"Neofascisti: un'etnia postmoderna?"

Allora buona sera questa sera Libri in campo la volta della Manifesto Libri che organizza questo dibattito che ha diciamo come spunto tre pubblicazioni una è il libro di Guido Caldiron da noi edito gli squadristi del due mila che è una panoramica una geografia dei movimenti dell'estrema destra in Europa l'altro testo di cui parleremo questa sera è contenuto nel nuovo numero appena uscito della rivista luogo comune il terzo testo da cui prendere spunto alla discussione il libro come sicura innanzi del l'editore Castelvecchi
A questi tre libri fanno da sfondo a queste tre pubblicazioni fanno da sfondo al dibattito che deve essere più che una vera e propria presentazione perché poi i libri è noioso e difficile in realtà presentarli da sfondo a un dibattito sul sul tema cioè sul fenomeno emergente della destra radicale
In Europa e in Italia nell'ultimo Periodo sulle ragioni di questo fenomeno sulle forme in cui si manifesta
Sulla misura in cui attiene non tanto elementi residuali o nostalgici mai
Nella misura in cui è radicato in processi eventi che concerna nel nostro immediato presente
A parlare di questo argomento abbiamo qui Benedetto vecchi redattore del manifesto il prefatore
Del libro di Guido Caldiron ma che purtroppo questa sera non ha potuto essere qui con noi Paolo Virno della redazione di luogo comune Franco Berardi o se preferite Before autore del libero della Castelvecchi ecco io non aggiungo nient'altro lascio direttamente la parola ai nostri ospiti
Ma per prima cosa il libro di Guido Caldiron è un il diario di un viaggio un viaggio che Guido a compiuto tra la la nuova destra neonazista in Europa un viaggio che si è arricchito di di volta in volta con l'incontro con esponenti della
Vent'dei gruppi nazisti del G osteria cinque
O francese con un con una passione quasi filologica Darki vista né in nel annotare le posizioni che i gruppi neonazisti assumevano di volta in volta nei vari Paesi alla fine del diario di del viaggio l'immagine del del del naziskin né che ci viene restituita è quella che conosciamo più o meno tutti
Capelli molto corti giubbotti tuta mimetica ma però nell'interesse del del libero quei più o meno perché ne nasce dal fatto che Guido annota quattro punti su cui tutti i gruppi neonazisti in Europa si muovono
Uno il discorso sugli immigrati
Un altro sul revisionismo storico il terzo discorso della crisi dello Stato nazionale
E il e il quarto punto
La crisi del della democrazia rappresentativa e le varie risposte e le risposte che i gruppi naziskin danno a questo ordine di Problemi
Bisogna dire una cosa che chi si ritrova in tutti i gruppi la caratteristica del fatto che i naziskin e si muovono in gruppo
Dove la banda
Molto ristretta in qualche maniera soddisfa un bisogno quasi
Un bisogno molto forte di comunità certo una comunità fortemente gerarchica
Dove i ruoli sono molto rigidi e molto prefissati
E però da questo discorso sulla comunità ne nel libro emerge una notazione molto molto precisa che i naziskin si propongono come difesa di una comunità nazionale
Le cui caratteristiche sono stanno andando si stanno perdendo per le le ondate di di immigrazione che si sono succedute in Europa in qualche maniera i gruppi naziskin
Non vogliono almeno in quello che scrivono in quello che dicono le le proposte anche elettorali che fanno nei vari Paesi non vogliono certo una la costruzione di uno Stato fascista
Ma e questo è un punto di differenza molto grosso con il passato
Prefigura uno Stato fortemente gerarchizzata U dove però paradossalmente tutte le differenze
Possano essere riconosciute per cui chi è musulmano con chi è una musulmana può andare in giro con il chador fra per esempio ma però assegnano alla comunità diciamo autoctona
Per esempio agli italiani un un'egemonia sul se gli altri aspetti di della segmentazione sociale culturale che essi presentano nel nel Paese e quindi questo è il primo le il primo punto che colpisce della del libro e che fa fa pensare a un anche a una crisi e queste appunto al secondo punto della crisi della democrazia
