12 DIC 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:02 Durata: 1 ora 57 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 12 dicembre 2010 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (giornalista), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 57 minuti.

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  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista

    Il dibattito parlamentare sulla fiducia all'esecutivo. La posizione dei Radicali.
    17:02 Durata: 36 sec
  • La poca importanza che i Radicali attribuiscono al voto del 14 dicembre: "Questa volta ho voluto - a costo di una rivolta che sono riuscito a sollevare contro di me e il mondo radicale - che fosse pedagogico una volta per tutte: si è sempre votato contro qualcuno e - risultato - non si è mai pensato a cosa sarebbe accaduto se si vinceva o si perdeva. L'esempio classico: metà degli italiani votava Andreotti contro Berlinguer, un'altra metà Berlinguer contro Andreotti, e poi questi governavano assieme, punto e basta"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: "Come hai colto esattamente, questa volta ho voluto - a costo di una rivolta che sono riuscito a sollevare contro di me e il mondo radicale - che fosse pedagogico una volta per tutte: si è sempre votato contro qualcuno e - risultato - non si è mai pensato a cosa sarebbe accaduto se si vinceva o si perdeva. L'esempio classico: metà degli italiani votava Andreotti contro Berlinguer, un'altra metà Berlinguer contro Andreotti, e poi questi governavano assieme, punto e basta". La grave analisi della situazione contemporanea, non solo in Italia: "Il 15 febbraio prossimo facciamo un Congresso del Partito radicale nonviolento nientepopodimenoche per organizzare una mobilitazione delle sconosciute 23 giurisdizioni - tante sono - che restano inattive sui diritti umani, che non fanno nulla perché nessuno anima il loro lavoro, perché i popoli vittime sul piano dei diritti umani evidentemente operano in contesti dove i ricorsi e altro non sono soliti. In altri paesi c'è la quella che chiamo 'democrazia reale', come si parlò - seppure tardivamente - di 'socialismo reale' per i paesi socialisti". Il caso esemplare delle difficoltà per far approvare all'Onu la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili: "Si sta creando un gruppo che è contro il fatto che l'Assemblea generale dell'Onu discuta e si pronunci sui diritti umani, perché insistono tutti sulle sovranità nazionali che in questo modo sarebbero ulteriormente indebolite". Il caso delle carceri italiane
    17:02 Durata: 11 min 44 sec
  • Pannella: "Votare sfiducia quindi è necessariamente, rebus sic stantibus, sfiduciare specificamente e istituzionalmente il governo, ma ancor più in generale occorre che questo sia un voto per colpire tutto il regime, con le sue maggioranze e le sue opposizioni che rappresentano un sistema che da sessant'anni sta rappresentando la caduta dalla democrazia alla partitocrazia"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: "Tra due giorni si vota, ma le dichiarazioni di voto al Senato iniziano lunedì mattina. E si sono scatenate, come sempre nei periodi pre-elettorali, le amicizie e gli odi verso gli o verso gli altri (molto spesso tutti e due d'accordo a giocare questo gioco). Un modo per questo regime di protrarsi è quello di fare delle due componenti del regime di monopartitismo, alla vigilia del voto, due nemici che selvaggiamente gridano 'al lupo! Al lupo!' e poi sempre di più dopo restano d'accordo sulle questioni che contano. Mentre sempre più non c'è traccia di opposizioni di regime. Allora mi sono sottratto subito, nei colloqui che ho avuto anche con Berlusconi, dicendo: 'Guardate, qui io del 14 dicembre non discuto, perché il mio problema non è il 14 ma il 16. Vincete, perdete, gli uni o gli altri? Voglio sapere cosa succede nella posizione attuale'. Il problema è l'impegno pubblico di quello che si farà se si vincerà sulla fiducia. Io ho detto: del 14 non parlo, decideremo alla fine, quando si vedranno le evoluzioni che a volte possono accadere ed essere sorprendenti". "Ho sperato di sottrarci da questi confronti da curva sud". "L'illusione che se si manda via Berlusconi qui i problemi maggiori li abbiamo risolti". "Una delle cose che hanno concorso a fare del capace davvero di tutto - come io dicevo - qualcosa di