Terra! - Seconda festa nazionale di Alleanza Verdi e Sinistra - Assemblea economia sociale realtà, reti, organizzazioni (quarta giornata)

Buongiorno buongiorno a tutti grazie di essere qui è un sabato mattina
Grazie anche perché ecco insieme a Laura Ciarchi gli abbiamo sto organizzato nel periodo estivo io sono Gabriella Branca insieme a Laura Ciacci
Abbiamo il compito di condurre questo pane sull'economia sociale riteniamo che sia un tema assolutamente fondamentale non solo per le reti non solo per la nostra economia civile e sociale ma anche e soprattutto una grandissima chance per la politica
E quindi vogliamo che la politica ascolti ascolti quello che arriva da questo mondo dalle reti dalle organizzazioni abbiamo cercato di mettere insieme delle competenze perché voi tutti avete
Moltissime competenze abbiamo bisogno però anche di tradurre questo in un progetto in un piano vero concreto passarlo ai territori soprattutto per fare in modo che possano davvero lavorare iniziare a lavorare in un momento così difficile come quello che stiamo attraversando
Abbiamo tutte le problematiche possibile immaginabile a livello internazionale e nazionale
Dopo aver attraversato la desertificazione delle crisi economiche del Covip d'stiamo affrontando un problema come quello delle guerre
E non solo ma tanti soldi che vanno per il riarmo e anche questo è un gravissimo problema avremo sicuramente da affrontare il problema dei tagli
Visto che molte delle economie vengono riversate suo un'economia bellica di guerra anche i linguaggi sono completamente cambiati e oggi cerchiamo di fare un focus su queste tematiche trapela ora
Grazie buongiorno sono Laura Ciacci allora c'è un'Europa che ci piace
Oltre a quella che non ci piace
E questa di questa vogliamo parlarne oggi grazie
Insieme a dei protagonisti a livello nazionale
E di rappresentanza di tutti noi che siamo attivi nelle associazioni che rappresentiamo le amministrazioni locali che siamo nell'impresa che siamo nel mondo diretto dell'economia sociale questa Europa che ci piace
Piano di azione europeo sull'economia sociale
Un percorso importante
E quindi qui in questa sede come AVS abbiamo intenzione di parlarne di esplicitarlo e soprattutto di cominciare proprio ad ascoltare a prendere l'impegno politico perché tutto questo poi ci diremo senza la politica non c'è come qualsiasi cosa non c'è se gli uni senza gli altri allora
A abbiamo tanti interlocutori ringraziamo anche tra gli altri quelli presenteremo una uno cade interverranno è connessa non è presente fisicamente il professore Mario Calderini che quindi poi interrogare le conclusioni
Tutti i protagonisti di questo processo a livello europeo e nazionale che ci riguarda da vicino e che quindi siamo anche attivandoci a livello locale iniziamo con Marco Gargiulo che presidente del Consorzio nazionale idee in Rete
Membro del gruppo di esperti su economia impresa sociale la Commissione europea dove c'è una bella componente italiana abbiamo anche altri qui che interverranno ed è rappresentata di Confcooperative federsolidarietà perché vogliamo partire dal dire
Dici che cos'è l'economia sociale e come cosa sta succedendo in questa Europa che ci piace quel processo che si attiva sul quale poi andiamo a ad approfondire e a dibattere grazie
Bene grazie
Grazie grazie a tutti grazie chiaramente a chi ha organizzato questo evento a chi ha permesso insomma che ci fosse questo momento di confronto
Mi è stato appunto chiesto di fare un una disamina anche di un percorso che ha portato poi l'Unione europea a sviluppare il tema dell'economia sociale
E visto che ci sono ascoltavo prima mentre ci presentavamo persone in sala e probabilmente anche tra i collegati che approcciano per la prima volta ho da poco al tema
Fosse anche utile appunto fare un percorso che aiuti un po'
A a a capire quale questo excursus chiaramente per me un grande privilegio essere qui oggi a riflettere insieme con voi su questo tema
Che dal mio punto di vista per fortuna non sono solo in questo non solo è un tema che considero importante urgente ma soprattutto decisivo per il futuro dell'Unione Europea del nostro continente e dell'Italia
Ci chiediamo lo diceva prima laurea in apertura quale Europa vogliamo quale Europa ci piace
Noi e e per fortuna punto non siamo pochi a dirlo crediamo in un'Europa che sappia riconoscere nell'economia sociale non solo un settore che non sia residuale ma il cuore
Del proprio modello di sviluppo e questa è una consapevolezza non è una frase fatta una consapevolezza che nasce da un percorso
Un percorso che l'Europa stessa fatto negli ultimi quindici anni
E proprio in ragione di questa e soprattutto direi anche in ragione dei recenti scenari geopolitici mi preme qui
Ricordare con voi sinteticamente alcuni passaggi cruciali che hanno portato l'Unione Europea di conoscere l'economia sociale come un ecosistema specifico inserito all'interno della strategia industriale europea
Fosse per qualcuno dei presenti in sala alcuni amici e colleghi di percorso
Dirò cose già note ma appunto per chi invece conosce questo tema da poco o approccio per la prima volta fosse questo percorso spero che possa essere utile
Quando trenta tre anni fa ormai con il Trattato di Maastricht nacque l'unione monetaria europea il nostro continente sembrava avere davanti un futuro radioso un futuro meraviglioso un grande mercato unico con una mobilità capace
Di competere con le altre potenze mondiali di dea era che liberalizzando l'economia e riducendo l'intervento degli Stati si sarebbero ottenuti crescita coesione sociale stabilità democratica
La realtà però e lo sappiamo si è rivelata molto diversa dopo l'Euro non ci sono stati veri passi in avanti nell'integrazione politica ed economica
La promessa di un'Europa dinamica e competitiva non si è compiuta le attese anche di un'Europa l'idea nell'economia della conoscenza si sono infrante di fronte a una globalizzazione che ha premiato altre aree del mondo altri Paesi altri continenti
Questo ha portato stagnazione economica malcontento sociale e di conseguenza lo stiamo vedendo sempre di più anche oggi la crescita di populismi e nazionalismi ci ricordiamo tutti la crisi finanziaria del due mila otto che ha ulteriormente accentuato queste fragilità la risposta europea all'epoca
Fu segnata da dure politiche di austerità che ridussero ulteriormente lo spazio di azione dei governi nei settori sociali
Però e qui bene ricordare questo passaggio torni in quel momento in quel contesto storico la Commissione Barroso
Diede inizio diede avvio a quella che si chiama la social parliamo del due mila undici quella che si chiamava la social Byrnes iniziative che era un primo tentativo di guardare a modelli economici capaci di coniugare mercato e solidarietà
All'inizio l'idea era che le organizzazioni private potessero supplire alle mancanze dello Stato ma col tempo questa visione si è voluta i fatti e i fautori della foce al business iniziativa hanno progressivamente preso atto che la realtà europea
Poteva contare su una lunga e consolidata tradizione di organizzazioni e di forme di impresa attiva in ambito sociale elemento particolarmente distintivo fra l'altro imprese non finalizzate primariamente a lucro nuova quindi finalmente nel due mila undici con questo con questa iniziativa inizia a riscoprire quello che era una ricchezza che già aveva al proprio interno
Mi riferisco alla lunga tradizione dell'economia sociale cooperative mutue associazioni fondazioni imprese sociali che pur non avendo come obiettivo principale il profitto hanno saputo innovare darvi risposte concrete a bisogni collettivi
Non a caso
Proprio in quel periodo lente istituzioni europee iniziano a valorizzare con studi mappature pare ieri riconoscendo questo patrimonio che non poteva essere ignorato
E dando anche una sterzata alla Social Business iniziative che all'inizio quando venne pensata e l'ha un po'accentrata su quello concetto di Big economy di Cameroni Anna memoria
Ecco questo il recupero di una memoria ha dato una sterzata molto importante a quel percorso l'economia sociale quindi parte del DNA europeo
Dalle cooperative ottocenteschi alle mutue dalle associazioni di cittadini alle fondazioni questo modello ha sempre rappresentato la capacità delle comunità di organizzarsi per rispondere ai bisogni
Tutto questo percorso in dieci anni è confluito poi
Nel due mila ventuno nell'action Plantard economia sociale approvato appunto dalla Commissione europea nel due mila ventuno un grande documento un documento di grande importanza perché sancisce un cambio di prospettiva non si cerca più di imporre un modello unico valido per tutti ma si parte dalla ricognizione delle esperienze esistenti rispettandone la pluralità e le peculiarità economia sociale viene definita in modo chiaro includendo cinque grandi famiglie lo citavo che citavo prima cinque grandi enti cooperative
Mutua associazioni fondazioni e imprese sociali tutti accomunati dall'indipendenza dallo Stato dalla prevalenza degli obiettivi sociali o ambientali sul profitto e da una gestione democratica
Ho partecipativa
Il piano inoltre non si limitava soltanto alle dichiarazioni di principio ma prevedeva azioni concrete sostegno alla formazione
Strumenti finanziari dedicati iniziative per rendere il settore più attrattivo per i giovani misure per rafforzarne la visibilità pubblica un invito ai governi nazionali a sviluppare politiche coerenti con questo approccio
Ci sono due elementi significativi a mio avviso che vanno sottolineati primo la commissione si è impegnata con quel documento a tradurre il piano poi in una raccomandazione raccomandazione che di fatto è arrivata nel due mila ventitré
Rivolta a tutti gli stati membri affinché non solo quest'iniziativa restasse uniti di Bruxelles del governo europeo centrale ma diventasse parte delle politiche nazionali
Sappiamo infatti che l'Italia in conseguenza di questa raccomandazione pagato un tavolo presso il mesto coordinato dalla vita la sottosegretaria Al Bano per costruire proprio il Piano Nazionale per l'economia sociale
Secondo aspetto per la prima volta l'economia sociale viene inserita all'interno di una strategia industriale della strategia industriale europea riconoscendo la quindi come un ecosistema specifico accanto agli altri settori chiavi
Chiave
Questo vuol dire che cooperative e imprese sociali fondazioni mute associazioni non sono più viste come atto di marginali ma come protagonisti necessari per affrontare sfide decisive come la transizione ecologica
E la creazione di lavoro dignitoso
In questo passaggio Tato grande opera è stata fatta dal commissario Smith va va sottolineato oggi non abbiamo un commissario dedicato acquistate
In questo passaggio si coglie un cambiamento radicale rispetto al passato
L'Europa che negli anni Novanta pensava che tutto si sarebbe risolto con la libera concorrenza del mercato
Oggi finalmente riconosce che lo sviluppo sostenibile sociale e ambientale richiede anche l'apporto dell'economia sociale ed è un cambio di prospettiva non da poco e basti pensare che nel due mila otto lo dicevo prima la risposta fu austerità e tacchi
Mentre invece dopo la crisi pandemica lo abbiamo visto la reazione è stata completamente opposta
Forte intervento pubblico e misure di sostegno Pnr in conclusione quindi di questo breve excursus
Iniziato il cammino che abbiamo iniziato con Maastricht che è poi proseguito fra luci e ombre ma comunque ha portato a oggi o almeno fino al due mila ventitré ha un approccio nuovo cioè l'economia sociale non è più un settore residuale
Ma un pilastro fondamentale per costruire il futuro dell'Europa
Un ecosistema che oggi può contare su quasi quattro milioni e mezzo di organizzazione
Tredici milioni di lavoratori quasi sei e mezzo dell'occupazione totale europea oltre novecento miliardi di euro di fatturato non parliamo quindi più di una nicchia
Parliamo di un settore che tiene insieme economia società e democrazia
Tre elementi che il nostro mondo rappresenterà sempre rappresentato
Ed è proprio qui che si apre
Lo spazio per ricostruire fiducia per ridare poteva le persone superare l'impotenza di Stato e mercato scongiurato il rischio di ricorrere a scorciatoie dei leader autoritari che promettono soluzioni semplici a problemi complessi
Ecco ho voluto fare questo breve e sintetico escluso s'perché perché proprio mentre l'economia sociale è sembrata sembrava lanciata verso un orizzonte finalmente anche il istituzionalmente riconosciuto in cui poteva esprimere tutto il suo potenziale di generazione innovazione ecco che adesso noi corriamo un rischio enorme
Quello di vedere ridotti i fondi per l'inclusione per l'economia sociale o peggio ancora Fusi in capitoli più generici
La proposta di bilancio pluriennale che la fondi all'Allende ben bilancio triennale vent'venti ventotto venti trentaquattro che ha presentato lo scorso mese di luglio
Non lascia molto spazio a riconoscimento dell'economia sociale nello sviluppo dell'unione anzi rischia di comprometterne il futuro questo lo dobbiamo dire
Cioè dietro l'annuncio roboante di un bilancio che schiude due due mila miliardi di euro sì c'era in realtà la più netta inversione di rotta negli ultimi trent'anni l'abbandono progressivo della coesione della solidarietà e dell'integrazione europea come progetto comune
Una montagna di denaro che sembra scomparire proprio laddove serviva di più
Quello che era uno strumento di crescita dal basso diventa una macchina burocratica verticistica lontana da da chi costruisce ogni giorno l'Europa reale da chi sta sui territori
Le esperienze Nova di innovazione sociale di imprese inclusiva di rigenerazione comunitaria che spesso sono guidati da enti locali cooperative associazioni imprese sociali rischiano di azione marginalizzati da un impianto che privilegia la scala nazionale
E l'investimento in settori ad alta intensità di capacità
E di capitale e tecnologia la centralizzazione operativa il rafforzamento dei meccanismi top da un riducono il margine di azione per gli attori
Che operano in prossimità dei bisogni locali questa importante lo dobbiamo dire però
C'è da dire che se togliamo le risorse svuotiamo di significato gli orientamenti è come se ci stessero dicendo scusate siete importanti però arrangiatevi fatti come potete perché e Fini è finito
Quello che si è detto fino al due mila ventisei
E questo appunto mentre assistiamo lo dicevo prima potesse a un segnale preoccupante nelle lettere di incarico a tutti i nuovi commissari non c'è un riferimento esplicito al piano di azione per l'economia sociale
E possibile mi domando che dopo un percorso così lungo è strutturato di Unione europea non sia riuscita a darsi un commissario
Per l'economia sociale si è vero che la Ming Sato che è anche vicepresidente ha avuto dopo pressioni fatte dai nostri mondi
Anche la delega a questo punto ma non è un commissario all'economia sociale tra l'altro quando prima dal Daniela screditato testa sedici CD se ci raccontava dell'esperienza della del piano metropolitano e la città di Bologna
Sul sull'economia sociale ricordo che il vice
Presidente la Regione colla che ha la delega all'economia sociale aveva detto che c'è un percorso soprattutto operato dalle forze progressiste in nell'Unione Europea affinché si possa avere finalmente un commissariato mi auguro che questa cosa più pacata
Perché non ha retto ma mento che non possiamo accettare anche perché decidere di sacrificare la coesione sociale in nome di altre priorità corale che è una scelta politica non è una necessità
Ecco che il nuovo clima politico europeo all'origine di questo cambio di prospettiva
Però attenzione
E qui voglio voglio dire una cosa che forse non potrebbe non piacere a tutti i presenti in sala occhi a chi ci ascolta c'è per me agire in una logica di pura e semplice contrapposizione potrebbe essere un errore
Lo ripeto quanto detto finora lo affermo negli ultimi quindici anni l'unica rete affatto cose importanti socio al business iniziativa il piano di azione per l'economia sociale raccomandazione agli Stati membri ma è anche vero che oggi la scena politica europea rischia di spostarsi altrove
Le parole d'ordine sono competitività produttività difesa investimenti militari
Temi importanti
Certamente ma il pericolo che diventino alibi per tagliare sulla coesione sociale
Si citano documenti come il rapporto Draghi per giustificare una visione tutta orientata all'industria alla concorrenza eppure dentro quell'impostazione non troviamo quasi mai traccia di innovazione sociale
E noi dobbiamo dite chiaramente che l'economia sociale non è nemica della competitività vive nel mercato conosce la concorrenza innova ogni giorno ma un approccio distintivo
Mette al centro il lavoro e lavoratori non il profitto questo il nostro faro questo deve essere il nostro faro ma come possiamo tenere viva questa luce di questo fatto anche nella notte più buia
