Rassegna stampa estera

Buongiorno agli ascoltatori di Radio Radicale sabato ventinove settembre questo l'appuntamento con la rassegna la stampa internazionale accurati David Carretta anche quest'oggi
In apertura ci occuperemo
Di Birmania lo faremo con l'economista che vide dica
Una sua copertina il primo editoriale la rivoluzione zafferano se il mondo gira di concerto
La violenza di questi giorni dovrebbe essere l'ultimo spasmo di un
Regime che sta attirando le cuoia scrive
Il settimanale britannico che punta il dito in particolare contro
In azione della Cina nei confronti
Della Giunta birmana il Guardian invece con il Word briefing dissi Montin dal
Se la prende con tutta la comunità internazionale occidentali compresi il gioco del darsi la colpa attorno
Alla Birmania nel titolo di questa
Analisi di proporremo poi altri due interventi uno da
Di Biasion di Cristo fono dit Biotto finirla con l'oblio dopo quarant'anni di dittatura saltano i chiavistelli della paura
E dell'indifferenza in Birmania il Borse di Germania euro più invece racconta la drammatica testimonianza di un monaco buddista che
Da Mandalari la seconda città birmana lancia un messaggio
Una richiesta d'aiuto al mondo esterno
Ci occuperemo poi
Diranno faremo con il molto di giornali Europe il reddito reale di ieri Boucher lira anta era non ha ancora pagato il prezzo per l'uccisione
Degli enti americani il quotidiano vicino neo con
Sostanzialmente chiede l'azione non non la guerra ancora ma l'azione di Bush nei confronti
Di acque marine già ad
A proposito di rane dell'alleanza franco americana che si sta creando il Financial Times pubblica un'analisi di Philip Stephens SAR così una grande alleanza transatlantica ci sono le basi
Per una
Divisione delle responsabilità che rafforzi invece di indebolire la sicurezza occidentale scrive il columnist del quotidiano della siti in chiusura ci occuperemo anche
Di Ucraina si vota
Per elezioni politiche il Paese deve uscire
Da una crisi che seguita la rivoluzione arancione miraggio Remo un articolo da le Monde e poi le realtà Tribune di ieri si occupava ancora della polemica
Sulla morte di Giovanni Paolo secondo un medico e il Vaticano si scontrano sull'eutanasia e la morte di papà Wojtyla per altri di un parla anche di Piergiorgio Welby ma partiamo dalla
Birmania e dal primo editoriale di questa settimana dell'Economist la rivoluzione zafferano
Se il mondo gira di concerto la violenza dovrebbe essere l'ultimo spasmo di un regime che sta
Tirando le cuoia il titolo scrive l'Economist la paura
E l'abitudine come diceva spesso non sarà succinto questa settimana
Ispirato dalla premio Nobel per la pace dall'eroico esempio dei monaci buddisti il popolo birmano
A vinto la paura sfidando generali corrotti incapace brutali birmani sono scesi in strada centinaia di migliaia per chiedere la democrazia sanno di rischiare una repressione sanguinaria come quella che ha messo fine alla grande
Rivolta popolare del mille novecentottantotto con la morte di tre mila persone nell'ottantotto i birmani sono stati traditi non solo dalla spietatezza dei loro governanti ma anche dalle esitazioni dall'opportunismo del mondo esterno che non è stato in grado
Di produrre una risposta coordinata e ha lasciato un regime assassino al suo posto anche questa volta i soldati hanno cominciato a sparare e uccidere persone senza nome domande se il mondo può permettersi lo stesso errore per la seconda volta
A New York per l'Assemblea generale dell'ONU i leader occidentali guidati da George Bush hanno lanciato accuse contro la Giunta e minacciato altre sanzioni probabilmente però hanno già sparato loro unico colpo le sanzioni incidentali
Sono già state sperimentate non hanno funzionato in parte proprio a causa del fatto che i vicini nei paesi vicini della Birmania non hanno seguito lo stesso approccio i membri dell'associazione delle nazioni dell'Asia del Sud-Est laser all'anno
