Rassegna delle riviste di politica e storia

Un saluto agli ascoltatori ecco c'è anche per oggi all'appuntamento della programmazione di Radio radicale in cui vi parliamo di storia oggi ci serviremo di due pubblicazioni una on line è l'altra cartacea per le nostre segnalazioni poi se ci sarà tempo anche qualche segnalazione finale ritorniamo sul loro numero tre della rivista il mulino che già gli abbiamo segnalato la settimana scorsa il titolo
Di questo numero è essere classe dirigente un importante tema per capire per approfondire alcune questioni che riguardano naturalmente anche molto da vicino la storia del nostro paese ma non solo il ruolo delle classi dirigenti la loro formazione il rapporto
Con il il Paese con la realtà
Italiane non solo un tema davvero importante che spesso è anche oggetto di interpretazioni di tipo complottistica quindi come tante volte abbiamo provato a fare questa trasmissione l'approfondimento
Della classe dirigente del suo ruolo
è ad un tema che può essere importante da approfondire anche per le questioni che che abbiamo nominato oggi parliamo di un aspetto specifico delle classi dirigenti italiane con la citazione che vi stiamo per fare che di che a cura di Carlo Borgomeo o che è uno studioso
Sindacalista è stato amministratore delegato dello di sviluppo Italia presidente della Fondazione con il Sud ed è attualmente Presidente della Società di gestione della rete porto di Napoli uno studioso che conosce la storia
Delle classi dirigenti meridionali e questo è il titolo del del suo
Testo che trovate a pagina a partire da pagina settantacinque del Molino l'approccio diverso dai soliti ma come vedrete
Tiene presente la storia in particolare quella del Meridione d'Italia e ci consentirà ancora una volta di guardare alle questioni di cui ci occupiamo
Da un punto di vista particolare scrive Borgomeo il tema delle classi dirigenti oltre che in Guido dorso e con una citazione
Da un libro di Guido dorso che alcune volte avrete sentito anche nominare da Marco Pannella la rivoluzione meridionale del nel mille novecentoventicinque tema delle classi dirigenti che punto avvocato in questa citazione molto presente delle riflessioni che alcuni grandi intellettuali a cavallo del Novecento hanno sviluppato
Per mettere al centro del dibattito culturale e politico la gravità della questione meridionale
Salvemini Sturzo Mitti De De Roberto Gramsci pur con sfumature sottolineature diverse l'analisi coincideva dice Borgomeo
Nel Mezzogiorno era molto debole la borghesia
Questo il punto professionisti amministratori pubblici
Uomini di cultura e poi i politici erano sostanzialmente
Al servizio dei grandi latifondisti
E questa alleanza oltre a rendere sempre più precarie le condizioni di vita dei contadini e in generale di intere popolazioni comprometteva le possibilità di sviluppo dell'aria è una fotografia molto chiara che fa
Rapidamente giustizia delle letture neo borboniche chiuderà l'Autore per queste citazioni diciamo carattere
Non accademico baci servono per la prospettiva specifica della trasmissione prosegue Borgomeo la questione delle classi dirigenti meridionali
E delle loro responsabilità per l'insufficiente sviluppo del Sud è un tema ancora avverto
Sul quale si manifestano opinioni non univoche anche se con toni diversi e diffuso uno giudizio sostanzialmente negativo
Sullo sfondo resta un interrogativo l'inadeguatezza delle classi dirigenti meridionali è da considerarsi una causa o piuttosto una conseguenza del mancato sviluppo del Mezzogiorno appunto di
Domanda prosegue più avanti l'Autore occorre prendere le mosse dal momento in cui nel mille novecentocinquanta le forze politiche e le istituzioni
Decidono di affrontare in modo organico la questione del Mezzogiorno
Nasce la Cassa per il Mezzogiorno e Cindy che si definisce un intervento straordinario per leali meridionale come vedete raccontiamo anche questa parte
Abbastanza recente della storia del nostro Paese ma in un momento davvero importante stiamo nel dopoguerra
Con sfumature diverse con le inevitabili e prese di distanza da parte delle opposizioni questa scelta è sostanzialmente condivisa
