"Previsioni macroeconomiche e competitività dei settori produttivi" - indagine presentata dal Centro studi della Confindustria (presso l'Auditorium della Tecnica, Via dei Tupini 65)

L'innato presidente
Non oso richiamare all'ordine un viceministro me ne potrebbe ma a è
Organizzare
Grazie si può spostare
Signore e signori gentili ospiti
Buongiorno e benvenuti
A questo seminario di previsione del Centro studi di Confindustria
Ringrazio i nostri Viscas Santanchè il presidente Giuliano Amato che ha promesso di intervenire ma per impegni politici penso che arriverà più tardi
Il Rettore della LUISS Mario Arcelli il viceministro l'economia Mario Baldassarri che ha gentilmente accettato di sostituire Antonio Marzano oggi impegnato nel dibattito sulla fiducia al Senato
Il vice direttore della generale la Banca d'Italia Pier Luigi Ciocca come avete visto ho usato l'ordine alfabetico in maniera rigorosa
Il rapporto che vi sarà illustrato
Contiene alcuni elementi di novità che io desidero sottolineare seguendo una precisa indicazione del comitato di presidenza e del direttivo di Confindustria
Alla parte tradizionale sulle previsioni macroeconomiche gli era far affiancato un'analisi dettagliata degli andamenti settoriali
Analisi alla quale hanno contribuito le associazioni del sistema confindustriale l'obiettivo e di fondare uno scenario macroeconomico sulle informazioni di natura settoriale che ci giungono a nostri associati seguendo l'indicazione di metodo che Confindustria propugnato con forza in questi mesi
L'analisi dei settori viene svolta in un'ottica Biden di benchmarking rispetto agli altri principali paesi quindi Micoud misurarci questo l'ordine e la parola d'ordine i confronti Confindustria misurarci con gli altri per vedere dove siamo più forti se c'è il caso e dove siamo devoti
Troverete inoltre che la situazione economica dell'Italia viene trattata in congiunzione a quella del resto dell'area dell'euro
Ciò perché le prospettive dell'Italia sono ormai inscindibili da quelle degli altri Paesi che andato vita la moneta unica
Che cosa ci
Che cosa ci aspettiamo per l'Italia dipende da cosa ci aspettiamo per junior per l'unione monetaria europea
La macro economia oggi è in gran parte macro economia
Europea
I due comuni in un'economia globale lo sguardo però non può fermarsi alla sola unione monetaria europea pertanto il rapporto contiene un'ampia analisi della situazione internazionale e in particolare delle prospettive dell'economia americana da cui in questo momento dipende l'evoluzione del resto del mondo
L'analisi del centro studi è improntato a un cauto ottimismo
Benché rischi di un andamento meno favorevole siano ancora elevati si prevede una ripresa dell'economia americana a fine anno
Si prevede che il rallentamento europeo sia in questo temporaneo si prevede che i fattori che stanno spingendo l'inflazione cambio e petrolio vengano gradualmente meno nel corso dell'anno
La novità più rilevante delle previsioni del centro studi e che a partire da quest'anno si dovrebbe annullare il divario negativo di crescita nei confronti della media dell'area dell'euro che a contesti che ha contraddistinto l'Italia nell'ultimo decennio
Nel due mila uno la crescita del PIL è prevista al due due nel due mila e due dovrebbe salire al due sette grande sì anche alla riproposizione della legge Tremonti sugli investimenti
L'inflazione dovrebbe toccare il Diotto quest'anno nel due mila due la stima tendenziale il Centro studi ed è l'unico tra per cento
Anche se gli si anche se riteniamo che sia possibile far meglio se il governo e le parti sociali si dessero un obiettivo di rapido rientro dall'inflazione
Per quello che riguarda i conti pubblici la valutazione del centro studi è che l'indebitamento della pubblica amministrazione potreste ricondotto entro l'uno e mezzo per cento del PIL nel due mila uno solo sì scusate solo se sarà attuata una politica di controllo dell'erogazione della spesa
Dall'analisi gli andamenti settoriali emerge un aspetto che a me sembra di grande interesse
Fra i Paesi più avanzati l'Italia oggi la maggior quota di occupati nell'industria manifatturiera anche più di Germania e Giappone
Vedrete un grafico che poiché Giampaolo Galli ci mostra come in tutti i Paesi il peso dell'industria è calato nel corso degli anni novanta ma in Italia è calato meno addirittura stabilizzandosi e la seconda parte del decennio
In parte questo fenomeno è legato ritardi nel processo di terziarizzazione come sottolineato recentemente dall'Istat
Ma in parte ancor più rilevante è un sintomo è un sintomo e la grande vitalità del nostro sistema industriale in particolare delle imprese medie e piccole che in questo sistema costituiscono il nerbo anche se è sempre più forte la concorrenza nei settori in cui la nostra economia tradizionale mente opera l'Italia dimostra una grande capacità di fare industria di penetrare nuovi mercati rinnovare prodotti e questo mi sembra uno spiccio
Interessante e positivo per quello che ci aspetta nel futuro Dora la parola a Giampaolo Galli dicendo di già da ora che a mezz'ora mentre poi di scarsa Hunt avranno un quarto d'ora ciascuno grazie
Grazie presidente io toccherò quattro temi
Quello dell'andamento dell'attività economica
L'inflazione tre conti pubblici e poi dirò qualcosa sugli studi che abbiamo fatto in questo rapporto in tema di andamenti competitività dei settori produttivi
Ma il punto uno l'attività economica
Abbiamo pure sul primo grafico
Questo sono i tassi di crescita del prodotto interno lordo nelle tre principali aree da novanta fino alla previsione del due mila e tre voi vedete sul due mila e uno l'andamento AV del ciclo che vuol dire rallentamento stagnazione per quello che riguarda particolare il Giappone
E ripresa successivamente gli Stati Uniti cadrebbero ebbero una caduta forte dal cinque per cento a qualcosa come del Duemila qualcosa come l'uno e mezzo a quest'anno
Per l'area dell'euro si tratterebbe di una rallentamento alla linea blu dalla
Quattro circa dell'anno scorso due tre stimiamo per quest'anno
L'idea di fondo l'ottimismo di cui diceva il dottor Bondi prima è questo che gli Stati Uniti dovrebbero riprendersi già alla fine di quest'anno è viaggiare a un ritmo del tre per cento a oggi il ministro Milla
Ha detto anche tre e mezzo ma insomma non l'abbiamo messa altre per per via di tante cose in particolare i tagli aggressivi fatti dalla riserva federale sui tassi di interesse e la riduzione delle imposte decisa e già attuata dall'Amministrazione Bush
Il l'area dell'euro seguirebbe l'anno prossimo con un tasso di crescita un po'inferiore a quello degli Stati Uniti l'impressione è che il sorpasso Europa contro Stati Uniti di quest'anno ossia
Come dire un fattore un dato temporaneo
Questa sembrerebbe essere anche l'opinione dei mercati finanziari e forse contribuisce a spiegare difficile spiegare i cambi ma contribuisce forse a spiegare la debolezza
Dell'Euro qualche dato a sostegno di queste affermazioni
Questo un grafico in cui dal novantasei abitanti più recenti che mette insieme
La fiducia delle famiglie con l'andamento del NASDAQ almeno su questa scala sembrano avere qualche cosa in comune
La caduta della fiducia delle famiglie che ha un buon indicatore dell'andamento dei consumi è estremamente forte da circa metà del Duemila sino a oggi
Così come è molto forte come tutti sanno la caduta del NASDAQ ma anche qui vediamo negli ultimi dati qualche segno di destabilizzazione o di ripresa in entrambi gli indicatori
Prossimo grafico è l'andamento della dello standard in pura qui costruito con me Trezzo su utili il price earning sa vedete che anche qui negli ultimi dati di giugno sembra esserci una ripresina
Dopo una forte flessione rispetto ai picchi del la novantanove
Però qui l'incertezza è grande perché vedete che il livello del price earning sei enormemente superiore oggi malgrado la flessione che c'è stata corso ventidue mila di quest'anno
Rispetto a quelli che sono i livelli di lungo periodo
Quindi molti economisti sostengono che la fase di sopravvalutazione della Borsa non è finita che la Fed sta esagerando nel ridurre i tassi di interesse
Altri ovviamente contro argomentano che i tassi di crescita che devono essere incorporati in una valutazione della
Del price Mengs sono più alti di quelli degli anni passati però il punto è che ci sono dei rischi in tutta questa situazione
Così come ci sono rischi da altre situazioni lo cito soltanto ci sembra gravemente a rischio la situazione dell'Argentina così come c'è un rischio che continua a stare lì da molti anni ma che a un certo punto rischia di come dire di manifestarsi derivante dal fortissimo disavanzo Esterno degli Stati Uniti disavanzo esterno degli Stati Uniti
Che fino adesso è stato finanziato con colossali investimenti a lungo termine dal resto del mondo e in particolare dall'Europa questo grafico a me fa grande impressione questi sono gli investimenti diretti la linea rossa dall'area dell'euro verso gli Stati Uniti vedete che si è arrivati a qualcosa come duecento
Miliardi di dollari nel due mila quindi un afflusso e norme di investimenti diretti notate bene che già nel due mila e anche quest'anno l'Europa è in disavanzo corrente quindi come si finanziano questi uscite di capitali a lungo termine le si finanziano con indebitamento a Brera
Di l'Europa si indebita Breve
Dagli Stati Uniti dal Giappone dall'OPEC ch'e trasforma le scadenze per così dire come se fosse una banca e investe a lungo termine soprattutto negli Stati Uniti questi duecento miliardi di dollari sono la gran parte degli investimenti diretti all'estero dell'Europa sono circa due terzi del totale
