28 MAG 2002

TPI: Le fosse comuni e il massacro di Racak

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 58 min

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Oggi sono state ascoltate le deposizioni di due investigatori della Procura Onu sulle fosse comuni e sul massacro di Racak.

Ha deposto inoltre, sempre sul massacro di Racak, Dritta Emini, una ragazza di 24 anni che però non ha retto al confronto con Milosevic.L'Aja, 28 maggio 2002Hanno testimoniato oggi al Tribunale Penale Internazionale per i crimini commessi nella ex Yugoslavia a partire dal 1991, due investigatori della Procura Onu e una testimone diretta del massacro di Racak, che è però caduta in patente contraddizione dopo le prime domande dell'ex dittatore yugoslavo.

William Robert
Fulton ha parlato delle fosse comuni ritrovate nei pressi di Belgrado, mentre Barney Kelly ha chiarito alcuni punti concernenti il massacro di Racak.

Sempre in merito al cosidetto 'punto di svolta' del conflitto in Kosovo, è stata ascoltata la deposizione di Dritta Emini, una ragazza di 24 anniFosse comuni, la deposizione di William Robert FultonL'ufficiale britannico Fulton, investigatore della Procura Onu fino al giugno del 2001, ha fornito una testimonianza 'tecnica' sulle fosse comuni rintracciate nel territorio della ex-Yugoslavia.In particolare, l'ex investigatore della Procura ha parlato della fossa comune di Batajnica a circa 20 Km da Belgrado.

In questa località sono stati infatti ritrovati "almeno 36-38 persone".

Il numero effettivo delle vittime è però incerto, soprattutto perché le indagini hanno stabilito sempre il numero minimo di persone di cui poteva essere accertata l'esistenza senza ombra di dubbio, tralasciando quindi ogni dato relativo a "corpi ritrovati in pezzi", ha specificato il teste.Dopo aver fornito esaurienti spiegazioni sul metodo di lavoro e sul tipo di ritrovamenti effettuati, il teste dell'accusa ha chiarito che la maggior parte delle vittime accertate erano "kosovari di etnia albanese portati lì - ha spiegato l'ufficiale britannico - per nascondere i crimini commessi in Kosovo dal governo serbo" "Molti cadaveri - ha chiarito Fulton - erano in uno stato di decomposizione abbastanza avanzato, quindi le informazioni più importanti sulla loro identificazione è stata fornita dai documenti di identità trovati sul posto e scampati alla distruzione"."L'identificazione delle persone a Batajnica - ha aggiunto l'ex investigatore della Procura Onu - dimostra chiaramente che i cadaveri riesumati nell'area erano di persone provenienti dal Kosovo, in particolare da Suva Reka".Racak, la deposizione di Barney KellyBarney Kelly, investigatore della Procura Onu dal 15 settembre 2000, ha fornito alcune indicazioni su quello che è unanimemente cosiderato il 'punto di svolta' del conflitto in Kosovo.Il 15 gennaio del 1999 le milizie serbe sono entrate nella cittadina di Racak, nella municipalità di Shtime, massacrando un numero imprecisato di civili (45 le vittime accertate).

La motivazione di tale massacro è, secondo quanto sostenuto da Milosevic, da imputare alle provocazioni dell'Uck e dalla massiccia presenza di 'terroristi' nella zona.

La NATO e la comunità internazionale hanno invece considerato il massacro di Racak come l'ennesima violenza perpetrata dal regime di Belgrado nei confronti dei kosovari e hanno deciso di intervenire con il bombardamento iniziato poco più di due mesi dopo, il 24 marzo 1999.Barney Kelly ha raccolto, insieme al team di investigatori che lavorano con Carla Del Ponte, oltre 62 deposizioni di testimoni diretti da cui sono state scelte le 5 testimonianze da utilizzare in aula.

L'investigatore della Procura ha quindi fornito una testimonianza 'tecnica' in cui ha avvalorato la tesi dell'OTP.Racak, la testimonianza di Dritta EminiIl massacro del 15 gennaio, considerato il 'punto di svolta' del conflitto, non è stato chiaramente un caso isolato, ma il culmine di una situazione da tempo insostenibile.

Le forze regolari e la polizia serba hanno iniziato nel 1998 ad attaccare la cittadina di Racak.

"Ci sparavano addosso dalle colline", ha raccontato Dritta Emini, una ragazza di 24 anni testimone diretta, scampata al massacro per un puro caso.

Dritta Emini ha raccontato della sua famiglia, degli spari, degli attacchi continui da parte delle milizie serbe, ma non ha retto al confronto con l'ex uomo forte di Belgrado.

Visibilmente emozionata dall'inizio della deposizione ha cominciato a cadere in contraddizione alla seconda domanda di Milosevic (che si difende da solo in quanto non riconosce la legittimità della Corte).

La teste ha risposto con una serie di "Non so, non ricordo", a partire dalle primissime domande del controinterrogatorio della difesa, smentendo in aula tutto ciò che aveva precedentemente dichiarato nelle deposizioni rese alla Procura.

La sensazione chiaramente è che Britta Enani, una ragazza che ha passato la maggior parte della sua vita nella casa paterna in una piccola cittadina del Kosovo, fosse emotivamente impreparata ad un confronto con l'ex presidente yugoslavo Slobodan Milosevic, ma anche la sua testimonianza si colloca nella sica delle perplessità sul lavoro della Procura dopo le deposizioni rese dai 'super-testimoni' K3 e K5.

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  • Questioni procedurali

    0:00 Durata: 21 min 33 sec
  • William Robert Fulton, interrogatorio dell'accusa

    0:21 Durata: 52 min 8 sec
  • William Robert Fulton, interrogatorio della difesa

    1:13 Durata: 45 min 30 sec
  • William Robert Fulton, riesame dell'accusa

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  • Questioni procedurali

    2:00 Durata: 9 min 3 sec
  • Barney Kelly, interrogatorio dell'accusa

    2:09 Durata: 52 min 51 sec
  • Giuramento di Dritta Emini

    3:02 Durata: 14 sec
  • Questioni procedurali

    3:02 Durata: 1 min 11 sec
  • Lettura della deposizione e interrogatorio di Dritta Emini da parte dell'accusa

    3:03 Durata: 9 min 50 sec
  • Questioni procedurali

    3:13 Durata: 2 min 47 sec
  • Dritta Emini, interrogatorio della difesa

    3:16 Durata: 40 min 31 sec
  • Questioni procedurali

    <p><strong>Link:</strong><p> Le trascrizioni delle udienze<p> Kosovo: Il rapporto con le prove di NPWJ <p> 24 maggio 1999 - Formalizzati i capi d'accusa nei confronti di Milosevic<p> Tribunale Penale per la ex Yugoslavia <p> La battaglia radicale per l'istituzione del Tribunale ad hoc per i crimini nella ex-Yugoslavia (1993) <p> La campagna del Prt per l'incriminazione di Milosevic<p> Dossier Milosevic<p> Balcani: una cronologia<p><strong>Dall'archivio multimediale</strong><p> <strong>Capodanno 1992</strong> - Pannella in trincea ad Osijek con le "brigate della nonviolenza" <p> <strong>Antonio Russo</strong> - Le corrispondenze dal Kosovo
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