Rassegna delle riviste di politica e storia

Ecco c'è anche questa settimana questo appuntamento della programmazione di Radio radicale in cui parliamo di storia oggi la fu lo faremo esclusivamente attraverso alcune segnalazioni dalle riviste torniamo utilizzare sotto il vulcano di Marino Sinibaldi l'ultimo numero che si chiama sopravvissuti che ha già abbiamo ampiamente utilizzato nelle scorse puntate
Oggi prenderemo spunto è come sempre non faremo giustizia dei contenuti che ci raccomandiamo sempre di andare a leggere integralmente
E nelle riviste ma appunto un un ragionamento che prende avvio da uno di questi articoli che cercheremo anche in questa puntata in qualche modo di sviluppare che useremo per collegare in qualche modo le segnalazioni Anatomia di un termine partiamo da questo articolo oggi di Daniele Giglioli
In cui si parla appunto della parola sopravvivenza che è una parola che fa da ombrello spiega l'Autore
Ha una vasta gamma di concetti sopravvivenza che parola ambigua ambivalente onnicomprensiva capaci di declinarsi in qualunque contesto situazione per questo autodistruttiva
E come se il suo prefisso lato tasse di un eccesso ingestibile
Nulla di simile ai dilemmi affini come soprannaturale soprattutto sopra attento sopra vitto sovrabbondante sovrano al suo fondo giace piuttosto una carenza ciò che designa sarebbe sempre stato meglio evitarlo se possibile un incidente uno no fragile una grave malattia
E non è detto che ciò che verrà dopo sarà molto meglio è sopravvissuto ma non è più lo stesso era l'unico sopravvissuto ha portato questo peso per anni poi non ce l'ha fatta e si è ucciso
Sopravvivono vedo ove orfani e talvolta caso tremendo anche genitori sopravvivono antiche tradizioni bene ma non per tutti e tutte vecchie superstizioni pregiudizi idioti male no istituzioni obsolete enti inutili abitudini dannose rancori diffidenze o di inveterata i l'amore in tutti i sensi no quello non sopravvive vide
Quando e finché c'è scrive l'autore questo dunque il paradosso spiegherà Giglioli sopravvivere è meno di vivere
L'eccedenza è un'eccedenza negativa dunque questo reddito questa pensione bastano appena la sopravvivenza in quel canile le povere bestie ricevono appena il necessario per la sopravvivenza capita lo stesso molti umani nei campi profughi nelle baraccopoli sui barconi nei campi di pomodori tant'è vero che si parla spesso
Di una vita mai di una sopravvivenza dignitosa anche per chi ne sia del tutto incolpevole a non voler considerare la zona grigia angosciosamente perlustrato da Primo levi
La connivenza alla complicità
Al limite anche il ruolo di o estivo su cui si basano metà delle serie e dei figli oli prodiani insomma spiega in questi termini
L'autore chi sopravvive è stato lasciato invita o ha fatto cose disdicevoli ciò che gli resta per vivere di serie B spesso vergogna insomma questo è il ragionamento che sviluppa come descrivere spiega più avanti meglio la sopravvivenza pur ammettendo
Ognuno che sia peggiore della morte che poi anche lì caso per caso se sia meglio o peggio sopravvivere da traditore mandando compagni amici a morte e almeno in astratto cosa
Da gran tempo giudicata accerto bisognerebbe trovarci sì per esempio sotto tortura ma c'è avvolte nelle sopravvivenze un disonore che spinge anche su quelle quindi Winter Ruggeri me frutto di caso o abilità non è una debole sempre insomma sopravvivere
Che la sopravvivenza scrive ancora più avanti la si speri condotte e messa a rischio è però comprensibile che la si desideri siccome merita scopo coronamento invece poco
Verosimile e poi spiega anche altri esempi
Non a caso gli antichi parlavano di una buona vita mai di una buona sopravvivenza che qui esempi per spiegare questo ragionamento una vita che disprezza la sopravvivenza
Non è una vita respirabile Chissano di mente non siano quelle ebbe comunque di sopravvivere a una malattia una guerra a un incidente
Poi a un'altra riflessione interessante la formula della sopravvivenza del più adatto malauguratamente uscita dalla teoria darwiniana con gran dispetto dello stesso da Rui
Per diventare dottrina sociale
è stata in voga mai è stata così in voga come ai tempi nostri tutte le soluzioni giuste o sbagliate che il ventesimo secolo aveva sperimentato per contrastarla sono miseramente crollate connessa