E torbida che sembra affacciarsi all'orizzonte del nostro continente ecco dunque che a mio avviso l'Unione europea e soprattutto quella parte di paesi organizzazioni persone che hanno costruito il pensiero dell'economia sociale fino ad oggi si trova oggi di fronte a una duplice sfida
Da un lato la capacità di non arretrare rispetto ai progressi che abbiamo compiuto negli ultimi quindici anni in ambito appunto di economia sociale che è stata posta al centro delle strategie di sviluppo dell'Unione ma dall'altro abbiamo il rischio di dovere fronteggiare incombente minaccia ancora più grave ed evidente oggi di perdere il Progetto spesso di un'Europa unita politicamente oltre che economicamente c'è un'Europa dei popoli questa seconda minaccia qua se oggi è sotto gli occhi di tutti ci siamo resi conto fosse bruscamente fosse con uno schiaffone che l'Europa dipende in misura decisiva da Paesi terzi che non possono più essere considerati come alleati affidabili ammesso che lo siano mai stati a
Alcuni esempi lo dimostrano con chiarezza la sicurezza dipendiamo completamente dalla NATO e dagli Stati Uniti
Le tecnologie rischiamo di affidarci a soggetti privati dotati di un potere enorme come io non maschi suoi azionisti di maggioranza che sono fino a poche settimane fa ancora una volta per l'ennesima volta accusava l'Europa di minare la democrazia
Sul commercio la politica dei dazi diano amministrazione americana ha completamente sconvolto l'agenda europea costringendo i governi dei singoli governi dell'Unione a correre ai ripari uno per uno accorrere alla corte di Trump
Produzione le materie prime vestono legate fornitori esterni come la Cina che condizioni nostre economie e l'elenco potrebbe continuare in molti altri ambiti come quello ad esempio della proprietà intellettuale nei settori strategici tecnologie farmaceutiche intelligente noi no noi dipendiamo da paesi terzi
Questa nuova consapevolezza che c'è stata posta di fronte con tutta la sua acerba violenza
L'impossibilità di affidarci a paesi extra UE come lo facevamo un tempo ci obbliga a una riflessione seria e rigorosa sulla capacità che avremo da qui in avanti di integrare queste due sfide è vero che l'economia sociale
E io Bach presidiata ma non ci dobbiamo lo pone in una logica di contrapposizione rispetto a questa nuova emergenza perché perché altrimenti verremo esclusi non possiamo permetterci di mettere questi due questioni in contrapposizione da una parte l'esigenza di consolidare i progressi compiuti sull'economia sociale dall'altra la necessità di costituire un e autonoma un'Europa che sia più autonomi sicura
Se ci crediamo solo in questa logica rischiamo di essere marginalizzati nel dibattito politico e istituzionale additati come dei sognatori mio Pete lividi senso della realtà felicemente in cammino verso il baratro
Dobbiamo farci carico del fatto che queste sono due sfide che devono procedere insieme solo integrando le trovando una sintesi condivisa sostenibile accettabile l'Unione potrà rafforzare la sua identità e affrontare con credibilità al futuro
In questo senso il ruolo delle forze politiche progressiste della società civile degli attori dell'economia sociale e decisivo spetta a noi spetta a loro spetta a noi il compito di costruire questa sintesi
Senza rinunciare alle nostre la dice la nostra identità
Che sono poi l'identità dell'Europa stessa se non sapremo farlo guardate che consegna temo l'Europa attivi sia dall'interno che dall'esterno mira soltanto a distruggerla a ridurla un terreno di conquista
Ecco perché è importante che ognuno faccia la sua parte ecco perché sono almeno tre anni che ripeto per economia sociale in Italia e in Europa
Deve fare sistema massa critica deve potersi rappresentare comunque può ricco molteplice variegato ma dal punto di vista della visione strategica unico e unito
L'ecosistema appunto dell'economia sociale ecco perché è importante che i soggetti dell'economia sociale sappiano andare oltre certi sterili arroccamenti superando anche alcune defatiganti discussioni interne sul perimetro dell'economia sociale riconoscendosi l'un l'altro come parte di un gran parte di un grande barricate col sistema
Dobbiamo trovare le ragioni che ci uniscono e non gli ostacoli che ci dividono perché per citare l'amico quarantanove pregno presidenti facciano economiche Europa soli siamo invisibili insieme potremmo essere imbattibili
L'Italia su questo gioca un ruolo centrale non sarà libero però ma anche nazionale il Governo lo dicevo prima affidato alla sottosegretario Albano la da la delega a costruire un piano per l'economia sociale dando seguito quindi alla raccomandazione
Si spera che nel prossimo autunno questo piano posso essere finalmente presentato per un confronto
Le proposte in corso vi cito alcune cose Cass stanno su cui si sta lavorando il coordinamento istituzionale tra livello europeo nazionale locale con punti di contatto e sportelli unici l'amministrazione condivisa l'articolo cinquantacinque del Codice del terzo settore che può essere un'innovazione italiana da postale anche a livello europeo
Il social procurement appalti pubblici che non guardino solo al prezzo più basso ma l'impatto sociale
Politiche fiscali favorevoli che riducano oneri e incentivino donazioni
Incentivi e visibilità etichette certificazioni campagne di sensibilizzazione oltre a questa cornice di regole e di norme c'è anche un aspetto importante che quello degli strumenti cioè creare strumenti finanziari su misura con credito garanzie capitalizzazione
Sfruttare al meglio fondi europei e nazionali introdurre il rating specifici valorizzare la filantropia come partner la forza delle reti di secondo livello che rappresentano il settore utilizzare patrimoni immobiliari pubblici e privati per finalità sociali
Promuovere partnership fra imprese sociali imprese tradizionali su questo l'economia sociale inserimento lavorativo ha ha molto da dire molto da insegnare e ha molto da essere valorizzata
Il piano dovrebbe anche consentire di superare una certa riluttanza delle autorità nazionale utilizzare fino in fondo
Le possibilità che già esistono ma che non trovano piena applicazione nel nostro Paese per il timore di molti politici e funzionari pubblici di incorrere in sanzioni o procedure di infrazione
Quando in realtà le norme europee se ben interpretate e applicate consentono già di fare molto di più mi riferisco a due temi principali che sono gli aiuti di Stato gli appalti socialmente responsabile
Norme sugli aiuti di Stato da regolamento Gibernau per intenderci specialmente dopo le innovazioni introdotte appunto dal Trattato di Lisbona prevedono margini di flessibilità ben più ampio di quanto comunemente si crede
è possibile sostenere settori strategici accompagnare la transizione ecologiche digitale favorire l'inclusione sociale e il lavoro dignitoso ci vuole il coraggio la volontà da parte delle amministrazioni nazionali e regionali di andare oltre una visione conservative prudenziale
Lo stesso vale anche per la disciplina degli appalti pubblici la normativa europea non obbliga affatto privilegiare solo il prezzo più basso al contrario permette di valorizzare i criteri di qualità sostenibilità ambientale impatto e lo spirito dei cosiddetti appunto appalti socialmente responsabili
Ecco su questo ci vuole coraggio non servono probabilmente nuove leggi ma un cambiamento culturale nella pubblica amministrazione che troppo spesso continua a ridurre tutto a una logica di risparmi immediato trascurando i benefici di lungo periodo a livello sociale
Chiudo facendo un passaggio un'idea suggestiva economia sociale oggi non è solo uno dei quattordici ecosistemi della strategia industriale europea può e deve essere protagonista anche di un quindicesimo se vogliamo ecosistema cioè quello della pace
Perché la vera sicurezza in Europa non viene solo da esercite armi viene dalla coesione sociale dalla riduzione delle disuguaglianze dalla fiducia fra cittadini e istituzioni ben presto il campo in cui l'economia sociale eccetera
Abbiamo esempi concreti le cooperative energetiche le imprese di inserimento lavorativo le piattaforme cooperative che offrono un'alternativa alla GP economiche sono temi che dicono quanto questo si può fare e allora l'Europa che ci piace quale l'Europa che non ceda alla tentazione di ridurre tutto a competitività e difesa che non smantella i fondi per l'intrusione Maria forza che non lascia sulle comunità ma rimette al centro che riconosce nell'economia sociale il proprio ecosistema della pace
Se sapremo difendere queste risorse attuare le riforme dare strumenti concreti alle organizzazione allora fine economia sociale diventerà il modello di sviluppo prevalente
E quell'Europa più giusta sostenibile democratica non sarà solo l'Europa che ci piace passare Europa di tutti che abbiamo costruito insieme
Grazie grazie
Grazie Marco perché non abbiamo nascosto nulla no rispetto alla realtà ma anche tutto quello che avevo messo da questa parte è vero che Gabriella da delle delle traiettorie concrete perché noi siamo moltitudine no con questi nuove eccetera e quindi dobbiamo aver fiducia della moltitudine che rappresentiamo e le volontà che tiriamo fuori
Ma non solo proprio da qui possono nascere le vere energie quindi dobbiamo davvero lavorare in questo senso
Cercando di costruirlo questo davvero questo piano d'azione essere coi e le politiche devono attuarsi adesso vediamo con la risposta dalla politica fondamentale non è banale il fatto che siamo proprio qui alla festa terra la festa di AVS e perché partiamo perché rafforziamo e
Comunichiamo l'impegno politico importante a partire da quello che accade con a livello di Unione europea quindi a livello di euro parlamentari e doveva essere qui ma è qui
Con la testa e con il quale Ignazio Marino che ha avuto ieri un malessere niente di grave e quindi non è fisicamente presente però invitiamo a salì sul palco Roberto Tricarico
Che lavora con lui perché ci porta i contenuti dell'intervento chiazze Marino ora europarlamentare copresidente dell'intergruppo del Parlamento europeo sull'economia sociale
Prego Roberto
Nonostante pure seppure seduta
Grazie Laura grazie davvero è Grazia Gabriella Branca per aver voluto questo incontro
E grazie anche a Francesco a me ne Manni per l'averlo inserito nel programma della festa perché questo è un punto centrale è una delle iniziative che al Parlamento
Europeo tutta la delegazione di armi se Stasi seguendo con grandissimo interessa impegno e dobbiamo dire anche con un certo orgoglio che se non fosse stato per la spinta che proprio qui da Roma si è ricevuto guardo Francesca Danese
Che immediatamente dopo l'elezione al Parlamento europeo dell'otto nove giugno ha cominciato a spiegare le ragioni per cui bisognasse assolutamente rimediare a quel vulnus perché l'excursus del dottor Gargiulo ci ha risparmiato
La parte relativa all'intergruppo ma nella precedente legislatura l'intergruppo non è stato attivato e quindi grazie a chi personalmente come Ignazio Marino ha raccolto le firme necessarie trovando poi sulla propria strada
Irene Tinagli che altrettanto lavorato affinché essi procedesse alla costituzione dell'intergruppo oggi dire copre come è stato ricordato da Laura l'incarico di copresidente un incarico che devo dire
Lo ha portato ad assumo la responsabilità ulteriore
Agli altri incarichi che Ignazio al Parlamento europeo è riuscito a conquistare perché per la prima volta il Parlamento europeo si è
Lo Stato di una commissione relativo alla salute la commissione Santer che invece fino a poco tempo fa
Era in seno alla commissione Ambiente e nonostante il Cofide questa parte non era stata assolutamente inserita nell'organigramma
Il del funzionamento del Parlamento europeo quindi grazie
Ignazio la preparato l'intervento
Dove appunto nella prima parte raccontava
Perché finito a fare il copresidente dell'intergruppo e poi
Ha voluto come dire anche loro inquadrare il discorso che Gargiulo ha tenuto poco fa perché
La definizione di economia sociale se vogliamo in continuo movimento non è una qualificazione
E diciamo statica perché diciamo si muove con la capacità dell'economia diciamo che parte da quelle famiglie di cui Gargiulo ha parlato che trovano la propria radice nella Francia degli anni settanta no che è aveva cominciato a qualificare ed è molto interessante
Questo tipo di attività economica no
E poi questa qualificazione ha trovato una prima cristalizzazione nella carta nella carta nell'economia sociale come l'insieme di organizzazioni non appartenenti al settore pubblico
Che operano in modo democratico e qui i membri hanno pari diritti e doveri e che adottano uno specifico regime di proprietà e di distribuzione degli utili impiegando l'avanzo di gestione ed è qui diciamo se volete la differenza con il mondo però fitte per espandere la propria organizzazione e migliorare l'offerta di servizi ai propri membri alla società
Questi tratti distintivi hanno trovato dice Ignazio
Marino anti accoglienza nella letteratura economica e descrivono un mondo dell'economia sociale imperniato su tre grandi famiglie di organizzazione
Le cooperative nel mucchio agli associazioni di cui si in cui si sono aggiunte recentemente le fondazioni la sociale economie oggi che rappresenta questi sono dati che ha fornito la Commissione mi fido di più di quelli Gargiulo perché dei dati forniti dalla commissione sarebbero quattro milioni lei impresa e che operano nel settore Gargiulo ha detto quattro milioni e mezzo
E undici milioni gli occupati invece Gargiulo ha parlato di tredici milioni
Quindi
Comunque numeri importanti significativi
è infatti questo questa questa questo ecosistema
Contribuisce a creare posti di lavoro di qualità coesione sociale e pratiche sostenibili
Questa forse è una risorsa per la nostra comunità
La mia presenza cioè Ignazio vuole dire che la sua presenza qui con i nuovi vuole significare proprio questo riconoscimento con lo scopo di creare una rete per il confronto periodico
Al servizio del raggiungimento degli ambiziosi obiettivi allacciò un club ce lo siamo detti nella riunione che ha preceduto Cuesta
Nostra volontà quello di un ufficio di Bruxelles di svolge una funzione di service di mettere a disposizione
Poi interverrà credo anche la ricercatrice che stamattina proprio spiegato la difficoltà di entrare in possesso di questi documenti noi faremo da open data
E quindi siamo disponibili a metterci al lavoro per rispondere a tutte le richieste
E nello stesso tempo però partiamo da alcune
Decisioni orientamenti o suggestioni già assunte no che verranno discussione nel prossimo incontro di Morsi ha no
E quindi è stato Vicenzi atto un documento in seno all'intergruppo che contiene alcune chiavi che Ignazio Marino considera propria che fa propria
Come il rafforzamento delle clausole sociali ambientali è fondamentale aumentare l'uso di clausole sociali ambientali negli appalti pubblici
Spostando l'attenzione dal criterio del prezzo più basso come è stato poco fa ricordato a quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa
Sappiamo benissimo che questo approccio favorisce pratiche sostenibili e supporta l'occupazione locale contribuisce agli obiettivi della guerra in materia di autonomia industriale diritti sociali
Facilitare la partecipazione delle piccole e medie imprese e dell'impresa e della sociale e contabile
Stamattina è stato tratto Cat credo che verrà ripreso il tema dell'accesso al credito
Ed è necessario sentire semplificare i processi di gara e ridurre le garanzie finanziarie per rendere gli appalti pubblici più accessibili
La Costituzione la costruzione di capacità per le sociale economico assi essenziale
Proprio investire su questo su questo su questa parte e attualmente gli appalti pubblici tendono a favorire le grandi imprese limitando la partecipazione delle piccole e medie imprese che costituiscono Vantage nove per cento delle aziende due insomma l'action plana sull'economia sociale certamente una delle strategie europee
Più più importanti e più sfidanti impattanti nel per le nostre comunica pure le nostre comunità e quindi
Questo documento presentato il nove dicembre del due mila ventuno è certamente una sfida che i governi nazionali devono saper raccogliere però è fondamentale e su questo
Io mi sento di rappresentare il pensiero di Ignazio Marino
Partire dal basso cioè in questa prospettiva abbottonato cioè
è importantissimo ma anche stamani è venuto fuori cioè queste reti
Poi siano in grado non soltanto di orientare e sostenere il lavoro che andrà fatto all'interno dell'Unter gruppo ma proprio fornire quelle idee quelle suggestioni per esempio stamattina
Non so se prenderà la parola ma Marta Bevilacqua ha detto una cosa
Che sottoscrivo in pieno che sottoscriviamo in pieno c'è questa possibilità di convenzionarsi nella
Nella
Nuova alternanza scuola lavoro con lei impresa che opera all'interno delle comminate l'economia sociale
Quindi la mia testimonianza acqua volesse la testimonianza di chi impegnato su questo fronte e Ignazio Marino conclude il suo intervento
Dicendo io ci sono quindi sappiate che Ignazio Marino cioè non come possiamo credere ma con tutta la forza di cui egli è capace grazie
