22 NOV 2001

Tlc: Presentazione del libro «Il diritto delle telecomunicazioni» (con Gasparri e Cheli)

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A partire dal 1990, l'esigenza di armonizzare e liberalizzare le telecomunicazioni in Europa, e i rilevanti cambiamenti tecnologici, portano la Comunità europea ad imporre agli Stati membri modificazioni sostanziali degli ordinamenti interni.

Nasce così il diritto delle telecomunicazioni, oggetto di un manuale scritto da Stefano Di Vittorio e presentato oggi da Enzo Cheli e Maurizio GasparriRoma, 22 novembre 2001 - Stefano Di Vittorio ha scritto un manuale sulla normativa nazionale e comunitaria del settore delle Telecomunicazioni.

«Il diritto delle telecomunicazioni» è stato presentato
questa sera, con la partecipazione del presidente di Federcomin, Alberto Tripi, del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e del Presidente dell'Autorità per le Comunicazioni Enzo Cheli.

La velocità del cambiamento nei mercati delle telecomunicazioni impone un adeguamento delle norme.

Ma quale strada percorrere? Alberto Tripi si dice contrario ad una regolamentazione troppo rigida.

Occorre, invece, «una light regulation, perchè un eccessivo carico di leggi e vincoli determinerebbe un effetto distorcente del mercato, penalizzando le grandi, ma sopratutto, le piccole e medie imprese».Il presidente dell'Autorità di garanzia per le comunicazioni Enzo Cheli è d'accordo, ma sottolinea l'importanza che la normativa prodotta negli anni '90 ha avuto rispetto a un mercato piuttosto pigro.

Cheli, in particolare, replica a Marco Tronchetti Provera, presidente di Telecom Italia, che ha più volte sostenuto di ritenere eccessiva la regolamentazione per il settore delle telecomunicazioni.

«L'ex monopolista - osserva il garante - ci ha rimproverato di aver prodotto un eccesso di regolamentazione, ma senza quelle regole il mercato non sarebbe partito».

Se si continuasse a produrre regole come nei primi anni della liberalizzazione, prosegue Cheli, «certamente si andrebbe fuori dai binari, perchè il mercato non ha bisogno di balie.

Non è questa l'intenzione dell'autorità e quindi certamente non ci sarà una produzione normativa come negli anni passati».Niente eccessi, comunque, non significa che non ci sia bisogno di nuove norme.

Prima dell'avvio della tv digitale terrestre, per esempio, saranno necessari altri passaggi legislativi.

«Forse - afferma il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri - ci sarà bisogno anche di interventi di carattere fiscale, ovviamente se le risorse lo consentiranno».Cos'è il diritto delle telecomunicazioniIl diritto delle telecomunicazioni nasce negli anni '90.

A partire dal 1990, l'esigenza di un processo di armonizzazione e liberalizzazione delle telecomunicazioni in Europa, dovuta soprattutto ai rilevanti cambiamenti tecnologici ed alla convergenza con le tecnologie dell'informatica, porta la Comunità europea ad imporre agli Stati membri modificazioni sostanziali degli ordinamenti interni.

Ne deriva un processo fortemente innovativo che, nel nostro Paese, cambia radicalmente la normativa di settore.

Con l'introduzione dei concetti di libera concorrenza e privatizzazione, e la sostituzione dei principi della riserva di Stato e della concessione con quelli dell'interesse generale e delle autorizzazioni/licenze.

Il risultato di questa attività di adeguamento della legislazione nazionale è un compendio normativo caratterizzato da autonomia e specialità, che a buon diritto può assumere la qualifica di «diritto delle telecomunicazioni».

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  • Marcello Foschini, preside Facoltà di Giurisprudenza Università LUISS

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  • Gustavo Ghidini, docente di Diritto industriale Università Bocconi

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  • Enzo Cheli, presidente Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

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  • Maurizio Gasparri, ministro delle Comunicazioni

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  • Marco Mele, giornalista ll Sole 24 Ore

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  • Vittorio Di Stefano, autore del libro

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