoli e dei popoli la Russia si è frantumato tutto ecco perché dicevo e importante veramente epocale la fine del comunismo anche da questo punto di vista
C'è anche un'altra considerazione da fare finché il comunismo aveva ereditato
Questo immenso complesso imperiale eh l'impero era più esteso del mondo perché arrivava dal Baltico a Vladivostok guardate la cartina geografica ancora adesso credo che fino a qualche mese fa si poteva parlare di un sesto delle terre emerse che facevano capo e riferimento alla stessa alla stessa potenza statale
Finché il comunismo aveva questo impero e aveva anzi di questo impero come dicevo prima spostato i confini in avanti
Pesava sull'Europa una minaccia che creava per l'Europa drammaticamente delle necessità
Contro le quali è al di là delle quali noi spesso eravamo insoluti dal punto di vista culturale ma necessità delle quali non potevamo
Negare o ignorare la la presa diretta direi nella nella realtà nella realtà politica concreta per Desio dissi una volta in uso quale congresso del nostro partito
Che dovevamo parlare dell'atlantismo come di una necessità magari di una dura necessità ma non di un nostro destino però necessita era
Allora io mi chiedo mi sono andato chiedendo in queste settimane
Mi chiedo e domando il venir meno di questa minaccia
Non consente all'Europa una fase nuova
In cui tante cose vengono rimessi in discussione e possibilità prima non percorribili dal punto di vista politico ed anche istituzionale diventa invece più apportata divano
E qui viene
Il discorso sulle patrie a me piace questa dizione di piccole patrie piace intendo in senso in senso culturale in senso in senso ideale
Perché il termine in Regione
E qualcosa di burocratico di amministrativo sa di confini tracciati tracciati a tavolino le piccole patrie sono un'altra cosa sono le le realtà etniche ecco le mille trecento diciamo
Le cento e cento sfaccettature
Nelle quali si esprime quella che poi la cosa più bella per noi che è un valore in sé e cioè la diversità dell'Europa
Che noi dobbiamo scoprire però noi sul nostro versante perché per una serie di fattori che adesso sarebbe troppo lungo analizzare lo faremo forse in un'altra occasione avere propria conferenza mio essere solo come dire un intervento ad avvio di di questo ulteriore dibattito noi siamo stati più portati a recepire nella nostra cultura politica il termine il concetto e il valore di nazione
Che in realtà è un valore io non entro ulteriormente nel merito perché e l'argomento è complesso e difficile ma che a pensarci bene e un valore che è venuto alla nostra cultura
Da sponde anche ideologicamente non nostre
Perché alla nazione fra fra corrisponde diceva Moffa specularmente l'internazionalismo ma la nazione aggiungerei ancora Moffa è un concetto più che altro giacobino
Nato con la Rivoluzione francese
Prima esistevano altre cose i popoli lettini e le culture
Che facevano riferimento a strutturazione di carattere imperiale
Che erano super nazionali e che rispettavano le specificità locali come avveniva per esempio anche nell'impero nell'Impero Austroungarico
Ogni costruzione imperiale basta leggere Evola
Molte pagine di Evola per rendersi conto che ogni strutturazioni imperiale e basata proprio sul rispetto delle specificità locali non è la loro la loro negazione
La nazione invece di origine giacobina e qualcosa che quasi sempre quasi dovunque annegato le specificità locali
Lo ha fatto per vari motivi anche qui hanno operato delle costruite le costrizioni storiche per uscire dai quadri di precedenti vecchi imperi in sé esauriti era forse indispensabile
Come dire giocare tutto sul dato della nazione
Renderlo omogeneo al massimo rifiutando ogni tentativo di renderlo disomogeneo nel timore che venisse che venisse frammentato e tutto questo poi ha trovato nel secondo dopoguerra ha trovato l'ostacolo della necessità difensiva che era impostata la spinta espansionistica del comunismo sovietico
Venendo meno quella spinta l'Europa
O calcolare che non ha
Quei pericoli da fronteggiare né altri che noi abbiamo individuato al grande mercato con tutto quello che il grande mercato comporta
E allora la risposta che il nazionalismo
Poteva dare era dato all'internazionalismo comunista
è una risposta storicamente esaurita
Con la vittoria del nazionalismo sull'internazionalismo
Ma è una vittoria
Che non Bam molte armi contro il nemico principale contro la necessità di oggi e soprattutto la necessità di domani mentre noi dobbiamo situare ci laddove ha problemi nuovi si riescono a trovare risposte nuove e soprattutto risposte efficaci
E allora che cosa è più efficace come arma per combattere il grande mercato
Io penso che sia più efficace il termine il concetto il valore
Le culture
Che si collegano alle piccole parti
E vedo in questa riscoperta delle entità minori direi sub nazionali perché talune coincidono con nazioni le piccole nazioni sono piccole patrie compatto e omogeneo