La lezione che la sopravvivenza del più adatto e spesso la sopravvivenza del più infame di chi beve meno impacciato dagli scrupoli de chi è nato nel privilegio da chi si presta alle bassezze del mondo ai ricatti alle ingiustizie
Fatte ad altri anche a se stesso facendo spallucce o tormentate così con un'anima bella cambia poco che cosa ci puoi fare insomma
Una ragionamento sulla categoria della sopravvivenza che è una delle categorie
Presenti nella storia anche dei termini appunto
Che riguardano questi paradossi questi interrogativi profondi che questo autore
Segnala che poi parla di neoliberismo una delle categorie che si usa molto in questo periodo ma noi appunto lo facciamo
Giustizia di questo articolo che poi si sposta su altre questioni vi leggiamo solo la conclusione la critica è il sale non della democrazia ma proprio della vita della Buona vita in conclusione con l'avvertenza di non farsi ricattare anche da chi deve Loca da chi replica
E tu cosa propone invece o auspica una critica si ma costruttiva la critica comunque
Importante dice l'autore con antagonisti dialettici così non sarà una passeggiata ma non tutto è perduto nessun'etologo della condizione umana a umane ancora dimostrato che anche la buona vita come la sopravvivenza è un istinto pazienza non c'è la storia ha fornito ce ne esempi innumerevoli ma per non chiudere intorno così roboante pensiamo a un supremo artista della cultura popolare Toto sempre per lui il problema era quello della sopravvivenza
Ma mai in un in ogni sua minima espressione mancava quel tratto di dignità dignità aristocraticamente distante dai tromboni dei prepotenti dai caporali ripartire da lì sarebbe già qualcosa anzi morto penso che abbiamo utilizzato qualche passaggio di questo ragionamento sul termine sopravvivenza di Daniele Giglioli che trovate sull'ultimo numero della rivista Sotto il vulcano di Marino Sinibaldi per entrare anche oggi nel tema che uno dei temi
Che
Diciamo
Percorre
La storia le analisi degli storici cioè il tema
Della sopravvivenza è un una delle questioni che animano in fondo i comportamenti umani pur sempre il punto con le contraddizioni i paradossi e questo autore sia
Segnalato andiamo avanti il collegamento non sarà semplice vi segnaliamo proposta radicale del numero l'ultimo numero che abbiamo davanti è il numero undici dodici aprile maggio due mila e ventitré e il direttore Walter Vecelio ritorna ampiamente questo numero sulla vicenda di via Rasella che radio radicale abbiamo ampiamente trattato è meritoriamente ripubblica molti dei documenti degli interventi che fanno parte di una pubblicazione di qualche anno fa via Rasella una inutile strage punto di domanda via Rasella le fosse Ardeatine e in apertura Vecelio
Propone un testo che e il testo compariva appunto in apertura di questo volume
Ebbene leggiamo un passaggio questo libro nasce per merito di Marco Pannella e di Norberto Bobbio occorre fare un salto nel tempo i giorni che vanno dal ventinove marzo al due aprile
Mille novecento settantanove in quei cinque giorni a Roma luogo il ventunesimo congresso del Partito Radicale
Congresso straordinario indetto in vista di quella scadenza elettorale del dieci giugno che avrebbe visto l'elettorato italiano votare per la prima volta oltre che per il Parlamento nazionale anche per quello europeo
Deliberatamente il congresso radicale fissato in concomitanza con quello del Partito Comunista Italiano il quindicesimo congresso
Radicale al luogo l'università quello del PC all'Eur Marco Pannella chiarisce subito quale sarebbe stata la strategia elettorale
I radicali avrebbero fatto appello alle nuove sinistre presenti in quel periodo nel nostro Paese
E a settori delle vecchie messi in mora ed emarginati dal compromesso storico del Partito Comunista Italiano e dal dialogo allacciato con la DC
L'invito esplicito e di approfittare del passaggio offerto da quello che viene definito l'omnibus
Radicali nessuna condizione o preclusioni partito radicale avrebbe accolto nelle sue liste chiunque in grado di offrire al Paese al Parlamento
Solide garanzia alternativi sterno adeguata rappresentatività
Dell'universo di quanti erano stati fino a quel momento esclusi
Da Lotta continua tengono più balzelli Marco Boato Mimmo Pinto dal pc Alessandro Tessari
Dal PSI a Aldo Ajello Franco Roccella
Con loro Leonardo Sciascia Maria Antonietta ma ciò che tanti altri ricorda Vecellio Pannella