incapace di tutto, è stata la responsabilità grande dei buoni a niente dell'altra parte. Perché su tutti i problemi fondamentali - riforme elettorali, riforme costituzionali - sono d'accordo sostanzialmente, come anche sul finanziamento pubblico ai partiti che oggi è diventato qualcosa di totalmente truffaldino, a partire dal nome 'rimborso elettorale', e di una entità sconosciuta, decuplicata rispetto a quando gli italiani approvarono all'85 per cento il referendum contro i fondi pubblici ai partiti". "Come purtroppo da noi previsto, il governo del capace davvero di tutto e i buoni a nulla delle sue opposizioni rappresentano un unico disastroso sessantennale regime, partitocratico e anti-democratico, che per molti versi ha un bilancio perfino peggiore di quello precedente, infame, ventennale regime partitocratico fascista. Votare sfiducia quindi è necessariamente, rebus sic stantibus, sfiduciare specificamente e istituzionalmente il governo, ma ancor più in generale occorre che questo sia un voto per colpire tutto il regime, con le sue maggioranze e le sue opposizioni che rappresentano un sistema che da sessant'anni sta rappresentando la caduta dalla democrazia alla partitocrazia"
    17:14 Durata: 13 min 2 sec
  • Le reazioni sindacali alle innovazioni proposte da Marchionne: "Immediatamente oggi la Camusso ha reagito dicendo: ma scherziamo, devono farlo come metalmeccanici, la Confindustria si deve opporre. Effettivamente questa è l'alleanza storica che per 50 anni c'è stata tra fascismo e post-fascismo tra le aristocrazie operaie e la politica delle famiglie industriali italiani". "L'assioma salveminiano" utile "per la lettura del presente"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: "Quello che ho detto è stato soprattutto: guardate che i problemi della giustizia, del carcere, anche ormai di politica estera e di politica comunitaria per le alleanze alle quali si diventa subordinati o meno, della limitatezza della presa di coscienza dell'errore storico che si è compiuto in Italia da parte delle forze operaie, scegliendo quel cammino e quell'alleanza industrialista che oggi è in crisi, con la Camusso che si ribella. Ieri a New York quel signore (Sergio Marchionne, ndr) ha detto: 'Noi con la Confindustria basta, noi Fiat'. Fiat esce dalla Confindustria. Il contratto è 'auto' e non dovrebbe essere più quello dei 'metalmeccanici'. Immediatamente oggi la Camusso ha reagito dicendo: ma scherziamo, devono farlo come metalmeccanici, la Confindustria si deve opporre. Effettivamente questa è l'alleanza storica che per 50 anni c'è stata tra fascismo e post-fascismo tra le aristocrazie operaie e la politica delle famiglie industriali italiani". "L'assioma salveminiano" utile "per la lettura del presente". "Quando c'è una parte che vede le cose in termini internazionalisti, dico internazionali - e parlo del nuovo padrone, Marchionne - e qui a questo punto i problemi del capitale, del lavoro e del profitto si giocano sul piano transnazionale. Il che era o poteva sembrare al tempo di Salvemini un assioma ideologico". "Per noi è stato un chiodo fisso dalla fine degli anni 50, con una iniziativa nei confronti dei comunisti, alla fine degli anni 60 quando rinunciammo per questa motivazione ad accettare l'unificazione socialista alla quale ci si chiedeva di partecipare. Abbiamo sempre messo al centro il fatto che occorreva, quantomeno a livello europeo, vedere lo scontro su questo fattore, non nazionale". "Dicevamo: se noi non vediamo i problemi del lavoro, del profitto, del capitale nella sua dimensione reale, noi non potremmo che assistere a una serie di lotte perdenti"
    17:27 Durata: 7 min 12 sec
  • Pannella sul senso del 'dialogo' intrapreso alla vigilia del voto di fiducia: "Speravo si arrivasse, magari con la manifestazione del Pd di ieri, a una crescita dei motivi potenzialmente di alternanza, se non alternativi, da parte delle opposizioni di regime". "Questa è l'atmosfera. Berlusconi da solo ha dimostrato che capacità di governo ha e come sta. Ma le responsabilità principali sono oggi quelle del Pd". Il caso Formigoni e l'esempio delle ultime elezioni regionali.