Perseguito il cosiddetto dialogo costruttivo
Per approfittare meglio economicamente del ritiro dell'Occidente anche l'India preoccupata della crescente influenza della Cina assetata di petrolio e gas ha tradito la sua tradizione democratica e corteggiati generali
E veniamo alla Cina che fosse l'oggetto principale di questo editoriale dell'Economist la Cina costruito una relazione ancor più stretta con i compagni generali i due Paesi dopotutto hanno molto in comune dagli anni Ottanta una serie di rivoluzioni
Popolari hanno cacciato tiranni un ponte otto il mondo grazie a Dio solo pochi regimi
E pochi eserciti alla fine si mettono a massacrare la propria gente per stare al potere
Ma ci sono due grandi eccezioni ricorda l'economista la Birmania e la Cina
I cui governi nel mille novecentottantanove sono rimasti al potere proprio attraverso massacri e pure
E proprio la Cina che ora rappresenta la mia speranza del mondo esterno per cambiare la Birmania meglio purtroppo è una speranza minima ci sono tantissime ragioni per dubitare della volontà di Pechino di fermare i generali birmani
La tradizionale posizione cinese che abbiamo sentito anche questa settimana e di opporsi a qualsiasi interferenza negli affari interni di un altro Paese
La Cina è stata anche il principale beneficiario del parziale boicottaggio occidentale Myanmar offerto due cose i suoi
Amici cinesi idrocarburi e l'accesso allo c'erano indiano la Cina è così diventata il principale partner commerciale e il principale sostenitore diplomatico della Giunta
Detto questo ci sono due ragioni per cui la Cina dovrebbe ritenere nel suo interesse una transizione pacifica in Birmania secondo l'Economist la prima
E che per chi non vuole stabilità le sue frontiere sta diventando ovvio che la Giunta non può garantire la
I pessimi risultati economici del governo dei generali hanno portato un Paese ricco la povertà per sfuggire alla miseria economica oltre che all'oppressione politica due milioni di persone sono scappate dalla Birmania in Thailandia
Ed è stata la situazione economica un'enorme rialzo dei prezzi della benzina a provocare l'attuale ribellione poi ci sono
I movimenti separatisti o comunque
Ribelli ai confini proprio tra
La Birmania e la Cina
Inoltre la Cina deve
Chiedersi deve anche chiedersi nervosamente quali sono le ripercussioni di tutto questo per le Olimpiadi di Pechino del due mila otto
Già ora
Le proteste sul sostegno cinese al Governo del Sudan ha portato a paragoni con le olimpiadi di Berlino trentasei e questo dimostra
Che tanto la sua politica estera quanto la sua politica interna sono sotto osservazione
La Birmania è giustamente una causa popolare in occidente se la Cina continuerà a fare ostruzionismo agli sforzi internazionali per far cadere la Giunta potrebbe provocare la richiesta di un boicottaggio delle olimpiadi
Certo sbagliato dare per scontato che la Cina possa dettare la politica generale paranoici convinti di essere i soli a poter garantire l'indipendenza della Birmania ma ruolo cinese
Per l'economista rimane cruciale e Pechino deve smettere di compensare sanzioni assunta da altri Paesi
E di offrire la Giunta uno scudo diplomatico
Evitando di fare richieste specifiche per l'Economist richieste sono semplici la Giunta deve smettere di sparare sui manifestanti deve liberare tutti prigionieri politici inclusa non sarà soci
Deve stracciare la farsa di costruzione che ha scritto
E iniziare se rinegoziati con tutti i Gruppi compresa l'opposizione l'obiettivo di questi negoziati deve essere chiaro mettersi d'accordo per una transizione un governo democratico e civile
Tutto questo sembra un sogno rimarrà un sogno a meno che
Il mondo esternò non si unisca su questa serie di richieste mettendosi d'accordo sulle carote bastoni che potrebbero finalmente fare aprire le orecchie di questi vecchi generali così