Tornando alla situazione ciclica
L'andamento Abu della ciclo economico lo si vede molto bene
Nella curva per scadenze dei tassi di interesse americani
Voi vedete lo sposto a tre mesi fino a oggi e poi da lì in poi futures ci si aspetta ancora una leggera riduzione somma i tassi a breve impliciti nella cura per scadenze ci si aspetta ancora una riduzione da parte della Fed
E poi già nella seconda metà dell'anno verso la fine dell'anno un rapido aumento questa è la V reception che contrasta con quella che era l'aspettativa
Qualche mese fa al febbraio due mila e uno era la cosiddetta Banana reception
Più moderata ma più lunga quella lì la linea dunque
In tutto questo quello che sappiamo per certo vediamo la prossima slide è che l'area dell'Euro è in forte discesa qui vedete agli istogrammi della produzione industriale che sono in discesa e vedete la linea rossa il clima di fiducia delle impresse anche questo in forte discesa soffre in particolare la Germania fonti ufficiali tedesche oggi dicono probabilmente non si arriverà al due per cento nel nostro rapporto abbiamo messo un tasso di crescita della Germania dell'uno virgola sette per cento questo quadro un po'difficile prossima Mentana grazie il la in Italia
Non se la cava malissimo
Se guardate nel grafico in alto a sinistra che arriva fino alle nostre stime di maggio di produzione industriale
La caduta non è drammatica e siamo ancora su livelli ben superiori sia etniche del novantacinque sia quelli del novantasette
Novantotto tre effettivi della crisi asiatica
Però la caduta degli ordini che vedete nel grafico a destra in basso
è molto molto forte in particolare la caduta di ordini di beni di investimento ma c'è anche una forte flessione questo diciamo conta di più perché i consumi sono più grosse finire la domanda complessiva
C'è una consistente caduta anche degli ordini di beni di consumo
Nella nostra previsione il prodotto interno lordo dell'Italia che è cresciuto l'anno scorso del due nove per cento crescerebbe quest'anno del due virgola due per cento più o meno in linea con l'Europa
Sono usciti questa mattina dati rivisti dell'Istat che innalzano da zero sette a zero otto la crescita congiunturale del primo trimestre contemporaneamente però sono usciti altri dati dell'Istat
E che danno un'indicazione molto negativa sull'andamento degli ordini di aprile
Prima approssimazione ci sembra che la previsione che abbiamo scritto nel rapporto di una tasso di crescita quest'anno del due virgola due ne venga conferma
Negli ultimi dati si sono ridotti i differenziali si è ridotto il differenziale di crescita rispetto all'area dell'euro anche se almeno nella precisi ma i dati di quest'anno e poi nella previsione questa riduzione avviene un po'più per demeriti altrui e in particolare della Germania anche per meriti nostri
Nella previsione che facciamo per l'anno prossimo per il due mila e due
Dovremmo rimanere agganciati all'Europa
Cioè l'arresto dell'area dell'euro anche perfetto
Dell'annunciata legge Tremonti è forse di un qualche effetto ripresa della fiducia legata al fatto che ci sia oggi un governo che ha una maggioranza ampia e si presenta con un programma sicuramente come dire vista Strand lì
Noi abbiamo stimato una crescita del PIL del due mila e due del due virgola sette per cento in assenza di questi affetti fiducia e Tremonti
La crescita tendenziale inerziale per così dire ci verrebbe del due virgola cinque per cento sottolineo però che i rischi sono tanti tutto questo il postulato sull'idea che non ci siano nuovi balzi del petrolio già detto dei rischi internazionali e la fiducia come dire
E variabile di per sé volatile
La si conquista ma si può perdere anche molto facilmente
Vengo al mio secondo tema che è quello dell'inflazione come voi sapete
Da vari mesi
Banchieri centrali ed economisti prevedono una riduzione dell'inflazione che fino adesso non c'è stata una riduzione dell'inflazione basata una previsione di riduzione dell'inflazione basata in larga misura su questo grafico questo è l'andamento del indice complessivo delle materie prime
In lire
Non potremmo vederlo in euro ovviamente la stessa cosa quindi qui abbiamo sia l'effetto petrolio che l'effetto cambio
è questo invece faceva più novanta per cento all'inizio del due mila e adesso oscilla su valori non molto distanti dall'OCSE Piero
Crescita vicino alla zero delle materie prime importate seppure su livelli elevati vuol dire
Tendenzialmente inflazione che si riduce posto che si riesca no ad evitare gli effetti disse contraendo attraverso i salari sull'inflazione che che rimane la questione decisiva come
Ci viene ricordato tutti i giorni da in modo dei moniti della Banca centrale europea
L'altra considerazione da fare in merito all'inflazione riguarda l'andamento dell'euro e della lira è vero che da quando è iniziato l'euro cioè dal gennaio del novantanove
L'euro è sceso moltissimo nei confronti del dollaro e anche di altre valute e tuttavia la lira è relativamente stabile questo è un grafico dal mille novecentonovanta vedete che dal novantanove a oggi
La discesa della lira è stata molto modesta questo per l'ovvio motivo che col dollaro siamo arrivati praticamente a alla soglia del dei due delle due mila trecento lire ma con il DM ecco siamo ancora nove novanta
E questo è vero sostanzialmente quindi diciamo tutti i paesi europei hanno una svalutazione del proprio cambio effettivo che mi molto minore di quella che è la svalutazione
Delle euro di Ray che questo come dire
Visualizzabili né uno dei vantaggi dell'essere parte di un'area monetaria dell'unione monetaria europea il punto di fondo è che l'Europa è un'area relativamente chiusa in cui il cambio conta ma conta meno di quanto non contasse una volta per i singoli Paesi
C'erano quindi buoni motivi per aspettarsi una decelerazione dell'inflazione e sino adesso non c'è stata anche per Pinotti problemi del settore alimentare per cui i prezzi delle carni alternative sono aumentati tantissimo quindici venti per cento
La nostra previsione rimane di una riduzione malgrado gli errori fatti in passato da noi e da tanti altri rimane di una riduzione dell'inflazione nella seconda metà dell'anno
Nella media di quest'anno dovremmo arrivare al due virgola otto per cento
Per l'anno prossimo prevediamo un tendenziale di uno virgola otto per cento che già comporta una riduzione abbastanza consistente nel corso dell'anno
Riteniamo che si possano fare anche meglio
Di questo numero mandare sotto l'uno e otto per cento questo dipende molto da quello che farà il governo nel fissare l'inflazione programmata nella coordinare le aspettative degli operatori economici dei sindacati delle parti sociali su un tasso di inflazione programmato più basso aveva un tasso di inflazione basso
Come dire una chiave essenziale per recuperare le perdite di competitività degli anni scorsi
Vengo al mio terzo tema che sono i conti pubblici
Qui c'è ahi noi enorme confusione che riguarda anche le definizioni
Non pretenderà o di chiarire tutto ma insomma alcune cose gli unici dati certi e notti mesi per mese sono quelli del fabbisogno del settore statale
Quello che conta per l'Europa tuttavia è l'indebitamento netto della pubblica amministrazione
Che è un oggetto un tantino misterioso è una stima che viene fatta a marzo dell'anno successivo quindi in corso d'anno nulla si sa viene fatta dall'Istat anzi dal dall'ottimo dottor malizia capo dei conti pubblici dell'Istat è una stima lo ripeto i metodi non sono massimo della trasparenza
La differenza più ci sono varie differenze una differenza importante fra i vari concetti di fabbisogno
E l'indebitamento della pubblica amministrazione anche qua bisognerebbe dire i vari concetti di indebitamento Becker l'uno e di che il fabbisogno di cassa l'indebitamento di compere e di competenza
La differenza fra i due aggregati dico cose che sono che in parte ripetono ciò che è stato detto ma forse non so se del tutto capito nella relazione della banca d Italia
In relazione al governatore della Banca d'Italia la differenza fra i due che legati nel passato non superava i dodici tredici mila miliardi e non sempre aveva lo stesso segno
Nel anno due mila
La differenza fra fabbisogno e qui parlo di settore pubblico che è un aggregato più vicino alla pubblica amministrazione cui si riferisce l'indebitamento e quindi la quattro è balzata a trenta e rotti mila miliardi nel due mila e uno secondo le previsioni della ragioneria dello Stato quelle fatte nella relazione trimestrale di cassa
Questa differenza Abalti avrebbe addirittura cinquanta mila duecentosessantadue miliardi
A ma questo non è tutto nei primi cinque mesi di quest'anno il fabbisogno e qui ai nomi ritorno al settore statale
L'ultima colonna due mila e uno con l'asterisco è stato di venticinque mila miliardi sopra i livelli dell'anno scorso cioè dei primi cinque mesi l'anno scorso
Quindi se i prossimi mesi vanno come l'anno scorso cioè non come i primi mesi di quest'anno ma come l'anno scorso
Il fabbisogno del settore statale passa da cinquantuno mila settecento a settantasei mila e rotti
Miliardi ora se faccio l'operazione un tantino arbitraria ma non è un del tutto
Di aggiungere questi venticinque mila miliardi al fabbisogno del settore statale del Duemila sessantacinque mila miliardi arrivo a novanta mila miliardi quasi il quattro per cento del PIL
L'obiettivo dell'indebitamento della pubblica amministrazione mi scuso per i tanti numeri e concludo su questo
è un numero attorno ai venti mila miliardi