Prende la parola il trentuno marzo un lungo intervento nel quale illustra le ragioni di quelle scelte quelle dell'immediato ma anche quelle storiche ma c'è anche altro molto alto in particolare
Si riprende uno degli argomenti da tempo messi nel mirino dell'Hapoel Polemica radicale con la sinistra italiana e in particolare con il Partito Comunista Italiano il tema dell'attentato a via Rasella a Roma
La famosa azione partigiana posta in essere dei membri dei Campa il ventitré marzo del mille novecentoquarantaquattro il Piano occupazione nazista il successivo sanguinoso ma massacro perpetrato dai tedeschi con l'eccidio
Alle Fosse Ardeatine spiega più avanti
Decennio a Pannella preme indagare sollevare lì connessioni con il terrorismo contemporaneo contemporaneo al mille novecentosettantanove questo il tema invece glielo spiega
Con molta chiarezza e naturalmente
Trovate ampia argomentazioni documentazione in questo numero di proposta radicale
Poco meno di un anno prima infatti sul paese si era abbattuta la lascia la lacerante vicenda Moro il sequestro e l'uccisione degli uomini della scorta cinquantacinque
Terribili giorni del sequestro poi anche Moro ucciso il corpo fatto trovare via Caetani tra la sede della DC a Piazza del Gesù quella del PC a via delle Botteghe Oscure il PC in quei cinquantacinque giorni anche dopo si attesta come puntello del partito della fermezza ma sarebbe più esatto dire partito dell'immobilismo spiega Vercelli radicali con i socialisti e pochi altri
Mobilitati per cercare di salvare la vita dell'iter democristiano allora
Scoppia la polemica tra le forze politiche e culturali circa la responsabilità
E e c'è chi parla esplicitamente di connivenze nella nascita e nel dilagare del fenomeno terroristico
In tanti individuano nella lontana tradizione di certa cultura rivoluzionaria oltre che in quella di certo cattolicesimo il brodo di coltura lo scheletro nascosto
Negli armadi della sinistra il PC in particolare Rossana Rossanda che parla di album di famiglia si potrebbe dire la albero da cui rami discende anche la violenza dei relativi Kurt dei Renato Curcio degli Alberti Franceschini di Mario Moretti in generale
Delle Brigate Rosse la famosa immagine allegoria che si trova nei libri di Franceschini
E questo è il punto
Di partenza di questo di questa discussione di questo dibattito che si apre appunto del mille novecentosettantanove e meritoriamente e Vercelli con questo numero di proposta radicale
Offre al lettore tutti o o ampia parte di questi contenuti degli interventi che ci furono in questo dibattito che nacque dalle parole di Marco Pannella
Riassunte rapidamente in queste poche righe Pannella
Aveva detto tra l'altro se il terrorismo va denunciato il colpito insieme al terrorismo di oggi si deve denunciare come corresponsabile politica l'intera storia della violenza di sinistra questi di toni questa la lettura di Marco Pannella che Vecellio
Ripropone fa capire quale era il contesto nel quale avvennero queste queste dichiarazioni nelle quali ci furono queste dichiarazioni leader radicale appunto in quel momento congressuale in quel contesto
Politico così come descritto in questa introduzione
E ci sono appunto gli interventi tra gli altri trovate quelli di Gianni Baget Bozzo Angiolo Bandinelli Norberto Bocchi Bobbio
Giorgio Bocca Oreste del Buono Galli della Loggia Guiducci Luigi Manconi Giampiero Mughini Gianni Oliva
Roberto Roversi insomma Veram
Ente molto molto interessante che ricchissimo come sempre il numero di proposta radicale che ritorna
Su quella lavoro di qualche anno fa una inutile strage da via Rasella le Fosse Ardeatine non vi vogliamo proporre solamente però alcuni passaggi di con personalità poco conosciuta ma che intervenne anche in quel caso stiamo parlando di un coperto al Fassio Grimaldi tra l'altro Vittorio Emiliani un paio d'anni fa Traction interessante ritratto
Di Grimaldi e lo trovate naturalmente
Attraverso la ricerca l'archivio on line e di radio radicale resistenza crollano infine le apologie rituali questo è il titolo dell'intervento di Ugo Vertov Fassio Grimaldi vi leggiamo qualche passaggio di questo suo editoriale di questa sua partecipazione a quella a quelle dibattito Grimaldi peraltro cito un passaggio di un testo di Cesare nel Paese
La casa in collina dovrebbe essere Cesarini pavese
Il punto che scriveva dice Grimaldi ripenso alla pagina laicamente religiosa di Cesare Pavese