Piccole patrie sono per esempio quelle dei popoli baltici un milione e mezzo di persone se non ci fossero i russi che pochi appartengono alla stessa area laziale sarebbero sono delle nazioni compatti sono un milione e mezzo ma non sempre nelle nazioni in maggiori
Per come si sono storicamente determinate nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo
Non sempre il termine di nazione
Esaustivo soltanto di una etnia
Di una popolazione più spesso le aggregazioni nazionali pensiamo alla Spagna alla stessa Francia pensiamo all'Inghilterra
Pensiamo anche in una certa misura all'Italia anche se l'influenza unificante di Roma della Tino e di tanti altri fattori hanno hanno giocato di più a favore dell'unificazione in Italia ma non sempre dicevo il quadro nazionale
Mi sembra assorbire tutte orrende ricompensa di tutte le realtà le realtà etniche le realtà dei popoli le realtà delle culture
E sono invece questo tipo di piccole patrie l'antidoto migliore contro il Mondiale Isma'e la omologazione di carattere mercantile ecco perché
Nel profondo
Istintivo direi della coscienza dell'Europa c'è questa riscoperta degli usi e dei costumi locali
Del modo di vita locale
C'è il rifiuto della omologazione che non è ancora è un fatto ideologiche neanche un fatto culturale o di principio è un fatto distinto che istintivamente si aggrappa a queste realtà verso le quali noi abbiamo
E mi avvio a concludere almeno questa fase noi abbiamo
Una duplice posizione direi noi abbiamo un debito verso le piccole patrie dell'Oriente europeo
E dobbiamo aprire un credito verso le piccole patrie dell'Europa occidentale
Il debito mi sembra evidente
Perché perché il comunismo si è infranto il vascello del comunismo si è infranto prima si è insabbiato e poi alla fine si è frantumato proprio sulle piccole patrie sulle realtà locali in Slovacchia
Il comunismo ma pentito perché la gente della sola chi aveva la sua cultura le sue tradizioni i suoi usi
Quando noi facemmo su linea quella raccolta di firme che ebbe un enorme successo ne raccogliamo decine di migliaia per i villaggi della Transilvania ben approfondimmo l'argomento lo studiamo un po'quando Moffa
A prima volta che un relatore un un giornalista nostro un gruppo dei nostri Moffa
Vincenzo Fratta gli andarono a Budapest e poi in queste zone e videro questa magnifica resistenza di usi e costumi locali al rullo compressore del comunismo quando noi vediamo nella televisione che riemergono questi popoli con i loro costumi tradizionali dobbiamo capire che li comunismo ha fallito lei è stato sconfitto lì è stato battuto non dalle è lite ideologizzate giacobine delle grandi città ma proprio laddove
Nella terra
Nei villaggi nei piccoli e medi centri meglio resistevano le le radici locali le famose radici locali questo è stato
La riscoperta dell'Oriente europeo quindi noi abbiamo un debito verso queste e temi verso questi popoli verso questi culture dobbiamo scoprire laddove non le conosciamo
Dobbiamo imparare a ripercorrere le loro storie le loro culture sentire il valore delle loro radici che spesso poi sono radice di natura secolari vi dico soltanto un'esperienza molti anni fa
Quando io ero
Come tutti voi penso ero nazionalista era un missino perché nazionalista ero stato fascista perché nazionalista
E di dopo l'esperienza della repubblica sociale un'altra come dire un'altra apertura su uno scenario diverso quando mi trovai come giornalista un gruppo di giornalisti andammo nella Vojvodina una tela di cui si parla in questo in questo periodo
Andammo ospiti ufficiali dell'allora governo federale rigidamente ditino quindi sostanzialmente comunista e vedemmo nella Vojvodina che c'era una massiccia maggioranza di ungheresi e questo lo sapevamo più o meno
Ma quello che non sapevamo e chiederemo sul posto era che c'era questa gente ungherese che in pieno regime comunista aveva i suoi costumi i feriti le sue tradizioni i suoi villaggi i suoi abiti le sue feste
Feste non soltanto religiose ma anche di di legate legate al solstizio a a alle necessità della campagna e allora perfino i colleghi giornalisti comunisti dissero ecco qualcosa che noi non sum ponevamo
Il comunismo qui non ha fatto tabula rasa di queste cose anzi queste cose vi sono diventate solo più forti del comunismo e sono quelle cose che hanno distrutto e frantumato il comunismo
Ecco perché dicevo noi abbiamo un debito
Verso queste popolazioni queste etnie queste culture che lungo l'arco immenso che va veramente dal Baltico al Mar Nero infine i bancari hanno tenuto duro nei villaggi della Croazia nei borghi della Slovenia
Nelle terre della Voivodina i lettori e né storia e Lituania centoventi centotrenta milioni di euro pay non sono diventati comunisti
Nonostante la schiacciante operazione che si effettuava nei loro confronti non sono diventati comunisti aggrappandosi a che cosa queste cose che poi con il crollo del comunismo che essi stessi hanno procuratori propiziato sono adesso venute venuti alla luce ponendo anche problemi problemi nuovi ma noi adesso ne cogliamo tutta l'anno rigogliosa vitalità direi e perché parlavo