Qui c'è scritto ventiquattro mila miliardi che la stima che attualmente fa la ragioneria e che è coerente con l'uno per cento
Di PIL l'obiettivo che l'unico obiettivo che l'Unione europea riconosce eccolo dello zero otto che sta nel Patto di stabilità nel programma di stabilità dell'Italia sommati abbiamo differenze fa Greganti voglio dire fra un massimo
Di novanta mila e un obiettivo di venti mila che come dire il minimo che si possa dire che è una differenza in cerca di spiegazione la Ragioneria generale dello Stato nella famosa nota che è stata
Prodotta qualche settimana fa in cui stimava un rischio di dieci mila miliardi diceva che il fabbisogno destinato a rientrare nei prossimi mesi
Ma non da alcuna spiegazione di perché dovrebbe di rientrare di quali spesi se eccezionali vi sarebbero stati nei primi mesi di quest'anno
Credo che solo il ministero del tesoro assieme al dottor malizia possano chiarire il mistero
Il punto è che alla luce di questi dati e delle analisi di merito sull'andamento delle singoli poste
A noi non sembra affatto in plausibile
Il numero che è stato sul piano tecnico il numero che è circolato in questi giorni
Di uno sconfinamento quest'anno rispetto all'obiettivo dello zero otto per cento nell'ordine dei trenta o trentacinque mila miliardi non ci pare un numero folle ci sembra un numero come dire possibile alla luce
Dei dati che abbiamo non per ora non è questa però la nostra stima la nostra stima e andiamo a una prossima slide è che il buco come dire tendenziale di quest'anno a bocce ferme
è nell'ordine noi diciamo di ventidue mila miliardi
Questo è un tendenziale
Per quest'anno
Se il buco è di ventidue mila miliardi non è impossibile anzi ci sembra ben possibile
Attuare una politica molto rigorosa della spezza accelerare le dismissioni immobiliari in maniera tale da contenere lo sconfinamento in sedici mila miliardi allora se si fanno ventidue se lo sconfinamento a ventidue mila miliardi si arriva all'uno e otto del PD come indebitamento netto a fronte di un obiettivo di zero otto se invece si riesce ad arrivare a una rotta scusate a contenere lo sconfinamento in sedici mila miliardi questo vuol dire cosa che a me sembra possibile alla luce dei dati che abbiamo si arriverebbe all'uno virgola cinque per cento a questo uno virgola cinque per cento come via ricordato prima il dottor Bondi e la nostra previsione che però ripeto include azioni non una manovra correttiva ma azioni
Molto forti
In senso restrittivo da parte del governo
Certo che se il buco fosse di trenta di trentacinque mila miliardi una politica di rigore sulla cassa non basterebbe più
Il problema riguarda anche gli anni prossimi garanzie più serio per gli anni prossimi sia per il trascinamento dello sconfinamento di quest'anno sulle anni successivi
E sia perché come si sa la finanziaria dell'anno scorso ha deciso sgravi fiscali
Forti per quest'anno e crescenti nel corso del tempo si passava dal tredici mila dell'anno scorso ai ventisei mila di quest'anno i trentacinque mila miliardi l'anno prossimo i quasi quaranta mila miliardi del due mila e tre
Noi abbiamo fatto un esercizio tra l'altro con una stesa con una tasso di crescita abbastanza elevato il due sette nel due mila due il due nove nel due mila e tre
Comunque controllo abbastanza rigoroso della Spesal ma senza interventi drastici senza
Rimettere in discussione il sistema di welfare diciamo con spese di investimento ferme altre sette per cento del PIL quindi niente grandi opere tassi di interesse al quattro e mezzo per cento
Ci viene il risultato è che se il buco di quest'anno ventidue quello dell'anno prossimo passo i trenta quello del due mila e tre
Di quaranta mila miglia
Sono stime che consideriamo stime prudenti
La conclusione
Io temo che saremo costretti nei prossimi giorni a rinegoziare gli obiettivi con Brussel ho l'impressione che il pareggio l'obiettivo del pareggio nel due mila e tre
Sia ormai poco realistico forse andrà spostato al due mila e quattro o più probabilmente al due mila cinque
Non è come dire una situazione che io auspico ma temo che questo sarà
L'esito come dire di questa ricognizione dei conti
Il corollario però è che se si rinegozio non ci sono margini per riduzioni fiscali
Ulteriori rispetto a quelle già deciso nella Finanziaria dell'anno scorso il commissario Solbes lo ha già detto chiaramente
Più in là nel tempo la situazione potrebbe cambiare il miracolo non voglio sembrare esso eccessivamente pessimista io sono assolutamente convinto che il miracolo di cui ha parlato il governatore Fazio è sicuramente possibile altri Paesi europei ci sono riusciti non capisco perché non ci dovremmo riuscire a noi
A portare i tassi di crescita altra in mezzo al quattro per cento certo occorre mettere una marcia in più all'economia fare emergere il sommerso
Fare le cose che tutti sappiamo si debbano fare in primis le liberalizzazioni la flessibilità del lavoro la riforma delle pensioni l'efficienza della Pubblica
Vengo al quarto tema e concludo
Ma competitività dei settori questo è un tema che amplissimo spazio nel nostro rapporto abbiamo cercato di integrare il più possibile
L'analisi micro economica con quella macro economica
Io vi do soltanto tre punti che mi paiono interessanti che emergono dalle nostre analisi
La prima è quella che via anticipato prima e il dottor Bondi questo grafico è la quota di occupazione manifatturiera sull'occupazione totale nei principali Paesi voi vedete che cade in tutti i Paesi se guardate l'Italia che è la linea rossa vedete che negli anni Novanta questa quota cade molto poco
In Germania accade moltissimo questo è un po'l'effetto unificazione Laender orientali ma c'è anche un effetto caduta dell'occupazione manifatturiera nella Germania accidentale
Cade in Giappone anche per via della della crisi della quasi stagnazione di quel Paese
L'Istat per cui negli ultimi due o tre anni risultiamo essere fra i principali Paesi quello che ha la più alta quota di occupazione manifatturiera lista giustamente nel suo ultimo rapporto annuale parla di ritardo nella terziarizzazione
Ma credo anche che forse si possa dire che sappiamo fare industria
O comunque che le difficoltà competitive che ci sono che noi denunciamo la pubblica amministrazione le infrastrutture quant'altre cose toccano l'industria ma toccano anche servizi come dire riguardano anche la capacità
Di trasformare un'industria una un'economia da economia industriale economia più centrata sui servizi
Però mi sembra che vada sottolineato che abbiamo un tessuto di piccole e medie imprese che pur avendo dei problemi tengono reggono in qualche modo nel confronto con gli altri Paesi
Ciò non significa ovviamente vengo alla prossima che non ci siano moltissimi problemi all'interno dell'industria qui abbiamo cercato di capire da dove viene
La perdita di quota di esportazione che abbiamo registrato negli ultimi anni è che è un segnale importante della nostra perdita di competitività negli ultimi anni purtroppo i dati settoriali
Si fermano al novantanove quindi questa un'analisi sono le differenze di quote in ogni settore fra il novantanove e il novantasei confrontate con quelle della Francia
Perdiamo rispetto ai principali Paesi qua non è il totale delle non è il totale del mondo ma rispetto ai principali Paesi perdiamo uno virgola tre punti di quota di mercato ma questo in gran parte attribuibile a un settore che non nomino che è il secondo è che come dire il settore portante del made in Italy e che rimane un settore di grande successo cioè un settore nel quale noi abbiamo un vantaggio comparato fortissimo rispetto a tutti gli altri Paesi
Con l'ultima
L'ultimo grafico riguarda il tema abbiamo un approfondimento in questo rapporto sul tema ricerca spesi in ricerca e sviluppo da parte del settore delle imprese
Il gatto come tutti sanno rispetto agli altri Paesi è molto forte guardate la prima colonna
In Italia lei prese spendano lo zero cinque per cento del PIL per ricerche in Giappone il due per cento in Germania e l'uno e e mezzo
Abbiamo cercato di capire da dove venga il problema è soprattutto in quale misura questo problema sia attribuibile
Semplicemente ha un effetto composizione del nostro sistema imprese più piccole che ovunque fanno meno ricerca imperiese più centrate sui settori tradizionali che un po'ovunque
Con eccezione ovviamente fanno meno ricerca per cui nella seconda colonna
Abbiamo risposto alla seguente domanda quale sarebbe il numero dell'Italia se l'Italia diciamo avesse la stessa struttura di Giappone Stati Uniti e Francia cioè la piccola impresa tessile italiana fa più o meno ricerca della piccola impresa tessile tedesca o americana la media impresa chimica e così via
E quindi abbiamo preso l'intensità di ricerca di ogni incrocio di ogni cella settore dimensione dell'Italia e gli abbiamo dato il peso che ha negli altri Paesi questo all'incirca ci porta dal ci dallo zero cinque per cento del PIL all'uno per cento del PIL ma e quindi raddoppia la nostra intensità di ricerca ora naturalmente queste cose che si possono fare insomma un minimo di caveat metodologico lo devo dire insomma chi fa queste ricerche sa quanti problemi ci sono
E dipende da quanti digit con quale finezza si fa la disaggregazione se io di San Gregorio poi per dimensione piglio piglio le imprese fra dieci e venti oppure fra dieci e cento quindi forse con una disaggregazione più fine
L'impressione si otterrebbero dei risultati come dire meno negativi per noi
Però impressione che la struttura industriale conta ma non è tutto Norman ma ma non non è tutto contano anche altre cose