Con la quale concludeva questo suo racconto scriveva Pavese ho visto i morti sconosciuti
I morti repubblichini sono questi che mi hanno svegliato se un ignoto un nemico diventa morendo una cosa simile
Se ci si arresta e sia paura a scavalcarlo vuol dire
Chi ha anche vinto il nemico qualcuno
Che dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo dare una voce questo sangue giustificare
Chi l'ha sparso guardare certi morti e umiliante
Non sono più faccende altrui non ci si sente capitati sul posto per caso si ha l'impressione che lo stesso destino chi ha messo a terra questi corpi tenga noialtri inchiodati a vederli a riempire il cemento gli occhi
Non è paura non è la solita viltà
Ci si sente umiliati perché si capisce si tocca con gli occhi che al posto del morto potremmo essere noi
Non ci sarebbe differenze se viviamo lo dobbiamo al cadavere imbrattato per questo ogni guerra è una guerra civile ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione
Tutti dovrebbero chiedersi e decaduti che ne facciamo perché sono morti questa citazione da un libro di Cesare Previti nel tra l'altro si è riparlato anche della vicenda
Politica di Cesare Pavese ultimamente
Che in qualche modo però non aggiunge molto queste riflessioni che sono davvero di interesse e profonde che Grimaldi ripropone di Cesare pavese appunto rispetto al tema delle delle apologie rituali
Tema molto importante nel racconto di quella storia da evitare per conoscere naturalmente la storia è quella che è stata e scrive appunto Grimaldi più avanti attenti visti e interventisti dopo un ragionamento delle questioni di via Rasella di cui venti abbiamo già detto c'erano dice Grimaldi nella resistenza agli attendisti e gli interventisti
Attendisti erano quelli che ritenevano di dover combattere il nazifascismo
Più moralmente che militarmente più con le informazioni al agli alleati che con l'opposizione materiale all'occupante più facendo propaganda che organizzando fatti darmene
Preoccupati prevalentemente di non far subire rappresaglie alle popolazioni in pratica ritenevano che non ci fosse cosa migliore che attende
Con l'arrivo degli alleati con il minor danno interventisti
Erano quelli che organizzavano invece colpi di mano punzecchiano l'esercito tedesco l'alleato repubblichino
Pulivano i collaborazionisti che indicavano il compagno ucciso applicavano la lezione appresa da Mazzini e da Carlo Rosselli non mollare rischiare scuotere le coscienze con l'esempio
Credere che i martiri non vuoi io no mai
Invano nessuna delle due parti aveva ragione in assoluto dice Grimaldi anche se io penso che qualora tutti in montagna come in città fossero stati ad attendere
Gli eventi a braccia conserte dell'appunto ciò che ci chiedevano peraltro i tedeschi spiega un chiarezza Grimaldi
Il Paese avrebbe pagato un minor pedaggio di sangue forse ma il miracolo della Resistenza non ci sarebbe stato con conseguenze che possiamo bene immaginare dice anche vero tuttavia che in questa in qualche circostanza quando il rischio era grosso non proporzionato valeva la pena di soprassedere ma non credo che sia il caso di via Rasella dice
Da tali impossessarmi l'impossibilità di stabilire una regola precisa a comportamenti che solo il calcolo ponderato poteva ogni volta suggerire la linea tra interveniste attendisti passava in mezzo
Alle formazioni al CLN azionisti socialisti e comunisti erano generalmente interventisti ma non dimentichiamo che proprio a Roma
Il gruppo dei Comunisti estremisti Stella Rossa accusava i comunisti ortodossi di esserlo troppo poco
La solo vi azione all'iniziativa di di via Rasella che Grimaldi
Si sente di formulare
è il fatto che
Dello status della città di Roma il fatto di Roma città aperta dice sarebbe valida se non fosse dimostrato che le forze tedesche e fasciste avevano fatto di Roma irrealtà una retrovia non passiva del fronte
Più avanti ancora Ugo Uberto al Fassio Grimaldi scrive necessario irrealtà un discorso più realistico sulla resistenza questo appunto lo scriveva alla fine degli anni settanta il dibattito suscitato dall'intervento di Marco Pannella di quel momento e fu importante anche da questo punto di vista agitare
Le acque smuovere appunto
Le conoscenze che intendevano ad attestarsi sulle apologie
Rituali e necessario dunque questo discorso occorre tirar fuori dall'armadio non solo i contrasti interni tra i partiti dalle formazioni contrasti con gli alleati talora i duri contrasti con le popolazioni anche