Da tutte le forze politiche obiettivo di questa politica è l'allarme la riduzione del forte divario economico e sociale tra nord e sud
E l'indicatore assunto per misurare e questo Di Mario era il PIL pro capite su questo poi
E The sentito tante volte che ci sono anche idee prospettive metodologie di tipo diverso ma le cinquanta
Si scelse questo
Nel cinquantuno il il pro-capite nel Sud era pari al cinquantadue virgola nove per cento rispetto a quello del Nord del Centro Nord
Dopo settantacinque anni quel divario si è ridotto di quattro punti un chiaro fallimento dice l'autore
Tenuto conto dell'ampiezza del periodo considerato perché l'obiettivo della riduzione del divario è stato mancato chiede è evidente che non si possono individuare casi cause particolari
Come leggi sbagliate interventi mal gestiti orientamenti e programmi incoerenti di questo o quel governo ma bisogna cercare motivazioni più profonde
Di più lunga deriva questo è l'assunto dell'autore che poi prosegue nel dibattito corrente per esempio
Anche a livello di opinione pubblica si individuano di solito tre possibili cause la prima Carra ai meridionali in cerca di alibi
La responsabilità del Nord e delle politiche che di fatto hanno privilegiato gli interessi delle arie più forti del paese la seconda
E l'inadeguatezza delle classi dirigenti incapaci clientelari spesso corrotta in qualche caso colluse con la criminalità organizzata
La terza in realtà assai pericolosa e la mentalità dei meridionali antropologicamente diverso in una tesi che
è stata a lungo aggiungo
Discussa condivisa anche da autori che dichiaravano di essere diciamo di appartenere a una al mondo
Riformista progressista irrealtà si tratta di una lettura sostanzialmente tendenzialmente con qualche diciamo colore razzista
Nelle altre due però dice l'autore si può trovare qualche parziale elemento di verità a mio giudizio dice ancora l'insieme di queste motivazioni non riesce a spiegare
Il clamoroso insuscettibili successo delle politiche che puntavano alla riequilibrio territoriale
Del nostro Paese la mia tesi dice Carlo Borgomeo
E che le politiche gli interventi per il Mezzogiorno sono stati ispirati da una ed errata cultura dello sviluppo questo è il ragionamento dopo i primi anni
L'intervento della Cassa per il Mezzogiorno impegnata molto efficacemente
Per assicurare un minimo di dotazione infrastrutturale delle infrastrutture del Sudan cura si discute ci sono importanti progetti in campo come sapete con un modello di gestione fortemente centralizzato tecnicamente molto qualificato
Si è puntato un modello di sviluppo orfano dice l'autore di una vera e propria strategia politica
è stata una insufficiente attenzione alle dinamiche della domanda e alle potenzialità dei soggetti locali
Si è messo in campo un sistema di offerta di risorse Progetti su procedure fortemente autoreferenziale che ha ridotto i meridionali popolo e istituzioni Amelie beneficiari e non interlocutori attivi
Ci si è concentrati in modo esclusivo e per certi versi ossessivo dice l'untore sulla crescita economica
Sottovalutando la dimensione sociale mai considerata come una precondizione per lo sviluppo ci si è occupati del Mezzogiorno
Chi si è occupato del Mezzogiorno è andato in giro con il metro a misurare dati quantitativi a sperare di cogliere incrementi di qualche decimale negli indicatori di divario
Questo approccio tutto quantitativo centralistico
Alle politiche di sviluppo ha trovato una definitiva contessa consacrazione nella decisione maturata alla fine degli anni sessanta di forzare lo sviluppo del Sud con una
Forte industrializzazione incentivi a imprese private per la localizzazione al Sud di grandi impianti
La citazione
Quasi sicuramente quella dell'Alfa Romeo diretto impegno dello Stato per la realizzazione di industrie
Di base queste scelte sostenute con assoluta convinzione da tutte le forze politiche a ben vedere sin dall'inizio si mostrò contraddittoria
L'obiettivo della grande industrializzazione era quello di incrementare l'occupazione ma non furono insediate in prese il labor intensive
Bensì raffinerie Siddur Siret siderurgia chimica di base