Del tipo della modesta qualità della ricerca pubblica le scarse sinergie fra in prese università centri di ricerca
Con quindi da qui abbiamo una qualche conferma
Come dire la più chiara fra quelle che io ho visto fino adesso che come dire per il sistema delle imprese c'è molto da fare in termini di riqualificazione dell'apparato produttivo verso settori a più alta intensità di ricerca e tipicamente quindi più innovativi
Ma c'è anche un immane compito per il nuovo governo che è quello di riqualificare la ricerca l'università che rimangono punti essenziali per lo sviluppo del Paese grazie
Grazie professor Galli per questo suo rapporto come apparso molto interessante è ricco di spunti nuovi come del resto aveva anticipato
Ma anche grazie a tutti i suoi collaboratori che penso abbiamo fatto un lavoro molto ma molto impegnativo e come si diceva prima
Visto da dal punto di vista innovativi pregherei ora il professor Arcelli di darci le sue impressioni sulle correnti grazie
Ringrazio in primo luogo il presidente il dottor Bondi per quest'invito il mio compito paradossalmente è piuttosto complessa o perché c'è poco da dire
Sono state esaminate molte cose in modo molto ampio e profondo e comunque a questo punto cercherò di mettermi negli interstizi e di prendere se caso qualche posizione un po'difforme per spirito più che altro di sollecitare altri si interessa di il documento è molto ampia e completa l'avete visto tutti e e il dottor Galli che agli aggiornamenti on line metterebbe direi in imbarazzo qualsiasi commentatore
Ma io penso posso trattenermi su alcuni temi Primo la filosofia del documento dal punto di vista dell'analisi e della politica economica
Secondo i temi di finanza pubblica gli indicatori dei percorsi di rientro del debito pubblico e questo riprende un po'i temi trattati da Galli e terzo temi di politica monetaria in cui la mia posizione è un po'diverso da come lui sa da quella Suma con l'unione monetaria Galli ce l'ha detto bene ed è ampiamente risaputo è mutato il quadro di riferimento non c'è più una politica monetaria autonoma
Non c'è più una politica di cambio autonomo e persino la politica fiscale attraverso i patti di stabilità che vengono rinnovati di anno in anno condizionano pesantemente la nostra politica fiscale non si tratta più di avere raggiunto gli obiettivi del Trattato di Maastricht
Oggi c'è richiesto molto di più
E in sostanza è richiesto di più ai Paesi che più sono indebitati
E l'Italia rientra assieme alla Grecia e al Belgio tra i Paesi che hanno un rapporto debito PIL ancora superiore al cento per cento
E quindi più esposti a shock asimmetrici nel senso che variazioni di politica monetaria in senso restrittivo chiaramente hanno l'impatto maggiore sul nostro sistema
Che su altri
Quindi occorre supplire ai vincoli alle politiche macroeconomiche oramai credo sia di dominio comune l'accettazione della cosiddetta politica economica dal lato dell'offerta
Che non significa semplicemente i tradizionali riferimenti a una maggiore flessibilità dei fattori della produzione idea anche dei mercati dei prodotti ma significano dal lato della spesa pubblica interventi ben specifici su ora le infrastrutture perché nel nostro Paese soffre
Di una carenza infrastrutturale particolarmente sensibile
Il costo che noi abbiamo subito per entrare nell'Unione monetaria europea è stato dovuto anche in notevole misura al fatto che abbiamo dovuto contenere le spese in conto capitale
E queste ovviamente ha fatto sì che oramai siamo in un deficit di infrastrutture allora una politica economica dal lato dell'offerta
Va vista non solo dal lato dei fattori ma va vista anche soprattutto dal lato delle infrastrutture che debbono essere adeguate ai cambiamenti che sono in corso
Non si possono quindi contenere gli investimenti pubblici e questo è un vincolo ulteriore alla nostra politica fiscale
Dobbiamo ridurre le imposte la pressione fiscale in genere imposte perché ciò costituisce uno stimolo alla nostra industrie per riprendere slancio che compiremo Investimenti più elevati che nel periodi precedenti
E tutto questo evidentemente porterebbe a forti squilibri nel saldo di finanza pubblica
Faccio notare che esistevano sfasamento temporale non indifferente tra il momento della riduzione delle imposte e gli effetti positivi sul reddito
E quindi non dobbiamo aspettarci per quest'anno che qualunque sia la politica economica del governo se ne abbiano immediatamente dei grossi vantaggi dal punto di vista della crescita del PIL
Questi si avranno soprattutto negli anni successivi non per questo non vanno effettuati perché ciò predispone mutare le aspettative predispone gli operatori a indirizzarsi
In una certa direzione
Tra la riduzione dei imposte più attese ovviamente la leggendo la riedizione della legge Tremonti
Ma soprattutto dobbiamo pensare a modernizzare la pubblica amministrazione che costituisce un vincolo non indifferente alle spicca passi dell'attività imprenditoriale alla crescita del sistema e come ricordava Paolo Giampaolo Galli proprio alla fine del suo intervento è opportuno di stabilire delle sinergie nella ricerca in particolar modo tra i centri di ricerca e le imperiese e questo tra università e centri di ricerca
Vi sono sfasamenti temporali tra effetti di riduzione della pressione fiscale della crescita come abbiam detto e quindi occorre ridurre subito la spesa corrente
Occorrerebbero anche tassi bassi d'interesse
Per potere spostare risorse dal settore pubblico a investimenti privati mangiò a mio avviso per il momento non è possibile
E e questo pone una serie di altri vincoli di cui occorre avere presente le implicazioni lime già a suo tempo aveva calcolato che per raggiungere il rapporto debito pubblico PIL pari a sessanta nel due mila dodici
Occorreva un saldo di bilancio positivo di zero tre per cento a partire dal novantotto novantanove
E un avanzo positivo un avanzo primario positivo del cinque cinque per cento solo a queste condizioni secondo lime nel due mila dodici noi avremmo raggiunto
Il livello del sessanta per cento
Poco mettere
O pertanto sulla base di questo calcolato un sentiero di rientro del debito per farvi capire che i nostri problemi e in me non sono legati a prossimo di Pieve F ma sono di più ampio respiro
Come diceva Ciampi noi saremo in purgatorio per parecchi anni ancora e e il due mila dodici è una data abbastanza diciamo accettabile sia perché è calcolata dal in me
Sia perché anche parlando con autorità belghe ho saputo da loro che grosso modo collocavano anche loro intorno al due mila dodici il loro rientro al sessanta per cento
Ora in questo diagramma voi nottate questo che al due mila tre avreste un debito pubblico pari grosso modo al PIL quindi rapporto debito PIL cento per cento
Per arrivare al sessanta per cento dovette andare in questo accada
Per avere una serie di Avanzi di Bilancio per molti anni se vuole far vedere quest'altra tabella fisseremo simulazioni effettuate ne ho fatte moltissime
Simulazioni ma in pratica queste sono le simulazione più rilevanti che sono costruite anche su ora dati iniziali dei DPEF e quindi hanno un ancoraggio abbastanza
Forte e si vede naturalmente che l'ultima colonna è quella del deficit PIL al due mila dovevamo essere uno e quarantotto al due mila uno uno e zero tre
E poi e via via al due mila due zero settantadue e
Sparendo cioè andando allo zero tre per cento al due mila cinque due mila sei dopodiché i saldi il deficit diventava positivo diventava un surplus sono più rossa avrebbe si sarebbe mantenuto costante e forte e crescente per diversi anni per raggiungere quelle condizioni
Quindi pensate agli sforzi che ci attendono
A oltre al deficit che
C'è sottostante un'ipotesi ad esempio di avanzo primario del cinque cinque per cento e c'è una crescita del PIL dello zero quarantacinque per cento PIL nominale
Voi direte ma come sono stati calcolati questi parametri da cui discendono le simulazioni de intanto si è presi nota si è preso nota che l'avanzo primario e la condizione fondamentale per ridurre il rapporto debito PIL quindi in pratica avendo scelto questa strada
Ci siamo orientati verso ipotesi in cui il rapporto a di avanzo primario può variare tra un quattro e cinque è un cinque cinque in questo caso è del cinque e cinque per cento abbiamo poi però anche delle simulazioni
Composte e come voi vedete nelle simulazioni composte
Non muta molto il periodo in cui si aggiunge il cento per cento debito PIL avete che migliorerà un pochettino il
Rapporto debito pubblico PIL che raggiunge l'equilibrio
No in questo caso hanno diciamo raggiunge l'equilibrio un poco prima della due mila dodici e avete una serie di situazioni con nella tabella successiva si vede delle simulazioni che fanno mutare i parametri
Il parametro del quattro e cinque della crescita del PIL è un parametro in termini nominali
E notate bene che non è tanto assurdo perché per il due mila uno ad esempio il nostro tesoro ammesso alla base un PIL nominale del cinque quattro per cento in un'inflazione del due tre per cento un PIL reale del due cinque per cento
Quindi tenete presente che il PIL nominale conta molto
Perché dal punto di vista soprattutto delle imposte indirette giova in un certo senso quindi se essi fossero raggiunte quelle cifre la situazione di PIL nominale pari al cinque quattro per cento la situazione sarebbe stata migliore
è che in realtà il PIL reale è caduto talmente e l'inflazione non ha raggiunto nel due mila uno perlomeno i dati che erano qui detto qui messi