Ma anche le sue più brutte pagine le sue brutte pagine poi anche le sue quote illegittime ad esempio la Volante Rossa dice Grimaldi
Che sono quelle che ebbero come conseguenza l'isolamento morale in cui per qualche tempo la scaltrezza democristiana è riuscita a portare la resistenza proprio perché la resistenza è una delle non molte pagine
Positive della storia d'Italia l'immensa positività spiega Grimaldi sta nell'essere riuscita a ritagliare
Una larga fetta di coscienza antifascista di massa nel popolo del lungo consenso bisogna non aver paura di guardarci dentro ribellarsi alle stanche apologia
Rituali qualcosa si è fatto ma ancora poco e non a livello divulgativo questa la fotografia
Di Ugo Berto a Fazio
Grimaldi in questo dibattito punto sul via Rasella da via Rasella alle Fosse Ardeatine una inutile strage appunto di domanda proposta radicale l'ultimo numero che stato pubblicato quello di aprile maggio due mila e venti le trovate praticamente quasi tutti adesso non io non sono in grado di dire se sono tutti o una antologia
Di quegli interventi ma davvero questa pubblicazione ci riporta con completezza di documenti su quei momenti su quel dibattito di cui pure si è parlato andiamo avanti
Anche oggi il collegamento
Come avrete avuto modo se avete seguito amorevolmente fin dall'inizio questa trasmissione
Come avete avuto modo di osservare non è semplicissimo e il tema della sopravvivenza passa attraverso queste e questioni rende un paradosso in qualche modo ed è anche un una questione un assillo che può interessare le persone che si trovano gli individui che si trovano a prendere decisioni in contesti come quelli di cui abbiamo parlato
Parliamo a questo punto di una personalità in qualche modo
Per alcuni ancora controversa di cui Civo cupa formiche Formiche il numero centonovantadue che dedica tutto questo numero sostanzialmente a parte alcuni contenuti di appendice su cui torneremo magari nelle prossime puntate ma il numero eh dedicato a Giulio Andreotti Giulio Andreotti che moriva dieci anni fa e quindi il tempo adatto per cominciare a a lavorare dal punto di vista del degli storici su uno dei protagonisti senza dubbio della vicenda repubblicana l'antidivo dice formiche una memoria viva Lillo Andreotti
Nella presentazione si chiama Giulio Andreotti e minori l'esempio si scrive tra l'altro di una personalità come la sua che più di altri ha rappresentato una intera fase repubblicana un'intera fase della storia contemporanea italiana
Nel corso degli anni sia cumulata una vasta letteratura di luoghi comuni per cui Andreotti sarebbe stato un cinico uomo di potere immagine quasi trascendente di quella democrazia bloccata dominata da un solo partito
La democrazia cristiana che peraltro scrive formiche oggi a malapena una parte anziana Biella colazione a un ricordo nitido non era un vivo Andreotti dice dice Formica in questo testo di presentazione non firmato talché oggi
Si atteggia lo sperano di essere considerati i divi Andreotti era il contrario di un divo anche un uomo di potere
Nell'accezione oggi in voga era un grande lavoratore minuzioso uno scrittore raffinato gustosa ventinove Codice formiche un po'un professionista della politica un infaticabile tessitore di relazioni internazionali devoto fedele un marito un padre
Non solo ha meritato e merita grandi biografia lavoro naturalmente
In corso questo numero di formiche offre spunti per questo lavoro noi rileggiamo qualcosa da Andreotti e la diplomazia un testo di Riccardo Sessa che ambasciatore e presidente della Società italiana per l'organizzazione internazionale Nazioni forse tra questi testi su formiche quello che dà più elementi vecchi non conosce Andreotti dal punto di vista anagrafico naturalmente
Si tratta di un fenomeno crescente nell'azione politica tre ottimi rapporti internazionali sono stati molto importanti qualche tratto biografico eletto a ventisei anni
L'Assemblea costituente a ventotto sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con De Gasperi poi Pella da quaranta sette al cinquantaquattro iniziando un apprendistato di governo che gli consentirà tra le altre cose di familiarizzare con i più importanti temi dell'attualità internazionale questo uno dei profili importanti di Andreotti
In questo primo periodo emerge subito una particolare interesse altrettanta predisposizione