L'Economist nel suo editoriale di questa settimana il Guardian
Otto pubblica invece un'analisi di Simone TIR dal secondo cui il problema non è solo la Cina al gioco del darsi la colpa attorno alla Birmania
Cina Russia e India sono accusate da tutti
Di tutte le colpe per l'evidente incapacità della comunità internazionale nel frenare la repressione da parte dei generali birmani
E questo va benissimo elidere Governi occidentali che nonostante tutte le loro belle parole hanno costantemente mancato le loro responsabilità nei confronti del popolo birmano
Mentre questa crisi va avanti deve essere chiaro che nessuno le mani pulite scrive tease dal
Per avere bloccato un'azione efficace del Consiglio di sicurezza come è successo mercoledì Pechino e Mosca meritano appieno le critiche che arrivano da tutte le parti
Le ipocrite parole te la Russia sull'impotenza sull'importanza di non interferire negli affari interni di un altro Paese contraddicono la sua politica politica in Georgia e Ucraina Bielorussia nelle ex repubbliche sovietiche
Se non intervento diventato un principio tanto sacro per il Presidente Vladimir Putin allora c'è da chiedersi quando arriveranno le scuse i popoli dell'Ungheria della Repubblica Ceca dalla Polonia per citare solo alcune delle vittime dell'Unione Sovietica
Insistenza della Cina sul fatto che la situazione in Birmania non costruisca una minaccia alla pace alla sicurezza e quindi non ci può essere
Azione da parte del Consiglio di sicurezza è una scusa per non fare nulla riconosce il Guardian questa posizione pubblica concilia intere essi e paure vaccinati importante investitore in Birmania
Il fornitore di armi e alla Giunta a più da perdere di chiunque altro
Pechino teme anche insuccesso di una sollevazione pro democrazia le sue porte
Perché potrebbe incoraggiare qualcuno a fare altrettanto in Cina per parte sua anche l'India ignorato in modo simile la questione dei diritti umani nel perseguimento dei suoi interessi soprattutto energetici
Le altre priorità di degli includono
La repressione delle ribellioni nel nord est dell'India la frontiera con la Birmania e la necessità di contrarre l'influenza cinese
Ma un paese che aspira al mantra di superpotenza e alle conseguenti responsabilità deve almeno ricalibrare la sua politica nei confronti della Giunta birmana
Tra i Paesi occidentali
Scrive il Guardian si dice che il Regno Unito sia quello che ha la responsabilità primaria come potenza come ex potenza coloniale ma
Pur chiedendo regolarmente un rinnovamento democratico Londra costantemente rigettato gli appelli dei gruppi birmani in esilio di belle
Dei movimenti pro democrazia per sanzioni più dure per isolare indebolire la Giunta
Il risultato all'embargo sulle armi e sui viaggi dei membri del regime non sono seguite sanzioni economiche finanziarie mirate né un embargo sul commercio gli investimenti come invece si sta pensando di fare adesso con l'Iran
Il Regno Unito si è sempre
Più nascosto dietro la posizione comune de L'Unione europea sulla Birmania invece di dimostrare leadership e dal momento che i Paesi membri dell'Unione europea hanno pochi legami storici economici e culturali con la Birmania
Il risultato è stato una politica europea minimalista con scarso impatto sui generali
Poi ci sono gli Stati Uniti che si hanno imposto sanzioni
E la Casa Bianca detto questa settimana che adotterà altre misure punitive ma scrive il Guardian la decisione dell'Amministrazione Bush dimettere la Birmania sulla sua lista degli Stati canaglia
In conseguenza di rende tra un obiettivo della sua campagna globale per la promozione della democrazia potrebbe essere stata controproducente però Islanda
è un po'contraddittorio a volte poche sanzioni non vanno bene troppe sanzioni non vanno bene la campagna per la democrazia non va bene insomma
