16 GIU 2013
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:05 Durata: 1 ora 39 min
A cura di Enrica Izzo e SI
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 16 giugno 2013 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 39 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La manifestazione radicale a Napoli sui referendum sulla giustizia e non solo. Pannella ricorda le presenze alla manifestazione di Nitto Palma e Compagna del Pdl, di Giachetti del Pd. E la dichiarazione “non esclusivamente a titolo personale, credo”, di Nitto Palma. Le misure del Governo sulla giustizia. Il terzo giorno di sciopero della fame e della sete di Pannella
    17:05 Durata: 3 min 8 sec
  • Il terzo giorno di sciopero della fame e della sete di Pannella: “Mi pare che nel ‘decreto del Fare’ del Governo è stato esplicitamente detto che non hanno ancora affrontato la giustizia. Sulla giustizia ancora devono pensare. Allora questo mi offre l’occasione per dire qual è l’obiettivo che perseguo: quello che lo Stato italiano ha l’obbligo, e dobbiamo aiutarlo, di interrompere la flagranza tecnicamente criminale nella quale si trova. Sotto ultimatum, sotto continui annunci che abbiamo perché non è più solo la Cedu e Strasburgo, ma arrivano notizie anche da Bruxelles e dall’altra componente della giurisdizione europea”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sulle analisi del ministro della Giustizia, Cancellieri, su ‘decreto svuota carceri’ e necessità dell’amnistia: “In Italia abbiamo ormai una posizione della partitocrazia di regime”. “Mi pare che nel ‘decreto del Fare’ è stato esplicitamente detto che non hanno ancora affrontato la giustizia. Sulla giustizia ancora devono pensare. Allora questo mi offre l’occasione per dire qual è l’obiettivo che perseguo: quello che lo Stato italiano ha l’obbligo, e dobbiamo aiutarlo, di interrompere la flagranza tecnicamente criminale nella quale si trova. Sotto ultimatum, sotto continui annunci che abbiamo perché non è più solo la Cedu e Strasburgo, ma arrivano notizie anche da Bruxelles e dall’altra componente della giurisdizione europea”. “Il problema è il problema del capo dello Stato in primo luogo: che l’Italia esca, come ha l’obbligo di fare, dalla flagranza tecnicamente criminale. Nessuno mi ha mai criticato sull’uso di questo concetto”. “Io affermo che con l’amnistia e l’indulto questa condizione di rapida uscita dalla flagranza ci potrebbe venire riconosciuta sicurissimamente anche dalla Cedu. Quindi usciremmo formalmente da una imputazione di flagranza criminale e ci potrebbe venire riconosciuto il fatto che gli atti essenziali perché questo si compia sono acquisiti”. L’amnistia, per Cancellieri, “spetta eventualmente al Parlamento”: “Proprio negli ultimi giorni Federico Grosso ha detto testualmente che urge e la sola soluzione è quella dell’amnistia. Vladimiro Zagrebelsky sempre sulla Stampa e prima di lui. In questi due giorni ho anche sentito usare i termini ‘epocale’. Allora diciamo che in base all’articolo, all’evocazione chiara e serena di Grosso, mi pare che negli ultimi giorni non ci siano state voci che abbiano contestato il carattere strutturale ed epocale dell’amnistia. Su questo diciamo che i partiti sinora… Certo dobbiamo prendere del fatto che Nitto Palma, io ricordo che il suo giudizio personale e tecnico era che l’amnistia era forse l’unica cosa adeguata, ma quando divenne ministro della Giustizia lui sottolineò che la posizione del Governo era comunque un’altra, e si comportò in modo coerente; l’indomani della sua uscita dal Governo, ha detto ‘oggi che non appartengo più al Governo, dico che mi sono convinto dell’amnistia’, e si è fatto la marcia del 25 aprile scorso nonostante fosse un po’ claudicante. Oggi la sua presa di posizione è una presa di posizione che possiamo dire ‘ufficioso’ del Pdl e io lo registro in questo modo”. La contrarietà di quelli che dicono che l’amnistia è una cosa che “serve a Berlusconi”: “Potrei anche rispondere: e quand’anche fosse così? La cosa è bellissima: siccome c’è questo pericolo, grave o meno, se ne sono fottuti di questo problema che non è solo delle carceri ma della giustizia, quasi senza eccezioni”. Il sostegno di Giachetti, Pd, Vice presidente della Camera dei Deputati
    17:08 Durata: 15 min 20 sec
  • Sul dibattito interno al Pd e sulla sua “componente liberale” evocata da Fabrizio Barca