Che con in crescendo degli incarichi ministeriali dei governi presieduti mi fa presso un esperto di questo settore un passaggio importante
Avviene nel mille novecentosettantanove quando assume la presidenza della Commissione esteri della Camera poco dopo del gruppo italiano dell'Unione interparlamentare qua diventa poi presidente
Della commissione Politiche Andreotti un quegli incarichi può obiettivamente essere considerato il padre della diplomazia parlamentare
Che nella sua visione deve esercitare uno stimolo di Indirizzo nei confronti del governo nel rispetto dei ruoli diversi si pensi alle dinamiche si sono sviluppate con la visita a Roma nell'ottantadue su invito di Andreotti del leader dell'OLP Yasser Arafat in occasione del congresso mondiale dell'Inter parlamentare quattro agosto del mille novecentottantatré governo Bettino Craxi Andreotti lascia il vecchio centro di Roma e dove era cresciuto arriva la Farnesina in periferia
In quell'epoca poteva definirsi come diceva Luís per occuparsi un settore apparentemente nuovo abbiamo visto che però così non fu ci volle molto poco
Per rendersi conto appunto che Andreotti non era assolutamente con novizio del delle questioni riguardanti lo scenario internazionale da quel momento pur continuando com'era nella sua caratteristica seguire tutti gli altri settori di interesse Andreotti esprime il meglio di se stesso secondo sessant'con una passione un impegno veramente particolari appunto nella nello scenario che gli offre la Farnesina altri tratti a cui vi rimandiamo perché il testo è lungo la corrispondenza l'interlocuzione con Gorbaciov fa il contesto di Berlino del novembre del mille novecento ottantanove sono tutte questioni che tra l'altro
Possono essere di interesse ma noi vi vogliamo però in chiusura segnalare un tema che ci riporta i temi caratteristici di questa rubrica che che oggi sta per concludersi Andreotti e l'archivio le carte di Andreotti un testo di Antonio Vavassori
Che è professore emerito emerito di Storia delle relazioni internazionali presso l'Università degli Studi di Valdo
No
L'archivio di Giulio Andreotti dice Vavassori è una delle fonti più importanti per ricostruire il ruolo internazionale dell'Italia repubblicana non foss'altro per il fatto che Andreotti era particolarmente interessato alla politica estera appunto
Nel suo percorso politico ha registrato ieri con un interesse sempre crescente nei confronti degli esteri per tutti gli storici
Che si occupano del periodo della prima repubblica e e della repubblica dei partiti questo archivio è di una ricchezza incredibile ha permesso la stesura di numerosi volumi su temi diversi la politica europea e il rapporto con la Libia di Gheddafi quello con l'Unione Sovietica
E in modo particolare con Gorbaciov fa appunto lo diciamo prima tra i tanti episodi avvenimenti che ho avuto modo di esaminare attraverso le carte dell'archivio Andreotti dice Bassoli vorrei ricordare due momenti importanti mi sembrano particolarmente significativi
Il primo è la visione italiana al Sistema monetario europeo
Nel mille novecentosettantotto una scelta che Andreotti fece contro gli interessi del momento del suo Governo ha e spiega poi dei particolari questa questione non abbiamo il tempo per entrare nel merito il nel merito il secondo episodio ricordare che appunto avuto un esito diverso rispetto al primo riguarda i rapporti epistolari con Gorbaciov offre con l'Unione Sovietica in questo caso è importante sottolineare la posizione di Andreotti nei confronti di ciò che accadde dopo la riunificazione tedesca
E il ruolo dell'Unione Sovietica Andreotti era molto preoccupata sul futuro dell'aria e una delle sue idee era la conferma la riforma della conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa per creare un nuovo ordine europeo
Che in qualche modo coinvolgesse anche l'Unione Sovietica partendo dal presupposto che altrimenti ci sarebbero state
Delle difficoltà oggettive poi si parla anche del rapporto il dialogo con Gorbaciov su questi temi e in parte già in altre volte avevamo parlato di queste questioni ma appunto le carte dell'archivio Andreotti ci riportano e lavoro da fare ce n'è molto corra su questi temi ci riportano su queste questioni saranno sicuramente utili e ci fermiamo anche per oggi con questo programma vi diamo appuntamento alla settimana prossima