Grazie
Bene su questo è è il il percorso di oggi Ignazio Marino comunque gli europarlamentari ci sono è su questo che vogliamo converge adesso
Apriamo alle risposte sull'economia sociale che danno le diverse componenti della società civile tutta
Perché il mercato del settore pubblico da sole non ce non le posso dare quindi invitiamo tre per volta adesso invitiamo qui a raggiungerci Catiuscia Marini Valentino Bobbio Vanessa Pascucci grazie faccia manca
Ma
Pagliara
Ecco ci allora
Partiamo proprio dalle reti partiamo comunque dalla risposta che l'economia sociale
Il tema della coprogrammazione cosa dobbiamo fare come possiamo agire come possiamo attivare l'economia sociale davvero e soprattutto lavorare da questo punto di vista con i territori
Partiamo
Katiuscia Falco Accame vagamente insomma con
Allora la la coprogettazione coprogrammazione materia innanzitutto Buongiorno spighe Spinosa
Sì se si io sarò Vanessa Pallucchini sono portavoce del Forum del terzo settore che l'organizzazione di rappresentanza di della cooperazione sociale dell'associazionismo e del mondo del volontariato questo diciamo per definire un po'i soggetti hai detto è utilizzato una parola partiamo da questo concetto dell'ACO programmazione perché l'economia sociale fondamentalmente un cambio di paradigma anche nelle relazioni politiche
Perché la coprogrammazione parte necessariamente dai bisogni dalla lettura dei bisogni
In una approccio che vede interdipendenti le politiche pubbliche ad iniziare da questo concetto che noi come Forum del terzo settore
Stress siamo sempre molto ma che stavo è alla base anche del del pensiero dell'economia sociale
Prima il sociale quelle economico perché molto spesso sono stati non è una subalternità ma è una interdipendenza profonda se i bisogni sociali non vengono rispecchiate in quelle che sono le strategie
Di carattere economico
C'è lo scollamento tra ha la finalità dell'economia che deve essere accrescimento del benessere delle persone e le persone stesse che è un po'quello che è accaduto
In questi ultimi anni e di cui ne paghiamo anche conseguenza se all'interno della democrazia no perché questo scollamento ha portato ancora minore
Partecipazione a un distacco Voltan con in asprimento sociale molto significativo
Quindi attraverso la coprogrammazione noi proviamo a ridefinire un po'una al riequilibrio dei poteri nel senso che i cittadini stessi alle comunità
Tornano in campo pienamente in una condivisione politica di lettura della realtà di quelli che possono essere i bisogni
E le indicazioni dei processi di cambiamento e qui entrano ovviamente tra i soggetti i soggetti del terzo settore non sono tra i soggetti ma sono quelli che in un certo senso anche per diciamo nella nostra Costituzione
Si caratterizzano per essere quella quel punto di unione quel
Quella quel quella diciamo situazioni intermedia dove il pubblico il privato si incontrano sono in grado di generare politiche
Democratiche giuste
E questa è la base dell'economia sicuramente sociale
Quando l'Europa la pensata e perché era necessario fare uno scatto in avanti ma mi permetto di sottolineare anche diciamo in una modesta analisi
Delle politiche più globali se noi pensiamo l'unico continente che veramente ha tra le sue gambe definite più strategiche
Un welfare molto solito pubblico e la partecipazione democratica proprio l'Europa infatti di questo noi dovremmo fare l'erba anche per averi in un dialogo nata internazionale
Quel plus perché oggi manca all'interno di questa scena politica che abbastanza diciamo inquietante mi abbiamo visto le conseguenze
E su questo indubbiamente è già stato detto quello che si sta definendo sicuramente sono
Un piano di economia sociale
Una definizione del sistema di regole di opportunità di in città tipi di sostegno che viene dato a questo mondo che l'Europa definisce anche nella caratteristica nella perimetrazione dei soggetti
Ma poi c'è tutta l'altra parte di investimento in politiche di welfare ovviamente il terzo settore e il mondo dell'economia sociale intera in campo nel momento in cui queste politiche vengono sostenute
E in questo momento c'è un una situazione estremamente fragile dove la stessa Europa
Sostanzialmente sembra un po'a girare le spalle a quello che poi dopo immediatamente appena dopo la pandemia era stato il grande rilancio nel momento in cui la pandemia aveva mostrato i punti di fragilità e quindi insomma non non a caso c'è un modello di sviluppo che sta morendo nel senso che ha logorato
I fondamenti sui quali era appoggiato
è un nuovo modello che viene contrastato molto fortemente questo diciamo anche da ambientalista del pensiamo alla grande contraddizione
Che viene messa all'interesse di un'evoluzione di una giustizia sociale una in contrapposizione con la giustizia ambientale
Cosa che invece nell'integrazione delle politiche dell'Inter
I pendenza delle politiche che porta avanti anche il piano dell'economia sociale
Ecco tutta invece una ragionamento e di rilancia e di riequilibrio
E quindi non so se ha se ha o no risposta la tua sollecitazione ma penso insomma che questi dal nostro punto di vista siano poi i termini del problema da anche perché se vogliamo davvero provare a salvarci da salvare il pianeta
L'unico sistema l'ecosistema credo sia solo quello della giustizia sociale e della giustizia ambientale
Est
Infatti su questo diciamo che Valentino Bobbio che presidente di Next nuova economia
Associazione di promozione sociale una realtà che agite partecipata da più cinquanta organizzazioni nazionali
Le varie dimensioni dell'economia le trattate da sempre le mettete insieme siete anche tra i promotori gli organizzatori del festival nazionale dell'economia civile quindi le varie dimensioni l'economia e il che fare
è un punto da avvitare a quanto detto da Panis
Certamente io sono presente di Next nuova economia per tutti tutti vuol dire tutti cioè a colpire
Tutte le persone non solo qui in Italia ma anche nei paesi lontani
Marco Gargiulo ha spiegato molto bene quali sono i tre pilastri che caratterizzano l'economia sociale cioè mettere le persone al centro quindi la finalità sociale e ambientale
Fra l'alto quest'intreccio tra finalità sociale finalità ambientale
Era un è un lascito di Alexander Langer che per primo a
Messo insieme queste due
Questi due valori perché si è reso conto che il benessere delle persone non può avvenire a discapito dei
Del con testo ambientali di cui noi siamo una componente di cui nel San parte che non li utilizziamo allora il
Mettere insieme questi tre aspetti
Il benessere
Il benessere sociale ed ambiente
L'utilizzo degli dei ricavati per reinvestire
Con finalità sociali con finalità che vadano sul pubblico
E sulla collettività
E
Il contesto
E
Mette insieme queste cose vuol dire cambiare la cultura vuol dire altere una cultura di attenzione che deve essere tipica non solo dell'economia sociale ma anche delle con mia civica cioè dell'impresa perché io credo che
La
Economia sociale cioè l'economia delle associazioni
Del terzo settore delle fondazioni delle cooperative che insieme in Italia fanno quasi due milioni chiazza di architetti e che insieme quindi sono quasi un decimo sono un decimo
Del dell'impegno lavorativo
Le persone mettere insieme queste cose vuol dire contaminare le logiche dell'economia cioè credo che la cultura che si crea nel terzo settore come diceva molto bene fa Nessa
Deve poi transitare nel mondo dell'economia
E quindi noi abbiamo nell'economia civile e qui qui a differenza tra economia civile che economia sociale
L'economia civile
Tocca il mondo delle aziende è in qualche modo la parte avanzata delle aziende deve riuscire a creare dei valori e far capire che
Essere sostenibile conveniente per tutto il mondo dell'impresa mostrando esperienze di valore
E l'economia sociale invece
E elabora la sensibilità elabora l'attenzione e alle dimensioni al benessere delle persone che al benessere della vigente
Cosa vuol dire questo vuol dire cambiare le logiche delle delle organizzazioni economiche vuol dire che il profitto non ne è più solo la finalità dell'impresa o dell'organizzazione economica
Ma
Come diceva Vanessa
Il centro è il benessere del persone cento l'economia perché noi vogliamo per creare beni e servizi che migliorino il benessere persone
Dopodiché certamente l'ambiente è il limite
E lo spazio che noi non dobbiamo lettere per le generazioni future e cambiamo anzi valorizzare il profitto è ovviamente una misurazione di non distruzione di valore è un'occasione per investire
Allora
In quel tutto questo contesto
è molto importante il ruolo delle pubbliche amministrazioni e quindi questo piano ti azione
Certamente cita le linee guida e la pubblica amministrazione
Interni Gong costruirne gli spazi entro cui noi possiamo
Operare creando e economia Cina creando economia sociale
Dopo di che
Ci vogliono tutti ci vuole la fiscalità di vantaggio ci vuole
Li li ho investiti il l'elaborazione di nuove forme di finanziamento come per esempio abbiamo stiamo abbiamo elaborato IMI in un tavolo di lavoro con la regione Friuli dove c'erano tutte le organizzazioni del terzo settore e della cooperazione per trovare il modo di costruire strumenti finanziari che intervengono a favore come si diceva non solo dell'impresa insostenibili ma
Delle associazioni delle cooperative delle organizzazioni
Dell'economia sociale
Che era
Catiuscia Marini responsabile delle politiche europea e con la web responsabile anche per tutto quello che riguarda i fondi di investimento PM RR non solo per Legacoop
Cosa risponde il mondo della cooperazione e non solo non corre il rischio in questo ambito visto anche la necessità di uno sviluppo dal punto di vista economico proprio al mondo della cooperazione di cadere in quello isomorfo Formis mo'e quindi il rischio Lodi crescere troppo e di allontanarsi
Da quella che è invece tutto quello che abbiamo detto fino a poco fa cioè necessario crescere dal punto di vista economico ma Traverso le reti attraverso una condivisione attraverso dei legami stretti con il territorio come può crescere la cooperazione
Sì grazie contatori vi ringrazio a nome anche del presidente nazionale per l'invito quindi ringrazio Vs per averci invitato come lega Coop ma anche per aver dedicato questo spazio di riflessione collettiva nel risponderti parto da due stimoli uno quello della relazione di Marco Gargiulo e uno anche delle cose che stava ascoltando sia di Vanessa sia di Bobbio facendo riferimento a questo l'economia sociale non è un recinto dove ci vogliono chiudere questa è la prima cosa cioè il lavoro che noi stiamo facendo e di non stare in un recinto dove ci diamo ragione fra di noi
Il rischio un po'quello che abbiamo anche degli strumenti che vengono costruiti cioè provare a dire che invece l'economia sociale è un'idea d Europa ed è un'idea anche di società anzi forse prima è un'idea di società ed è anche un'idea di Europa
Ed è anche la nostra storia parte partiamo dall'idea di società proprio come cooperative la nostra storia perché se penso alla prima cooperativa di consumo centottanta anni fa se penso alle mutue
Se penso alle società operaie che sono il nucleo poiché la cooperazione
Quelle rispondevano d'un bisogno rispetto ad una nuova società che all'orizzonte
Escludeva dai bisogni le classi operaie le persone più povere nascono qui
Proprio prima nasce l'economia sociale diciamo così prima vengono le società operaie che prima vengono le cooperative prima vengono le muto e poi vengono i sindacati poi viene il partito socialista
Per dire che fanno la storia un'idea di società e di risposta ai bisogni sociali molto concreta
E forse centottanta anni dopo nel prossimo anno come Legacoop festeggiamo centoquarant'anni di Legacoop per dire ha una lunga storia
Ovviamente interrotta nel ventennio fascista senza che devo spiegare perché però ha una lunga storia che forse oggi non ci stiamo ponendo il tema se l'economia sociale quindi le cooperative all'interno delle coop dell'economia sociale anche le mutue perché stiamo recuperando una funzione anche delle mutue
Le sfide che abbiamo sulla sanità sulla sanità pubblica sui modelli nuovi modelli anche di salita i rischi che corriamo quindi quant'è importante recuperare l'idea di mutualità anche in quell'ambito del Welfare
Se noi siamo adeguati a rispondere a nuovi bisogni sociali e qui c'è un'idea di società e un'idea di Europa
E di uscire anche come dicevo all'inizio dal recinto e allora anche alcune Marco Gargiulo ha fatto tutto l'excursus quindi non ci torno su dove siamo però ci sono delle cose attuali
Che si sorte avrà il bilancio europeo presentato al luglio dalla Commissione europea avremo due anni di consultazione
I soggetti dell'economia sociale e partiti politici all'interno del Parlamento europeo potranno avere un ruolo chiave
Nell'evitare un bilancio del prossimo settennato
Che abbia un taglio che di fatto ridimensiona fortemente l'economia sociale che fine farà la politica di coesione
Eccome va ripensata ma senza perderne la natura della politica dico e non ebbe che tutto è stato perfetto e quindi dobbiamo difendere solo l'esistente ma sicuramente se sottraiamo risorse
All'agricoltura e la coesione sociale e territoriale Perriand marci B noi è un'idea o di un popolo che non è che ci piaccia così tanto
Quindi il bilancio la consultazione aperta sul pilastro dei diritti sociali
è quella ci interessa molto da vicino che taglio prenderà i il nuovo pilastro Lara in la consultazione aperta
Sulla revisione di metà mandato della politica di coesione cosa faranno anche i governi nazionali in autunno insomma in nei prossimi mesi che cosa presenteranno compreso il governo italiano
Anche sugli spazi se sottraiamo un pezzo di programmazione per via marce anche come Italia o se privilegiamo per esempio la parte Energia la parte housing e la parte ambiante che invece la revisione quindi a mio avviso è molto utile quello che state facendo e e abbiamo bisogno di alleanza che è un'alleanza tra i soggetti dell'economia sociale ma tre Soggetti dell'economia sociale le istituzioni territoriali e le forze politiche
Che questa battaglia culturale provano a intestarsela portarla avanti seconda risposta invece vengo proprio alla domanda che mi ha fatto cosa può fare la cooperazione e noi ci siamo posti un tema perché la cooperazione se guardiamo i dati astratti
Gode di ottima salute in termini tra virgolette economici in termini di risultati aziendali Inter gode abbastanza di buona salute in termini anche di resilienza no abbiamo dimostrato che siamo andati anche controcorrente norme nei momenti più bui
Ma ci basta questo cioè ci basta che noi abbiamo dei dati che ci preoccupa cioè noi cresciamo crescono le nostre imprese crescono dimensionalmente crescono in termini di fa anche di risultati
Ma non ci accontentiamo cioè l'idea è perché non cresce nuova cooperazione
Perché non nasce nuova impresa cooperativa per rispondere ai nuovi bisogni perché non noi siamo una parte diciamo imprenditoriale dell'economia sociale no perché poi nell'economia scienze sociali ci sono soggetti che hanno più vocazione ovviamente associativa le fondazioni il volontariato i soggetti che hanno più natura d'impresa come come sono per loro natura le cooperative ma perché non nasce nuova cooperazione perché è un giovane che pensa di fare impresa non fa la cooperativa perché di fronte al nuovo bisogno si pensano a modelli ma sempre in maniera residuale si pensa alle cooperative e quindi lo sviluppo dell'economia sociale deve essere anche lo strumento per dare risposte qui boh i
E poi concludo noi pensiamo ci sono molti terreni
Il welfare è quello privilegiato ovviamente ma anche del nuovo Welfare cioè non è che ci accontentiamo non tanto nella logica di gestori di servizi ma perché è importante la coprogrammazione la coprogettazione il tema della non autosufficienza che hai la grande frontiera
E per esempio l'Italia ha perso un'occasione con il pm RR prima sottovoce lo dicevo ha Vanessa c'è un report pubblicato poche settimane fa dalla Commissione europea
L'Italia sulla parte non autosufficienza affatto ha raggiunto tutti gli obiettivi e regolatori la nuova legge eccetera ma non sviluppiamo servizi non ci allochiamo risorse
E quindi la sfida sta anche lì come troviamo le risposte ma ha perso a nuove ai alla gestione dei beni comuni alla povertà energetica e alle comunità ed energetiche per noi in forma cooperativa pensiamo ad alcune frontiere di risposte per esempio
Io workers buy out cioè il passaggio generazionale di impresa e tradizionali o le crisi di impresa dove rami piazze e quindi servono strumenti legislativi e fiscali di incentivazione ma che sono una frontiera interessante e di cui o portiamo un pezzo di esperienza anche di impresa cooperativa
Innovativa allora l'economia sociale il piano fatto che proviamo a fare con il Gottardo sperando che diventi pubblico che venga adottato e che trovi qualche ancoraggio anche della legge di bilancio dello Stato ovviamente perché ci interessa anche quello e che diventi anche una serie di strumenti anche di politiche di Investimenti e di politiche fiscali