Mentre questi il debito verso i popoli l'Oriente anche di una apertura di credito verso le piccole patrie dell'Occidente ecco il punto che per noi è più delicato di un punto nuovo ci porta su un terreno non facile da tanti punti di vista ma su cui andava appunto a riflettendo in queste settimane per una considerazione semplicissima cari camerati
Se l'Europa e tale nella sua interezza quello che Bari io ad oriente e valido anche all'Occidente
Come si sono state fertili e fare video irriducibili e ricche di contenuti alle piccole patrie ad oriente
Così ci solo nonostante le apparenze anche le piccole da altri ad occidente non vedo perché non dovrebbero esserci
Anche se diverso è stato il percorso storico di queste grandi aree dell'Europa centrale dell'Europa orientale dell'Europa occidentale
Ma quello che è valido in un angolo ampio dell'Europa deve essere valido io penso anche l'altra parte del muro
Quindi esistono piccole patrie anche nell'Occidente europeo
E una forza che voglia essere di avanguardia una forza che voglia essere nazional popolare
Una forza che voglia collegarsi ai nuovi scenari e non restare ancorata ai vecchi deve prendere coscienza di questo fatto di queste potenzialità
Che riecheggiano anche ai nostri occhi tutta una storia antica perdita bellissima le bandiere dell'Europa sono le bandiere delle Nazioni consacrate da guerre dal sangue dagli eroismi delle generazioni che più immediatamente ci hanno preceduto
Ma io ricordo che in Europa ci sono state dietro le bandiere nazionali
Alle quali continuiamo ad essere legati per dei fatti recenti dalla storia ci sono state altre bandiere che hanno espresso realtà che fanno parte della nostra storia della nostra cultura che hanno costituito la nostra civiltà
La Castiglia
La Scozia le Fiandre
Tutti questi Paesi la Provenza
La parte sud e della della Francia che ha la sua specificità e la sua capitale ebbe a suo tempo in Tolosa con un suo tipo di società e di cultura tutto questo appartiene anch'esso alla storia dell'Europa
Nel momento in cui noi siamo non minacciati da un rullo compressore mai insidiati da un veleno e da una serie di tossine io penso che
Tornare a queste radici capire queste radici
Farsi interpreti e portatori di queste realtà riprendere un dialogo
Con tutto ciò che le piccole patrie comportano e sentirne l'orgoglio perché solo l'Europa
Questa particolarità storica
Solo nell'Europa lei piccole patrie se ci pensate bene hanno fatto cultura hanno fatto civiltà hanno fatto hanno hanno fatto letteratura
Hanno i loro cicli di letteratura e di storia al tempo stesso ecco tutte queste cose noi dobbiamo ritrovarle
Non come dire in spirito nazionalistico cioè sentendo le come qualcosa che frantuma la nazione ma dobbiamo ritrovarle in spirito europeo cioè come qualcosa che dall'Europa una versatilità di espressioni una capacità di di di di
Vale quale nessun'altra area mondiale e e indumenti dispone perché la bellezza dell'Europa quale eccome eccome un gioiello che ha mille sfaccettature e quando il sole
Illumina una sfericità dura quella quella sprigiona tutto alla luce del gioiello ma ce ne sono altre sfaccettature
E si si girasse un po'l'Europa si avesse la possibilità di girarla non da turista res distratto ma con l'occhio attento noi le troveremo ancora oggi queste queste realtà io sono stato in taluni Paesi della Foresta Nera
In taluni paesi delle Alpi
Delle Alpi austriache o delle Alpi svizzere io l'ho vista questa questa diversità nella quale tuttavia mi trovavo a mio agio dovunque andassi io mi trovavo a mio agio come europeo
Perché ognuna con i suoi costumi con le sue tradizioni et con la sua capacità di refactoring di aver fatto culture civiltà a volte per molti secoli alle spalle per averle
Come dire gestito anche l'ambiente in quel certo modo io ci trovavo la riprova anche in certi sperduti paesi della capacità superiori di civiltà dell'uomo europeo ecco come europei
Noi siamo per le piccole patrie è un patrimonio immenso enorme
è un giacimento storico che ci viene a noi da tempi lontani e che dobbiamo riscoprire con la nostra cultura ma anche col nostro animo e col nostro amore
Io ringrazio Rauti per questa sua conferenza d'altissimo livello e per aver posto dei problemi estremamente importanti alla intelligenza di ognuno di noi
Io credo che ci sia materia e materiale su cui riflettere quindi chiudiamo questa conferenza l'appuntamento quello al al seguito seguito
Dunque noi adesso abbiamo altri due appuntamenti sono quelle col concerto di Francesco Mancinelli quello calma
è quello sull'ente l'incontro Fronte Polisario che l'altro movimento di liberazione nazionale che abbiamo invitato a questa festa
Quindi penso che adesso ci andremo a preparare daremo loro a queste due appuntamenti con la chiusura della festa in maniera incrociata qui non vi allontanate troppo che presidiano
Valere intorno