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sul senso del 'dialogo' intrapreso alla vigilia del voto di fiducia: "Speravo si arrivasse, magari con la manifestazione del Pd di ieri, a una crescita dei motivi potenzialmente di alternanza, se non alternativi, da parte delle opposizioni di regime. Di ieri sono contento; ho sentito poche cose: una oratoria vigorosa di Bersani, poi c'era molta gente, etc. E avevo anche detto: quando ci stanno i guai, si mobilitano i treni, le cose, e si fa una grande manifestazione di massa. Proprio perché ne ho parlato anche con Bersani, il fatto - marginale ma consistente - che a un certo punto Santoro convoca il presidente governatore (per la quarta volta) della Lombardia, nel momento in cui l'attualità era enorme perché erano stati colti lui e i suoi con le mani nel sacco, ebbene Santoro convoca tutti e Formigoni accetta di essere convocato dove si fa solo un omaggio alla personalità di Formigoni. Nemmeno Vauro fa una delle sue 20 vignette su questo". Da qui il leader radicale trae un'ennesima lezione anche alla luce dei risultati del centro-sinistra alle elezioni regionali. I casi Lazio e Piemonte alle ultime elezioni regionali. "A questo punto mi chiedo se quel caso che alla stessa ora Berlusconi a Palazzo Chigi e Bersani a piazza del Popolo rifiutavano la nostra pretesa che avremmo potuto far valere anche in sede giurisdizionale di avere un rinvio tecnico per avere le 4 settimane richieste dalla legge per la campagna elettorale Se a questo si abbina il salvataggio di Formigoni e della sua immagine". "Questa è l'atmosfera. Berlusconi da solo ha dimostrato che capacità di governo ha e come sta. Ma le responsabilità principali sono oggi quelle del Pd. Lasciamo stare Di Pietro che è una invenzione del Pd". Il ruolo di Walter Veltroni alle elezioni politiche del 2008. "Noi vorremmo che nessuno dimenticasse che a Di Pietro fu dato il privilegio di concorrere con le sue bandiere alle elezioni del 2008. Noi accettammo il ricatto dichiarandolo, e in effetti in questo modo le cose andarono in maniera tale che pur avendo loro previsto solo l'elezione di 5 di noi, di fatto ne abbiamo avuti 9". I messaggi degli utenti di FaceBook a Pannella
    17:34 Durata: 18 min 45 sec
  • I contenuti del colloquio con Silvio Berlusconi

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il colloquio con Silvio Berlusconi: "Gli ho fatto presenti gli eventi politici di cui lui si è assunto la responsabilità e che credo che oggi ricordategli in un certo contesto potevano forse convincerlo a non fare grandi cazzate". "Quando gli ricordo la famosa battuta per cui tutti i referendum liberisti erano 'comunisti', secondo lui, e poi invitò a non votare. Noi lì avremmo vinto i tre referendum principali sulla magistratura, ivi compreso quello sul problema degli incarichi giudiziari, ovvero vertenze che si risolvono al costo di miliardi di euro". "A Berlusconi ho ricordato questo, ho ricordato che nel 1996 facemmo un accordo con le penne d'oro, i giornalisti che ci riprendevano, etc., che riguardavano due cose: la prima era che, quale che fosse stato il risultato delle elezioni del '96, il primo atto della legislatura sarebbe stato di richiedere la procedura d'urgenza per la riforma americana delle istituzioni, e lui non lo fece; c'era una parte finanziaria, perché noi volevamo fosse chiaro, perché bisognava stabilire come si valutavano. Lì venne fuori che nell'ipotesi di vittoria loro, si era previsto quello che sarebbe spettato a noi. Nell'ipotesi in cui non avrebbero vinto, no. Gli ho detto: 'Guarda che tra di noi c'è anche un rapporto giudiziario, perché in base a quell'accordo abbiamo avuto una tua prima condanna. A questo punto ti comunico che adesso andiamo in appello perché riteniamo tu ci debba dare di più'. E' divertente anche questo, che parliamo di una iniziativa giudiziaria nostra nei suoi confronti. Per il resto gli ho detto: per me non si parla del 14. Allora lui diceva: 'Sulla giustizia che fai?'. Io gli ho detto: 'Non devi dirlo a me, mai ai tuoi'. C'era Alfano e gli ho ricordato che l'altro giorno hanno fatto una cosa vergognosa, grazie anche all'apporto di Pd e Lega". La "tensione forcaiola" di Marco Travaglio: "Mi ha stupito su un fatto: sulla votazione bidone dell'indultino, che non è un indultino (), ha fatto tutto un conto Travaglio e ha attaccato". "Ma la legge che lui deplora non è nemmeno automatica". Droga, immigrazione, giustizia e carceri: non tutte le responsabilità sono di Berlusconi, anzi. La presenza di Pannella alla manifestazione del Popolo Viola.