Liberale classica come l'abbiamo intesa dove praticamente il diritto universale perde
Diritto di cittadinanza non è un gioco di parole ma per esempio
Le penne in Francia o anche i naziskin di di Anversa che Guido descrive nella loro vita quotidiana praticamente pensano ha un diritto che valga per i belgi ma che non possa essere applicato ai mussulmani per esempio
Pare pensando alla Francia e così via quindi arriviamo al secondo punto il terzo punto è quello del revisionismo storico su questo qui il libro nel libro c'è l'aspetto quasi Manni maniacale c'è molto puntiglioso
Di di cercare i punti di continuità tra ivi i nuovi gruppi neonazisti e le esperienze storiche del fascismo europeo per cui per esempio nel nel Belgio o in Austria
è molto facile vedere i vari passaggi che i i personaggi del dell'estrema destra hanno compiuto nel dare vita a formazioni politiche o a gruppi o a gruppi culturali che forniscono diciamo i in qualche maniera il il sostrato culturale a cui i gruppi neonazisti si dovrebbero rifare
Arriviamo al terzo punto e del la crisi dello Stato nazionale
Molto evidente in presente nell'esperienza inglese e nell'esperienza
Francese
Quello che emerge dagli appunti di Guido Caldiron è appunto il fatto che in un forte sommovimento delle economie nazionali
Lo Stato nazione viene di fatto delegittimato nel senso non è più quel quelle referente obbligato per le grandi imprese intese
E che determina una crisi forte delle economie locali
Ma su questo Guido
Vede o mette in evidenza il fatto che i gruppi neonazisti si propongono come difensori e come rappresentanti di comunità locali alla deriva
Dopo le ristrutturazioni
Produttive che hanno investito tutte le varie tutti i Paesi
Dell'Europa occidentale il diario di viaggio si conclude in in Croazia dove è più facile invece ritrovare gli aspetti classici del fascismo
La dissoluzione dell'Unione e del dell'ex Jugoslavia dal luogo amministrati fortemente incentrati su basi etniche e dove la risultante e dove l'unico possibilità di mediazione tra le varie etnie non è tanto quello della politica ma quanto quella della guerra della pulizia etnica
Questa grandi linee il il libero va detto che ci sono due incongruenze
Che Caldiron incontra l'esperienza inglese e l'esperienza tedesca
L'esperienza inglese perché ne i gruppi naziskin non si o comunque i gruppi skin non si presentano con una caratterizzazione di destra
All'inizio della del loro manifestarsi nella metà degli anni Sessanta anzi tentano di riprodurre i i gruppi skin inglesi immagine della working class
Bianca quindi con un uno stile molto austero di presentazione a proprio di Lucca di scelte del vestiario e dal dall'incontro con la musica afro
Afro caraibica
è un'incongruenza in tutto le la sua descrizione di gruppi neonazisti perché c'è un punto di rottura nell'esperienza degli skin
Che Guido Caldiron imputa alla politica thatcheriana di trasformazione della società inglese
In qualche maniera i gruppi proletari sottoproletari delle metropoli inglesi scelgono la cultura non tanto di destra ma quanto un una sorta di rivendicazione di un'etnicità bianca così la la chiama Guido Caldiron inetti mescita bianca contro le contaminazioni e l'ingresso violento
Secondo questi gruppi del degli immigrati dalla ex Commonwealth
E quindi questa è la prima il primo punto diciamo di dove insomma il quattro non si completa bene la descrizione di Guido e che Guido lascia aperto come problema e il secondo è la Germania non tanto e non solo per la per gli effetti della della riunificazione tra le due Germanie dopo la caduta del muro
Ma quanto sul sul fatto che
Diciamo la base sociale dei gruppi naziskin sono quelli
Sono delle persone che hanno un rapporto molto strano con il mondo del lavoro sono tutti precari sono tutti sono tutti precari
Entrano e escono dal mercato del lavoro con una con un susseguirsi molto rapido nel tempo
E che non chiedono solamente la difesa di un'identità nazionale per quanto astratta tedesca