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sul dibattito interno al Pd e sulla sua “componente liberale” evocata da Fabrizio Barca. “Devo dire che non c’è stato nessun commento né a favore, per dire che avesse ragione, né contro. Questa osservazione è caduta come se fosse senza problemi, mentre era sicuramente innovativa nella presentazione del proprio partito da parte di uno che confermava di volersi impegnare sempre di più in questo partito”. Un filone liberale che si affiancherebbe a quello socialista e a quello democristiano. Forse Barca si riferiva ai liberal e ai repubblicani già entrati nei Ds? “Penso che Barca è sicuramente uno che ha un linguaggio politico abbastanza chiaro e rigoroso, direi che è un tipo classico. Se ha detto ‘liberale’ vuol dire che ha voluto dire ‘liberale’. Perché nel Partito repubblicano le sensibilità liberali c’erano anche, ma non direi che fossero costitutive di quel Partito”. “Perché già dire ‘liberal’ vuol dire un’altra cosa”. Il Pci e gli attacchi alla socialdemocrazia
    17:24 Durata: 11 min 14 sec
  • I Radicali divisi tra due comitati referendari, uno sui diritti civili e una sulla giustizia? Pannella replica: “Questa manifestazione che abbiamo convocato l’abbiamo convocata sui 12 referendum”, cioè su tutti i quesiti. Rispetto al primo pacchetto referendario: “Ho detto che mi mancava e mancava la attualità più patente e manifesta della realtà radicale nell’ultimo decennio: il problema dello Stato di diritto di fronte alla partitocrazia” e poi il fronte non solo “nazionale” dell’iniziativa radicale. Gliarticoli di Formiche.net e altri sul dibattito interno

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sulla manifestazione radicale di Napoli. Il dibattito interno ai Radicali e gli articoli di Formiche.net sui Radicali pro Pd e quelli pro Pdl. “A me pare una lettura stronza perché non credo sia nemmeno in assoluta buone fede. Siccome non è Formica, che è una persona intelligente, io queste ‘Formiche’ le ho sentite evocare due volte, quindi non capisco la loro eco da dove gli venga, né mi pare che le cose che dicono mi pare abbiano una certa importanza. Anche se sono state riprese subito”. Poi però il leader radicale, con Bordin che gli fa notare che questa lettura è stata ripresa anche da altri giornali, aggiunge: “Sono cose che molto spesso sono vissute da molti Radicali, anzi, innanzitutto da molti Radicali”. “Noi dobbiamo rivendicare che quello è costitutivo del Partito radicale e di coloro che aderiscono e via dicendo è di molte persone che sentono e scelgono di collocare lì le loro posizioni in coerenza con discorsi generali sulla situazione del Paese: ‘La democrazia dev’essere vera e quindi vera anche nei partiti, ma qui ci sta Pannella…’. Io rivendico tutto questo”. Quindi i due comitati referendari sono distinti ma marceranno uniti? “Questa cosa che abbiamo convocato l’abbiamo convocata sui 12 referendum”, cioè su tutti. “Credo di avere dedicato una parte della mia vita a quegli obiettivi referendari” dell’altro comitato. “Ho detto che mi mancava e mancava la attualità più patente e manifesta della realtà radicale nell’ultimo decennio: il problema dello Stato di diritto di fronte alla partitocrazia” e poi il fronte non solo “nazionale” dell’iniziativa radicale
    17:35 Durata: 7 min 51 sec
  • Sul ritorno in forze della “ragion di Stato” anche nella politica estera del mondo anglosassone e il suo prevalere sul senso del diritto

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sul ritorno in forze della “ragion di Stato” anche nella politica estera del mondo anglosassone. L’incontro tra i leader di Washington e Pechino. “In America è in costruzione una iper-struttura di controllo del cittadino orwelliana”. Sui limiti culturali e quindi politici di Barack Obama. “La ragioni di Stato non ha nulla a che vedere con il senso del diritto, semplicemente lo ignora e lo sconvolge”. Il caso esemplare di Guantanamo. Sull’attenzione pannelliana a Noam Chomsky (linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense nato nel 1928) e sui rapporti tra Radicali e figli dei fiori
    17:43 Durata: 14 min 32 sec
  • Il dibattito sulle espulsioni dei grillini e il confronto con la storia radicale. I Radicali non hanno mai espulso nessuno: “La cosa più chiara del carattere rivoluzionante e rivoluzionario della concezione del Partito radicale”. “Io ho cercato pubblicamente ed esplicitamente di potere dialogare con Grillo e consigliarlo, non è stato possibile. Purtroppo per lui questa cosa di potere gli ha dato un senso di potere: se si ha questa nuova tecnologia, si ha il potere. Io gli dicevo: non commettere errori, tu usi questa roba con milioni di persone ma concepisci solo il logos e ritieni il dialogo come cosa da rifuggire”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito sulle espulsioni dei grillini e il confronto con la storia radicale. I Radicali non hanno mai espulso nessuno: “La cosa più chiara del carattere rivoluzionante e rivoluzionario della concezione del Partito