    17:53 Durata: 13 min 21 sec
  • La vicenda Fiat. "Dal primo giorno ho detto: il problema grave è se si lascia a Marchionne il monopolio del considerare con uno sguardo globale e noi invece rispondiamo in un altro modo. Se quello deve investire dei capitali, e per la stessa cosa legalmente in Serbia il profitto è superiore Uno che fa?". Ichino e la retorica dei sindacati sulla "rinuncia ai diritti fondamentali", simile a quella che Cofferati contrapponeva all'abolizione dell'articolo 18

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La vicenda Fiat. "Dal primo giorno ho detto: il problema grave è se si lascia a Marchionne il monopolio del considerare con uno sguardo globale e noi invece rispondiamo in un altro modo. Se quello deve investire dei capitali, e per la stessa cosa legalmente in Serbia il profitto - non come cosa perversa, ma come aspetto essenziale per investire - è superiore. Uno che fa? Espella la Serbia dall'Europa? E' la nuova visione globale. Già alla fine degli anni Sessanta parlavo di questa visione - magari per colpa o merito dell'Avvocato - non dimentichiamo gli affari in Russia". L'opinione di Paolo Mieli, espressa sul Foglio, secondo cui invece anche l'Avvocato guardava all'America ma poi doveva fare i conti con la realtà italiana. "Non vedo contraddizioni". "Lui addirittura nelle condizioni di allora aveva accettato i capitali di Gheddafi nella Fiat. Poi dobbiamo vedere se noi siamo capaci di governare il mercato, perché il mercato è tremendo se è giungla. Il liberista ha il presupposto che questo mercato è insopprimibile, ma puoi governarlo per associare o far crescere gli interessi per questo modo di governare". La proposta della contrattazione settoriale (per l'auto). Pannella commenta gli articoli di Peppino Caldarola sul Riformista e non solo: "Adesso viene fuori 'i radicali che sono sempre stati contro i sindacati'. Io sono stato pure contro i partiti. Ma quali? Con quale disciplina? E perché ho messo insieme, non da oggi, gli articoli 49 e 59 della Costituzione?". "Bonanni è stato uno che ha avuto subito presente che la risposta a Marchionne doveva essere non centrata su quello che io faccio fiducia in Ichino. Quando Ichino dice che la storia della 'rinuncia ai diritti fondamentali', contestandola in sede tecnica. Siccome va in una direzione che è anche un po' la mia, allora dinnanzi a Ichino e Cazzola assolutamente mi inchino e incamero subito questo giudizio". "Perché il vizietto (i sindacati) ce l'hanno avuto: sull'articolo 18 Cofferati non diceva che i diritti acquisiti erano in pericolo, ma i 'diritti umani', che è una cosa ben diversa". "Non è un caso, sono tutti 'statalisti', mentre bisogna diffidare dell'elemento 'contrattazione', anche se svolta da quello che ha formazione operaia seria". L'opposizione si fa "contrapponendo delle proposte". Il caso della riforma delle pensioni, anche in Francia. La politica del debito pubblico Le proposte legislative radicali in materia economico-sociale
    18:06 Durata: 13 min 15 sec
  • Le ultime dal Parlamento: dall'iniziativa della magistratura romana al ritorno in politica di Enrico Boselli