Noi immaginiamo che s'serba non sola salvaguardare quello che noi stiamo ma sviluppare ed ampliare lo spazio dell'economia sociale non come appunto recinto in cui ci riconosciamo ma come strumento di risposta e lo dico in maniera anche brutale dal versante della cooperazione leale interni difficilmente ci andrà un'impresa di Confindustria
Anche i beni comuni difficilmente ci andrà qualche soggetto che non siano associazioni fondazioni o imprese cooperative nelle periferie e in e nella nel nuovo housing per esempio difficilmente ci andranno Soggetti che non hanno alcune determinate caratteristiche che noi esprimiamo allora quei tre pilastri
Essere mettere al centro le persone e noi aggiungiamo gli interessi collettivi e generali no perché la cooperativa risponde o Hunter S. collettivo nella cooperazione di utenza di consumo
Ogni interesse anche generale quando gestiamo uno spazio immaginiamo un nuovo servizio e così via
Che hanno il reinveste hanno l'obbligo di reinvestire gli utili
Nella quasi totalità nella totalità o quasi totalità su questi interessi che sono che non dei localizziamo cioè siamo con le radici nel territorio nelle città nel quartiere nella comunità nel Paese
E che abbiamo la governance partecipativa e democratica che spero anche forze politiche che no a a fanno di questo un pezzo dell'identità possono recuperare che sono quindi un altro modello non Sempre in concorrenza tra di noi perché noi possiamo fare anche delle alleanze con le imprese che di capitali ma abbiamo altre finalità possiamo fare delle alleanze perché lo fanno le associazioni lo fanno le fondazioni e lo fanno anche le cooperative ma immaginando che un un'altra economia è possibile quindi questo lo sforzo a livello europeo a livello nazionale che proviamo a portare avanti
Grazie grazie grazie
Allora
Creava anche a dirci delle parole diverso cioè dai sì stiamo dicendo che vogliamo essere felici
Perché questo lo vogliamo tutti che questa economia è l'economia che dà una risposta come essere felici che vuol dire che siamo felici se che ci avvicina infelice
E stiamo bene anche se c'è chi vicino sta bene e ci son delle risposte molto concrete queste risposte concrete sono fuori dai recinti perché nella concretezza lo dobbiamo richiamare perché c'è no il disegno di pensare di recintare ma quando Dexter nuove economia
Comunque con le sue campagne con un festival come l'economia civile mette al centro tutto questo è fuori dai recinti il Forum del Terzo Settore tutto il mondo del volontariato è quello che quotidianamente facciamo tutti noi
Nella vita di tutti i fori da recenti la cooperazione vuol dire è vero che è difficile ma è difficile quando non si tocca con mano
La concretezza di Kira agisce che nella realtà uno più uno fa treni perché attestato perché riusciamo a darci dei Progetti di sostenitore di lavoro in tutti quegli ambiti quindi per cercare di come stare bene ed essere felici
E su questo anche gli interventi prossimi lo potranno approfondire degli altri aspetti grazie grazie grazie dichiariamo Andrea Savini Giulio Lojacono e Luigi Corvo
Allora partiamo da
Andrea Signorini professore di Sociologia economica e del lavoro della Sapienza
Una percorso importante l'altro protagonista si per un protagonista di un percorso per la stessa città di Roma e non solo sull'economia sociale
Quindi Soggetti profit e non profit e questo un po'il tema di congiunzione e un approfondimento importante che ti chiediamo sull'aspetto del lavoro
Sì tanto grazie anche da parte mia per per l'invito vado per punti ovviamente per non prendere troppo tempo e rimanere dentro musiche ci siamo dati
Sulle definizioni di confini sposo in in toto la definizione che ci ha dato all'inizio Marco Gargiulo ci sono dei confini c'è la definizione che hanno che è una definizione europea e credo sia importante fissare dei punti che sono quelli che ha fissato Marco
Mi riaggancio anche alcune delle cose che sono state dette prima in particolare l'intervento di Catiuscia Marini quando ha parlato di del mutualismo dell'autorganizzazione di quella fase che per noi sociologi del lavoro o può diciamo di sociologici che si occupano di di studiare le politiche sociali qual fa State
Viene prima del Welfare State
Il mutualismo l'autorganizzazione è stata una grande fase di mobilitazione dal basso in cui si sono gettate le basi di quello che poi dopo diventerà il Welfare State per come l'abbiamo conosciuto ma con una duplice anima da un lato l'autorganizzazione per l'autoprotezione laddove ne ricevono dei bisogni nuovi legato al lavoro che stavano cambiando e nei confronti dei quali non c'erano ancora risposta organizzate erano i lavoratori erano i gruppi erano le reti le le reti operai che dal basso si organizzavano per darsi quelle risposte che ancora non erano le risposte dello Stato
Ma c'era anche un'altra dimensione che era quella dell'autorganizzazione per la rivendicazione di diritti laddove i diritti non c'erano c'erano anche le casse di resistenza cioè l'idea di condividere le risorse economiche non solamente per pagarsi prestazioni sociali che ancora non c'erano ma per banalmente pagarsi la giornata lavorativa che non veniva pagata in caso di sciopero quindi finanziamento anche l'inattività politica e sociale che ha posto le basi
Per darsi un disegno di società alternativo a quello che c'era dominante nei confronti del quale non ci si riconosceva
Allora io credo che oggi siamo di fronte ad una fase di questo tipo ci sono politiche sociali modelli di welfare che abbiamo ereditato Contu trentennio glorioso una lunga fase di sviluppo e crescita del welfare che ha caratterizzato e caratterizzano ancora oggi l'Europa
Ma che da un lato e messo in crisi è sfidata e dall'altro lato forse non riesce a dare quelle risposte nuove rispetto ai bisogni che sono cambiate che sono molto diversi rispetto a quelli intorno ai quali era stato costruito l'edificio dell'welfare State del modello sociale europeo allora anche quando che quando parliamo di lavoro il tema è questo non semplicemente confrontarci su regolamenti clausole cambiamenti istituzionali ma che modello di società vogliamo che modello di società vuole proporre o è capace di proporre che lavorare sono capaci di proporre per lavorare i soggetti dell'economia sociale rispetto al modello di società dominante che abbiamo e che non ci piace
Che ci sfida che mette anche in discussione le conquiste che sono state fatte
In anni e anni di autorganizzazione di lotte e di sperimentazioni di cui tra l'altro l'Italia
è un contesto in Europa molto ricco c'è una ricchezza una varietà di esperienze di pratiche che nel nostro Paese possono parlare molto anche anche anche in Europa allora quando parliamo di lavoro
Io credo che l'obiettivo debba anche essere quello di sfidare apertamente il paradigma dominante del lavoro questo produttivi Isma'spinto che invade pervade anche anche il mondo del terzo settore sia pure avvolti inconsapevolmente cioè l'idea per esempio che il lavoro buono
Il lavoro di lavoro desiderabile il lavoro verso il quale spingiamo anche i nostri giovani a formarsi è il lavoro produttivo da un punto di vista economico
C'è molto lavoro produttivo da un punto di vista economico ma che ha delle esternalità altamente negative sul piano ecologico
Oppure che non serve a nessuno intesa Monnet nessun bisogno sociale emergente non è detto che è un lavoro altamente produttivo sia anche un lavoro positivo sul piano ambientale oppure sia un lavoro utile utili da un punto di vista sociale rispetto ai bisogni delle persone
Allora io credo appunto che bisogna fare anche un lavoro rispetto lavori intellettuale di rielaborazione rispetta che tipo di lavoro vogliamo valorizzare ci basta la produttività autonomica perché è un lavoro sia desiderabile sia felice quindi anche ben pagato ci sono tanti lavori poco produttivi da un punto di vista economico e qui indichiamo un problema strutturale di bassa produttività economiche quindi anche di bassi salari non ce lo nascondiamo c'è un problema di bassi salari
Nel mondo del sociale nell'economia sociale nel terzo settore che viene appunto da un problema un deficit strutturale di passa produttività economica che spoils peso si traduce in bassi in bassi salari
Ma non è detto che questo lavoro siamo poco produttivo sul piano economico non sia anche utile sul piano sociale e anche su quello ambientale e chiudo portando l'esperienza di un progetto che stiamo coordinando
Qui a Roma l'abbiamo chiamato il territorio disoccupazione zero è un progetto che è finanziato dal Pnr R è un progetto di rigenerazione immateriale
Nell'idea appunto che la rigenerazione non sia solamente un fatto materiale di piazze di edifici che pure devono essere ristrutturati e resi più belli più vivibili e più attrattivi anche per le persone la rigenerazione deve anche promuovere azioni sociali
Per far sì che molti bisogni insoddisfatti dei territori che nelle periferie
Ma anche nelle aree interne ci sono tanti bisogni insoddisfatti legati all'ambiente alla cultura
I bisogni sociali quindi bisogni delle persone prima è stata citata dal nord non sufficienza ma non solo sono tutti i bisogni sociali emergenti spesso scoperti
Intorno a quali intorno ai quali si può attivare tanto lavoro nuovo
Magari non così produttivo come i lavori che vengono attivati nei settori trainanti dell'economia che hanno quest'alta produttività
Economica ma sono bisogni e sono lavori fondamentali rispetto al benessere rispetto alla all'utilità che hanno per le persone quindi quando ci poniamo il tema appunto del lavoro felice del lavoro dignitoso
Nell'economia sociale uno non rincorriamo semplicemente modelli che sono quelli tipici dell'economia ministri in che schiaccia tutto anche le retribuzioni rispetto al solo parametro della produttività economica
Due domandiamoci lavoriamo nel territorio perché i tanti bisogni insoddisfatti
Delle aree più deboli ma non solo possono attivare non solamente risposte sociale attraverso l'innovazione sociale
Quindi l'autorganizzazione dal basso più o meno organizzate più o meno anche di interloquire
Con l'amministrazione magari attraverso l'articolo cinquantacinque quindi la coprogrammazione che poi diventa coprogettazione ma facciamo nato un grande volano di lavoro nuovo è buono e quindi anche dignitoso e giustamente pagato bene
Perché utile a rispondere ai bisogni delle persone ed economia sociale e l'economia
Per le persone fatta per le persone per i bisogni delle persone insomma intorno forse a quest'idea che si può costruire paradigma alternativo che valorizzi il lavoro di ciascuno chiudo su questo davvero penso di aver esaurito il mio tempo
C'è un livello orizzontale che è quello della normativa nazionale regionale c'è un livello orizzontale che è quello delle pratiche ci sono alcune città che hanno fatto da apripista Bologna Torino altre città si aggiungono si stanno aggiungendo spero che anche Roma
L'area metropolitana di Roma il Comune di Roma si voglia dare questo grande obiettivo per sfidante per la città i darsi punto di costruire un piano dell'economia sociale metropolitano e cittadino uniamo le forze uniamo i puntini uniamo le pratiche un in coordinamento perché dal basso non semplicemente possono nascere dei piani ma possa essere anche costruite è promossa una visione di società alternativa
A quella che non ci piace e i segnali che ci arrivano dall'Europa non sono proprio incoraggianti tali quel fra Stet ancor fare vestite appunto di destinare risorse da sociale al riarmo non è proprio un'idea insomma che che ci piace
Credo su questo siamo tutti d'accordo ma appunto non basta dirlo banche costruito un modello alternativo grazie
Grazie grazie davvero
Luigi Corvo professore di economia aziendale sociale all'amica alla Milano Bicocca
Come possiamo creare unire i puntini creare questa alleanza come può la ricerca all'università e soprattutto i giovani come li possiamo introdurre su queste tematiche proprio per costruire una società diversa
Grazie mille innanzitutto per aver creato questo momento di dibattito di confronto e vengo subito la risposta
Come possiamo fare innanzitutto studiando e provando a far riscoprire qual è
Quel fuoco di passione che attivato l'economia sociale nel tempo e quindi fare la storia dell'economia sociale non vuol dire semplicemente fare il primo capitolo iniziale perché doveroso farlo ma far capire che lì dentro ci sono state delle passioni e delle vite no che si sono messi in gioco e che la teoria dell'economia sociale questo non lo so su cui forse ci concentriamo sempre molto poco latina dell'economia sociale nasce da una figlia dell'uomo così come il capitalismo
Ecco perché oggi a distanza di due secoli siamo qui a parlare di economia sociale perché contrappone alla clinica di lungo capitalista cioè l'uomo accumulatore della massima utilità possibile
Una teoria dell'uomo esistenziale cioè che se lo fai si accumuli la massima utilità in condizione di solitudine quell'utilità non si trasferisce infelicità
E invece l'operare insieme e il cooperare riesce a unire l'utile che non a caso e l'ultima voce di bilancio no ancora cioè noi abbiamo impresso nella nostra attività quotidiana il rimando di questa impostazione
Alla felicità come si dice utile direttivo le no
Quindi di rinasce l'economia sociale da questa intuizione ma nasce con sofferenza cioè nasce non negli anni settanta in Francia nasce nel mille ottocentoquarantaquattro arrosto Dale quando succedeva una cosa particolare cioè gli operai erano costretti dal padrone
A comprare i viveri di prima necessità nell'industria dove lavoravano
E dovevano farlo anche accredito che sembra anche a cosa bella no ti faccio comprare a credito in realtà era un grande ricatto perché poiché trattenevo il tuo debito dato salario
E ti costringeva a rimanere legato col a me finché non si esauriva il tuo debito
E quindi chi le dava vita non avevi libertà no
Cosa fanno questi e qui pionieri attenzione alla produzione in Italia non so come mai equità Bolt rocce del Pioneers
Per essa è stato tradotto non si sa perché come i Prodi pionieri no
Sono i pionieri dell'equità questo va dato merito a Bibi Bellini della Fondazione Barberi ha fatto uno studio filologico su la difesa su sulla sul perché la traduzione in italiano est passava da e qui approvi
Però quelli di cosa hanno fatto i tre ragazzi abbiamo un po'di soldi da parte e cominciamo a comprarci labour Party lo spaccio mostro
La cooperazione al consumo che conosciamo oggi le cotto che conosciamo oggi Conad che conosciamo oggi nasce da quelle otto persone che dentro una fabbrica decidono di mettersi in proprio
Si mettono in proprio e fanno profitto
Attenzione fanno profitto
Questo è il a mio avviso il più grande errore che rischiamo di fare perché siamo sotto diciamo
Una un diktat culturale religioso del capitalismo per cui l'economia sociale dire der gogna assi del profitto no il l'economia sociale affatto
Fa e dovrà fare sempre di più profitto con una grande differenza
Che quell'utile che segna il profitto nel bilancio a chi è utile quello ci dovremmo chiedere si chiama sempre allo stesso modo nell'impresa capitalista nell'impresa cooperativa
Ma l'utile che fa una un una organizzazione dell'economia sociale cooperativa ente terzo settore è utile ai molti fanno i ristorni le cooperative l'utile torna a chi ha contribuito a generare ai lavoratori ai consumatori che hanno che in quanto soci hanno comprato quei prodotti
è utile al fuori perché attraverso quell'utile si investe impatto sociale
è utile al dopo perché mediamente il cinquanta per cento degli utili finisce in riserve nello stato patrimoniale e quindi poiché la cooperativa non si vende poiché lento il terzo settore non si fa exit quando la si consegna le prossime generazioni gli si consegna un'organizzazione più forte d'acquisto patrimoniale che può investire di più quindi abbiamo il tema del rapporto dentro o fuori quindi no
Benessere interno e benessere da alcune delibere del territorio Esterno abbiamo il tema della equità intergenerazionale
Non trattengo e non faccio i dividendi oggi per garantire condizioni alle generazioni successive
E soprattutto di Vito
A per una moltitudine il profitto che faccio
A questi sono i tre elementi che non sono il recinto ma sono i punti cardinali tutto ciò che non contiene queste tre cose non la possiamo definire economia sociale
Possono essere degli alleati possono essere dei soggetti con cui fare delle sinergie sicuramente ma questo è il cuore dell'economia sociale
Questo rappresenta un differenziale che spaventa il capitalismo
E quindi su questo dobbiamo lavorare ne bis
Perché questo e e secondo me interessantissimo farlo in una festa di un soggetto politico di sinistra ci porta fuori da quella che abbiamo assimilato come scusa di compagnia diretta mo'pochi minuti come la cantilena della redistribuzione
Questo modello previste riduttivo
L'economia sociale fa redistribuzione delle risorse