L'incremento occupazionale si rivelò modesto ampiamente compensato dalla fuga dalle campagne dall'abbandono di lavorazioni artigiane ma l'aspetto più grave
Ai fini del mio ragionamento dice l'autore e che queste imprese non stimolarono processi di diffusione di cultura e prassi imprenditoriali questa
Diciamo questo il vizio di
Di prospettiva proprio dei ceti politici secondo Carlo cubo Borromeo
Borgomeo ex
Siamo soliti dire che erano cattedrali nel deserto e pure dovremmo piuttosto sottolineare che vi era un deserto nelle cattedrali
Stabilimenti produttivi con la testa altrove e oggi a cinquant'anni
Da quella stagione possiamo verificare con facilità che i territori più vivaci dal punto di vista imprenditoriale sono quelli non interessati dalla grande industrializzazione
Scelta della grande industrializzazione l'unica che in settantacinque anni ha caratterizzato per me negativamente dice l'autore la politica per il Sud ha avuto un'evidente effetto sulla formazione e sul ruolo delle classi dirigenti meridionali condannate
A una sorta di vere e proprie appesi biopic
Quali dare lontano dove si assumono le decisioni che contano nel non riuscire a vedere vicino
A leggere il proprio territorio coglierne le spinte anche fragilità allo sviluppo una classe dirigente che guardando a Roma studiando le modalità per raggiungerla non vedeva e calpestava i fili d'erba per usare una bella esposizione
Di Giuseppe De Rita
Si diffuse dunque la convinzione che lo sviluppo quello vero venisse da altrove
In quegli anni parlare di piccole imprese di percorsi locali di sviluppo era considerato un tentativo di eludere le questioni le vere questioni ragionare di sviluppo dell'agricoltura
Poi era un atto eversivo d'altra parte anche quando un territorio baciato dalla fortuna o meglio scelto per equilibri
Tra le forze politiche era destinato da un di un era destinatario di un grande investimento industriale nera semplice spettatore come sosteneva Saraceno che abbiamo citato più volte in questa trasmissione la grande impresa non aveva
Bisogno di parlare con il territorio non aveva bisogno di niente e di nessuno l'unica mediazione con il territorio era naturalmente la giusti la gestione delle assunzioni in tale quadro il ruolo
Delle classi dirigenti aveva un perimetro molto chiaro dimostrare il proprio territorio era particolarmente sfortunato il bisognoso
Di interventi esterni essere pronto a denunciare la situazione di disagio in qualche caso organizzato organizzare la protesta negoziare con il potere centrale
Ottenere dei risultati cioè degli stanziamenti se è possibile riuscire a essere parte attiva nella gestione delle risorse economiche assegnate questo quattro
Naturalmente quando parlo di classi dirigenti non parlo solo di classe politica questa percezione del ruolo delle classi dirigenti è stata diffusa e pervasiva
Sindacati industriali chiesa stampa gran parte degli uomini di cultura nettamente minoritarie
Le voci che in quel periodo parlavano di sviluppo auto centrato tra questi Mariano D'Antonio
E di attenzione percorsi di sviluppo locale è del tutto evidente che la cultura dominante sullo sviluppo del Sud ha avviato in quegli anni un forte processo di dei responsabili di azioni delle classi dirigenti se altrove si prendono le decisioni che contano la classe dirigente locale poche denunciare il proprio diritto essere assistita e tentare di conquistare le risorse per il proprio territorio anche diciamo
Non c'è alternativa a questo la le responsabilità locali si appannano sono poco rilevanti rispetto alla vela partirà e quello che più conta e su questa base che la classe dirigente costruisce le ragioni del proprio consenso
E a si autoalimenta con meccanismi di selezioni che privilegiano fortemente la cooptazione
Questa mia posizione può forse apparire radicale dice Carlo Borgomeo in senso generale naturalmente ma essa è frutto esperienze concrete di circostanze non marginali e qui poi parla di quanto avveniva in Abruzzo val la pena dice di ricordare
Che alla fine degli anni Ottanta l'Abruzzo conobbe una fase di sviluppo piuttosto consistente il ministro Remo Gaspari per decenni indiscusso riconosciuto leader politico della