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'indagine della magistratura sul voto dei parlamentari. "La Procura della Repubblica ha annunciato questa iniziativa. Io mi ricordo che già in passato mancai un po' al garbo di allora e con una pagina di Liberazione scrissi sulla Procura di Roma: 'Procura della Repubblica. La valanga di guano sale e travolge tutto', e non scrissi 'guano'. Il fatto che si prenda questa iniziativa nuova, implicita, proprio da questi che sono 'regime' da 50 anni Se l'iniziativa la prende un'altra procura, magari guardo, ma questa". L'Idv di Antonio Di Pietro, le elezioni e il funzionamento dei finanziamenti pubblici. Le proposte legislative radicali inviate ai maggiori sindacati: "Abbiamo riscontrato che tutto l'ufficio studi della Cgil aveva letto e discusso questo nostro materiale, ormai lì da almeno 10 anni. Da allora non sono riuscito mai ad avere un incontro con Epifani. Ora cercherò la Camusso". "Ho motivo di ritenere che l'ufficio studi della Banca d'Italia abbia studiato le nostre proposte". L'attivismo della Lega Nord nelle banche settentrionali. Il ritorno in politica di Enrico Boselli, già leader dello Sdi. "Sai chi è il primo oggi sul Secolo dei trenta personaggi del Pdl che i finiani indicano come il più desiderabile? Il primo era Sacconi. Cioè il clerico-fascista, perché è proprio questo". "Vuole fare concorrenza alla Roccella". Sacconi e il suo richiamare l'eredità di Biagi: "Francamente su questo è una convenienza tattica. No guarda, lui è nazional-clerico-nazista"
    18:19 Durata: 18 min 41 sec
  • La giurisdizione internazionale e l'influenza su economia e diritti umani. "Sul piano dei diritti umani, questi ultimi mandano all'aria le burocrazie nazionali e nazionaliste, e infatti in Grecia ci si è subito mobilitati contro 'il ricatto europeo' per far pagare la gestione infame, truffaldina, della destra che aveva ridotto il paese in quelle situazioni"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La giurisdizione internazionale e l'economia. "I sindacati, le burocrazie sindacali, se acquistano un po' di estensione anche nella burocrazia comunitaria, evidentemente ci stanno, lavorano, etc. Ma non se ne vede l'apporto, se non tecnico per studiare se quella posizione della Commissione conviene o no. Ma sul piano dei diritti umani, questi ultimi mandano all'aria le burocrazie nazionali e nazionaliste, e infatti in Grecia ci si è subito mobilitati contro 'il ricatto europeo' per far pagare la gestione infame, truffaldina, della destra che aveva ridotto il paese in quelle situazioni. E' stato Papandreou a decidere che il prezzo bisognava pagarlo, ma indubbiamente gli è stata fatta fiducia". "In Grecia invece i sindacati hanno fatto una scelta di fiducia all'Unione europea, e non sarà stata facile anche per loro". Il parallelo con la battaglia contro le mutilazioni genitali femminili, dove i nazionalismi si oppongono ai diritti umani. "Ah si? Allora dobbiamo rafforzare le giurisdizioni sovranazionali sui diritti umani riconosciute dagli stessi Stati"
    18:38 Durata: 7 min 14 sec
  • L'iniziativa Iraq Libero

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Pannella torna poi sull'iniziativa 'Iraq Libero'. La visita del ministro degli Esteri, Franco Frattini, in Iraq, insieme a Renato Farina. "Io non sono andato per un ottimo motivo, credo. Avevo detto che la previsione che faccio fondatamente dopo tutte le informazioni raccolte è che sia la grazia sia l'esecuzione non sono possibili perché creerebbero troppi casini internazionali. E quindi il problema l'hanno risolto ammazzandolo in carcere. Allora ho detto a Frattini: noi dobbiamo andare lì per vederlo, per sentire che cosa ci vuol dire. Pare che lui parli già con difficoltà, che i suoi avvocati non sono tutti suoi ma gli vengono attribuiti, e che ai due veramente suoi non si fanno vedere le sentenze e le motivazioni, cosicché non possono fare ricorsi. Allora ho detto: bisogna andare per vedere Tarek Aziz, allora vengo. Altrimenti la passerella diplomatica è inutile"
    18:45 Durata: 8 min 57 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Gli appuntamenti della settimana
    18:54 Durata: 5 min 5 sec