Cioè nel momento in cui il lavoratore e socio fa parte della governance si esprime non dal punto di vista di quanto capitale finanziaria porta ma della sua presenza di persona fisica all'interno dell'organizzazione
Luigi è beneficiario del valore creato non di un'elemosina di redistribuzione dopo che qualcun altro ha creato valore quindi è soggetto legittimato a star dentro il gioco dello sviluppo economico non dentro
L'economia non profit residuale chi gli altri finanzia mette in crisi anche se beffa allo stesso tempo una sfida al mercato capitalista ma allo stesso tempo quando sfida lo Stato centrale e dice non siamo in grado di attivare comunità dal basso che sia un po'producono le risorse in grado di rispondere ai bisogni e di fare pre distribuzione il redistribuzione prima veniva citato il caso di Mondragone
Guardate cosa è successo in un territorio Mondragone Paesi Baschi un'aria Interna fra due città che potrà essere schiacciato dall'incombenza ricucita San Sebastiano e Bilbao due capitali finanziarie no del del del territorio
Nemmeno centoquarantatré partono comprime cinque cooperative che nascono dalla Scuola Politecnica oggi diventano centododici cooperative fatturano undici miliardi di euro hanno uno virgola cinque miliardi di euro di profitto
Di utile dove va questo utile il trenta per cento ai lavoratori
Il sessanta per cento va alle prossime generazioni perché viene reinvestito nella cooperativa nel patrimonio dalla cooperativa delle cooperative anziché sono centododici e dieci per cento va Progetti ad impatto sociale sotto su quel territorio vuol dire che su un miliardo e mezzo centocinquanta milioni di euro
Tutti gli anni alimentano progetti del terzo settore di quel territorio immaginate un'aria interna che gode di centocinquanta milioni di euro all'anno
Di investimento e l'impatto sociale non dati da un filantropo ma dati dall'economia sociale il rapporto retributivo fra lo stipendio più basso lo stipendio più alto e Massimo Setti
L'altro aspetto a mio avviso decisivo e che
C'è un meccanismo di cooperazione una cooperazione di secondo livello fra le cosiddette divisione se cioè quelle cooperative in difficoltà laddove la difficoltà economica e di carattere congiunturale e non strutturale le loro perdite vengono installate degli utili delle altre
Perché lo sviluppo o è collettivo e sinergico un onere e non c'è un atteggiamento diciamo di avvantaggia amento di alcune cooperative dalla difficoltà di altre in Italia abbiamo la possibilità di fare cose del genere ma aveva bisogno della politica
Ci abbiamo bisogno non soltanto di lavorare ai margini di aggiustare la legge di Previti ieri lo sconto fiscale lo sgravi o di un'imposta dove mangiare un progetto
Radicalmente trasformati vivo cioè dove
E faccio un esempio
Sull'housing
Non ci accontentiamo del social housing
Cioè non ci accontentiamo dello sconto sul prezzo dell'affitto
Perché ma non perché voglia siamo velleitari perché lo sconto sul prezzo dell'affitto ha come variabili a cui si ancora il beneficio
Una variabile esogena che determinato dal mercato e dalla rendita cioè il prezzo dell'affitto se il prezzo dell'affitto raddoppia il venti per cento di sconto non vale più niente
Stiamo lavorando su un modello attenzione anche qui DOCUP Bo trenta secondi il concetto di mutuo
Sapete che nasce in una cooperativa
Questa cosa non si sa perché non si studia la storia dell'economia sociale
Le building society is
Che erano cooperative temo questo nome geniali
Società di costruzione e costruire società le building society is hanno inventato il mutuo qualcosa ci dovrebbe dire fatto un mutuo mutualismo mutue le mute autogestite no
Inventato il mutuo dirà è uno strumento geniali di finanza un'innovazione finanziaria fatta dalle cooperative per favorire l'inclusione abitativa di chi una casa non se la sarebbe mai potuta comprare perché avrebbe dovuto accumulare flussi di risparmio per trent'anni
Attraverso un modello mutualistico si riesce ad attualizzare flussi di risparmio trentennali ad oggi e si dà la possibilità di entrare oggi in possesso di una casa
Quel modello di viene preso con la finanza diventa il mutuo che comunemente conosciamo dove gli elementi soggettivi di conoscenza del socio lavoratore che sono in una cooperativa non esistono più e quindi occorre la garanzia i genitori no tutte quelle condizioni che nella società della stabilità dei famosi curiosi trenta che giustamente
Diceva che erano presenti nella società della instabilità attuale non sono più presenti il mutuo si vede che i dati si riduce anno per anno
Ma qual è il problema dell'housing se non vogliamo star dentro
Quello che amo capitalismo di compassione Conte social housing questi sconti
è capire che abbiamo una profonda diseguaglianza fra soggetti che pagano mille euro al mese e capitalizzano il cento per cento ribolle pagano cioè chi riesce ad accendere un mutuo soggetti che pagano gli stessi mille euro al mese e capitalizzano zero di quella somma
Allora un modello cooperativo oggi dovrebbe riuscire a dare formule di capitalizzazione intermedia fra zero e cento
Fa sì che le persone ma mano che pagano l'affitto possono capitalizzare
Almeno il cinquanta per cento di quello che pagano in un modello di rent to buy cooperativo cioè dove mi posso trasportare questo credito che ho accumulato pagando l'affitto in qualunque casa abbiamo fatto un po'di conti in dieci anni ci stiamo lavorando con Legacoop-Abitanti con
La Fondazione Barberini con l'università
Col Comune di Roma anche ma qual è l'obiettivo che in dieci anni l'affitto Tura aggiunga almeno il venti per cento di proprietà
Di un immobile in modo tale che dopo dieci anni ha scritto non debba dare l'anticipo sulla casa ossa entrare nel minuto e tutti possa diciamo trasferire questo credito come un credito sottratto alla rendita e
Contributivo rispetto all'impatto sociale che quel generale ecco questo è la nuova frontiera a mio avviso della cooperazione
Non stare dentro i perimetri che vengono dati da questo modello per cui qualcun altro produce valore produce ricchezza e noi dobbiamo pietire che ci venga redistribuito una quota di quella ricchezza
Ma contendere la creazione di una ricchezza c'è contendere
La legittimità a star dentro i soggetti che creano valore aggiunto perché e chiudo il motivo per cui teoricamente il capitalismo si è imposto
Da Max Weber in poi
è che si è proposto come il soggetto riduttore di scarsità
Cioè se vuoi prendere un bilancio impatti faremo
Una scuola sia la chiameremo spesso Scuola popolare di economia sociale spesso come speranza
L'idea è che quando tu riesci a fare valore aggiunto il motivo sociale la giustificazione sociale del profitto del valore aggiunto nell'impresa capitalista e che dimostra che riduce la scarsità di beni e servizi
E in un mondo in cui si moriva di scarsità fine del del settecento chi dimostra la cui storia di per sé un attore sociale
Ecco noi dobbiamo rivendicare che non riusciamo a fare questo ridurre scarsità essendo soggetti creatori di ricchezza ma che quella ricchezza riusciamo ad impiegarla peli più e non per i comuni grazie grazie
Grazie anche per gli esempi concreti allora
Con Andrea si è parlato di lavoro pagato il giusto
Con Luigi si è parlato non di redistribuzione ma dell'equa distribuzione delle risorse e quindi dirà prelevata diamo anche di equa distributore di di equa distribuzione di risorse quindi con Giulio Loiacono che segretario generale di altri sa associazione sviluppo sostenibile dove il tema ambientale peraltro nel centro
Il legame con questi due principi questi ricongiungere alterata
Assolutamente grazie per l'invito e realtà e Alleanza Italia ascrivibile proprio come Alleanza del di sinistra
Il nome alleanza non è casuale nel senso che nel momento soprattutto in cui cioè come dicono quelli proprio per il mosto riterrei
O comunque una narrazione sulla sostenibilità estremamente fuorviante estremamente negativa il concetto di Alleanza il concetto di
Mettersi insieme per contrastare questo tipo di visione del mondo totalmente fuorviante e e molto importante cioè mettere insieme soggetti diversi
Anche perché sono state dette molte cose interessanti sulle quali quindi non ritorna però c'è son molte ricerche che dimostrano come
La narrazione proprio della della sostenibilità crei
E del futuro di come vediamo il nostro futuro crea una dissonanza spaziale una risonanza temporale come se fosse qualcosa che non riguarda noi chi non riguarderanno infatti tutte le immagini associati al futuro
Io la sostenibilità non hanno raffigurazioni di persone non hanno raffigurazioni destra astratte sono prive di dettagli geografici sono prive di dettagli sociali temporali quindi sono
Lontane psicologicamente astratte e questo ci porta a una percezione dicotomica per cui da una parte c'è la creazione di valore sociale o di valore ambientale e dall'altra parte la creazione di valore economico quello che veniva detto quello che veniva detto prima quindi c'è o l'ambiente sociale a discapito dell'economia
O la crescita economica a discapito delle crisi ambientali sociali e sociali e questo non consente di vedere le soluzioni che ci sono che integrano tutti questi aspetti quindici porta a prima pro macroscopici Errori di valutazione che portano a una mancata comprensione delle opportunità che l'economia sociale che la sostenibilità possono possono creare e probabilmente dobbiamo anche rivedere un po'il modo in cui raccontiamo le cose probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa anche del modo in cui ci poniamo e nel modo in cui intendo noi come comparto culturale raccontiamo le cose oggi ci sono molti soggetti diversi
Grazie dell'invito perché questa varietà questa ricchezza di contributi
Sottolinea la vitalità dell'economia sociale anch'in un momento in cui c'è un un elemento che si può recitare di quello della demografia un siamo un Paese che invecchia sempre di più chi ha bisogno di sempre maggiori pure di assistenza e che quindi anche sempre meno idee
E in questo momento abbiamo anche prima abbiamo avuto la crisi pandemica poi
Le crisi geopolitiche quelle economiche quelle climatiche e gli stati stanno cominciando ad esaurire le risorse che hanno stanno cominciando a entrare in seria difficoltà
Noi come altri se cerchiamo di promuovere la gente a venti trenta diciassette Obiettivi di Sviluppo sostenibile quindi politiche pubbliche che siano coerenti con con lo sviluppo sostenibile e quindi la va bene per l'economia sociale eh
Una bussola verso l'integrazione appunto della dimensione economica della dimensione ambientale ed è la dimensione sociale
Election penne ci ricorda che non parliamo appunto di un settore residuale parliamo di un settore che mobilita milioni di sotto di soggetti milioni di persone che può diventare già è in mano lo può diventare ancora di più invero attore
Strutturale dello sviluppo per dare delle risposte dove nello Stato da solo con le difficoltà che abbiamo detto demografiche delle crisi globali nel mercato da soli riescono a garantire sentiamo prima riga Cop sul la presenza delle aree interne e quindi e un vero settore che può arrivare dove altri da soli non possono arrivare il nostro rapporto il rapporto altri sì che ne pubblichiamo ogni anno fotografa una situazione complessa cioè che l'Italia invece è in realtà in star entrando si sta allontanando è ancora lontana
Dal raggiungere molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile compresi quelli legati a lavoro dignitoso che veniva citato prima il corrotto o anche della riduzione delle disuguaglianze i gol dieci va un po'meglio come sa bene Valentino Bobbio per quanto riguarda gli i modelli produttivi l'economia circolare
Però il rapporto mette in luce anche alcuni segnali realtà positivi
Che arrivano dai territori abbiamo per il prossimo rapporto territori raccolto duecentoquaranta buone pratiche spesso arrivano buone pratiche di rigenerazione urbana di Progetti di welfare comunitario cooperative di comunità che appunto coniugano l'occupazione
E battute dall'ambiente l'innovazione
Questo quindici dice due cose intanto che l'economia sociale e già oggi una soluzione però ci dice anche che senza delle politiche pubbliche coerenti instabile sempre un senso un framework legislativo queste buone pratiche
Non vengono codificati e rischiano di rimanere buone pratiche isolate ed è qui che la Somplago appunto diventa decisivo perché ci incoraggia costruire delle cornici normative dei framework degli strumenti finanziari delle strategie
Territoriali condivise e come è stato ricordato
Da molti dei di quelli che mi hanno preceduto la sfida è proprio quella della coprodotta proprio programmazione da coprogettazione di del dialogo tra amministrazioni locali e impresa sospeso salienti del terzo settore finanza mondo produttivo
Ma non in modo formale non è un esercizio di compliance e un modo per garantire che queste politiche questi modelli rispondono a bisogni reali delle comunità
E creino e traino fiducia e poi c'è un messaggio più ampio che vorrei dare che quello appunto che troppo spesso si contrappone la sostenibilità alla competitività come dicevamo prima
L'economia sociale dimostra che questa contrapposizione in realtà e un falso dilemma cioè impossibile essere competitivi generare profitto anche pre distribuzione oltre che redistribuzione essere convinti di al tempo stesso generare impatti positivi sul piano sociale e ambientale in questo senso è importante anche che l'economia sociale con Tanini l'economia civile quella di cui parlava e a ancora Valentino proprio di Next perché
Poi non è un caso si alcune delle realtà più innovative del nostro Paese alle cooperative tecnologiche le imprese Benefit le star tappa ad alto impatto sociale Damasco uno proprio in questo spazio dobbiamo tra l'altro ricordare l'abbia fatto un rapporto con accordi economici sul futuro
Che gli scenari futuri al due mila trentacinque al due mila cinquanta ci dicono che accelerare la transizione ecologica per esempio ma anche la transizione sociale conviene perché se noi acceleriamo
E è stato dal abbiamo calcolato ci sarà una crescita del PIL dell'uno e uno per cento nel due mila trentacinque addirittura dell'otto e quattro e il due mila cinquanta al contrario se non facciamo niente
Scenario catastrofe climatica avremo un calo del PIL del tre cinque per cento nel due mila trentacinque del ventitré ottobre due mila cinquanta quindi c'è una variabile che
Pochi considerano che sono i costi dello stare fermi
E tutti vanno appunto dei costi della transizione costi all'affissione ecologica sociale va anche in azioni ha dei costi anche stare fermi ha dei costi che richiede stiamo di di pagare molto molto cari per questo come altri s'
Indichiamo tre priorità la prima e la valorizzazione dei corpi intermedi momento storico in cui sembrano destinati al declino sembra sembriamo destinati appunto alla disintermediazione invece dei corpi sociali
La seconda è l'integrazione della sostenibilità nelle politiche pubbliche e delle strategie d'impresa anche delle imprese civili c'è stata tutta la polemica sui modelli di rendicontazione della sostenibilità fedele
Semplificazione deregulation non entriamo adesso in questo dibattito non ci sarebbe tempo però abituare
Lei in paese
Anche le pubbliche amministrazioni a rendicontare il valore creato non soltanto il valore economico creato ma il valore sociale il valore ambientali in modo comparabile nel tempo anche tra diversi settori aiuta a capire a misurare il valore creato e quindi a porsi anche degli obiettivi migliorativi in questo senso
E inoltre promuovere la cultura della sostenibilità perché senza cittadini consapevoli chiaro che non si crea quel meccanismo virtuoso di consenso
Secondo un sondaggio che abbiamo fatto con il suo so solo il trentaquattro per cento dei cittadini sa di che parliamo quando parliamo di sviluppo sostenibile dallo confonde solo con la filantropia per esempio
Questo significa che e una e è un però una percentuale in crescita rispetto a qualche anno fa ma significa che il settanta per cento quattro dei nostri connazionali ancora non sa di che parliamo quando parliamo di questi temi in c'è un fatto un fattore anche di alfabetizzazione per fortuna questo dato è molto più alto
Tra i giovani concludo con un auspicio nei prossimi anni l'Italia sarà chiamata a contribuire alla revisione delle strategie europee alla definizione della nuova agenda che verrà dopo quella del due mila trenta noi possiamo essere un laboratorio di innovazione sociale
Sostenibile sono state ricordate le esperienze delle
E delle cooperative ricco ricordo una cosa che l'altri saputo con molta forza cioè l'inserimento della Costituzione dell'ambiente
Insieme al paesaggio e dell'interesse delle nuove generazioni e però importante ricordare che l'innovazione sociale vede anche accompagnarsi all'innovazione tecnologica perché l'Italia e l'Europa da questo punto di vista hanno perso troppi treni
In Italia ci sono solo cinque unicorni cosiddetti cioè le start up che sono valutate più di un miliardo e sono belli Punzo statista IPO
