La rassegna della stampa estera

Buongiorno agli scrutatori di Radio Radicale sabato ventiquattro gennaio questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura
Di David Carretta chiudiamo questa settimana in gran parte dedicata al nuovo Presidente americano continuando a parlare di Barack Obama l'Economist
I dedica
Un editoriale dal titolo inaugurazione yes i un must nonies più Kenneth cioè sì tu devi
Il fenomeno Obama ora il presidente Obama lui suoi sostenitori devono prepararsi per un lungo e difficile viaggio scrive
Scrive le corde ministri secondo il quale Obama si trova di fronte a scelte difficili una di queste scelte riguarda l'Iraq asse mantenere la promessa fatte in campagna elettorale di un ritiro delle truppe in sedici
Mesi il Washington post contrario l'Iraq sarà al teste per capire se il pragmatismo
Sarà la tu politico nell'amministrazione Obama il titolo di un editoriale di ieri oltre all'Iraq c'è poi la questione
Io l'anno e se ne occupa oggi nel mondo con un'analisi sui conflitti che attendono Obama e le ambiguità
Iraniana né dipendenti invece ieri davano notizie a proposito dell'afgano ai cade l'Afghanistan Obama pronto ad abbandonare Karzai l'attuale leader
Afgano e a scegliere una sorta di trilli ticket composto da una squadra di rivali di Karzai poi c'è la questione Guantanamo Obama deciso la chiusura entro un anno
Ma i Paesi europei sono divisi sulla sull'accogliere i detenuti di Guantanamo di questo si occupava ieri l'Herald Tribune parleremo poi dell'economia
Della situazione delle banche l'economista questa settimana vi dedica un lungo dossier si parla di assegni in bianco di bancarotta di nazionalizzazioni
Di opzioni che i Governi hanno sono poche ma devono scegliere tra queste azioni scrive tra l'altro settimanale britannico lo fidiamo invece ieri in un'analisi ipotizzava il rischio della fine
Della zona
Euro fine della zona euro a cui
Si oppone a un giornale che spesso stato scettico dell'euro cioè il Wall Street giornali Europe Pino un editoriale dal titolo c'è sicurezza
L'euro zona pensare di lasciare la moneta unica meglio ripensarci infine ci occuperemo anche
Di questioni riguardano il Vaticano Benedetto sedicesimo si riconcilia con gli integralisti era il titolo in apertura ieri
Sulle fidiamo il Papa leva la scomunica dei quattro vescovi ordinati dalle fare fra leggeremo l'editoriale di oggi il mondo
Un perdono da contestare partiamo però da Barack Obama dall'editoriale
Dell'Economist dedicato il nuovo Presidente americano che ha prestato giuramento martedì inaugurazione gli assi un master sì tu devi ENEL titolo del commento scrive
L'Economist è stato
Un discorso duro per tempi duri l'insediamento di Barack Obama è stato una mattinata sobria e pungente di riflessione non la celebrazione di gioia che l'inaugurazione del primo presidente nero avrebbe imposto in circostanze meno disperate
Lanciando un appello al sacrificio alla maturità dopo aver vissuto allungo quelle che ha definito come cosa infantili Obama secondo l'economista dimostrato di avere coscienza di sapere quale l'enormità del compito che ha di fronte a sé
è iniziato anche a mettere le briglia alle aspettative messianica dei suoi sostenitori non è mai troppo tardi perché non è mai troppo tardi perché
In passato Obama era stato un po'troppo prova ad accontentare gli zeloti che lo circondavano i tempi per la nomination annunciò che tutto sarebbe stato sarebbe cambiato grazie a lui
Anche prima di entrare la Casa Bianca non è stato completamente immune da questa tentazione ha promesso
Alle quasi due milioni di persone che hanno assistito al suo insediamento soluzioni rapide per la scuola il sistema sanitario la disoccupazione
Aggiungendo anche che avrebbe fatto avrebbe fatto indietreggiare lo spettro di un pianeta l'ASP surriscaldato
Obama può fare tutto questo si chiede
L'Economist il Presidente Obama un uomo che dovrà fare compromessi e battaglie può vivere come il fenomeno Obama la risposta è no
Obama apparentemente lo sa e anche se è quello del suo insediamento non è stato il suo miglior discorso
Con le parole hanno utilmente avviato la gestione delle aspettative in pratica
Obama non ha detto che saranno lacrime sudore e sangue né ha istruito gli americani sulla
Necessità di chiedersi cosa possono fare per il loro Paese
Ma almeno ha paragonato l'attuale crisi agli inverni più cupi della storia della Repubblica americana