Un popolare il solito antiamericanismo ad ogni modo
I tentativi del laser di modificare il comportamento del regime birmano sono stato sono stati poco più che patetici
Soprattutto compromessi dagli importanti scambi commerciali che Paesi come la tela né la Malesia mantengono con
Rangoon infine
Il risultato
Delle Nazioni Unite e cioè il braccio della comunità internazionale non è migliore l'ONU ha permesso di generali di fare ostruzionismo e umiliare una serie di suo inviati alcuni dei quali semplicemente si sono dimessi con disgusto
Ora l'attuale inviato Ibrahim Gambari non è certo di poter entrare nel Paese insomma conclude il Guardian i governi occidentali hanno ragione condannare la repressione in Birmania ma per la maggior parte la loro azioni in azione
Però
O comunque disinteresse avrà
Rafforzato
I generali e dovrebbe quindi assumersi e dovrebbero quindi assumersi la loro parte di responsabilità per quello che sta accadendo ora così
La pensa si Monti stallo sul Guardian ovviamente sulla Birmania sono molti gli interventi che sono pubblicati in questi giorni la stampa internazionale
Ve ne segnaliamo due di ieri ibernazione
Pubblica un articolo di Cristo fono ditte Biotto finirla con l'oblio dopo quarant'anni di dittatura saltano in chiavistelli della paura dell'indifferenza il popolo invisibile
Ha mostrato il suo volto al mondo quello
Di un giovane Mona conseguito da centinaia di migliaia di persone con l'effigie di Buddha come solo scudo di fronte a un esercito che
Colpisce
Il Wall Street Journal
Invece con Leslie fucsia ieri raccontava la drammatica testimonianza di un monaco buddista che da
Manda RAI la seconda città birmana
Ha lanciato un messaggio aiuto al mondo esterno le parole più significative però sono quelle
Pessimistiche che vengono
In chiusura dell'articolo dice questo Mona con la comunità internazionale incluse le Nazioni Unite non possono aiutarci e questo è terribile
Avevamo grandi speranze nell'ONU ma non c'è stato alcun risultato la comunità internazionale non può battere il potere cinese
E non fa differenza se l'inviato speciale dell'ONU arriverà in Birmania sono venuti tanti inviati e Nazioni Unite sanno perfettamente qual è la situazione penso che verranno ancora una volta nel nostro Paese ma forse dopo noi moriremo così
Un monaco buddista al Wall Street Journal
European morti in questi giorni dalla Birmania ci spostiamo all'Iran
Altra crisi almeno all'ONU su cui
Su cui si gioca alla credibilità interna alla comunità internazionale crisi che però dimostra una certa impotenza
L'editoriale di ieri Durso il giornale era un editoriale quasi di guerra Boucher lira antenna non ancora pagato il prezzo per l'uccisione degli americani
Scrive il quotidiano economico americano nel
Viaggio da circo
Del Presidente ma monta Ahmadinejad è servito a fare un po'di teatro politico ma la commedia non deve distrarre dal messaggio che c'è sotto
Ahmadinejad è convinto che il mondo
Non abbia la volontà di fermare il programma nucleare dell'Iran e che gli Stati Uniti non possono fermare il suo Paese mentre uccide soldati americani in Iraq la domanda allora è cosa al Presidente Giorgio stabilì un Bush
Intende fare su questo nei sedici mesi che rimangono dalla sua Presidenza
Negli ultimi cinque anni Bush ha lanciato diversi duri avvertimenti contro l'Iran e Wall Street Journal Europe riporta diversi
Di questi avvertimenti ma la retorica presidenziale chiaramente in contrasto con quello che la sua Amministrazione ha fatto come con la Siria l'Amministrazione Bush ha ripetutamente detto che dire perché all'Iran
Che l'Iran avrebbe pagato il prezzo del suo comportamento stile ma alla fine non è mai
Passata dalle parole i fatti
Questo compromette la diplomazia americana e nel caso dei soldati in Iraq ancora peggio