Regione si affrettò a commissariare un orto a commissionare
Uno studio che ridimensiona se il valore di quei risultati positivi dimostrasse che comunque lo sviluppo della regione era condizionato cioè essere dentro il sistema fragile dell'economia meridionale un paradosso
Dice l'autore un leader politico che alla fine è costretto attenere lo sviluppo del suo territorio un paradosso che si spiega con il fatto che il ruolo di quel leader era indubbiamente legato a una rappresentazione negativa
Della realtà meccanismo di consenso consolidato e immutabile e anche a livello delle forze politiche nazionali si sottovalutò il fatto che l'opinione pubblica meridionale
E non avrebbe manifestato un maggior consenso rispetto alle politiche per il Sud alla notizia che una Regione invece grazie quelle politiche poteva finalmente farne a meno
Madonna diverso atteggiamento avrebbe di fatto disegnato lo scenario in cui la classe dirigente meridionale avrebbe dovuto assumersi altre responsabilità un diverso ruolo molto chiaro a questo riguardo sono le infezioni di Carlo Trigilia
Che scrisse un articolo dal titolo sviluppo senza autonomia sul bollino proprio nel mille novecento nel novantadue e che viene citato che saltiamo la responsabilità dice ancora l'Autore
Quindi è dello Stato centrale dopo anno dopo anno si misurava questa responsabilità con i dati dei rapporti Svimez
Sull'entità del divario Nord Sud e nel due mila e dodici il rapporto Svimez allo scopo di dare uno scossone all'opinione pubblica
Comunico al Paese che con i ritmi di crescita di allora il Sud dovrebbe azzerato il divario il Centro-Nord in quattrocento anni
Annuncio mediaticamente efficacissimo ma disastroso nella sostanza per l'opinione pubblica la conferma di risultato impossibile quindi dell'uniti dell'IMI utilità delle politiche per le classi dirigenti
La sicure tranquillizzante certezze che un obiettivo così ambizioso a azzerava le proprie responsabilità
Tanto che nel mille e novecentonovantadue sconsolatamente Giorgio Russo brufolo scriveva quella del Sud purtroppo più che una classe dirigente ormai una consorteria di intermediari
Fare arrivare a essa soldi a casaccio non serve annulla anzi è dannoso e l'anno forse ci dice qualcosa anche sui Toni poi ci sono altri passaggi che ci portano nell'attualità che visto al ti amo in qualche modo vi abbiamo raccontato qualcosa della storia del Meridione d'Italia e del loro ruolo
Della Cassa per il Mezzogiorno lo abbiamo fatto con le parole né analisi di Carlo Borgomeo che appunto ce ne ha parlato da un punto di vista specifico trovate questo articolo sul Mulino il numero tre del due mila e venticinque essere classe dirigente naturalmente il giudizio molto negativo sulle politiche anche appunto di alcuni esponenti
Della classe dirigente democristiana poi naturalmente da prendere come un giudizio che poi va contestualizzato anche con altri giudizi tonno e tipo diverso passiamo alla seconda
Citazione di oggi anche per la puntata di oggi tenteremo di connettere oggi forse ancora più difficile degli altri giorni i due
Articoli che vi segnaliamo riprendiamo storie in Rete che vi segnaliamo spesso da a questa trasmissione di Fabio Andriola prospettiva diciamo di lettura politica
E diametralmente opposta a quella del mulino ci consente di parlare di un tema che poi in realtà ci riporta anche alcune questioni di cui si discute si discute molto calorosamente in alcuni momenti nostro Paese momenti legati alla nostra storia forse il collegamento proprio questo il nostro rapporto con la conoscenza concreta e sull'utilizzo della storia anche i giudizi
E diciamo ideologici sulla storia del Mezzogiorno forse hanno a che fare con il nostro rapporto con con la storia ma vediamo di che cosa parliamo di che cosa scrive Fabio Andriola Giappone la guerra per la storia fa e disfa governi carriere politiche un articolo pubblicato da soli Rete
Il tredici settembre scorso che entra anche molto nel merito
Della attualità politica della dinamica politica in Giappone di cui vi abbiamo parlato nei particolari da radio radicale con le corrispondenze di Francesco