Ma a fine anno probabilmente sì perché sarà un due otto per cento grosso modo l'inflazione per cui due otto e il due due viene circa il cinque per cento
Allora la mia ipotesi è che il peggioramento
Nella indebitamento sarà inferiore a quello calcolato da Galli perché avremo un impulso da parte delle imposte indirette
Piuttosto sostenuto anche se inferiore a quello ipotizzato dalla DP se e poi dalla nota d'aggiustamento
Qui nella mia ipotesi ad esempio è che grosso modo per il due mila
Si era previsto un deficit del uno e tre per cento e si è chiuso con uno e cinque per cento deficit che significa indebitamento netto
A nel due mila e uno si era partiti con un indebitamento previsto di uno virgola tre per cento
Dopodiché si era passati a a un deficit di uno per cento
Poi con la Relazione previsionale programmatica si è passati allo zero otto per cento perché c'erano state entrate molto superiori a quelle previste e il grosso errore fu di compensare immediatamente queste entrate
Per evitare di gravare troppo con la pressione fiscale modificando in ciò il dato tendenziale per cui è in pratica la situazione
Forse si chiuderà secondo me verosimilmente con almeno un uno e cinque per cento di indebitamento netto rispetto alla previsione di un uno per cento quindi si andrà a circa trenta quattro trentasei mila miliardi di sbilanciano di squilibrio e comunque difficilissimo riuscire a capire come stanno andando le cose per l'accennata o giustamente Galli
Perché uno è un rapporto di competenza il l'indebitamento netto e poi c'è viceversa il fabbisogno per la pubblica amministrazione
La che del settore pubblico meglio ancora che il più squilibrato che è un rapporto di cassa
Allora ricordo che ai miei tempi quando si viene al Bilancio c'era un poco più di ordine nel senso che per determinare i dati di cassa si partiva dai residui sì aggiungevano le spese di competenza delle entrate di competenza
Sì applicavano determinati coefficienti e si ricavava al dato di cassa
Qui viceversa al dato di cassa va dove ti porta il cuore ho l'impressione perché non è solo una questione di alienazione in dei beni o di rimborso a accelerato dei debiti di imposta ad esempio ma spesso ci sono delle spese che debordano ad esempio quella sanitaria o altri ancora
E queste in pratica mentre vengono fatte gravare sul fabbisogno di cassa come giusto che sia sono dimenticate dall'indebitamento netto perché si ritiene che non rientrino nella competenza questo è un dato pericolosissimo nel senso che noi possiamo andare verso una di vere divaricazione molto forte tra i due dati quindi i dubbi nascono in queste discrepanze che peraltro Galleria già fatto vedere
Tra indebitamento netto il fabbisogno del settore pubblico
Poiché mi resta un paio di minuti penso passo al terzo commenta
Terzo argomento è quello della politica monetario
Allora come ho avuto occasione di ribadire recentemente c'è una grossa distinzione nella tecnica della politica monetaria tra gli Stati Uniti e l'Europa
Negli Stati Uniti c'è certamente un inflation target Thing ma c'è anche una grande attenzione alla dinamica della produzione
E dati il peso che alla che picchia utilizzazione di borsa in pratica la Federal reserve agisce soprattutto e quasi prevalentemente sui tassi di interesse per ridare tono alla Borsa in modo che attraverso l'effetto ricchezza sui consumi attraverso le stretto da del costo di capitale
E la matrice delle interdipendenze finanziarie riesca tali tonificare l'economia nel caso viceversa della bici che è un inflation target indie un po'bastardo perché molto simile al Money talismano essendoci un pilastro fondato proprio suo e mettere a questo punto direi il compito della banca centrale è di garantire la stabilità del valore della moneta prescindendo dagli andamenti della produzione
Seguendo in un certo senso quello che la Bundesbank informa molto più dura faceva a suo tempo cioè la Bundesbank a un certo punto si preoccupava a costo di infierire
Per un certo tempo sull'economia
Di acquisire una tale credibilità per cui il sistema economico sapeva
Che l'inflazione sarebbe stata quella che era denunciata dalla Bundesbank
E che contribuiva a far risolvere tutti i contratti di lavoro nessun sindacato avrebbe preso una posizione conto l'enunciato della Bundesbank
Allora secondo me noi dobbiamo bilanciare attenta mente questo problema perché quando da un lato forziamo la BCE ad assumere un comportamento simile a quello della Federal reserve
Potremmo compiere anche un grosso errore nel senso che non contribuiamo a dare quel senso di stabilità alla politica monetaria al valore della moneta che è essenziale
A mio avviso anche per avere finalmente un euro come valuta di riserva in senso pieno
E il fatto che l'euro sia più forte ci giova sotto molti profili
Non ultimo il fatto che nonostante le osservazioni sulla tasso di inflazione io ho la sensazione che il costo del barile del petrolio alle euro di adesso è un grave svantaggio per la competitività della nostra economia ecco non vorrei continuare mi fermo per
Grazie
Grazie molte per questa sua relazione così ricca analitica è stato certamente un grosso arricchimento anche per il nostro lavoro
Pregherei ora il professor Pierluigi Ciocca di dirci il suo punto di vista grazie
Grazie presidente sono lieto Yasser qui
Grazie dell'invito seguirò nel mio intervento faceva ormai largamente ripetitivo di cose ascoltate da voi
Ma in materia questa di cui bisogna resistere alla tentazione di inventare una traccia scritta che può esser fatta circolare
Col vantaggio per me di evitarne di recitare
Cifre calcoli
Per i prodotti appunto nel testo scritto sulle previsioni a breve le previsioni a breve termine sono ardue come non mai è stato detto perché usa dipendenti condivido sul ceco americano gravano incertezze forti analitiche in primo luogo insomma l'analisi ciclica di questa nuova economia statunitense è davvero complessa
Proprio per le misteriose novità che quell'economia ha espresso negli ultimi negli ultimi anni
A simulando un modello già che ha il difetto di consumi lenti per costruzione con alto contenuto di importazioni il piano decennale di detassazione negli USA crescerebbe il prodotto l'attività economica dello zero due
Nel due mila e uno dello zero cinque l'anno venturo la politica monetaria della Fed già danesi aggressiva
Nondimeno le aspettative restano mutevoli notevolissime critiche per borse e dollaro dollaro da molti ritenuto come dire forte
Il Giappone lungi dal crescere sia pur poco quest'anno potrebbe flettere l'Europa dove GP Vialli diceva rallenta tenendo
Ma forse più di quanto non si pensasse specie in Germania per certo non sostituisce gli USA il traino
Dell'economia internazionale con lo sviluppo del commercio mondiale quantomeno dimezzato rispetto al due mila nel due mila uno quest'anno l'Italia perde secco per ciò stesso a parità di altre condizioni zero cinque di tisi comunque
Dopo l'espansione largamente ex-post driven del del Duemila
Solo un'accelerazione degli allestimenti da aspettative
Immediata pronta difficile ma non impossibile potrebbe volgere il quadro al meglio in assenza di ciò canoniche cioè di consensus esogene il calcolo econometrico meccanico oggi è sostanzialmente quello presentato
Dal centro studi del Confindustria chiarissimamente esposto da da GP che con rischi
Che io vedo prevalentemente verso il basso se proprio devo dire
Sulla finanza pubblica corrente su cui moltissimo fortunatamente è stato già detto
Io non dico la Banca d'Italia non dispone di nuovi elementi rispetto a quelli presentati alla fine Di Maggio posso solo aggiungere
Reagendo chi è intervenuto prima di me che non andrebbero rinegoziati con Brussel gli obiettivi
Incerto sul futuro a breve mi proietto sul futuro lungo che è più facile cercando di estrarre dal passato dalla storia del decennio che si è chiuso i termini cruciali
Di quello che sembra a me il problema economico che l'Italia di fronte per la prima volta dal dopoguerra a mio avviso ripeto torna configurarsi un problema di crescita di motore della crescita in questa economia negli ultimi anni dieci o cinque cambiano le cifre non il loro senso complessivo l'economia italiana ha presentato una dinamica inferiore al passato inferiore a quella media europea inferiore al possibile di anno in anno inteso come scarto
Del prodotto effettivo da un difficile da calcolare prodotto potenziale inferiore all'auspicabile cosa sia auspicabile naturalmente
Come diceva Mario va dove ti porta il cuore
Ma insomma io lo cifra nel fatto che
Il prodotto potenziale di questa economia lungi dal crescere come sarebbe stato auspicabile in realtà è scemato tasso di crescita del prodotto potenziale
In un'economia aperta immersa nell'area dell'Euro nella cosiddetta globalità assume rilievo la perdita di capacità di competere già evocato
Non si è trattato tanto in specie dal novantasei da quando scegliemmo credo con saggezza quel tasso di cambio di rientro della lira nello SME non si è trattato tanto di scemata produttività di prezzo
Sì sono stati registrati cali significativi nelle quote di commercio financo in Germania in in Germania mercato l'anno scorso ad esempio è stato il formidabile espansione ma non per le nostre merci
Si sono spostati gli stessi tradizionali prodotti lo diciamo da decenni
Sempre più esposti alla conterrà la concorrenza dei Paesi nuovo
Preoccupano è il fatto che tendenziale che l'incremento annuo della produttività totale dei fattori
Di questa nostra economia risultato almeno secondo i nostri calcoli di mezzo punto percentuale più basso nell'ultimo quinquennio