In Gran Bretagna sono centosettantaquattro e lì si è creato un ecosistema a proposito di ecosistemi
Si è creato un ecosistema tra università e perciò capitale un po'come è stato ai tempi della rivoluzione russa nell'allora anche noi
Dobbiamo recuperare questa dimensione per creare innovazione tecnologia altrimenti rischiamo di rimanere fuori non è un problema solo italiano dove peraltro i brevetti sono la metà di quelli della Francia
E un quinto di quelli della Germania è un problema europeo perché da quando esplosa la bolla delle dot com nel novantanove due mila l'Europa non ha saputo creare dei protagonisti del digitale si P. diceva prima dettano legge economica
Dei protagonisti del web da parte Expò ti fai che svedese però in realtà noi siamo dipendenti non c'è non c'è un'amazzone europeo non c'è un social network europeo non c'è un sistema di satelliti a bassa quota europeo che sarebbe utile per esempio anche per accesso a internet nelle aree interne
E l'Italia spende il trenta per cento in protezione sociale prova quasi tutto a e sanità che e e previdenza e quindi rimangono tagliate fuori le nuove povertà che l'abitare veniva ricordato prima non basta il socio l'housing i servizi educativi i servizi domiciliari che non per una popolazione anziana sono molto importanti per questo
Possiamo e dobbiamo essere un po'torre di innovazione sociale né come altri s'siamo pronti naturalmente a fare la nostra parte e mettiamo a disposizione le nostre analisi e nostre reti nostra capacità
Di fare progressi perché ritorno al concetto della dell'alleanza sono con alleanze anche con alleanze
Il più possibile inclusive possiamo tradurre queste visioni poiché azioni concrete che rispondono e a bisogni concreti è aiutano a migliorare la qualità di vita delle nostre comunità grazie grazie
Grazie a tutti voi allora prima di passare a ciò che intanto avviene sui territori
Chiediamo la parola al professore Mario Calderini che in connessione con noi perché da Oxford non ce la faceva ad arrivare a Roma
Però e qui con seguito tutto il dibattito che il professore di management sostenibili Thiene Patta del Politecnico di Milano
Portavoce di Torino sociali impatto e membro anche il gruppo di Esperti sull'economia sociale delle Commissione europea in modo che possa aiutarci a riprendere i temi trattati fin qui a rilanciarsi ulteriore importo per ciò che avviene sui territori e poi quindi dibattere
Con loro
Ecco gli atti
Grazie grazie grazie dell'invito e spero mi sentiate bene benissimo mi dispiace molto non essere con voi ma appunto il dibattito in questo momento in Europa nel Regno Unito è molto vivace e quindi siamo un po'di chiederanno di allora ho ho ascoltato tutto il dibattito con grande interesse e e e lo riprendo per punti dunque il primo la situazione in Commissione europea
Non è bella forse anche un po'più brutta di quel che sembra io credo che il segno tangibile più preoccupante sia di fatto la decisione politico amministrativa di sottrarre l'economia sociale che era tradizionalmente incardinata su due direzioni generali
Cioè la direzione generale lavoro e la direzione generale crescita la scelta la commissione è stata di riportarla completamente in direzione generale lavoro
E di togliere la direzione generale crescita da qualunque attività legata all'economia sociale perché questa è una cosa grave e un brutto segnale
Perché certifica con un atto amministrativo quello che in questo momento lo spirito dei tempi in Commissione europea cioè un arretramento culturale di almeno vent'anni
Rispetta una conquista che avevamo fatto che era quella di considerare coesione sociale crescita due fattori sinergici noi siamo tornati nel giro di sei mesi
A considerare coesione sociale e crescita due elementi rivali e conflittuali
Ora su questo bisogna che facciamo un po'di autocritica perché io penso che questo sia il risultato di tre errori innanzitutto politici il primo è che questo nuovo spirito dei tempi in Commissione europea è il frutto malato a mio parere del rapporto Draghi
Che era peraltro perfettamente già incarnato dal nostro Pnr dovesse voi andate a rileggerlo
Voi avevate questi elementi di Green digital divide ingrigito ha ripetuto in maniera un po'ossessiva e la parola inclusione ricorreva una volta ogni tanto con quello lo spirito filantropico gesuitico che appunto è tipico di questa impostazione culturale
Noi rispetto a queste noi morì terzo settore nove studiosi di economia sociale rispetto alla politica all'impostazione rapporto che Wagner secondo me siamo stati un po'disattenti e i pigri
L'altro grande errore politico è il seguente che introduco però facendo una precisazione iniziale per non essere frainteso siamo tutti d'accordo che la lotta al cambiamento climatico e anche un abbastanza una battaglia per la giustizia sociale non c'è nessun dubbio su questo
Cambiamento climatico colpirà ai più deboli quindi contrastare cambiamento climatico significa innanzitutto lottare per i più deboli questo è chiarissimo
Detto questo aver fatto finta di
Vedere che nella transizione
Ambientale
La distribuzione dei costi associati la transizione puniva i più deboli
E veniva percepito soprattutto dai più deboli come un atto un iniquo è stato un regalo politico al populismo conservatore
Perché è è evidente che e c'è è cresciuto un malcontento diffuso di chi ha percepito che in una posizione di debolezza si trovava a pagare soprattutto lui i costi della transizione ambientale
E questo ha diciamo questa simmetria questo strabismo che Abueva voluto anche Tim meno permanesse in effetti affidare la transizione complessa come quella ambientale un ingegnere olandese forse non era più lascio la scelta più illuminata per proteggere anche sociale per costruire un consenso politico attraversa attorno alla transizione e questo di fatto ha regalato quel consenso al populismo conservatore Capponi apportata questa posizione la commissione europea
Il terzo è che come sempre illa l'economia sociale di innovazione sociale e terzo settore corrono un rischio enorme che è sempre quello
Se volete di morire di pragmatismo
E di essere così tanto impegnati nella costruzione la soluzione dei problemi nella costruzione dal basso delle soluzioni
Il portafogli politici che diciamo nascono dall'assemblaggio di tanti strumenti di intervento ogni tanto ci si dimentica di alzare un po'l'ambizione politica
In questo senso io mi trova dissentire con parte delle cose che sono state dette
Io penso che noi non abbiamo una definizione di economia sociale
E che sia un inganno quello di pensare che la definizione di Colonia sociale si ottenga enumera anche i protagonisti cioè dicendo che sono le le mutue le cooperative
Perché enumerare i protagonisti delle nell'economia sociale significa far finta di dimenticare che noi dobbiamo ancora trovare un principio ordinatore e le proprietà transazionali organizzative che caratterizzano l'economia sociale in particolare nel rapporto tra profitto e sociale
Secondo me se noi non torniamo un pochino a una dimensione ontologica della definizione di economia sociale continuava a dirci che l'economia sociale quella roba che è fatta dai soggetti che la compongono
Io penso che noi facciamo un errore non riusciremo mai ad alzare l'asticella dell'ambizione politica
In particolare e qui vengo alla ai riferimenti alla situazione italiana
Il rischio che qualcuno ha paventato in questo dibattito a mio parere giustamente di arretramento dentro il fortino di arroccamento di chiusura è chiarissimo nell'interpretazione
Della definizione dell'economia sociale europea perché se voi osservate con attenzione il dibattito italiano
Che cosa sta succedendo che quelle enumerazione di protagonisti che esiste nel sociale economica Champlain effettivamente a un certo punto che non basta come dicevo però a un certo punto fa riferimento a un'entità che sono le sociale Enterprises
è evidente che la Commissione europea nel definire sociale Enterprises
Faceva riferimento a un mondo grigio che non necessariamente sta nei confini del terzo settore ma che appunto quel momento di contaminazione di ibridazione speriamo virtuosa ovviamente anche molto rischiosa
Che stata approfitta e nostro proposito o o terzo settore
In Italia faccio notare che pretestuosamente
Si è appresa la tragica traduzione letterale di sociale Enterprises che è impresa sociale
Per dire ecco vedi nell'enumerazione c'è l'impresa sociale che è un soggetto riconosciuto concertato settore e quindi l'economia sociale è quella roba che sta nel perimetro del terzo settore
Di nuovo io sono uno straordinario appassionato di terzo settore e credo che i soggetti del terzo settore siamo il motore primo e l'ancoraggio valoriale di tutte le forme di impresa che devono in qualche modo enti interpretare l'idea di economia sociale ma ridurre a un soggettivismo può come dire opportunista
La definizione di economia sociale
Io credo che tolga ambizione e soprattutto capacità di scalare la l'ambizione politica a a quei livelli che poi verrà in mente potrebbero portare a quelle cose giustissima che diceva Luigi Corvo in termini di definizione appunto di qual è la teoria della giustizia sociale a cui facciamo riferimento da cui sono i modelli redistributivi e non redistributivi
A cui facciamo riferimento e così via
In Italia c'è un'interpretazione adesso è stato recepito ma anche con una certa solerzia dal governo l'idea di fare piano nazionale
Io penso che l'unica buona notizia del piano nazionale sia stato che all'origine esso è stato incardinato al MEF piuttosto che al ministro del lavoro perché questo in qualche modo segnala che usciamo da quell'idea un'unica di economia sociale come riparatore dei guai infatti dal capitalismo ma riconosciamo l'economia sociale
Un ruolo e un motore di crescita e di protagonismo produttivo ed economico
Questa è la buona notizia il piano economico sociale
La notizia al che a me sembra un po'meno rassicurante che innanzitutto tutti abbiamo visto le bozze credo molti di noi l'ho visto le bozze del del nuovo Piano e io ho un po'sospetto che ci sia una prevalenza di cultura micro giuridica di piccoli aggiustamenti giuridici spesso anche protettivi dei confini della del del terzo settore che non mi sembra di nuovo manchino di ambizione politica
Ci si aspetta si sapeva che c'era un po'di ingegneria giuridica da fare
Per mettere a posto alcune cose che riguardano la la riforma e e questo è forse sono state fatte però come dire da lì a esprimere una visione politica coraggiose propulsiva mi sembra che manchi ancora moltissimo del resto mi permetto di fare una piccola critica a me sembra che il baricentro culturale del piano d'azione si è stato affidato a una fondazione piuttosto recente la cui legittimità rispetto al terzo set forse gli opposti del terzo settore
Mi farei qualche domanda sulla legittimità di rappresentanza e al sistema camerale il sistema delle camere di commercio
Soggetti assolutamente come dire rilevanti ma forse non del tutto capaci di esprimere quella visione politica che io credo invece andrebbe un po'riportata né nelle rappresentanze politiche appunto e se stesse
Vedremo il fatto che ci sia il piano d'azione nazionale è una splendida notizia
Vedremo che che effetti avrà come verrà recepito poi gli strumenti io ho l'impressione che la pubblica amministrazione di livello centrale in questo momento sia del tutto impreparata a recepire la cultura la logica la passione politica devi che deve ispirare
La nascita di un nuovo paradigma economico perché di questo si tratta se vogliamo come è già stato detto e che quindi forse anche facendo un passaggio all'ultima parte del dibattito contro capito mi seguirà
Io credo che sia una splendida notizia quello che sta avvenendo sul territorio perché se io leggo alcuni indiani che sto vedendo Bologna Torino quello che sta succedendo a Milano e in altre realtà italiane ecco i piani metropolitani in questa fase esprimono una creatività coraggio un'ambizione politica
Largamente superiore appunto a quella micro cultura giuridica che in questo momento mi sembra ispiri il piano d'azione nazionale io faccio chiudo facendo proprio un una sorta di appello alla alla politica perché è di nuovo non ci si faccia
Silenziare dal pragmatismo e dalla voglia appunto di di di portare a casa ogni tanto dei risultati dei provvisoria dei problemi ma in qualche modo sfidare il piano d'azione
Con un po'più di coraggio visione politica grazie
Grazie grazie al professor Calderini
E allora accogliamo davvero dava questo momento per la terza parte del nostro panel e vediamo come come risponde la politica e quindi chiamiamo Daniela freddi
Jacopo Rosa appelli e Marta Bevilacqua
Sì riorganizziamo con le sedie
Allora ne abbiamo parlato tanto cominciamo da Daniela freddi
Responsabile appunto del piano di sviluppo economico per Bologna metropolitana
Tutti parlano vivamente di questo modello
Ti chiediamo di dare alcune indicazioni di massima e anche se secondo te questo modello è replicabile o se ogni territorio invece deve strutturarsi in via autonoma
Intanto ringrazio anch'io moltissimo dell'invito mi fa davvero tanto piacere essere qui e
Prima di provare per quanto sinteticamente rispondere a questa domanda c'è una sottolineatura che vorrei fare ed è proprio il fatto di di avere in questa sede politica di una festa politica organizzato questa iniziativa e io penso che ce ne sia davvero tantissimo tantissimo bisogno le motivazioni le abbiamo comprese ascoltate
Anche e soprattutto per quello che sta accadendo a livello a livello europeo che è stato proprio il luogo dove non dov'è nata l'economia sociale ma dove da dove arrivato questo impulso importante la trasformazione del sistema economico poi
Vorrei anche dire più in generale siccome mi capita di seguire anche altre feste di altri
Partiti compreso il mio che in affetti è una scelta non banale nel senso che questo tema al momento attuale sul lato della discussione politica sia a livello locale e tanto meno di quello nazionale
Mi sembra che non sia così esteso quelle veramente sono molto molto contento della della scelta che
Che è stata che è stata fatta
E certamente lo abbiamo anche capito dagli interventi di oggi questo è un tema assolutamente molto molto sfidante
Lo diceva da ultimo Calderini nel senso che stiamo parlando a tutti gli effetti di un nuovo paradigma economico quei davvero di un di un passaggio di un sistema di una transizione
Che prima di tutto bisogna crederci e poi tutta da costruire nella nella pratica poi
è un tema molto sfidante per cani chiede prima di tutto alle organizzazione che ne sono protagoniste in cambio
Del loro modo di di vedersi dileggio se di interpretare sì di di di di AGR qualcuna di questa organizzazione sono più abituate
A sentirsi impresa sentirsi economia altre meno quindi anzi rifiutano lo comprensibilmente questa questa orientamento quindi è chiaro che è un passaggio che naturalmente è prima di tutto prima di tutto culturale
è chiaro che però ne abbiamo abbiamo tanto bisogno di questo sostegno è stato ricordata la svolta a livello europeo a tutti gli effetti possiamo dire che in soli tre anni qualcuno l'ha detto siamo passati da un investimento in economia della pace a un investimento economia della guerra quindi ecco questo vorrei dire non sottovalutiamo lo diceva anche Calderini non sottovalutiamo il momento che stiamo vivendo questo
Lo dico non per budget Arci non lo sconforto in un pessimismo ma proprio perché
è in una fase come questa che allora abbiamo ancora più bisogno di un sostegno politico di farci le idee chiare e anche di no di batterci perché questo paradigma possa crescere e non vivere quello che sta vivendo sulla l'istituzionale europeo che tutti gli affetti una fase di declino quindi ancora una volta sottolineare
L'importanza dell'azione politica
Tengo a Bologna
Ma ecco cosa posso dire in per non hanno annoiare eccessivamente abbiamo nostro nostro sito c'è il nostro piano
E quindi vorrei dire poche parole si può recuperare tutto intanto
Perché un territorio una città dovrebbe adottare un piano per l'economia sociale nel senso che e la discussione che è stata fatta oggi è stato giustamente molto
Sulle posizione se vogliamo dire di sistema di inquadramento qui a livello europeo a livello nazionale allora uno potrebbe dire
Va be'ma allora perché una città di piccole o medie o grandi dimensioni visto che semmai se si fa si fa su un contesto europeo su un buon tasso nazionale perché ha un territorio si pone questa
Questo quesito questa sfida
Ma per un motivo molto banale molto semplice chi
Lavora nell'amministrazione locale lo sa benissimo già
Tutti i no di tutte le ricadute di questo sistema capitalistico di cui abbiamo parlato anche questa mattina
Le vediamo nelle nostre strade nella nelle nella nostra quotidianità e vediamo le marginalità che crescono vediamo le povertà come intro
E tra l'altro la cosa che va sottolineata
è che queste marginalità sociali crescenti sono in aumento
