11 FEB 2003

An: "Un governo scelto dal popolo in un sistema bipolare" (con Fini e Amato)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 46 min

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Amato rimprovera Francia e Germania: i loro metodi hanno "spaccato" l'EuropaRoma, 11 febbraio 2003 - A palazzo San Macuto si è svolto oggi un convegno in memoria dello scomparso esponente di An Pinuccio Tatarella.

Il Forum parlamentare 'Punto Italia' e il gruppo di An alla Camera hanno organizzato un confronto sulle riforme "Un governo scelto dal popolo in un sistema bipolare", a cui hanno partecipato, tra gli altri, il leader di An e vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini e l'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato.Le divisioni dell'Europa, evidenziate in questi giorni dal culmine
della crisi irachena, non sono state ignorate dai presenti.

Contrariamente alla posizione in merito espressa ultimamente dal centrosinistra, Amato sembra attribuire la responsabilità di tali divisioni a Francia e Germania: "Mi riconosco - ha premesso - più nella posizione franco-tedesca che in altre, ma il modo in cui Francia e Germania hanno rappresentato le loro ragioni è ciò che ha contribuito a spaccare l'Europa"."Francia e Germania - ha spiegato - devono mettersi in testa che qualunque decisione va presa in accordo con gli altri paesi dell'Unione.

Le scelte non possono essere assunte da pochi con la convinzione che poi le intendenze seguiranno.

Nessun paese accetta di essere trattato da intendenza..."."Anche questa vicenda in sede Nato - ha notato l'ex premier - dimostra che c'è bisogno di una voce unica in Europa" e "se l'Europa avesse un rappresentante unico in Consiglio di sicurezza, questo dovrebbe esprimere una posizione sola...".Le riforme: premierato forteRiguardo nello specifico il tema delle riforme istituzionali, Fini a Amato si sono trovati concordi sul sistema del premierato forte, "con una marcia in più".

Accordo anche sul metodo, sottolineato dal leader di An: a guidare la riforme "sia la politica e non i professori, in particolare quelli innamorati di sé stessi".Entrambi gli interlocutori hanno apprezzato la reciproca disponibilità al dialogo, ma non hanno rinunciato a rimarcare i punti di divisione.

L'elezione diretta del premier per Amato "non è lo strumento adeguato" ed è "essenziale che il premierato verso il quale ci si orienta sia collegato alla maggioranza che gli elettori hanno scelto, pur essendo possibile evitare lo scioglimento delle Camere con la presentazione, da parte della stessa maggioranza, di un altro candidato".Fini si è detto in disaccordo: "I premier non sono interscambiabili, quando viene meno il premier, viene meno la maggioranza stessa".

Per quanto riguarda la legge elettorale, Amato ha ammesso che "in questa c'è qualcosa che non va: ci sono partiti che ottengono seggi che altrimenti non avrebbero attraverso contrattazioni precedenti alla scelta del candidato".

Per Fini, invece, a non funzionare "è il 25 per cento di proporzionale".

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