Ai fini dell'analisi del nella ricerca delle cause per svolgere la riflessione del futuro è utile credo distinguere anche se i conti Fini
Ma tra queste le cause sfumano vi sono tre essere ovvie interdipendenze ovvie connessioni fra cause esterne e cause interni all'impresa
Prima di considerarle preliminarmente credo di potere di dover escludere due candidati almeno a spiegare il relativo ristagno per l'economia italiana negli ultimi anni e il primo è il lavoro la dinamica salariale è stata moderata coerente con una profittabilità cospicua
La disponibilità delle forze di lavoro è rimasta ampia ci sono poi altri aspetti del problema del lavoro al quale accennerò fra un attimo
Secondo l'industria finanziaria nazionale il sistema finanziario italiano banche e mercati io tendo ad assolverlo
è nettamente migliorato almeno in questo senso mentre cresceva la possibilità per gli operatori italiani per famiglie per l'impresa per le pubbliche amministrazioni che ne hanno ampiamente approfittato
Di attingere ai servizi della finanza internazionale se ritenuti migliori causa esterna
Nove ordini di fattori esterni hanno appesantito l'economia italiana negli anni novanta vicini e lontani la finanza pubblica la carenza di infrastrutture fisiche e immateriali due colpevoli già ampiamente
Chiamati alla sbarra stamattina
Nonostante l'avanzo primario il debito pubblico il peso del suo servizio sono tuttora quasi il doppio rispetto al PIL di quelle dei Paesi europei più virtuosi non piccoli quelli che soprattutto contano ai fini della competizione
Nove novantadue è stata evitata la crisi finanziaria cui pratiche
Degli anni ottanta sembravano condannare il Paese
Dobbiamo ancora riportare alle finanze pubbliche su valori assenti comparabili questo mi sembra il punto chiave competitivi
Con quelli europei
Ecco seguendo l'esercizio di Mario di Mario Arcelli pochi minuti fa mi chiedevo
In continuazione ma che fanno gli altri
Questo un punto chiaro
Perché attraverso le aspettative
Io credo le aspettative nutrita e soprattutto dagli imprenditori di elevata tassazione Prosperetti di inadeguatezza di infrastrutture che la finanza pubblica abbassato efficienza marginale del capitale
Rispetto a quella che avremmo altrimenti avuta riscontro fattuale interessante su
E propensione a investire PoliMi a Risanamento
Per il peso del debito accumulato in passato la finanza pubblica versava versa in una condizione ben peggiore che in altri Paesi europei
Quindi come fanno gli imprenditori italiani credibilmente immaginare
Che l'onere relativo
Cioè la tassazione
Si ridurrà questo mi chiedo vi chiedo ciò rende meno sicura per gli imprenditori la prospettiva di una sostanziale riduzione in assoluto relativamente a quanto potrà avvenire altrove in Europa della pressione tributaria e del divario infrastrutturale in questo esercizio io andrei oltre i piani
Di finanza pubblica triennale o quadriennale di esistenti
Secondo punto avessimo le infrastrutture le infrastrutture tra virgolette pubblica sono state sono si teme che restino a lungo inferiori per quantità e qualità a quel di altri paesi distinguerei tra infrastrutture soprattutto materiali costosa
Per la finanza pubblica e infrastrutture forse o soprattutto immateriali che gravino che gravano meno sui bilanci pubblici
Per le prime e la probabilità del loro progredire pure essa abbassata
Nella percezione degli operatori della percezione
Degli investitori che decisiva dalla condizione dei conti pubblici per le infrastrutture immateriali
Cosiddette riforme che non costano ma sarà poi vero
Sono ci sarà una ragione per la quale se hanno tardato
Mi sarebbe piaciuto poter chiedere a Giuliano Amato
Come quella riforma che non costa dal viso alla Banca d'Italia importantissima del diritto dall'economia del diritto dell'impresa
Della sua crisi cioè del diritto della sua crisi
Alcuni istituti del lavoro
Processo civile
E queste riforme hanno pure se tardato
Sono credo importanti cause interno
Sulla imprenditorialità sul
DNA di imprenditorialità di questa economia di questa società un economista un po'dir nulla quanto meno un po'dir molto è il residuo dei residui cioè la fattore determinante
Purtroppo lo cacciano nel presidio dei residui della contabilità della crescita difficile da accertare da spiegare soprattutto almeno ai miei occhi difficile da Promo
è volta via almeno tre elementi di debolezza tra loro connessi questo devo sottolinearlo connessi con cause esterne
Che sono però interni al sistema produttivo
E son questi che l'impresa italiana e soprattutto chiamata a risolvere facendo leva in primo luogo sulle sulle proprie forze
Il primo riguarda l'accumulazione del capitale insomma del più recente quinquennio il rapporto investimenti profitti che è stato ben alto sarebbe avrei dovuto essere più elevato se le imprese non avessero scelto anche per ottime ragioni
Tra cui quelle fiscali recenti di ridurre l'indebitamento e di consolidare assetti di controllo azionario
Secondo elemento il permanere
Sottolineo questo verbo più che l'essere di milioni di aziende in Italia nel piccolo se non nel sommerso
Confermato questo permanere
Dalle cosiddette matrici del di transizione no di un'impresa di quella impresa con nomi e cognomi di quella ditta dal piccolo al semitico dal Medio Oriente
Questa è tuttora il tratto principale che differenzia nel senso della struttura il sistema produttivo italiano da altri
Io credo negli stretti il presidente bond dichiaro il mio credo ne parlavamo prima vero qualificare affermando che essi compensano forse solo parzialmente questo limite
Forse più in senso statico che nel senso no della della grande dinamica lunga sospetti
Questo permanere congela il modello di specializzazione frena l'accumulazione del progresso tecnico le spese di ricerca
Terzo elemento appunto questo già ampiamente evocato e analiticamente considerato nella relazione che oggi discutiamo
Questa spesa per ricerca e sviluppo delle imprese negli anni semplicemente infine nel confronto internazionale
Si è ulteriormente ridotta nel decennio
Io non credo che tutta la ricerche all'interno di un'impresa possa esser fatta coincidere con la spesa so bene quanto sia complessa l'analisi di questo aspetto
Tuttavia se il dato è questo esso rende meno probabile che i produttori italiani
Alla lunga riesca ad offrire come diceva
Carlo Cipolla uno degli economisti e storici di livello che questo Paese ha espresso merci che piacciano al mondo
In conclusione non si tratta a mio avviso di fronteggiare una mera questione di ciclo di finanza pubblica di corte allena
Resterebbe deluso chi pensasse che è un problema di crescita si risolva agendo solo sul fronte pubblico
Ovvero solo confidando negli spiriti del settore privato
Entrambe le lame della forbice Mario controllato la citazione insomma Marshall nei principi diceva di atto ordinando al play dovettero si sono si può e si aggiungeva un punto di domanda la sua risposta era naturalmente entrambe grazie
Grazie a lei
La sua è una relazione che fa riflettere mi sembra anche giusto riflettere perché sia farsi prendere da vista la disperazione che dello ferrea un male no bisogna trovare il giusto punto di equilibrio
Se lei mi consente chiedo scusa a tutti voi sul punto dei distretti per io ho una visione per questi sono poco che conosco molto più positiva come ce l'ho anche sul discorso delle spese di ricerca e sviluppo secondo me non vengono prese nella contabilità
Per il sistema così come io lo vedo come posso vederlo fra ammette indirettamente ma in qualche caso anche direttamente un sistema molto più vitale che io credo possa continuare a dare un grande contributo al nostro Paese
D'altra parte quello che emergerebbe e che il sistema dei cluster si di questi gruppi di imprese un sistema sul quale anche per esempio nel caso di buste americano giusti sta appoggiando si sta addirittura teorizzando come crescono come NASA quello che io credo si dovrebbe fare ma questo una mia idea
è un tentativo proprio di fare in maniera che si Ghirotti no delle risorse da dei sistemi di base per esempio attraverso una spinta alle privatizzazioni che porto un accumulo di case che può può esser riportata su dei settori avanzati dove forse un intervento statale è anche auspicabile io penso per esempio tutto quello che è nato nell'industria la difesa alla quale ho partecipato come promozione di sviluppo e di altre tecnologie e poi un altro discorso eh trovare il modo che nel nostro vestita si dia una spinta quelli sono gli spin-off e quella che è veramente una ricerca avanzata che poi cioè un discorso di una università che sia più orientata verso il disastro a questo sono mire personali mi scusi lei me le ha tirate fuori di bocca me ne me ne guardo bene perché non sono un economista quinte considerate le come non dette per carità di Dio e a questo punto io pregherei il viceministro economia Mario Baldassarri concludere i nostri lavori mi spiace che il professor Amato no abbia avuto modo intervenire però credo che prima della conclusione del presidente D'Amato se lei vuol dirci
Le sue parole oggi in questa nuova responsabilità che le riveste essendo stato uno
Che ha praticato questa casa
Grazie grazie dottor Bondi
Quanto tempo
Dieci minuti e per lei vediamo insomma sono i cinquantotto possiamo dargli dodici minuti no di facciamo quindici deve dieci vanno dell'ora l'asse vorrei dice qui vorrei dividere
Questo intervento in due parti alcuni commenti alle previsioni sull'economia italiana
Del centro studi di Confindustria
E alcune precisazioni
Sulla a sull'andamento dalla finanza pubblica che è emerso già abbastanza abbondantemente negli interventi precedenti