Ma si pongono in diretta concorrenza con gli immigrati che secondo loro toglierebbero e i rischi di qui di quello che offre il mercato del lavoro in in Germania per cui da una parte nascono all'interno di un processo fortemente contraddittorio come la riunificazione tedesca ma percepiscono se stessi già dall'inizio come quasi una sorta di residuo
Che non riesce a trovare una collocazione nella nella nuova realtà tedesca questi sono appunto i quattro punti che il libro mette in evidenza con queste due incongruenze a cui Guido pensa di dare o comunque libro dà delle risposte ma che sa benissimo che sono parziali e che non colgono pienamente il l'ordine dei problemi di fronte
Io mi chiamo o Paolo Virno
E ho avuto la ventura di essere ragazzo
A Genova
Negli anni Sessanta
E nei carruggi di Genova
Punto di riferimento o naturale
Della sinistra istituzionale
Della sinistra estrema
E di ogni persona perbene dunque
Dei carruggi di Genova era ancora fortissimo
Non il mito
Ma il ricordo sensibile
Delle giornate del luglio sessanta
In cui la polizia di questo Stato
Mandata a proteggere i fascisti dell'MSI
Per una volta
Non aveva vinto
Aveva incontrato
Una replica scortese
Da parte degli operai dei giovani
Dei democratici si diceva allora no
Genovese
Questo ricordo aveva il suo simbolo questo ricordo del luglio sessanta
Il simbolo erano le magliette a strisce
Le magliette a strisce dei vicoli del centro storico proprietario di Genova
Che
Aveva detto una parola chiara e inequivocabile
Sul governo democristiano di Tambroni nonché sui neofascisti ora per tutti noi
Ma forse per me in particolare perché a causa di questa adolescenza genovese
Non può non aver fatto impressione qualche giorno fa
La fotografia in prima pagina su numerosi quotidiani
Fra cui Repubblica
Di un giovane genovese
Di evidente estrazione proletaria
Con la maglietta a strisce
Ritratto in un apposito cura fiera
Cappelli controvento un'aria di rivolta sul viso
Non può non aver fatto impressione questa immagine perché quel giovane proletario genovese
Con la maglietta Asterix a strisce stava dando la caccia ai negri
E dunque
è fondato ritenere
Che un nostro simile
Non un alieno
Non uno dei quartieri alti
Un nostro simile
Un nostro fratello
Abbia oggi
Delle posizioni
Che a patto certamente di ridefinire un termine così impegnativo
Possono chiamarsi fascisti
Ecco a me pare che il problema di una discussione sul nuovo fascismo europeo
Debba vere questa radicalità
La stessa radicalità
Che fa
Secondo la quale
Un poeta dell'altro secolo Baudelaire
Che aveva un chiaro sentimento di astio per i propri lettori tuttavia chiudeva la poesia
Iniziale de I fiori del male dicendo
Ipocrita lettore mio simile è mio fratello ossia rispetto al fascismo
Questo grado di radicalità nell'analisi
Oppure nei suoi confronti
Sì
Si procede con delle litanie
Confortante
Ecco il punto è questo segno spendiamo la parola fascismo non possiamo riferirci semplicemente in primo luogo alla politica conservatrice o reazionaria degli Stati e dei governi
Questa politica che in Europa oggi va per la maggiore illiberale
Reazionaria conservatrice è cosa diversa da quel fenomeno che dobbiamo mettere a fuoco sotto o l'etichetta di nuovo fascismo il nuovo fascismo e questa la cosa
Terribile da dire ma al tempo stesso realistica nasce sullo stesso terreno
Di esperienze sociali
Etiche umane di rapporto con la città con lavoro con il non lavoro
Con la politica col sistema politico con la crisi dalla rappresentanza nasce sullo stesso terreno
A partire dal quale e lei cito oggi per tutti noi e per ciascuno di noi nutrire le maggiori speranze di libertà e di felicità pubblica
E sullo stesso terreno che si nutre
Come una perversione certamente patologica la possibilità del nuovo fascismo come comportamento sociale diffuso
Non nelle stanze chiuse del ministero degli Interni da cui da vent'anni vengono le bombe lasciate nelle piazze d'Italia viene il nuovo fascismo quello è un fenomeno orrendo ma che e riguarda quella forma di sadismo necessario a ben servire lo lo Stato è tutt'altra cosa anche questa versione orrende omicida della vita degli Stati è cosa diversa dal fenomeno a cui dobbiamo riferirci parlando di nuovo fascismo il nuovo fascismo è il fratello gemello e dunque l'immagine deformante caricaturale e orrenda
Di ciò che donne e uomini oggi potrebbero fare ma non riescono a fare
Di quelle forme di esperienza di comunicazione solidarietà socialità disprezzo per il lavoro sotto padrone pie donne e uomini potrebbero praticare oggi di quella democrazia che non ha più bisogno
Di bacia bambini di rappresentanti ma che può crescere felicemente senza estremismo come il fatto di senso comune in quanto democrazia non rappresentativa
Queste stesse possibilità che sono come sotto come dietro una lastra di ghiaccio visibili e al tempo stesso in attingibilità queste stesse passi possibilità possono dei inviarsi s proprio nella figura orrenda del fratello gemello e il fratello gemello e potente come comportamento sociale diffuso
I Limp Boileau presente oggi in Europa proprio perché si nutre di alcuni tratti strutturali fondamentali
Delle nostre forme di vita nella nostra relazione col mondo e con gli altri delle nostre crisi dei nostri bisogni ha la maglietta a strisce questo fratello gemello
Se Marx parlava del Sogno di una cosa
Indicando tutti Porcino
Che e si potrebbe realizzare che impedito a causa dei rapporti sociali anzitutto quelli di produzione bisogna anche contemplare la possibilità che il sogno e di nuova ha sottolineato lo stesso Sogno di una cosa
Divenga un incubo
In sospeso a Pina trasposto può trasformarsi in incubo
Questo secondo me questa modo di affrontare il problema del fascismo europeo
Ci riserva ci permette di riservare la a categoria dell'inimicizia perché in politica vi sono dei nemici anzitutto e soprattutto agli apparati dell'Istat
Alla loro vocazione che è fra il sadico il coercitivo e l'omicida avendo nei confronti del fascista questa capacità di disinnescare
Una patologia orrenda
Come Bifo anche Biba scritto efficacemente nel suo o libro
A partire dagli elementi di somiglianza sapendo che se certe possibilità non vengono sviluppate nel verso giusto e se non restano uguali danno luogo all'orrore e se Caldiron è stato un archivista dell'orrore questo non le banche e a questo le va anche dato un'immagine
Ecco per collocare e con questa a immagine e chiudo
Le basi di questo nuovo ragazzo proletario comunque metropolitano
Dalle maglietta striscia che va a caccia degli immigrati nei carruggi di Genova
Vorrei ricordare
E Heenan estrema e i sintesi con il procedimento dei film di Ridolini no quando tutto è fin troppo accelerato vorrei ricordare e come negli anni Trenta
Gli Stati europei dunque negli anni del fascismo storico
Gli stati europei tanto gli stati europei e imitarono per molti versi
Sul lato opposto della barricata naturalmente
L'esperienza del socialismo
In che senso la imitarono mistero al primo posto lo Stato
Come soggetto dell'economia
Regolatore del ciclo economico
Soggetto principale di coordinamento delle forze produttive
Pianificazione fordismo
Esaltazione e il regimentazione del lavoro
Questi processi negli anni Trenta furono descritti dicendo con un'immagine paradossale
Era una sorta di socialismo belli capitale
Una specie di trasposizione nel gergo dei capitani d'impresa
Dei della socializzazione del lavoro
Della centralizzazione dei processi produttivi si disse socialismo del capitale cosa potremmo dire noi oggi per le società europee degli nel commesse sono andate modificandosi negli anni ottanta e novanta un'altra espressione potremmo usare anche se assai paradossale ma credo a suo modo realistica
Prima di proporre la vorrei ricordare e quello che l'elemento fondamentale di senso comune di della speranza comunista tre punti potremmo dire della speranza comunista uno riconoscere che il lavoro sotto padrone è oggi un obbrobrio socialmente non più necessario
Che assomiglia per molti versi a quello che fu in tempi passati il lavoro schiavisti con servile
In secondo luogo la possibilità di abitare una sfera pubblica di avere rapporti con gli altri senza passare del tutto principalmente per la macchina statale
Dunque la caduta di quegli elementi di coercizione dello Stato la speranza comunista diceva estinzione dello Stato terzo punto della speranza comunista cos'era se non valorizzare le differenze
Che ognuno di posta venire conosciuta l'unicità e la singolarità della propria vita
Critica del lavoro sotto padrone
Estinzione o rattrappimento dello Stato valorizzazione delle differenze bene se queste era hanno il punti di speranza del comunismo le società europee degli anni ottanta e novanta sarcasticamente e paradossalmente si potrebbero dire che conosco in una sorta di comunismo del capitale
Laddove è l'ordine capitalistico delle merci e del lavoro salariato che organizza e dà una sua versione feroce a questi stesse istanze di libertà e di autorealizzazione
Certo critica del lavoro sotto padrone ma come disoccupazione di massima irreversibile e strutturale come emarginazione
Certo
Criticare rattrappimento ed estinzione degli Stati ma come moltiplicazione degli Stati a base etnica di microstati di Stati nel cortile
Certo valorizzazione delle differenze ma valorizzazione di differente tenute per sostanziali dove nella differenza passa non quella sfumatura che rende unica ogni vita è degna di valore ma passa di nuovo le tre miglia il sangue il suolo e questa parodistica versione
Delle istanze comuniste che potremmo chiamare il comunismo del capitale ed è dentro questo atroce comunismo del capitale che prende Corpo il nuovo fascismo europeo esso spesso sta nella zona grigia fra lavoro e non lavoro esso spesso propone un intero sistema di labili ma sopra fattorie differenze esso stesso asseconda la moltiplicazione cancerosa della forma stato io credo che debba e con questo concludo davvero credo che sbaglia chi è che pensa che in Italia
Le forze della seconda Repubblica siano o fasciste no queste cose non sono fasciste queste forze gestiscono da destra la crisi della rappresentanza politica
Cioè la crisi della rappresentanza politica
Gli uomini e donne non vogliono più né potranno mai più avere dei bacia bambini a cui delegare la loro figura pubblica e nelle noi gestiamo da destra questa crisi come diminuzione della democrazia tout-court come rattrappimento dalla partecipazione politica questo fanno gestiscono da destra la crisi da rappresentanza politica non sono fascisti e però lasciano lo spazio vuoto all'interno del quale può sì generarsi il fascicolo e la sua forma effettivamente terribile
Un fratello gemello che ci rimanda una un'immagine deformate amarissima rigiocare ho potuto fare di più
Ma dunque la la prima cosa che viene che mi mi viene
Spontaneo osservare
E che noi sempre più spesso siamo costretti ad utilizzare parole e concetti dei quali l'inadeguatezza è evidente e di usiamo anche un po'consapevoli dell'inadeguatezza dei concetti che stiamo che stiamo utilizzando il concetto di fascismo il concetto di nazismo sono certamente in prima fila tra questi concetti che usiamo perché non ne abbiamo di
Di più adeguati
Ecco che cosa sta succedendo allora cioè per quale ragione noi nel corso di questi anni novanta abbiamo spesso la sensazione di assistere a una specie di riedizione nervosa
A rapida di una spoglia terribile
Che abbiamo conosciuto che che che che il che si è svolta sotto sotto gli occhi delle generazioni che ci hanno preceduto nella prima parte del nostro secolo perché abbiamo abbiamo questa sensazione
Ecco io ho l'impressione che il passaggio del quale noi siamo ormai entrati è un passaggio con il quale noi non faremo i conti non faremo compiutamente i conti cioè un passaggio che noi non capiremmo non comprenderemo nella sua sostanza profonda e che non sapremo dunque interpretare consapevolmente
E in maniera adeguata fino a quando non sapremmo liberarci di alcuni dei degli automatismi culturali degli automatismi pratici comportamentali che sono propri della modernità che sono propri del Novecento
Ecco non non non non si tratta di a ragionare in termini di secoli di millenni si tratta di ragionare
Secondo
Un ci si tratta di riuscire a vedere un un passaggio una trasformazione che non è più nell'ordine dei regimi politici che non è più nell'ordine delle modalità del governo politico ma che in un certo senso dell'ordine dei paradigmi culturali più profondi
Dei padri paradigmi che che strutturano che modella lo che costituiscono il rapporti e piste Himiko antropologico percettivo psichico dell'uomo dell'uomo organizzato collettivamente con il mondo della produzione con l'ambiente e così via è qua è qua
Che la frattura si va determinando e qua che lo spostamento si va determinando e per gran parte questo spostamento questa frattura era stata concettualizzare atta a suo modo
Dal marxismo quando il marxismo si poneva come come riflessione sulla sulla estinzione del lavoro e particolarmente direi sull'estinzione del lavoro industriale ma quel problema quella concettualizzazione è stata assai a tal punto sovraccaricato
Di forme politiche come quelle che il socialismo che la tradizione socialista del Novecento a sovrapposto al alla alla intuizione marxista che non siamo più in grado di riprendere in mano la questione da quel punto di vista e che siamo quindi alle prese con
Vietti fenomeni con le forme e caduche anzi cadute ormai di una politica anzi della politica che non ha più nulla che non ha più nulla da darci che non è più in grado di risolvere alcun problema ecco allora che a me interessa vedere
Il quello che noi chiamiamo neo nazismo quello che noi chiamiamo fascismo che noi chiamiamo così per l'inadeguatezza della nostra comprensione della nostra capacità di di di definizione mi interessa vederli come il segno di una malattia o forse come il segno di molte malattie
Una malattia che dipende proprio da questa specie di a simmetria di differenza dei formati per cui il mondo delle relazioni comunicative delle possibilità tecnologiche delle possibilità produttive
A caratteristiche paradigmatica mente nuove costitutivamente nuove e la nostra capacità linguistiche interpretativa politica pratica è invece legata agli automatismi che la storia del Novecento ci ha consegnato eccola l'origine ecco il il il il il luogo in cui la malattia la malattia si determina il
Riemergere difforme
Di di di nazismo di fascismo per gran parte mi sembra la forma estrema la forma più evidente e più più più disperata di questa malattia ma non è una malattia che appartenga unicamente a coloro che si definiscono come fascisti o come nazisti o la malattia che va ritrovata in questo senso l'interpretazione che che che troviamo ad esempio nell'articolo messaggio pubblicato sul luogo comune coglie un punto esatto il fascismo e di mio nazismo è un poco come la controfigura
Come la parte dipinta in nero di in una e di una di una forma globale della malattia contemporanea e che cos'è questa malattia
Io credo che sia una malattia dell'affettività e che sia una malattia della cognizione in senso proprio
Una malattia della coalizione ad esempio è quella che porta i nostri strumenti di interpretazione o di azione politica
Ad essere sempre più inadeguati di fronte ad un nel sistema della comunicazione un sistema della emissione di segnali di fronte ai quali noi siamo sempre di più inadeguati ad interpretare inadeguati dunque
A decidere
C'è uno scrittore americano che in un libro sulla ansietà da insigni informazione da informazione
Dice che un uomo del del mille cinquecento riceveva nel corso della sua intera esistenza tante informazioni quanto un uomo del mille novecento uomo dei nostri giorni riceve probabilmente in una settimana leggendo il New York Times ecco questo questa considerazione banale
Mi mi sembra però parte che insomma valga la pena di di di di di essere un po'così presa e e ed interrogata qual è il problema il problema è che gli individuo e della tarda modernità del tardo Novecento posto di fronte al sovraccarico informativo da sovraccarico di comunicativo
Si trova sempre più inadeguato ed incapace di distinguere ha distinto incapaci di distinguere tra ciò che è rilevante nell'universo
Dei segni che lo circonda e ciò che in fondo costituisce semplicemente un elemento irrilevante di sfondo ecco questa è uno questo è uno degli elementi della della malattia cognitiva del disturbo cognitivo che ci colpisce un disturbo cognitivo che si manifesta per esempio come inadeguatezza
Della decisione come impossibilità di operare secondo il modello classico che da Machiavelli all'ENI il definisce l'operare politico l'operare politico diviene inadeguato
Perché diviene sempre più difficile probabilmente impossibile distinguere ciò che è rilevante da ciò che invece come dire il il rumore di fondo
Ma accanto a questa accanto a questa malattia cognitiva mi pare che una malattia dell'affettività si vada delineando sempre più forte è sempre più urgente e probabilmente con una con una con una urgenza che ci che ci viene se assai vicino e che è un'urgenza che a mio avviso DAU rigide ai fenomeni patologici che si manifestano che si definiscono come neo nazismo la malattia dell'affettività
La malattia per esempio di una di un perdite di un senso di Spies inventivi di spaesamento di un senso di perdita del rapporto con il territorio del rapporto con l'identità una malattia che trae origine
Da quella che possiamo chiamare dei territori a Rizzo Azzone perdita del rapporto col territorio perdita del rapporto con ciò con ciò che per Fini che che permette di definire la propria identità rispetto ad elementi riconoscibili ma l'origine della malattia in realtà non sta tanto della perdita di identità quanto nel bisogno identità e anche questo bisogno di identità è una delle eredità che noi ci portiamo dietro dall'esperienza moderna dall'esperienza della politica moderna dall'esperienza della cultura moderna ecco dunque malattia cognitiva impossibilità della decisione malattia affettiva
Impossibilità di riconoscersi in forme e nelle forme dell'identità ecco questi mi pare che siano i segnali
Che si manifestano attraverso il riemergere dell'aggressività nazista ma che ci rimandano se vogliamo comprendere se vogliamo interpretarli se vogliamo in un certo senso risolverli
Se vogliamo saper fare questo dobbiamo saperli leggere
Non per quello che ci dicono no alla loro superficie ma quello per quello che portano nel nel loro profondo e quello che portano le loro profonda una crescente inadeguatezza
Delle categorie antropologiche dei paradigmi i paradigmi per esempio dell'identità dell'identità come come come come identità sul per del territorio come identità professionale occorre identità maschile
Ho ecco e qui e qui la crisi e qui l'elemento diciamo di inadeguatezza di a simmetria
Fra il mondo che si trasforma e le modalità del della dell'interpretazione culturale che fatica invece a trasformarsi ecco per finire
Io voglio dire che di fronte ad una situazione di questo genere di fronte ad uno ad uno scatto di questo genere sempre più disperato sempre più vorrei dire quasi inutile mi pare lo sforzo di riuscire a ricondurre la follia
Che era follia del mio razzismo ma che è in realtà la foglia divagante nelle nelle forme di vita delle tarde la tarda modernità sempre più difficile sempre più impossibile mi pare la il tentativo di ricondurre queste forme all'interno delle forme della razionalità democratica
Il problema della democrazia
Del ventunesimo secolo non possiamo non può opporsi nei termini di una riconduzione della malattia all'interno delle categorie della razionalità
Della razionalità moderna è non è sulla malattia che dobbiamo agire e sulla razionalità
E quindi che dobbiamo essere capaci di compiere un'operazione di trasformazione di rimodellamento capace finalmente di accogliere e di curare ciò che si presenta come malattia so che per molti per esempio per Benedetto la la mia balzana idea di parlare di cura per i nazi è sembrata
Quantomeno in politica per alcuni addirittura provocatoria questa questa idea che certamente non era che una è una è una metafora
è parte in realtà da due considerazioni che io faccio prima di tutto non prendo neo nazismo alla lettera ma lo considero come una subcultura
In questo senso nel libro di Caldiero che peraltro io non ho letto ma che mi sembra ben illustrato dall'intervento di Benedetto Vecchi
Il libro di Calderón le quelle cose più interessanti mi paiono essere l'esperienza inglese e tedesca cioè il mio nazismo VAB testo soprattutto con una subcultura e che cos'è una subcultura
Una subcultura è una forma di coscienza simboliche culturale