Proprio nei territori che hanno maggiore sviluppo economico allora come diciamo in Emilia Romagna c'è qualcosa che tocca cioè tradotto c'è nel sistema nostro viviamo nella quotidianità qualcosa che non fu
Sarà quindi
La l'esigenza è stata veramente quella di affrontare sebbene io penso io penso che una dimensione esclusivamente locale non sia sufficiente quindi ragionamento è quello di andare a lavorare insieme territorio regione nazionale Europa
E però la una una realtà locale si può attivare con le sue con le sue forze quindi cosa significa per un territorio cosa ha significato per noi
Bologna non avevamo già un piano da guardare da sfogliare un piano locale allora cosa abbiamo fatto abbiamo guardato intanto il Piano europeo come era fatto quello che respirava male abbiamo portato sul nostro territorio allora risponda a questa domanda
Allora dico così se
Ad essi coordinato un'azione di un piano in un'altra città sicuramente sarebbe venuto un piano diverso cosa intendo dire che i principi ispiratori devono rimanere quelle tutto quello che abbiamo detto stamattina
Ma i territori sono DiVersi sono diverso come sfide che affrontano e sono diversi come risorse alle quali possono attingere
Quindi
La nostra esperienza ci ha insegnato questo ce l'abbiamo lavorato sulle nostre caratteristiche le nostre sfide noi abbiamo enorme è stata nominata
Anche questa mattina la sfida abitativa e quindi che cosa significa per un piano lato economia sociale risponderà con l'economia
Scusate ma quella sì da relativa lo diceva anche corpo poco fa io aggiungo anche che non ha solo una dimensione economica quindi una sorte ma speculazione ma inclusione economica ma è anche il contesto dell'abitabilità nel contesto della della della della della comunità
Concludo dicendo questo capro c'abbiamo adottato come l'abbiamo fatto perché anche quella è stata una scelta che abbiamo fatto che riproponiamo i territori che volessero Ahmad Jamal tre lo stanno lo stanno facendo l'hanno già fatto intanto
Per questo tema della definizione è chiaro che per un territorio cioè dobbiamo abbiamo dato centralità leadership guida alle organizzazione dell'economia sociale così come identificate dal piano europeo
Ma è un un territorio fatto di reti persone che si conoscono attività economiche che
Lavorano insieme quindi è logico che abbiamo costruito intorno a quel nucleo centrale
Un perimetro che immediatamente viene dopo dove abbiamo l'economia di capitale economia for profit che deve interagire anche perché qualcuno diceva prima lo scopo deve essere quello non di coltivare una nicchia ma di andare a trasformare il sistema economico
L'ultime battute
Che può essere un po'diciamo così di aiuto sul come si fa a cioè nel senso che davanti a sfide così importanti anche d'amministrazione a volte sommarsi prende un pochino paura allora noi abbiamo diciamo così
Operato queste scelte intanto pensava in grande e agire nel piccolo cioè al vero un orizzonte chiaro ma lavorare anche su una dimensione ridotta che però si deve ispirare
A quella visione e poi darci giusto tempo no qualcuno le ha detto insomma non sarà sempre assillati la politica e l'amministrazione il cane esposte domande a risposte domani
Ragazze per trasformare un sistema come pochi come vogliamo fare ci vuole del tempo questo non significa perdere del tempo significa che però non lo faremo in due giorni ma deve iniziare
E un percorso quindi io concludo questo mio intervento dicendo che io penso che veramente siamo
Siamo ad un bivio come come Paese sparuto come Europa questo è sotto i nostri occhi e e credo che questa strada dell'economia sociale un po'indipendentemente da come la vogliamo definire facciamoci coraggio andiamo avanti
E però era presente al momento attuale l'unica vera strada concreta di una proposta alternativa a questo sistema economico che davvero e sempre più escludente e marginalizzare ante delle persone e e anche dei territori
Grazie
Grazie perché avete fatto lo state facendo perché avete connessa alla visione a una pratica rispondendo anche alcune dei punti critici che il professor Calderini poi evidenziato e che quindi si avvicina a a quanto può raccontarci Jacopo fratelli che assessore alle Politiche sociali e abitative
Dei beni comuni la città di Bari metropolitani col Torino che realtà poi su Torino anche voi avete iniziate se questi insetti a Torino sociali perché rispondere peraltro pesa anche lì cioè nelle mente infatti considerazione che se pensiamo sia a Bologna che a Torino siete partiti appunto con una disposizione anche di risorse che si abbia una visione politica che ha permesso questo prego
Grazie grazie mille anche per me piacere essere qui fra voi con voi grazie per l'interesse che mostrate insomma
Per su questo tema allora io sono un amministratore locale di di di AVS e e sono consapevole di come a volte la distanza fra le nostre ambizioni e la realtà ci metta in crisi e ci pone di fronte a volte anche ai limiti dei nostri strumenti e a volte rischi questa situazione di generare anche scolante coraggio amento anche senso d'impotenza no e anche difficile tenere insieme anche le nostre comunità politiche di riferimento no nella fatica del lavorare quotidiano nelle amministrazioni locali che sono quelle che fanno i conti con regole del gioco e risorse che stabiliscono altri
In Piemonte in particolare noi abbiamo anche una Regione ostile quindi non abbiamo solo un quadro nazionale ostile ma abbiamo anche un quadro regionale ostile pesantemente ostile
Quindi e chiamo in causa ad esempio un elemento io voglio dire pochissime cose uno è questo
C'è chi pensa che alimentare l'economia sociale significhi alimentare l'economia dei voucher ad esempio
In Italia il tema del voucher e il modello voucher è un modello potente potente
Quelli che si trovano ogni anno a Rimini
Al Meeting
Penso che si auto rappresentino e credevano di essere economia sociale
Giusto
Sono i massimi teorizzatore a interpreti e anche i loro esponenti politici quelli che loro hanno generate che negli anni sono diventati ministri presidenti di Regioni molto importanti e influenti Assessori assessore
Regionali fanno del del modello voucher proprio la la chiave del Governo
Del Governo sociale insomma che cosa vuol dire io metto nelle tasche del singolo dei soldi e quel singolo decide come usarli
Rivolgendosi indistintamente o al pubblico in senso stretto tradizionale o al privato sociale per spenderli come vuole per acquistare acquistare i servizi alla persona che siano servizio
Dell'asilo nido che sia la scuola che sia l'assistenza alla persona autosufficiente acquista quella prestazione avendo dei soldi in Piemonte in questo momento il modello di politica sociale del mio collega di Fratelli d'Italia teoricamente ascrivibile alla
Componente diciamo della destra sociale dell'estrema destra sociale nel suo caso però è questo e questo non immaginiamo
Forme di diciamo di
Ritorno a ideali neo corporativi alleanze con i mondi prodotto ma che uno potrebbe dire quella loro storia lo tradizione magari rinverdisce cono questo no
Ha preso
Perché il modello neo liberale e lo e lo applica questo significa una delle parole che volevo riprendere dalla discussione interessantissima c'è stata sinora disintermediazione scommettere sulla disintermediazione
Fare il contrario delle reti della fatica della coprogrammazione coprogettazione fare il contrario delle dei tavoli dove si discute si lei con i bisogni
Ma
Appunto costruire un modello individualistico mercatisti con dove poi quelli che offrono servizio vengono messi in concorrenza l'uno gli uni con gli altri no
Tra l'altro con un modello proprio dall'alto al basso sono io governo regionale che do i soldi do i soldi alle alle alle persone magari do anche una forma diciamo un brand a questi a questi voucher da noi appunto essendo una persona che fa riferimento alla cultura politica
Diciamo della della destra storica ma non quella di Quintino Sella quella somma che è venuta nel ventennio
Poi vengono anche trovati dei nomino vestita o tutti dei nomi che richiamano diciamo ai fasti covo presunti tali diciamo Romanino dell'impero romano
Allora questore dovevo dirlo chiaramente e secondo me è una delle poste in gioco anche della prossima sfida che arriverà elettorale alla quale noi dobbiamo farci trovare pronti pronte e questa cioè noi siamo la parte politica come coalizione di progresso
Che crede invece e le reti nella mediazione sociale
Nella costruzione di alleanze e in un rapporto con la società Cile organizzata le sue rappresentanze i le sue rappresentanze di secondo livello
Le chiave strategica di di sviluppo economico sociale e civile eccetera eccetera contrapposto a un altro modello legittimo ma che è diverso dal nostro allora
Questo noi dobbiamo saperlo trasferire a tutti i mondi differimento perché dobbiamo anche saper mobilitare in mondi di riferimento al dunque e non possiamo nasconderci che dentro quei mondi in questi anni si è creato anche quello che appunto veniva richiamato da alcuni interventi in particolare
Uno scollamento la mancanza anche di fiducia perché chi vede se stesso se stessa come socio lavoratore di una cooperativa sociale essere sempre in quella diciamo frazione del lavoro troverò
E e e ha la sensazione che nessuno di quello si stia occupando è chiaro che poi quando lo chiami a dire dammi una mano dice senti ma tu cosa hai fatto per me in questi anni tu quante volte denunciato lo scandalo del lavoro povero anche nel mondo dell'economia sociale no
E questo ovviamente per noi è è uno dei tanti
Motivi diciamo di impegno di cimento nel nel nel ricostruire ancora porto diciamo di fiducia che dobbiamo riconquistare io qui parlo in senso generale perché non mi sembra il caso di fare la parte di quello che dice
Il mio partito Alleanza verdi sinistra queste cose le ha sempre dette la sempre testimoniate perché non lavoriamo diciamo così per noi per la nostra pur importantissima bottega che cerchiamo di far crescere il più possibile
Ma ragioniamo in termini di una forza politica Vs che assume che la coalizione di progresso sia diciamo il proprio campo di azione di intervento iniziative qui tutti i partiti che ne fanno parte lo dico apposta perché so che c'è qualcuno con i quali noi siamo alleati orgogliosamente alleati che per esempio nel passato una storia
Diciamo di disintermediazione è una propaganda sul tema della disintermediazione l'ha fatta e ha cercato anche di costruire di costruire successo elettorale su questo e parlo degli uni e degli altri parlo tanto del PD
A trazione renziana quanto anche del Movimento cinque Stelle questo non possiamo negarci allora e indubbiamente un avanzamento che adesso siamo come coalizione invece su un terreno decisamente più avanzato da questo punto di vista ed è fondamentale questo
Chiudo con un riferimento concreto a Torino allora Torino sociali impartire altare molto più Mario Calderini di me e il lavoro straordinario che lui e la sua squadra fa da da da da Milano a Torino
Di persone giovani di studiosi studiose molto molto preparati e nell'ambito della Città metropolitana di Torino
Io sono del Comune la città metropolitana ovviamente molto più grande c'è un elemento di di straordinario interesse che la sua grande varietà territoriale la dimensione dei metropolitana per una città come Torino ma credo che diciamo altre aree non facciano eccezione poi ognuno ha le sue caratteristiche per esempio che ne abbiamo la montagna e se pensiamo di ragionamenti
Diciamo che vengono giustamente portati avanti rispetta la resilienza dei nostri territori con il cambiamento climatico e nelle stati sempre più torride ad esempio un rapporto immaginare rapporti virtuosi tra la città capoluogo e se c'è un entroterra Marino o montano che può consentire anche condizioni di diciamo di di di di sopportazione migliore proprio di resilienza
Di adattamento migliora il cambiamento climatico è alla crisi climatica questo è appunto uno degli elementi strategici dei di questo piano e della sua dimensione metropolitana ma chiudo con un riferimento molto puntuale a una cosa che abbiamo fatto
Pochissimi giorni fa in fondo come Amministrazione locale
Che secondo me dice di come possiamo fare la differenza tra tutte le fatiche e le difficoltà Torino ha una diciamo un miglio bellissimo una zona
Della movida
Molto appetibile dal punto di vista economico che sono i Murazzi del Po non so chi di voi sia stato a Torino sia stata Torino se la la conoscevo ad un posto molto suggestivo
Dove quelli della mia generazione hanno passato moltissimi anni delle loro serate a a divertirsi poi c'è stata una fase diciamo di soluzione di continuità
Quella zona è morta per un po'
E poi ha cominciato un processo diciamo di rinascita orari si potevano fare due scelte
Mettere nelle mani del mercato
Quel
Quel chilometro diciamo basta un po'di meno ma insomma di città appetibilissima o e l'amministrazione locale che è proprietaria di tutto ciò che ha faccia
Su su quel sul fiume sul fiume poi di quelle arcate che un tempo erano era Acate dove c'erano dove c'era l'economia del fiume mentre i Navigli eccetera si faccia anche balneazione nel Po ai tempi speriamo di tornarci un giorno
Ebbene dire mercato fai tu
Metto prezzi no che portino nelle casse del Comune
Tanti soldi e poi e il mercato e quindi ristoranti bar voi da eccetera eccetera eccetera tra l'altro per una città che sta scoprendo la sua vocazione turistica capite bene no quello poteva essere strategico oppure dire
Ci può essere quella componente ma ce ne deve essere necessariamente un'altra e quindi mettere
Un bel pezzo di queste arcate che a me si chiamano dei Murazzi invece a disposizione dell'economia sociale a disposizione di reti del terzo settore che facciano lì luoghi di aggregazione per Giove
E per studentesse e studenti e che Jack Ray no forme di economia sociale perché poi quei luoghi
Di aggregazione disservizi di servizi alla persona di cultura eccetera siano anche degli spazi che possano stare in piedi economicamente e quindi fargli anche il bar
Fagli anche ristorante fai anche la serata dove fai pagare l'ingresso ma lo diciamo quella cosa e funzionale al fatto che è stata entro un progetto un progetto
Di trasformazione sociale in senso progressivo in senso anche ecologico sociale e di uguaglianza che il modello delle case del quartiere a Torino ce ne sono otto e sono luoghi di aggregazione di servizio di servizi alla persona ma anche luoghi dove io posso andare semplicemente a mangiare il cuscus che fanno solo lì e che fanno bene di e che non fanno bene in altri in altri posti ok
Allora questo è quello che secondo me noi dobbiamo fare a livello locale
Quando abbiamo gli spazi per farlo quando esistono bandi ai quali possiamo candidarci quando riusciamo ad avere le risorse e dobbiamo trasferire questo modello di trasformazione anche delle nostre città
A livello nazionale quando saremo chiamati io spero dal due mila ventisette ad assumere questo compito grazie
Grazie grazie Jacopo
Allora Marta Bevilacqua consigliera area metropolitana Roma Capitale nonché componente Anci Lazio forse anche nazionale mi avevi detto prima del consiglio nazionale siamo colleghe
Abbiamo senza saperlo forse e ti volevo chiedere abbiamo parlato della complessità dei territori abbiamo parlato di Bologna di Torino Lazio abbiamo Roma sicuramente è una realtà molto complessa con tutti i territori e anche delle aree interne magari con Comuni molto piccoli che devono arrancare devono sopravvivere magari senza servizi mobilità e infrastrutture come si può agire in questo caso secondo te
Sì grazie per la domanda rappresento molto volentieri io questa situazione
Proprio perché oltre ad essere consigliera metropolitana sono consigliera di un piccolo comune dei Castelli Romani e dunque la Provincia di Roma quella che oggi è la città metropolitana la il territorio la provincia più grande d'Italia che ha questa grande città che tutti sappiamo a Roma con i suoi quindici municipi e poi centoventi comuni che vanno appunto dal mare alla montagna ai laghi dunque rappresenta da un punto di vista geografico e sociale un territorio veramente fortemente Complesso
A casa alla complessità diciamo così di Roma che non è soltanto una complessità fra centro e periferia e non rappresentata bene con la metafora della ZTL
Si aggiunge poi la complessità appunto di un territorio di provincia che variegato e che però
Ovviamente essendo inserito nel contesto italiano ed europeo dunque la società occidentale vive le stesse contraddizioni che sono immerse già e in questa mattinata la prima delle quali sicuramente a una difficoltà che potremmo definire demografico generazionale e che sicuramente nelle aree interni è di gran lunga più visibile di quanto non lo sia all'interno della città
Ora di fronte al problema della creazione della consapevolezza di che cos'è questo tipo di economia o questo tipo di modello di società