Annunciando la fine del rinvio delle decisioni difficili ora Obama però deve mettere quella filosofia in azione così tra l'altro
L'Economist in uno dei suoi
Editoriali di questa
Settimana torneremo
Tra poco su su sul settimanale britannico per parlare anche della crisi che vivono le banche in primo luogo
Quelle americane ma anche quelle europee
Prima però vogliamo occuparci di una delle tante decisioni difficili che dovrà prendere Barack Obama a proposito dell'Iraq e piani di guerra il titolo dell'editoriale di ieri del Washington post dirà che sarà il teste per capire
Se il pragmatismo prevarrà sulla politica dell'Amministrazione Obama il tono pragmatico che il Presidente Obama utilizzato durante la transizione nel suo discorso inaugurale
Sembra aver caratterizzato anche il suo primo giorno di lavoro su una delle questioni per le quali ne avrà più bisogno e cioè l'Iraq
Rispettando una delle tante promesse della campagna elettorale il nuovo Presidente si è incontrato con il suo segretario la difesa e come alcuni alti comandanti americani
E secondo le sue stesse dichiarazioni ha chiesto altri piani per eseguire
Per mettere in pratica una riduzione militare responsabile dall'Iraq
I resoconti dell'incontro suggeriscono che Obama abbia soprattutto ascoltato quelli che conoscono meglio l'Iraq generali David Petraeus ambasciatore RAI Crocker inoltre dichiarazioni del Presidente
Non hanno citato il calendario di ritiro di sedici mesi che era diventato uno dei suoi slogan di campagna elettorale anche se è vero che il
Portavoce di Obama ha nominato citato quella scadenza
Speriamo scrive il Washington post che Obama non ripeta uno dei più gravi errori del Presidente Bush cioè permettere alle considerazioni ideologiche politiche di prendere il sopravvento sulle buone valutazioni militari
C'è infatti un ampio consenso Washington Baghdad sul fatto che le truppe americane
Debbano ricrearsi in modo graduale coerentemente con l'obiettivo di preservare la pace in Iraq pace che è fragile e relativa
Lo scorso anno l'Amministrazione uscente ha concluso un accordo formale con il Governo iracheno accordo che prevede uno spostamento del ritiro delle truppe americane nei prossimi tre anni
Sì leader iracheni sia i comandanti meri cani hanno detto chiaramente di non credere che un ritiro di tutte le truppe combattenti sedici mesi come
Come chiesto da Obama prima della sua elezione sia compatibile con questa strategia anzi
Alcuni ufficiali americani ritengono che sia rischiosa in termini di sicurezza il generale odierno che comanda le forze americane in Iraq a favore solo di una modesta riduzione delle truppe quest'anno perché
L'Iraq due appuntamenti cruciali due appuntamenti elettorali e sta cercando di
Risolvere la questione molto controversa di come dividere il territorio il potere tra Regioni e gruppi settari
La prospettiva di un ritiro di una brigata al mese come richiesto dal calendario di sedici mesi di Obama è vista
Dai politici sunniti sciiti e curdi come una catastrofe potenziale Obama probabilmente spingerà tre ritiro americano più rapido possibile cioè tanto rapido quanto lo permetteranno la logistica le condizioni politiche in Iraq
Ma i continui miglioramenti dell'Iraq il declino delle vittime americane solo quattro soldati morti
Questo mese spingono in direzione opposta l'urgenza di un rapido ritiro sta diminuendo il pragmatismo richiede di lavorare sulla base del piano già concordato tra le autorità irachene
E gli americani l'Amministrazione Bush di permettere aggiustamenti sulla base degli sviluppi positivi e negativi in Iraq invece di puntare su un calendario prefissato e arbitrario così
Il Washington post ci sono altre decisioni difficili che dovrà prendere
Obama una riguarda l'Iran le mondo se ne occupa oggi con un'analisi di Marie Claude Déco
I conflitti che attendono Obama le ambiguità iraniane del mondo ricorda che Bill Clinton e George Bush così
Erano rotti le ossa sul dossier del nucleare iraniano nel frattempo però l'escalation verbale aumentata l'Iran ci ha visto inserito nell'asse del male americana regolarmente l'opzione
Di bombardare le centrali nucleari ritorna in superficie per parte sua il messianico fondamentalista presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad
Denuncia l'appoggio incondizionato di Washington Israele che vorrebbe cancellare dalla mappa nel frattempo la situazione in Medioriente voluta diranno isolato neanche un interlocutore inevitabile in Iraq ICI che hanno il controllo del Governo in Libano hezbollah ottenuto una vittoria sugli israeliani nel due mila sei
Sulla questione palestinese Ahmadinejad cerca di posizionarsi come leader della strada araba
Di fronte a dei Paesi arabi moderati che devono fare i conti con le loro alleanze americane
In Pakistan e Afghanistan ovunque iraniani americani si trovano faccia a faccia e come sostiene un diplomatico occidentale sono forse condannati a mettersi d'accordo per pragmatismo
Di fronte ad inestricabile dilemma iraniano banda cercherà un altro approccio evocando una sorta di dialogo nella fermezza
Altri dettagli per ora però non ce ne sono così tra l'altro le monde che poi approfondisce la questione dell'ambiguità iraniane c'è un regime molto duro mentre una società che
Vorrebbe sempre più essere
Americane in particolare i giovani
Altro campo di battaglia per non dire all'Afghanistan su questo va segnalato l'Independent ieri che apriva con questo titolo
Obama pronto ad abbandonare Karzai il sostegno per liberarti hanno sì va esaurendo e i suoi rivali vanno Washington per un incontro con il nuovo Presidente
Scrive tra l'altro indipendente l'arrivo di Obama alla Casa Bianca il vento del cambiamento che soffia Washington potrebbe portare alla cacciata dal potere di Hamid Karzai il Presidente dell'Afghanistan che non sembra godere della fiducia che la nuova Amministrazione
A corroborare queste ipotesi secondo l'Independent l'arrivo a Washington questa settimana di quattro figure chiave dell'opposizione afgana che hanno avuto colloqui con l'Amministrazione Obama
L'ipotesi di un Dream ticket un pool di rivali di Karzai pronti a correre insieme per tenere unite le diverse anime etniche del Paese sconfiggere l'attuale presidente alle prossime
Elezioni gli americani non potranno determinare l'esito delle elezioni afferma un esperto statunitense che a bordo ma potranno suggerire ad alcune persone di mettere da parte le differenze di formare un Dream Ticket e quelle persone sono ex
Membri del
Come è uno di Karzai che per diverse ragioni sono stati cacciati o se ne sono andati alcuni personaggi tra l'altro anche abbastanza controversi perché accusati di corruzione DTT di
Traffico di oppio e quant'altro chissà chissà che non sia una mossa un po'azzardate chissà anche se vera perché Berlusconi dell'indipendenza non è detto che sia Stato davvero verificato
Sulla questione invece della chiusura di Guantanamo annunciata l'altro giorno chiusura prevista entro un anno
Diversi giornali
Oggi ieri evidenziavano che comunque Obama si sta muovendo con prudenza
Il New York Times pubblicava un articolo su un saudita che è stato
Liberato da Guantanamo andato in in Arabia Saudita doveva seguito un programma dei riabilitazione
E poi finito di nuovo dentro al Cai coinvolto in alcuni attentati contro l'ambasciata
Averi Canada sana l'Herald Tribune ieri invece si occupava dei Paesi europei che sono divisi sulla richiesta americana di accogliere alcuni detenuti di Guantanamo per anni in Europa ha chiesto al Governo Americano di chiudere il centro di detenzione di Guantanamo che l'Amministrazione Bush
Aveva istituito dopo l'undici settembre ma ora che il Presidente Obama intende davvero chiuderlo i Governi europei sono divisi sulla possibilità di accettare
Alcuni detenuti per
Aiutare gli Stati Uniti a svuotare la prigione ministri
I Ministri degli esteri dei ventisette prosegue ancora
Le dal
Privo di un dovevano dare una risposta lunedì prossimo alla decisione di Obama dei sospendere le Commissioni militari per centoventi giorni chiudere
Guantanamo entro un anno ma in realtà non sono pronti a presentare una politica
Una posizione unica dell'Unione europea anzi d'Europa cerca di prendere tempo dicendo che visto che ci vorrà almeno un anno per chiudere il campo i Paesi europei hanno diversi mesi per fornire una risposta dettagliata la realtà che siamo divisi
Dice un diplomatico secondo nella lista le divisioni dimostrano quanto sarà difficile per le europee raggiungere una posizione unità nei confronti
Di Obama così così leva altri più un da Obama ci spostiamo all'economia alle banche soprattutto
La Economist questa settimana pubblica un lungo dossier quattordici pagine di speciale sul
Futuro della finanza in un editoriale scrive che soluzioni sono assegni in bianco bancarotta nazionalizzazioni le opzioni sono