radicale”. “Io ho cercato pubblicamente ed esplicitamente di potere dialogare con Grillo e consigliarlo, non è stato possibile. Purtroppo per lui questa cosa di potere gli ha dato un senso di potere: se si ha questa nuova tecnologia, si ha il potere. Io gli dicevo: non commettere errori, tu usi questa roba con milioni di persone ma concepisci solo il logos e ritieni il dialogo come cosa da rifuggire”. La tecnica del “deputato supplente” nella tradizione parlamentare dei Radicali e in generale “la teoria dei fatti radicale” contro “le astrazioni teoriche”. Il voto di Pannella, al primo turno delle elezioni comunali romane, per il candidato grillino. “La scelta che si era fatta a Roma, con un elettorato che aveva dato quattro punti percentuali in più a Alemanno alle regionali, paragonando tutto quello che vuoi, e quindi aveva un valore radicale, mentre la politica di Radicali Roma e di Radicali italiani – l’obiettivo e la vittoria è stata che, avendo vinto Marino, avendo noi un candidato all’interno di una lista pro Marino, siamo riusciti così ad entrare nel Consiglio comunale. Sono felice, sono andato lì e l’ho votato, però tutto mostra la varietà di noi Radicali. Cioè adesso noi siamo qui a salutare questo come ‘un grande processo’ in una città nella quale abbiamo sempre avuto a Roma buoni risultati”. Insomma i Radicali si sono “accontentati”: “Una visione politica modesta, molto modesta, ma non utile”
    17:57 Durata: 15 min 28 sec
  • Sul “riflesso autoritario” di Erdogan in Turchia: “Questo lo metto nel conto di un disastro che si chiama ‘gli ultimi anni di Bruxelles e dell’Unione europea’, dove rispetto alla Turchia ha prevalso la cecità più becera, veramente la volgarità quasi”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La vicenda turca e la posizione del ministro radicale Emma Bonino che, secondo alcuni di sinistra, sarebbe troppo timida rispetto alla repressione del governo. Pannella: “Molti anni fa ritenni che un leader dell’estrema sinistra turca fu messo nei guai dalle scelta della nostra estrema sinistra”. Il caso Ocalan e il ruolo di Ramon Mantovani. “Un momento clamorosamente produttivo della perdita e del disastro per quello che si diceva di sostenere”. “Intanto dico a questi qua che Emma per la verità ha subito preso una posizione nettamente critica nei confronti di Erdogan, non per forza polemica”. Il ragionamento di Emma Bonino e la non contraddittorietà della sua posizione: “C’è un conflitto: Erdogan sta reagendo male, ma è indubbio che dall’altra parte ci sono delle buoni ragioni ma c’è anche bisogno di consigli”. Sul “riflesso autoritario” di Erdogan: “Questo lo metto nel conto di un disastro che si chiama ‘gli ultimi anni di Bruxelles e dell’Unione europea’, dove rispetto alla Turchia ha prevalso la cecità più becera, veramente la volgarità quasi”. Sulla politica europea di Monti e sulla mancanza di “grandi dibattiti”
    18:13 Durata: 9 min 32 sec
  • Conclusioni. Pannella sulla sua iniziativa nonviolenta e il suo stato di salute. Letta: “Se anche un uomo di visione come lui si arrende, e non dà importanza al mio obiettivo – l’obbligo per il nostro Stato di uscire dalla situazione di flagranza criminale denunciata formalmente – a questo punto non so bene cosa fare”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sulla sua iniziativa nonviolenta e il suo stato di salute. Letta: “Se anche un uomo di visione come lui si arrende, e non dà importanza al mio obiettivo – l’obbligo per il nostro Stato di uscire dalla situazione di flagranza criminale denunciata formalmente – a questo punto non so bene cosa fare”. La valorizzazione - che non ci sarà probabilmente da parte dei media - dell’annuncio di Nitto Palma, del Pdl, favorevole all’amnistia: “Ho l’impressione che sull’argomento quello che gli importa è che neanche si discuta troppo di questi referendum e dell’amnistia”. “Oggi il comizio è andato deserto o quasi, essendo a Piazza del Plebiscito. Noi abbiamo cominciato alle 10 di mattina. Io ho detto che i napoletani non ne sapevano un cazzo. Abbiamo dovuto parlare per le foto o altro con centinaia di persone, tutti molto amici e molto simpatizzanti, anche molto autorevoli, e nessuno sapeva. Allora ho detto stamattina: perché da persona prudente ho rischiato il ‘non c’è nessuno!’? Per gli stessi motivi per cui abbiamo rischiato la partecipazione a delle elezioni sicurissimamente anti-democratiche, con un risultato che lo storico e l’analista della realtà italiana non potrà ignorare. Perché avendo avuto noi 60 mila voti su 45 milioni di elettori, e la gente nemmeno sapeva che esistesse la lista, è stato scientifico…”. L’eredità intellettuale di Ike Eisenhower
    18:22 Durata: 22 min 38 sec