Cioè Radicioni
Qui però vogliamo approfondire il tema della guerra per la storia quindi non leggeremo integralmente l'articolo per cui vi rimandiamo scrive Andriola con me ironia ci fa capire subito il suo punto di vista quelli che storcono il naso perché Giorgia Meloni stenta a dichiararsi antifascista
Dovrebbero farsi un giretto in Giappone dove il peso della seconda guerra mondiale ancora più pesante peso pesante
Che da che da noi il sette settembre scorso si è dimesso Primo Ministro giapponese conseguente conservatore sci ascidie su i Shiba
Che nonostante abbia resistito in carica da poco più di un gatto in tangenziale medicina di Mesic non ha potuto evitare un problema che è assillato tutti i suoi predecessori se la Meloni
Deve immaginare cosa non dire o non fare ogni venticinque aprile
In Giappone i capi del governo hanno l'allora la loro data incubo la loro data incubo è il quindici agosto anniversario del discorso con il quale nel mille novecentoquarantacinque
L'imperatore Hiro Quito parlò per la prima volta direttamente al suo popolo per annunciare alla radio la fine dei combattimenti alla resa
Agli americani dopo le bombe di Hiroshima e Nagasaki aggiungo perché l'evento non mi pare venga ricordato
Pesa che poi verrà firmata formalmente il due settembre e questo come vedremo tra poco rappresenta un altro anniversario chiave della guerra sulla memoria che ancora ben viva in gran parte dell'Asia dice Andriola
Il CIPE ha come buona parte dei suoi predecessori un esponente di spicco del Partito liberaldemocratico una specie di democrazia made in Japan nel senso di partito cardine di un sistema democratico fossi Rizzato dice
Dando un giudizio molto forte Andrea la ma più spostato a destra priva delle pulsioni etico-morali di derivazione cattolica quindi un caso che all'interno del PdL di si agitano da sempre
Forti correnti revisioniste che danno un'interpretazione della politica imperialista giapponese degli anni Trenta del secolo scorso e del coinvolgimento
Di Tokio dalla seconda guerra mondiale decisamente anti Atletica a quella mainstream e qui torna questa categoria poco Chiara comunque credo che Andriola voglia riferirsi alla storiografia fatta dagli storici
Secondo questa visione storica il Giappone avrebbe condotto tra secondo questi revisionisti
Il Giappone avrebbe condotto tra il quarantuno e il quarantacinque una guerra dia un tuo A. Di Fini da autodifesa e non di aggressione notare il capovolgimento
Della questione e anzi sarebbe stato impegnato nella nobile causa di liberare l'ansia dal dominio coloniale aggiungo una cosa che non trovate nel testo questa fissione era condivisa anche dagli altri componenti Dellas dalla dall'Italia di Mussolini e della Germania di di Adolf Hitler la logica del posto al sole
Era innervato di una retorica come sempre
Tremebondo a come dire per criticare il passato colonialista nella perfida Albione degli altri stati delle altre nazioni europee e Perri invece rimarcare la necessità che un buon che le nazioni come la Germania come l'Italia come il Giappone fondate sull'idea dello stato totalitario dove le libertà individuali erano soppresse il partito Stato a svolgeva tutti i ruoli
Dovevano imporsi e lo dovevano fare anche a livello coloniale quindi non è esattamente un posto colonialismo
Posizioni scrive Andriola ben presenti anche nel governo dimissionari viscida
Che sicuramente è caduto per vari motivi politica economica e fiscale ma anche per le sue poco gradite aperture all'immigrazione di massa che sta succedendo anche in Giappone
Che certo non si è fatto se ma non si è mantenuto molti amici per l'atteggiamento ondivago apre del a ridosso del quindici di agosto
Poi via via la entra nel merito della politica giapponese che noi saltiamo quindici agosto c'è stato il vero e proprio colpo di scena scrive a un certo punto
In un mondo per noi surreale dove ogni sfumatura a semantica diventa un corpo un problema di Stato
Che ha fatto il premier giapponese a riferire ha ribadito l'impegno del suo Paese rinvenimento mantenimento della pace sottolineando l'importanza della memoria il significato dell'esperienza dei sopravvissuti