Questo significa che il comandante in capo dell'esercito americano sta permettendo nemico di uccidere americani impunemente e gli iraniani hanno compreso il messaggio Ahmadinejad si sente talmente sicuro
Disse da dichiarare questa settimana all'ONU che la questione del programma nucleare e definitivamente chiusa
Dal due mila e tre al due mila cinque Bush ha dato in appalto la sua politica iraniana Francia Germania Regno Unito che hanno corteggiato Teran con concessioni commerciali garanzie in termini di sicurezza e promesse di assistenza tecnica e nucleare
Per anni ha rigettato tutte queste offerte così come quella russa di arricchire l'uranio sul suo territorio evidentemente ogni rifiuto è stato preceduto da lunghe trattative per guadagnare tempo alla fine nel due mila e se l'Amministrazione Bush è riuscita a far riconoscere
Al Consiglio di sicurezza dell'ONU che l'Iran viola al Trattato di non proliferazione
Ma dall'ora di rame riuscito controllare la tecnologia delle centrifughe a cascata e molti analisti considerano questo come il punto di non ritorno verso una bomba nucleare
Finora ci sono state due risoluzioni vincolante dell'ONU entrambe però caratterizzate da molta debolezza e l'ultima volta che il Consiglio di Sicurezza est
Agito è stato nel marzo scorso da allora nulla è stato fatto l'editoriale dell'U.L.S.S. giornate
Prosegue con un lungo elenco
Di
Cose che sono accadute negli ultimi mesi elenco che passa inevitabilmente dall'Iraq ma anche dall'Afghanistan dove stanno arrivando armi iraniane contro la NATO
La Presidenza Bush sta esaurendo il tempo sua disposizione se vuole fermare la corsa dell'Irlanda sulla bomba
Con i suoi soldati che combattono e muoiono in Iraq Bush ha l'obbligo di impedire che il nemico abbia santuari ragni anni o riceva armi dall'Iran
Se il Presidente crede a metà di quello che
Lui stesso e la sua Amministrazione hanno detto a proposito del comportamento dell'Iran allora a un obbligo di fare qualcosa per fermarlo insomma
Un editoriale di quasi guerra quello del Wall Street gennaio io puro tra il Financial Times invece ieri pubblica un'analisi più generale non incentrata sull'Iran
Di Philip Stephens a proposito del di quello che ella alla nuova alleanza tra
La Francia e gli Stati Uniti tra Nicolas Sarkozy ce lo dà più Boucher SAR così una grande alleanza transatlantica
Per il columnist del quotidiano da siti ci sono le basi per una divisione delle responsabilità che rafforzi invece di indebolire la sicurezza occidentale questo però a discapito di Londra
Scrive tra l'altro effetti in chiusura alcune segnalazioni la prima da le Monde
Pubblica un bel reportage oggi sulle elezioni in Ucraina battaglia triangolare per fare uscire l'Ucraina dalla paralisi
I protagonisti sono quelli di cui abbiamo spesso parlato quelli nel bene e nel male della rivoluzione arancione Vittorio uscente con l'attuale Presidente pro occidentale la Pasionaria Proci dentale Yulia Tymoshenko ma che ha litigato con gli uscenti Coco
Di profuso Viktor Yanukovich l'esito delle elezioni sembra
Dipendere dal risultato dei partiti più piccoli ma sembra anche di segnasse una possibile riconciliazione dei leader della Rivoluzione arancione speriamo
Invece
Dall'Herald Tribune ieri si occupava
Della polemica sulla morte di Giovanni Paolo II con una corrispondenza di Ian Fisher un medico il Vaticano si scontrano sull'eutanasia e la morte di Papa Wojtyla
Come aveva fatto la figlia o l'altro giorno anche il Tribune oltre a parlare di Lino Paganelli e del convegno di MicroMega ricorda che
Con l'anestesista che accusa il Vaticano in sostanza di utile eutanasia per omissione c'era anche la vedova di Piergiorgio Welby scrittore morto lo scorso anno dopo aver deciso di
Rimuovere il ventilatore che lo teneva in vita a cui la Conferenza episcopale italiana annegato i funerali religiosi abbiamo concluso da David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale