Critica e militanti

Buongiorno da radio radicale qui e Matteo Marchesini per la rubrica critica militanti Emilio Gentile grande storico del fascismo in queste settimane in questi mesi viene spesso interpellato per capire cosa sta succedendo nell'Italia di oggi quanto certi movimenti possano essere paragonati ai movimenti
Della prima metà del Novecento che hanno creato morte distruzione in Europa
E che sono nati triste primato da un'esperienza pionieristica italiana quella post bellica dopo la dopo la prima guerra mondiale quella mussoliniana
Però oggi volevo leggere una pagina invece da un libro uscito poco tempo fa sempre di Emilio Gentile ma che si riferisce al periodo immediatamente precedente a quella che è stata definita da alcuni la grande unica guerra europea dei trent'anni dal mille novecentoquindici al mille novecentoquarantacinque
Questo libro uscito da Garzanti si intitola scenda il declino dell'Europa nel mondo mille ottocentonovantotto mille novecentodiciotto
Con grande chiarezza espositiva come in un ottimo e raffinato manuale Emilio Gentile
Affronta i temi dell'imperialismo del colonialismo del diplomazie tra le potenze europee della politica internazionale su scala ormai globale
Ma la pagina che vorrei leggere è la pagina che in modo impressionante riassume la sorpresa che fu l'inizio del massacro della Grande Guerra quel massacro che fino all'ultimo sembrava a molti improbabile Nicola Chiaromonte addirittura da quella data ha fatto discendere la crisi nella credenza del progresso in Europa non solo ma anche in qualche modo quello che lui ha chiamato il tempo della malafede cioè l'impossibilità più di trovare una credenza condivida anche quando poi si sono ricostituiti gli Stati liberali o costituite le democrazie nella seconda metà del ventesimo secolo scrive tra le pagine trecentotrenta trecentotrentuno di questo libro Emilio Gentile che i funerali dell'arciduca l'incidente che poi scappino o meglio dal quale partirono le reazioni a catena che scatenano la prima guerra mondiale
L'incidente della dell'assassinio dell'arciduca i funerali dell'arciduca si svolsero senza particolare solennità l'assassinio di Francesco Ferdinando
Non fu considerato un evento di tale gravità da scatenare un conflitto armato tra le potenze europee negli anni precedenti erano stati assassinati la moglie dell'imperatore Francesco Giuseppe
Il sovrano del Regno d'Italia anche il Presidente degli Stati Uniti me chili senza che ciò fosse occasione o causa di guerra pertanto nelle settimane successive
La stampa e l'opinione pubblica europea trattarono poca attenzione alle possibili conseguenze dell'attentato
Solo pochi pacifisti gridarono al pericolo di una guerra fra le maggiori potenze del continente
Un mese dopo l'assassinio dell'arciduca il ventitré luglio Lloyd George dichiarò che le relazioni tra la Germania e la Gran Bretagna erano migliorate perché i due grandi imperi cominciano a rendersi conto che possono cooperare per fini comuni
E che avete volto lo sguardo intorno al pianeta in quel periodo non avrebbe visto nei continenti dove dominava l'Europa imperiale gravi situazioni di rivalità fra le grandi potenze tali da far temere addirittura lo scatenamento di una guerra mondiale
Che invece cominciò di lì
A pochi giorni la nostra situazione viene spesso paragonata a quella della fine della Belle Époque con la differenza che noi
Ne sentiamo tutti tutti i segnali
Oggi è il venticinque aprile in cui si ricorda invece la fine di quella spaventosa guerra dei trent'anni e la liberazione d Italia l'altro Tap volevo affrontare ascolti sia quello di Emilio Gentile è un tetto di Geno Pampaloni da fedele alle amicizie un libro di memorie uscito sempre da Garzanti a inizio degli anni Novanta
In cui tra le altre cose questo critico intellettuale saggista del Novecento italiano
Di attrazione liberalsocialista ricorda anche la sua esperienza nella reti tenta in quei partigiani badogliani che come dice poi badogliani non erano per nulla erano
Provenivano dalle parti più diverte si erano ritrovati a proseguire più dignitosa possibile la loro esperienza nel nell'esercito italiano e si ritrovò Pampaloni in questa stranissima sedicesima compagnia che quanto agli articoli democratico era piena di Emiliani di Romagnoli
E a un certo punto
Per l'UDC toglierla e occorre sciogliere i viene mandato a parlare con il generale quello che Pampaloni chiama il tenentino di colore di Intini quello che Pampaloni chiama
Pedron comunista bolognese anche lui che aveva passato
Il tribunale speciale e confino
Fece un discorso alla buona con quella cadenza bolognese così Domestica dice Pampaloni che sembra abbia conservato qualcosa dell'odore di cucina ma chi lo ascoltò e c'era mezzo comando generale è difficile che se lo scordi
Dopo avere forte le ragioni pratiche per le quali secondo lui era inutile o almeno non indispensabile lo smembramento della compagnia
Perché signor generale vede disse noi non siamo qui per amore della patria noi non abbiamo la fatica così si chiama il capitolo di Pampaloni noi non abbiamo una patria
E notiamo quindi eppure per paura dei carabinieri non abbiamo più paura dei carabinieri perché il capo ormai sappiamo quale la tariffa
Pochi mesi fa ritorno al campo di concentramento
Stiamo insieme da tanti anni abbiamo avuto la stessa sorte ci siamo riconosciuti tutti dalla stessa parte della barricata lei dirà che questi non sono ragionamenti militari ma oggi che cosa importa dei ragionamenti militari
La guerra dei ragionamenti militari è stata perduta siamo rimasti noi con l'affetto la consolazione
Negli Stati Uniti
Il discorso continue Pampaloni chiude il capitolo scrivendo
Un piccolo pronunciamento un episodio di contrattazione ante litteram si svolse in termini così civili e così radicati nella realtà che la sconfitta del generale non provocò entusiasmi boria demagogiche esultanza
Peraltro gli italiani hanno resistito al dopoguerra e lo hanno vinto soprattutto in virtù delle mode le certezze del concreto scetticismo di cui dettero prova Pedro i suoi compagni era un'Italia migliore o dei conflitti che contavano sul sentimento della serietà della vita
Petrucci abbastanza presto dal pc anche se rimane fedele alle sue idee i compagni lo chiamavano con definizione Celebre un cretino sentimentale
Io appartenevo per tradizione ed educazione alla categoria di coloro che amano la patria ero andato per questo dalla tranquilla Sardegna nel Corpo italiano di liberazione
Ma capì subito che tra il non amare la patria di Pedro al mio Marla non c'era grande differenza il suo era soltanto un'altra specie di amore buona liberazione a tutti
E a risentirci venerdì prossimo