Ai conflitti per tramandare i ricordi dolorosi Della guerra alle generazioni future una cerimonia che si è svolta atto più per l'anniversario gli ottant'anni della resa del paese
Ishida poi promosso promesso di tenere presente io il rimorso del Giappone è diventando così il primo premier in oltre un decennio usare questo termine durante l'evento annuale per
Per
La caduta dell'impero giapponese precedentemente l'autore aveva parlato anche dell'iniziativa di Shinzo Abe nella quindici agosto due mila tredici che rispetto ai precedessori aveva posto invece dei limiti sul riconoscimento del responsabilità giapponesi
Collassa e di aver ha partecipato alla seconda guerra mondiale qui diciamo ci troviamo secondo la lettura che da viola a un passo ulteriore
Quindi questo questa evocazione del rimorso secondo questa lettura ha evocato il tema il tema del del ha invocato l'intervento dei viceministri sostanzialmente
Infatti scrive è stata con queste parole accelerata alla fine viscida al quale forse bisogna riconosce una certa coerenza sul tema del ricordo
L'uso della parola rimorso scrive ancora Andriola facendo una citazione del suo discorso è stato degno di nota per due motivi fondamentali ha ripreso un tono abbandonato tredici anni fa
Nelle dichiarazioni del quindici agosto ai suoi predecessori e rifletteva il suo interesse per le questioni legate alla guerra che durava da tutta la vita catalizzatore della sua presa di posizione di fronte alla storia fu un incontro con il primo ministro o di Singapore nel quale usciva il ricordo di essere rimasto senza parole quando il primo ministro di Singapore
E gli chiese se sapeva
Cosa aveva fatto il Giappone quando occupò Singapore durante la guerra
Lee Kuan Yew questo il nome del del prego Singapore
Ricordato esci perché se i giapponesi potrebbero dimenticare quanto accaduto la gente di Singapore
Non lo dimenticherà mai i Sheva scrisse di aver portato a casa questa esperienza perché mentre l'aggressore in guerra può dimenticare con il tempo
Le vittime non dimenticheranno mai questa la lezione
Di Lee Kuan me io che appunto Ishida
ICI da raccoglie e fa su pure per la la sua dichiarazione poi ovviamente intreccio scrive l'autore tra politiche memoria anche in questo caso a implicazioni pratiche che rientrano
Nella
Nel tema del del della politica di tutti i giorni del
Del Giappone cui di rimandiamo in conclusione il tema della
Del revisionismo viene affrontato poi alla fine dei verso la fine e decine di politici giapponesi di desse loro sostenitori quest'anno sono andati a pregare al santuario
Di gli asciuga comuni di tra cui anche consumi che ministro dell'Agricoltura che è stato appunto
Coinvolto in questo ragionamento sulla revisione della storia in Cina il Partito comunista
Sa sempre più orientando scrive l'autore la memoria collettiva in chiave anti giapponese in realtà dai fatti di Tienanmen del mille centottantanove
Che nuovi generazione dei leader cinesi hanno posto l'invasione giapponese della Cina gli anni trenta al centro di processo del processo della costruzione della identità nazionale sci cinese così visto anche ultimamente ma insomma
Un analista statunitense Daniele Schneider
Ha detto
Cioè ha osservato che sulla scena giapponese presente ormai un nuovo partito Sanza ITO questo partito è ormai noto come ecco giapponese della retorica tram piana dello slogan Prima il popolo Giorgio Oppo Nese
Della retorica anti immigrazione e ma ciò che meno compreso il suo appassionato sostegno una visione ultra nazionalista della storia giapponese articolata dal suo leader Shuai e diffusa da molti sui suoi canali YouTube su altri canali tipici
Di di quei quei luoghi ma insomma come vedete la visione ultranazionalista della storia passa attraverso YouTube e bisogna capire che cosa succede il revisionismo
Forse viene perso di vista da chi di storia si occupa con gli strumenti adeguati ma sta davvero correndo un po'da tutte le parti vedremo
E nei continueremo a parlare ma per oggi ci fermiamo qui perché abbiamo finito il nostro tempo a disposizione e vi diamo appuntamento alla settimana prossima