Difficili ma i Governi devono scegliere tra queste le figlia o ieri invece in un'analisi Potì Zavan rischio dell'inclusione della zona euro in un'analisi perché
Dieci anni dopo la sua creazione la zona euro vive il suo battesimo del fuoco a lungo oggetto di speculazione da parte degli euroscettici l'eventuale uscita di uno due
Paesi membri dal che
Club è diventato una questione d'attualità i mercati finanziari si inquietano le istituzioni europee non possono più eludere questa questione per il momento
I responsabili europee dicono che è un'ipotesi infondata ma arrivo ora al momento in cui dovranno essere trovate delle soluzioni a un problema reale qual è il problema reale
Per mesi ormai i mercati
Temo nuovo le ripercussioni della crisi bancaria e economica sulle finanze pubbliche le condizioni per prendere a prestito denaro
Hanno cominciato divergere lo Stato tedesco paga ormai un tasso del tre per cento sulle sue obbligazioni dieci anni la Francia deve pagare il tre cinquantasette la Spagna quattro virgola ventitré all'Irlanda cinque virgola cinquantadue la Grecia al cinque virgola settantotto sono i cosiddetti spread
Del dei rendimenti delle obbligazioni di Stato dieci anni
Spero che misurano la lo stato delle finanze pubbliche il rischio di insolvibilità di uno Stato poi ci sono le agenzie di rating che hanno degradato la valutazione dei conti pubblici di Grecia Spagna e Portogallo
E le previsioni della Commissione europea pubblicate questa settimana hanno peggiorato la situazione i deficit pubblici programmati vanno dal due nove per cento della Germania l'undici per cento del Ruanda
Certo la diversità della zona euro non è una cosa nuova ma la crisi tende a colpire gli anelli deboli
Lo scoppio della bolla immobiliare in Irlanda e Spagna non è con misurabile paragonabile a quanto accade in Germania altre disparità compaiono di natura più strutturale la Germania e molto meglio armata ad affrontare la crisi del Club Med i Paesi
Del medico del sud dell'Europa tra cui l'Italia ed è qui
Il rischio implosione della zona euro secondo le affidiamo
Tra l'altro questo proposito ieri wall street journal di uno pubblicato l'editoriale dal titolo c'è sicurezza nella zona euro pensare di lasciare la moneta unica meglio ripensarci scrive questo quotidiano che in passato
Non aveva esitato a criticare lei euro e la e la moneta unica anzi era tra gli scettici dell'euro oggi invece dopo questa crisi o nel corso di questa crisi finanziaria scrive
Lei euro è un'ancora di stabilità in particolare per i piccoli Stati membri che altrimenti sarebbero troppo esposti la Danimarca presto potrebbe fare un referendum per la verità la zona euro l'Islanda una chiara maggioranza a favore dell'adozione della
Moneta unica per ragioni
Finanziare ma non solo forse scettici dell'Euro sulla sponda del Tamigi
Farebbero bene a ripensare le loro posizioni assomma il Wall Street Journal a favore del Regno Unito
Nel mille euro per chiudere rapidamente ci vogliamo occupare anche di Benedetto sedicesima degli integralisti cattolici l'apertura di ritiro sfidiamo Benedetto sedicesimo si riconcilia con gli integralisti
Il Papa libera la scomunica dei quattro vescovi ordinati dalle serva una tappa capitale del
Pontificato di Benedetto sedicesimo scrive le Figaro che
Aggiunge che i fedeli le previste i
Potrebbe essere concesso una prematura personale sul modello dell'Opus Dei che
Rende conto solo al Papa un commento la demotivato oggi sulle monde un perdono da contestare il titolo dell'editoriale Benedetto sedicesimo troppo passato Rubicone
Fedele una volontà di riconciliazione sino alla Chiesa cattolica
Il Papa si appresta a levare decreto di scomunica sui vescovi integralisti ordinati dalle fare nel mille novecentottantotto
Nel due mila e sette Benedetto sedicesimo aveva già compiuto un gesto ma in qualche modo non è bastato agli integralisti che hanno alzato la posta
La decisione di Benedetto sedicesimo appare contestabile per il fatto che sembra unilaterale senza alcuna contropartita dei seguaci di Lefebvre nemmeno un pentimento pubblico un'attenuazione dell'opposizione Concilio Vaticano II alla libertà
Religiosa le modalità di questo perdono non sono ancora totalmente conosciute ma ritorno degli integralisti nella Chiesa cattolica rischia
Di risvegliare i demoni della discordia così la pensa le monde noi ci fermiamo David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale