Critica e militanti

Buongiorno da critica militanti uno degli autori che di recente più hanno occupato l'interesse della critica italiana e Francesco Pecoraro Pecoraro è nato nel mille novecentoquarantacinque
Esordito tardi negli anni zero come autore di racconti seguiti nello scorso decennio dei romanzi la vita in tempo di pace e lo stradone oggi Ponte alle Grazie da cui sono usciti quei romanzi riunisce i suoi racconti sotto il titolo di camere e stanze
è un caso curioso quello di Pecoraro così come curiosa è la sua ricezione il suo stile la sua fantasia sono verrebbe da dire medico di quella medietà che sembra fatta per lo sviluppo di un romanzo tradizionale i suoi romanzi
In effetti in parte lo sono però vogliono funzionare anche da assaggi anzi vogliono porsi come delle evidenti macro metafore delle vaste interpretazioni della civiltà il fatto
Però è che queste interpretazioni attingono un po'troppo un immaginario occorrente per innervare in modo originale la
Narrazione ci guadagnano invece quando sono chiuse in uno spazio meno dilatato nel racconto anche se in questo modo mostrano un limite sul piano della condensazione ecco il punto siamo davanti
Procuratore che per prendere a prestito le situazioni della sua raccolte un buon pittore di marine di paesaggi e di ritratti tratteggiati con mano abile su un fondo di conosciuta tradizione e di comune sentire insomma su una tela limitata questo pittore appare spontaneamente portato a realizzare affreschi più ampi sembra aver bisogno di più spazio dato che la sua pennellata e più lunga che intensa ma se lo si chiude in un capannone troppo grande imponendogli magari di fare una performances contemporanea andrà un po'in lutto come capita a uno dei suoi personaggi ed è proprio questa capacità che invece curiosamente gli riconosce la critica ma non è difficile capire perché gli studiosi di letteratura più in vista della generazione successiva quella di Pecoraro hanno infatti spesso un'idea libresco a della storia ideologico politica Pecoraro
Conferma loro una presunta verità che hanno già assorbito formalisticamente ma autenticata da uno che la sa ambientare che sa restituire i costumi le abitudini di chi c'era
In un'epoca volte mitizzata dai letterati più giovani lo fa appunto con notevole e tradizionale mestiere narrativo ma l'idea che dia un quadro originale nel passato prossimo del presente invece un equivoco
In cui solo chi ha poco fiuto per la politica e la storia concrete può cadere ciò che invece interessa il sentimento estremo con cui Pecoraro vide la sua medietà ideologiche si intende merita non solo in senso stilistico e politico a questo livello
Pecoraro de mistifica ma anche rivendica un dignitoso perbenismo ma come generale visione del mondo e della Giunta per decenni si sa la Storia maiuscola
L'ormai indecifrabile ha lasciato il posto alla minacciosa naturali nei suoi libri Pecoraro ha reso con affabile precisione il topo stelle citate tornano foreste dell'entropia melmosa della civiltà
Dell'uomo schiacciato dall'infinitamente piccolo degli insetti dall'infinitamente grande delle galassie
Il Novecento è terminato ma non è nato un mondo nuovo col vecchio va alla deriva e se politicamente Pecoraro vede questa deriva
Con una certa genericità e concretissimo al contrario nel rendere il suo stralcio davanti agli oggetti allora affastellarsi ormai incoerente
E al tramonto di quell'homo Faber per cui a un vero e proprio culto tutti i personaggi di Pecoraro sono in fondo come lui architetti anche i bambini anche l'avvocato napoletano del racconto farsi un Rolex che prima di essere fermato da un guappo
Riflette con puntiglio sui Basoli della pavimentazione cittadina
Tutti soffrono davanti al degrado quei dettagli ripugnanti che loro occhio vede ovunque forfora e sudori escrementi tutti sono sospesi tra le tenga o che fa reagire all'impotenza con un atto di violenza improvvisa
E la sublimazione del caos della brutalità in un'altra violenza per la violenza calma dell'ordine della geometria dell'eleganza impeccabile della platonica purezza delle forme
Entrambe le soluzioni che hanno origine nella figura di un padre maiuscolo rappresentante della borghesia romana del boom vengono adottate caso per caso dai personaggi controfigure dell'autore ma la violenza in genere trionfano i racconti di Pecoraro si sente sempre un po'di respiro grosso di qualcuno che sta per esplodere a volte un ragazzino che sferra un pugno gratuito un demente a volte un pittore che ha perso il contatto col mondo a volte un manager che rovescia letteralmente il tavolo per poi ritirarsi sul mare mito positivo e rovescio dell'Urbe purulenta ma altrettanto spesso ci troviamo davanti a una scelta contemplativa all'evasione dal mondo
In una vita da scesi artigianale che ha in genere anche fare col piacere fisico quasi con l'ipnosi della pittura un altro manager dopo aver visto la foto di un maori si fa tatuare come Luigi Pisogne accetta l'emarginazione della sua azienda senza reagire solo forse parla un po'troppo togliendo efficacia la storia quando si mette a spiegare un collega la sua filosofia della decorazione ecco le riflessioni esplicita reggono meglio dove i racconti si pongono apertamente come Confessioni come nell'operetta morale vera e propria intitolata
Mi suicido per via dei miliardi di anni mi suicido perché non tollerano la contraddizione tra la matematica il catarro
Le affermazioni cita in una delle sue tante anfore senza scampo cioè appunto non tollera la compresenza del caos
E dell'idea di purezza lineare e funzionale ed estetica che non riesce a estirpare da sé ma il pezzo più rappresentativo riguarda la dialettica alla dialettica tra ordine violenza
Quello intitolato tecnica mista verrebbe da dire ironicamente che il racconto più autobiografico di Pecoraro un pittore terrorista italo anglo libanese scrive per un professore italiano d'arte un memoriale in cui racconta la sua vita al piacere primigenio
Per il gesto della pittura pura espressionista astratta l'impossibilità di essere un artista l'avanguardia e la crisi e infine la fascinazione per il vuoto i colori puri della moschea
Per le certezze granitiche che vi respira il suo problema di fondo come essere un artista contemporaneo
Lo risolve diventando appunto un terrorista e facendo una strage in Israele mentre firma la strage col sangue vede nei corpi distrutti un'opera totale
Nulla di nuovo e di troppo originale come si vede ma un buon manufatto letterario il motivo pittorico a quello della violenza si trovano riuniti
In altre dosi anche nel primo racconto quello eponimo che è crediamo il pezzo migliore camere stanze esaurisce infatti con plastica evidenza al tema
Forse principale di Pecoraro quello della profanazione il protagonista Silver professore di sociologia dello spazio per ironia vede il suo spazio
Più sacro la casacca sulla arredata con gusto novecentesco attraverso cui si difende dal caos di fuori violato
Fin negli anfratti più intimi da un'orda di giovani senza memoria che gli sottraggono anche quello che per lui è quasi un altare domestico un idolatrato dipinto di altro il cavallo di Troia la festa di compleanno per i suoi cinquant'anni che lo convince a organizzare la compagna Clara una studentessa
Che lo affascina proprio perché fa parte di quell'orda immemore e perché la rappresenta con una sfacciataggine torbida sensuale con una grazia incurante e genetica descritta di nuovo
Contermini architettonici Clara a un linguaggio volubile senza nessi e durante la festa è come se quel linguaggio prendesse corpo negli atti illogicità degli sconosciuti che si trascina dietro invasori tribali senza gusto
Che ormai appartenenti al mondo in cui i jeans sono preconsuntivo artificialmente in cui nessun oggetto ha un valore stratificato della storia qui
Il sociologo diventa come spesso Pecoraro etologo e biologo sente nell'aria gli ormoni sperimenta la forza belluina di quegli animali giovani che soffra perché sopra fanno suo corpo corpo di vecchio gorilla
Che lo picchiano l'umiliano costringendolo a pregarli e contava giorno tra l'altro i pochi attempati colleghi che diventano a loro volta parte gregario del branco
Ecco di fronte a questo racconto realistico racconti onirici e distopia appaiono un po'sbiaditi e molto meno inquietanti ma in tutti il sentimento dell'esistenza
è lo stesso a quello di un uomo che si sente tagliato fuori dai giochi circondato da estranei che s'intendono contro di lui
Un uomo assediato da una realtà oscure informe di cui non è più l'erede padrone in borghese ma la vittima smemorata e forse malata il dunque violenta
E qui sta la verità crediamo più vera di camere stanze anzi dell'intera opera di Pecoraro almeno per come la conosciamo fino ci
A risentirci venerdì prossimo