Che non pretende di parlare d'altro che di se stessa
Una subcultura una forma di di di simboli d'azione del mondo che non pretende di essere valida per il mondo ma semplicemente per chi se ne fa portatore certo so benissimo che questa Kulsum cultura talvolta Sylar magrissima mente
Ma questo non fa parte della sub cultura questo fa parte della malattia e si tratta per l'appunto
Di curare non si tratta di curare la subcultura non si tratta di curare la simbologia si tratta di curare la sua il suo impazzimento la sua pretesa di invadere il territorio del linguaggio politico il il territorio del linguaggio
Di una comunicazione universale dunque questa è la mia prima considerazione che quando parliamo del neo nazismo prima di tutto della del del del fenomeno la distinta dobbiamo essere consapevoli del fatto che stiamo parlando di una subcultura e che prima di tutto si tratta di compiere lo scongiuro che va compiuto di fronte ad ogni sul cultura cioè riconoscere ironicamente il carattere non universali disabile di quel linguaggio che è il linguaggio della subcultura
Seconda considerazione che mi pare occorra fare
Ebbene se vogliamo essere capaci di evitare il disastro che incombe sulle nostre teste che non dipende certo da alcune centinaia o da alcune migliaia di cretini con la svastica se vogliamo esser capaci di evitare lo scatenamento dell'aggressività che ormai incombe
In città come Genova ma si se andiamo a guardare un poco più in là ci accorgiamo che incombe ormai che la maggioranza del pianeta se vogliamo esser capaci di far questo io credo che dobbiamo evitare come il peggiore dei mali
Quello della ricostituzione di un fronte quello della ricostituzione di una identità politica antifascista fare questo vorrebbe dire entrare definitivamente in un'epoca in cui la guerra fra le identità e guerra che riproduce
Questa volta in forma di farsa ma non perché si tratta di una farsa meno sanguinosa che riproduce lo spettacolo che abbiamo già visto
Ciak ciò che si tratta di fare invece riconoscere che il problema è il problema di una cura e il problema di di reintrodurre degli elementi di comprensione e di e di e di tenerezza in una in una situazione che non può essere più quella che la politica moderna pretendeva di poter affrontare cioè quella del Governo su tutto ma che deve essere quello dell'autogoverno delle comunità differenti dell'autogoverno delle singolarità
Dell'autogoverno in condizioni in cui il governo globale il governo politico il governo il governo
Di tutto è divenuto per l'appunto soltanto fonte di malattia in questo senso parlo di cura in un senso che impartire ogni più metaforico in un senso che è anche in parte di riconoscimento
Della della fine della pretesa del governo politico e dunque nel senso della ricerca di una possibilità nuova
Che probabilmente ci viene indicata da un signore francese
Che si chiama ti Arrigo Demme il quale nel racconto del prossimo secolo dice noi andiamo verso un mondo un pianeta nel quale ci saranno dodici miliardi
Di esseri umani i quali potranno entrare in contatto fra loro in tempo reale utilizzando dei piccoli strumenti di tecnologie di tecnologia comunicativa che permetteranno loro di comunicarsi
E di e di vedersi di parlarsi senza passare attraverso alcun cento e senza rispettare più alcuna disciplina ebbene questo
E quello che esattamente fanno i neuroni del cervello umano i neuroni che funzionano e si connettono in un cervello umano non passano attraverso alcun centro
Non rispettano alcuna disciplina non seguono alcun modello ma inventano continuamente
La parte la singolarità la comunità alla quale desiderano partecipare e vi partecipano senza pretendere che questa partecipazione debba funzionare come modello per nessun altro che per loro stessi
Ecco questa e l'ipotesi verso la quale io credo noi stiamo andando
La politica mo'della modernità la politica che pretende al governo sull'intero
è probabilmente l'ostacolo che ci impedisce di vedere questa possibilità ed è l'ostacolo che produce fra le altre cose anche quelle patologie che siamo ancora costretti a chiamare il fascismo