Probabilmente ci sono delle difficoltà sono già emersi nel corso di questa discussione spetterà quale voglio farvi innanzitutto i complimenti per la postura perché sicuramente un dibattito di questo tipo che permette di mettere a sistema e mettere in rete una serie di esperienze anche una serie di esperienze e nuova o aiuta apportare a terra e a condividere una serie non soltanto di problematiche ma anche di soluzioni perché poi
Soprattutto nelle aree interne o nelle aree più piccole noi scontiamo la difficoltà di recepire e mettere a terra quelle che poi sono
Quella che poi un'idea di un paradigma diverso lo dicevamo già in questa nostra discussione di stamattina sicuramente c'ho un problema di quella che viene definita narrazione o ermeneutica sicuramente c'è un problema di crisi diciamo così del modello capitalista ma è una crisi che
Non finisce di finire uso un'espressione
Di sciur ma non praticamente il capitalismo ha mostrato tutta la sua serie di difficoltà è sicuramente la pandemia in questo senso la reso ancora più evidente ma un modello alternativo sta facendo difficoltà
A mettersi a terra a creare Ancona entrare come dire
Un tessuto che sia ricettivo credo che dipenda anche e soprattutto da una difficoltà generazionale dipenda anche soprattutto da un problema
Diciamo così demografico
Lo diceva il gruppo di luci antica intervenuto prima tutta una serie di battaglie o di soluzioni che sono state messe a terra
Per esempio nell'Ottocento ma anche nella diciamo così una parte centrale del Novecento è stato frutto di una ricognizione dei bisogni e di una sperimentazione di risposte pensiamo a come è nato l'umorismo a come è nata l'idea di sciopero
Ecco oggi quella intelligenza condivisa che potrebbe creare le soluzioni valide per il ventunesimo secolo dove se la parte più grande numericamente della popolazione alla parte purtroppo
Più anziana o meno innovativa a un non chiamata a pensare una nuova idea di sviluppo allora una cosa la proponevamo già prima
Ossia l'idea che
La scuola italiana paradossalmente proprio anche per venire incontro alla difficoltà a cui facevo riferimento prima cioè la disintermediazione la crisi dei corpi intermedi noi tendiamo a non ricordare che c'è un corpo intermedio accanto all'ente locale che ha di gran lunga più presente nella vita delle persone che alla scuola ecco pensiamoci no l'amministratore locale Veron sta all'interno del Comune incontra delle persone incontra delle realtà organizzate
Ma paradossalmente accanto agli altri corpi intermedi che sono in crisi pensiamo ai partiti pensiamo anche per esempio ai corpi intermedi religiosi le parrocchie
L'unico corpo intermedio che ancora presenti in ogni territorio sono le scuole che comunque rispondono quotidianamente alle esigenze delle persone all'interno della scuola
In questa fase è di nuovo in discussione costume comune è di nuovo in è in discussione l'approvazione dell'ennesima riforma dell'esame
Di Stato che torna esami di maturità e accanto a questo una ridiscussione sia del colloquio sia della vecchi alternanza scuola-lavoro che poi è diventata Piccitto io che adesso diventa formazione scuola lavoro quindi ora al di là del cambio delle sigle sicuramente tutte le scuole dovranno Ria adeguarsi e lavorare sull'offerta formativa
Così da Vieri
Questi progetti protocolli di formazione appunto scuola lavoro questo potrebbe essere un canale interessante di diffusione di esperienze buone pratiche l'altro elemento che mi viene in mente che sono amministratrice da molto tempo in una realtà piccole nelle realtà piccole c'è sempre una certa difficoltà nel mettere a terra e nello sperimentare le cose
Una cosa che sembra che sembra banale le conferenze di servizi che permetterebbero all'interno si taglio che permetterebbero all'interno di ogni singola realtà comunale una ricognizione reale dei servizi l'abbiamo visto con la pandemia quando eravamo completamente disarmati
E senza strumenti per capire come fosse cambiato e mondo diciamo così delle donne al mondo del lavoro e di conseguenza le richieste sociale una conferenza dei servizi da una parte e dall'altra parte il lavoro con le scuole ci permetterebbe di valorizzare l'altro elemento che abbiamo per fare sistema e creare in Rete
Che non solo e non tanto lavorare all'interno degli anti locali che subiscono un certo ricambio fisiologico che è quello delle elezioni aggravato nelle città metropolitane dal fatto che non siamo nemmeno eletti ma usare altri strumenti quali sono per esempio lanci per raccogliere appunto un database di
Buone pratiche che possono essere poi condivise portate nei singoli territori che sicuramente sono ciascuno diverso dall'altro e quindi esecuzioni sì cambieranno in parte però la cornice generale
Di fondo rimarrebbe la stessa grazie
Grazie non voleva un male agli awards sono proprio le proposte concrete che poi si traducono anche capiamo
Grazie mille ne abbiamo detto che oggi è la politica che ascolta e sostiene quindi la politica ascoltato adesso che abbiamo qui l'onorevole Filiberto Zaratti abbiamo Icco allegamento Giovanni Paglia che Assessore alle Politiche abitative
Lavoro e giovanile della Regione Emilia Romagna quindi dopo l'ascolto come viene sostenuto l'impegno sull'economia sociale che è stato così rappresentato ci siamo dati occasione grazie a tutti gli interventi di entrambe del merito e comprenderlo Giovanni sei collegamento passiamo la parola arte per poi far concludere
A livello di impegno parlamentare dato ritratti grazie
Forse
Sappiamo che a seguito senza
Non c'è stessi col va bene ma loro lo Doria chiappe rema in futuro quindi
C'è
No
Perfetto ce
Ecco allora
Calderini Giovanni Paglia hanno Calderini grazie che continua a seguirci
Non è collegato allora Filiberto Zaratti
No gratti lasciamo questo carico insomma no prima di tutto grazie
Cianci Branca per come hanno condotto e soprattutto come l'organizzatore questa giornata perché ci ha permesso di fare una discussione profonda una discussione importante che riguarda non soltanto diciamo così
La vicenda pure al d'ordine del giorno del nostro dibattito ma ci ha dato la possibilità di fare una ragionamento a tutto campo sui grandi temi del nostro tempo cominciare dalla identità dell'Europa la crisi che vive il nostro continente dal punto di vista politico da molti punti di vista
Mettendo in risalto quelle che sono state le caratteristiche formative di questo di questo processo l'ha fatto bene Gargiulo per la sua introduzione comprai completa
è interessante laddove individua appunto sui temi portanti anche dell'economia sociale una delle caratteristiche appunto fondanti dell'Unione Europea io direi proprio del modello europeo che c'è stato in questi settant'anni del mondo
Un'Europa che si è contraddistinta appunto quelli Wael far per l'istruzione che viene data a tutti libera e gratuita
Appunto per l'economia sociale che racchiude appunto anche questi temi cioè l'Europa si è caratterizzata appunto partendo da una dizione della ampia della democrazia su questi temi
Portanti è stato il ruolo e il contributo che a livello mondiale
è stato è stato dato le risposte ovviamente con la crisi del due mila otto il neoliberismo non sono state all'altezza della tradizione dell'Europa è qui la grande crisi anche dei debiti credibilità a livello a livello internazionale quindi l'incapacità di rappresentare un punto di riferimento anche dal punto di vista economico
Si criticava giustamente il rapporto Draghi ma lì comunque si individuano anche delle ragioni profonde
Delitti questa crisi che ha come dire in qualche modo relegato all'Europa o un ruolo più marginale
La crisi che si individuale dalla nell'aver puntato fortissimamente in un modello totalmente esporta divo del risorse pensando che l'Europa funziona secche non avesse bisogno di o anche d'una rivoluzione democratica
Sociale ed economica
Per il fatto che fosse il più grande mercato del mondo e che questo l'avrebbe tutelata dalle grandi variabili che a livello planetario il livello globale potevo non realizzarsi i fatti hanno dimostrato che non è così
Per modello che pensava che continuando ad esportare dirigendo avrebbe assicurato sicurezza e stabilità al nostro continente sia rivelato su palmette falso
E che oggi è l'unica possibilità di tornare in camper con poi e tornare a puntare fortemente sulle risorse interne
Montare fortemente sul realizzare una capacità anche di consumo a quel mercato intendo che invece è stato oscurato cominciando e partendo dei bassi salari che caratterizzano l'Europa in modo particolare il nostro Paese
Il fatto di avere potere d'acquisto a rimettere in moto l'economia un'economia positiva
Ed è evidente ancora che lavargli anteguerra ha determinato un ulteriore grande stravolgimento nel nostro continente basti pensare ma è come dire Angela spesa militare che aumentate che sto mettendo vertiginosamente
L'impegno del cinque per cento dei Paesi NATO in modo plateale del nostro Paese significa per l'Italia che entro il due mila trentacinque questo Paese spenderà cinquecento miliardi di Euro in armamenti
Che è già dal prossimo anno i trentaquattro miliardi di euro che normalmente già molti che il nostro Paese spendeva realmente diventeranno
Quasi cento saranno triplicati in soltanto in un anno per darvi la dimensione di quello che significa l'economia di guerra in Europa e nel nostro del nostro Paese
è evidente che quello che noi dobbiamo cercare di rimettere in campo
è un'idea prima di tutto un'idea un'idea dell'Europa e dei suoi valori importanti e da questo punto di vista molti dei ragionamenti che sono stati fatti qui
Sono una parte essenziale
Io penso che anche per contrastare chi in Europa persegue degli obiettivi nazionalistici sopra i mistici
Bisogna anche loro sfidarli sul sul sul set sul terreno dei valori sul terreno dell'ITEA chiedo abbiamo dell'Europa e da questo punto di vista due sono i capisaldi secondo me della del che noi possiamo mettere in campo uno è quello dell'Economia sociali nelle diverse varianti quel magari su quello di Rho anche qualcosa che penso insomma
Ecco una è quella dell'economia sociale nata è quella della transizione ecologica che è vero lo diceva bene
Prima il professor canterini How limite forte come così del resto anche il Pnr le
Cioè che è stata declinata in Europa la transizione ecologica con il fatto che siano sempre gli stessi settori sociali a pagarne i costi più elevati
Noi l'abbiamo detto in verità come può essere più volte in Parlamento
Questo aspetto ma è una regola aurea dell'economia mondiale dell'economia capitalista in modo particolare c'è quello di scaricare sempre i costi delle transizioni di qualunque genere sui settori sociali più deboli
Ecco la sinistra in senso ampio il campo democratico ancor di più quello che
Poi ha avuto anche da delle responsabilità che il Governo non ha saputo con trasporto contrapporre a questa visione della
Della transizione ecologica una transizione più equa una transizione giusta che andasse a recuperare le risorse nelle sacche di rendita del nostro del nostro continente che sono così ampio
Ne potremmo elencare volte anche qui nostro paese lo facciamo spesso a cominciare dagli ex approfitti delle grandi compagnie energetiche adesso i profitti bancari degli assicurativi
Decine e centinaia di miliardi che sono sottratti sottratti diciamo ma il ai cittadini e alle cittadine centinaia di miliardi che dovevano e potevano essere
E impiegati per costruire il supporto all'economia sociale e supporto alla transizione ecologico questo non è stato fatto questa è la grande poi battaglia politica che noi dobbiamo fare un grande diciamo una grande
Come dire lo usavo spesso alleanza perché rossa catalisi alleanze la stesa ma una grande
Alleanza sociale politica nel Paese che metta al centro questo tipo di proposta questo tipo di di ragionamento perché dico che l'economia sociale un pezzo fondamentale
Perché ridisegna l'economia nel nostro continente ridisegna le priorità ridisegna i rapporti socio sociali che sottintende
Ridisegna i rapporti tra persone del nostro nel nostro continente e ricostruisce quel modello positivo di un'Europa democratica
Socialmente diversa
Ecologicamente avanzata che è l'unico l'unica l'unica prospettiva che noi possiamo mettere in campo di fronte a un mondo globalizzato
Da autocrati e da neo diciamo capitalismo aggressivo anche dal punto di vista militare sia est sia da ovest
Oggi il Presidente della Repubblica Mattarella parlando a Cernobbio ha detto dobbiamo combattere l'idea delle compagnie globali che stanno diventando le nuove Compagnie delle Indie
Ecco c'è ancora una volta il presidente coglie un punto un punto fondamentale
Ecco le compagnie globali che diventa un appunto quelle strutture politico economiche che appunto come le compagnie dell'ente svolgono con cioè non soltanto
Di profitto ma anche politicamente importante basta passare appunto la Compagnia delle Indie che era che erano appunto proprietaria di gran parte del nostro pianeta ancor prima diciamo del ruolo delle monarchie dalle quali facevo riferimento quindi questa funzione politico economica schiacciante delle compagnie delle compagnie
Economiche globali Corriere vizietti schiacciare qualunque ragionamento di sviluppo equo ragionevole di sviluppo ecologico e anche di equità nei rapporti tra le persone dedite le persone in modo definitivo questa è una grande battaglia ebbe dobbiamo mettere al centro e dove dobbiamo mettere al centro questa visione d Europa appunto
Che sottintende dal punto di vista diciamo delle cose sono state dette moltissime cose che ovviamente condivido moltissime cose
Voglio dire a voi anche che avete organizzato che saranno al centro anche della nostra iniziativa parlamentare molte già lo sono altre lo diventeranno ancora ancora di più ma ecco dobbiamo anche arrivare forse a una definizione maggiormente qualitativa degli interventi io voglio fare soltanto un esempio no
è chiaro che qui ci sono diciamo milioni di addetti in Italia quasi due milioni di addetti
All'economia sociale ma l'economia sociale così terminata non è potuto quale io lo voglio dire faccio un esempio perché secondo me su questo ne dobbiamo lavorare di più
Con Antonio
Si fa parte dell'economia sociale Conad è una cooperativa che accetta due mila tre mila soci in Italia a ottanta mila dipendenti con bassi salari e spesso condizioni di lavora solamente inaccettabili
Questo non può essere questo non può essere perché le condizioni di lavoro
E i salari riusciamo così devono essere un aspetto fondamentale di una nuova visione anche di questo settore perché questo settore l'economia sociale anzi quest'idea più che questo settore rappresenta come cercavo di dire prima uno dei motori fondamentali del cambiamento e questa alterità
Deve come dico nel sapessi rappresentare anche della quotidianità e nella vita costante creare nuova economia
E coro di economia equa economia che guarda all'ambiente che guarda i diritti delle persone che guarda
Al vita delle persone che guarda alla felicità delle persone e anche questo elemento varie introdotto perché tutto quello che noi vogliamo costruire la nostra idea di paese la nostra idea di Europa la nostra idea di mondo un'idea che si basa sul fatto che le persone hanno diritto diritto ad essere felici
Devono essere felici lo diceva lo riguarda giudice va bene qualche giorno fa proprio questo al soppalco
Nicola Fratoianni quando parlava del salario diciamo del
Della riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario quando diceva questa è una proposta che ve potremmo chiamare
Diritto alla felicità a vivere il tempo perché non possiamo proporre per l'eternità un sistema nel quale le persone sono destinate ad essere schiacciate
E a morire diciamo così
Nella totale indifferenza altrui quindi
Noi abbiamo una grande idea e quello che voglio dire qui oggi perché l'argomento è importante
è che per avere diciamo una capacità di cambiare il mondo non è che bisogna essere numerosissimi si può essere anche partenza pochi
Quello che conta davvero è l'idea circa due mila e rotti anni fa
Cioè in un paesino periferico del diciamo dell'impero romano è nato un personaggio che era Gesù di Nazaret
Il quale ha avuto l'idea e quelli che ha cambiato il mondo adesso non voglio entrare sul fatto se abbia cambiato bene o male tra l'altro giorno però sono le idee che cambia nel mondo ecco ne dobbiamo avere un'idea forte un'idea coraggiosa
E le due gambe su cui parte la nostra idea e sulla quale si articola la rende credibile
La transizione ecologica la battaglia contro i cambiamenti climatici
La sopravvivenza del pianeta e delle specie del pianeta Ellafi all'economia sociale questi due gambe disegnano un mondo diverso e migliore perciò grazie a tutti e a tutti
E noi insomma cercheremo di dare gambe e concretezza valide che voi avete messo qui oggi sul tappeto grazie
Grazie concludiamo qui l'incontro di oggi ma è non è una conclusione perché da qui partiamo con queste nuove energie con una concertazione anche diversa di come partecipare tutti insieme
E sostenere il percorso che è già stato iniziato tutta questa parte di società civile e sociale
Grazie grazie davvero parole d'ordine siamo felici stiate felici