E commento sulle previsioni
Mi pare di poter capire che c'è un messaggio di fondo nelle previsioni del Centro Studi Confindustria
Che parte da un presupposto cioè se
Nel resto dell'economia mondiale
Soprattutto Stati Uniti ed Europa le cose vanno relativamente bene
In termini di
Ripresa americana già nel prossimo autunno
Ti conseguente
Ripresina europea nonostante il doppio sorpasso veloce Europa sul passato per qualche mese poi l'America riso passerebbe immediatamente l'anno prossimo
Quindi questo primo punto
Positivo ma che già Giampaolo Galli ha detto e punto critico non è del tutto certo
La caduta americana sia fu
E quindi in autunno ci sia immediatamente questa ripresa l'altro aspetto lievemente positivo ottimista l'andamento dei prezzi in particolare del prezzo del petrolio
Che nelle previsioni verrebbe a stabilizzarsi in una media di venticinque dollari al barile nel due mila uno per scendere a ventiquattro e poi a ventitré
Nel due mila tre quindi anche questo è un elemento positivo nel quadro internazionale
Ma non del tutto certo quindi dato questo quadro o Esterno relativamente favorevole e quali sono le prospettive dell'economia italiana
Da quest'anno al due mila tre questo è un punto importante non tanto e non soltanto per gli operatori o per gli economisti ma credo che sia un punto importante perché cade in un momento
Di transizione è finita una legislatura comincia una nuova legislatura
è finito un vecchio governo comincia un nuovo governo quindi io ritengo che per chiarezza trasparenza
Direi anche per civiltà è opportuno che non solo gli operatori ma l'opinione pubblica abbia di fronte
Che cos'è l'eredità inerziale tendenziale lasciata con meriti e demeriti da chi precedentemente aveva responsabilità di governo e da quale punto comincia la responsabilità di chi assume
Una nuova responsabilità di governo
Ecco su questo piano le previsioni del Centro studi di Confindustria vanno un pochino ripulite
Nel senso che giustamente un centro studi deve dare le previsioni incorporando quello che ci si aspetta anche in termini di politica economica e in questi primi giorni come ha detto dottor Giampaolo Galli
Queste previsioni incorporano già un primo pezzo
Della politica economica del nuovo governo
E in realtà quindi da questo punto di vista se tutto va bene nel resto del mondo l'economia italiana in termini tendenziali e inerziali avrebbe un tasso di crescita
Nel
Due mila
Uno ormai abbastanza consolidato attorno al due virgola due per cento
Ma nel due mila due e nel due mila e tre se attesterebbe soltanto attorno al due virgola cinque due virgola sei per cento
Tra queste previsioni emerge quindi un elemento a mio parere importante e cioè se nel resto del mondo va tutto bene l'eredità che abbiamo e che l'Italia riesce a crescere non più del due e mezzo per cento
Abbiamo sfiorato il due virgola nove per cento per un unico hanno l'anno scorso e attraverso
Un'abbondante aiuto di revisione statistica fatto dall'Istat
Che come tutti sanno ha rivisto l'ultimo trimestre dell'anno mille novecentonovantanove in modo consistente
E questo ha dato la possibilità statistica ritmo etica di portare la stima della crescita nell'anno due mila al duo al due virgola nove per cento
Quindi una prima considerazione proprio queste
Sulla base degli andamenti degli ultimi anni e delle previsioni future
Abbiamo da un lato perso una grande occasione negli ultimi due o tre anni
E dall'altro lato abbiamo una eredità di fondo e cioè quando nel resto del mondo le cose vanno bene in Italia apparentemente vanno benino ma certamente lontane
Da quei ritmi di espansione che possono portare alla soluzione di problemi di fondo in termini strutturali cioè quella crescita del tre per cento qualcosa in più
Che se sostenuta per qualche anno consente di riavvicinare l'economia italiana a quella degli altri Paesi europei questo è il dato di fatto che emerge da questa a previsione
Ovviamente va detto con grande chiarezza che se questo quadro internazionale questo quadro europeo nei punti critici sottolineati dal Galli
E dovesse poi negli anni futuri mutare evidentemente le conseguenze
Su questo profilo di crescita tendenziale inerziali a due e mezzo per cento sarebbero dirette e immediate sia sul fronte del tasso di crescita sia sul fronte del tasso di aumento dei preti
Qui una piccola precisazione per chiudere questa prima parte
Perché ci potrebbe essere una l'impressione non del tutto corretta quando dottor Galli ha presentato il grafico sui prezzi in lire delle materie prime
Apparentemente in quella linea rossa che scende rapidamente da una punta del novanta per cento verso del dei primi mesi del due mila
Verso lo zero per cento nei primi mesi del due mila uno in realtà oscilla tra zero e dieci per cento a me
Stiamo parlando di tassi di incremento dei prezzi il che vuol dire che tende ad esaurirsi la spinta inflazionistica proveniente dall'esterno ma che comunque il livello dei prezzi ai quali si
Stabilizzano i costi
è altro ed è molto più alto di due anni fa questo il dato di fatto quindi in termini anche poi di impatto sulla competitività relativa questo continua a giocare significa perdiamo meno competitività in termini relativi ma sopra uno stock di competitività perduta che rimane quello che ma questo è un problema diciamo più da economisti più tecnico che però ha delle conseguenze importanti Inter
Scusate in termini di interpretazione
Di quelle che sono appunto le prospettive vengo al secondo punto
Anche questo credo per necessità di chiarezza e trasparenza perché
Capire
Qual è il passaggio delle responsabilità in termini di tendenze dell'economia in modo da poter misurare poi
Meriti e demeriti del della del nuovo governo e quindi di chi ha la responsabilità della politica economica significa anche stabilire fino a che punto oppure a qual punto finiscono anche in termini di finanza pubblica e di equilibri di finanza pubblica le responsabilità del precedente Governo e da quale punto cominciano le responsabilità del nuovo governo
Ora qui non si tratta di fare un giochetto di numeri
Ognuno ne tira fuori uno o l'altro ovviamente ogni centro studi è assolutamente legittimata a fare le proprie valutazioni che sono emerse anche questa mattina
Però si tratta io credo anche di un problema quasi di civiltà e democrazia nei confronti dei cittadini e dell'opinione pubblica sapere qual è questo confine
Però debbo fare una premesse anche alimento
Il concetto vero
Nel progetto di politica economica del nuovo governo
è legato proprio al fatto che il rapporto tra bilancio pubblico
E performances dell'economia
Non è dovuto alla misura di quanto è alto o quanto è basso il deficit pubblico
Non siamo nella antica vecchia e superata tradizione in cui l'impulso del bilancio pubblico all'economia si misura in termini di deficit
Da questo consegue che è possibile fare un'operazione di politica economica
Che sostiene la crescita lo sviluppo dell'economia
In condizioni di equilibrio di bilancio pubblico la differenza sta nel fatto che non sono i saldi finanziari esclusivamente a determinare l'andamento dell'economia
Ma sono anche e soprattutto i livelli e le composizioni delle spese e delle entrate pubbliche
Il che vuol dire che un'operazione di riduzione fiscale compensata da contenimenti di spesa pubblica corrente crea ex-ante lo spazio per
La spinta attraverso la modernizzazione e le infrastrutture e attraverso questa spinta parallela in riduzione di pressione fiscale spesa corrente o essere originata
Una un può essere originato un percorso di crescita
Superiore a quella che è la tesi la querelle all'andamento tendenziale inerziale che emerge anche dal rapporto del Centro Studi Confindustria depurato dall'impatto già calcolato dei primi provvedimenti del nuovo governo
Quindi la questione del cosiddetto buco
è
Il rilevante rispetto alla questione della manovra di politica economica che deve avere un respiro quinquennale di intera legislatura con obiettivi chiari
A fine legislatura percorsi definiti e che va guidata di anno in anno in funzione anche delle condizioni internazionali dell'economia
Ovviamente ex post
Nella misura in cui questa dimensione di impatto sullo sviluppo funziona significa che si creano nel tempo spazi ulteriori per accelerare o frenare laddove le condizioni esterne lo richiedano questo meccanismo che ridisegna di fatto il confine tra dimensioni
Dello stato e del settore pubblico nell'economia e spazi economici delle famiglie e delle imprese in termini di consumi e investimenti e quindi intermediate rilancio della crescita e di conseguenza dell'occupazione
Con questa premessa vorrei dedicare alcune finali considerazioni
Alla questione invece dell'equilibrio finanziario del bilancio pubblica e cioè delle differenze tra le spese e le entrate
Bene ho già detto prima che purtroppo guardando i dati sono stati due anni almeno forse tre di occasioni perse perché abbiamo vissuto due anni di enorme espansione nell'economia mondiale tirata dall'economia americana ma non solo
Proprio
Pierluigi Ciocca momento fa detto attenzione che comunque vada il commercio internazionale è dimezzato come tassi di crescita
E che vuol dire che quando era il doppio di quello che abbiamo in questo momento è negli anni futuri non abbiamo approfittato di questo traino abbastanza di questa condizione
Ma detto questo è il mio giudizio che non è recente e non è legato a questo nuovo mestiere che mi è stato affidato
Ma è legato al precedente mestiere di di economista e basta
è che e abbiamo vissuto nell'anno scorso o un pericoloso
Alibi contabile in gran parte dovuto forse anche comprensibilmente ha in gran parte dovuto al momento elettorale
E allora vorrei partire
Non da Adamo ed Eva ma da quello che è il punto iniziale di tutto il dibattito di questi ultimi mesi semi mette quel grafico
Bene che cosa è stato fatto nello scorso anno
Anche perché da questo punto di vista è evidente che
Il governo che appena nato avrà la rispondi assumerà la responsabilità dei conti pubblici dentro la sua strategia di politica economica che riguardano il periodo due mila due due mila sei
Anche se
La legislatura scadrà
Ma evidentemente nelle responsabilità si slitta circa di un anno
Visto che le lezioni si tengono in primavera e quindi i conti del due mila uno sono già determinati largamente e fanno parte della precedente legislatura e delle responsabilità del precedente governo
Ovviamente da qui a dicembre la responsabilità passa di mano però chiunque può capire che siamo di fatto già a settembre grosso modo come impatto e e possibilità di controllo quindi sono solo quattro mesi
Di possibile controllo a fine anno
Bene che cosa è stato fatto partiamo dalla riga rossa la riga rossa
è
L'andamento delle entrate totali delle pubbliche amministrazioni quella che qui ho chiamato pressione fiscale totale che non è la pressione fiscale che appare sui giornali
Nel senso più stretto del termine questo è proprio il totale delle entrate pubbliche comprese le altre entrate quanta bene la linea rossa è stata descritta con numeri precisi nel Documento di programmazione economica e finanziaria che il precedente governo a prodotto il quattro luglio dello scorso anno
Entrato nel sito internet il cinque di luglio
E ad dato l'andamento tendenziale delle entrate pubbliche totali ovviamente in questo grafico sono rapportate al prodotto interno lordo
Come vedete si partiva da qualcosa vicino al quarantasette per cento nel novantanove e nel due mila
E progressivamente si scendeva fino al due mila tre per un fatto inerziale di ripresa della crescita del PIL
Perché in quel documento di programmazione economica finanziaria c'era scritto che avremmo fatto un tasso di crescita del tre per cento per tre anni consecutivi
Bene
Quella linea rossa è stata prodotta e diffusa il cinque di luglio
Nel documento di programmazione economica e finanziaria dello scorso anno per la prima volta nella storia d'Italia
O nella storia di questo documento non fu messo l'andamento programmatico cioè sostanzialmente il DPEF l'anno scorso non fu fatto
Furono dati soltanto i dati tendenziali spontanei
Perché si disse che non c'erano ancora elementi solidi per dare il quadro programmatico quadro programmatico
E allora il tre di ottobre
Sempre nel sito internet del tesoro è stata inserita questa nota di aggiornamento del DPEF
Con una tabellina che invece di dare il colpo il quadro programmatico dava una sintesi che cominciava alla prima riga con maggiori entrate tendenziali previste e questa è la linea verde
Mi sono chiesto allora
Mi chiedo oggi
Che cosa è cambiato
Dal quattro cinque luglio altre quattro ottobre in termini di tendenziale
Tale da far fare quel movimento dalla linea rossa la linea verde in termini andamenti tendenziali delle entrate delle pubbliche amministrazioni vi ricordo i numeri
Un incremento spontaneo popolare spontaneo
Del totale delle entrate pari a quattordici mila miliardi cito a memoria potrei sbagliare di qualche piccola disse
Quattordici mila miliardi di entrate in più per il Duemila
Ventisette mila per il due mila uno trentacinque mila per il due mila due
Trentotto mila per il due mila tre quarantadue mila per il due mila quattro quello spazio che vedete tra la linea verde la linea rossa esprime queste cifre
Sulla base di questo improvviso incremento tendenziale di entrate spalmato tra il due mila e il due mila quattro
è stata impostata una legge finanziaria che non solo ha effetto sull'anno due mila uno ma che produce o produrrebbe i suoi affetti anche negli altri anni successivi fino al due mila quattro e l'impatto di questa legge finanziaria è la linea blu
Che misura la cosiddetta restituzione del di più di imposte poiché c'era un di più di entrate si restituiva un di più di entrate la prima considerazione è che comunque la resti con la restituzione del di più di entrate la pressione fiscale complessiva risulta essere maggiore di quella che nelle previsioni sarebbe stata nel DPEF di giugno perché come vedete la linea blu sta sopra la linea rossa
Il che vuol dire che quel di più di entrate stimato non è stato totalmente restituito ed è stato in parte usato per coprire un di più di spesa
Il caso del due mila uno è molto preciso ventisette mila miliardi in più di entrate tendenziali
Sono andate a a o o sarebbero andate a coprire circa ventuno ventidue mila miliardi di
Riduzioni fiscali e per la differenza a coprire il contratto del pubblico impiego che non era stato messo nelle previsioni del DPEF di giugno dello scorso anno
E allora la domanda vera eh
Questo di più di entrate riscoperto tra il quattro cinque luglio dell'anno scorso e il tre ottobre dell'anno scorso c'è o non c'è
E c'è per il due mila e per gli anni successivi oppure questo andamento
è può dimostrarsi piuttosto fragile questo è il vero tema
Che non è soltanto misurare il cosiddetto de Bordeaux nel due mila e uno ma misurare le rivalità che questo comporta anche negli anni successivi fino al due mila quattro
E la controprova è la stima del Centro studi di Confindustria
Non entro assolutamente nel merito di numeri perché ritengo che in Italia ci siano istituzioni pubbliche che hanno il dovere e il diritto di fare i conti per conto di tutti i cittadini non solo per il governo e per il Parlamento è loro compito la Ragioneria dello Stato lista
In parte la Banca d'Italia non è un suo compito istituzionale ma può essere una fonte autorevole di verifica
E questi debbono dare gli andamenti
Il Governo può prendere atto di questi andamenti assumersi poi di conseguenza le responsabilità che determina però volevo sottolinearlo in questo punto
Non si tratta di fare il tiro a segno sui conti del due mila uno si tratta di percepire
Che cosa è stato tramandato
Dall'operazione autunnale dello scorso anno e come si proietta negli anni successivi fino al due mila quattro
Detto questo vorrei chiudere con un'ultima considerazione
L'azzeramento del disavanzo dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione
Era previsto già nel DPEF di giugno scorso
Per il due mila tre
Ed era previsto soltanto negli andamenti tendenziali
Cioè il precedente governo ha scritto e detto
Nel giugno il quattro luglio dell'anno scorso che se non si fosse fatto nulla
In termini tendenziali
Il disavanzo pubblico italiano si sarebbe azzerato nel due mila tre
Poi ha fatto l'operazione che ho appena descritto alzando la previsione di entrata egli abbassandolo per distribuire i bonus fiscali e coprire le maggiori spese e ha riconfermato per un fatto puramente aritmetico
Che l'azzeramento sarebbe avvenuto nel due mila tre
è evidente che da un punto di vista puramente aritmetico
Qualunque scostamento
Sposta in avanti nel tempo l'azzeramento tendenziale del deficit pubblico poi si tratterà di valutare le responsabilità
Del programmatico
Ma l'azzeramento tendenziale che era dato per scontato nel giugno dell'anno scorso con questi andamenti che emergono è chiaramente spostato è facile fare i conti vasta sapere le tabelline
Non occorrono stime econometriche ma automaticamente già con i dati del Centro Studi Confindustria andrebbe al due mila sei spostato in avanti automaticamente come fatto puramente aritmetica
E qui si tratta di valutare qual è questa
A questo tipo di eredità ripeto non per un problema di polemiche te o tiro a segno come ho già detto sui numeri ma per un problema di chiarezza di civiltà dirlo democrazia nel rispetto di quelli che sono meriti e demeriti soprattutto di fronte ad un passaggio così importante come il cambio di governo con numeri chiari si può fare un programma chiaro
Ricordo come ultima considerazione
Il progetto di politica economica del nuovo governo non va ad incidere sui disavanzi pubblici deve andare ad incidere sui livelli di spesa e di entrata da lì devono venire gli spazi per una politica che spinge la crescita e allo sviluppo per poter ottenere non quello che è stato chiamato il dividendo sociale nell'autunno scorso questa differenza tra linee rosse Linea verde abbastanza preoccupante laddove non si determinasse e laddove in gran parte non si sta determinando
Ma a
Il dividendo dello sviluppo
Cioè il dividendo di una politica che costruendo lo sviluppo garantisce ex ante gli equilibri finanziari e raccoglie ex post i frutti di una politica che incentiva gli investimenti che modernizza il Paese
E che ottiene risultati questo sarà fatto nel DPF
Che sul quale stiamo lavorando
Dove avremo chiaramente gli obiettivi a fine legislatura e gli strumenti spalmati nel tempo che rappresenteranno la politica economica mi taccio sull'impatto sulla spesa in particolare per i farmaci dell'abolizione dei ticket
Ma questo lo faccio per quella pietà nazionale
Grazie
Grazie
A lei per questo intervento così chiaro me molto piaciuto
Che non avendo qui con noi professor Amato
Credo che stia al presidente D'Amato a questo punto il compito di fare una sintesi dal punto di vista degli imprenditori
Grazie Antonio
Grazie
Grazie io credo che il clima di suspense col quale Mario Baldassarri ci ha guidato nella analisi con molta attenzione nei particolari dell'impatto della finanziaria e del DPEF sul corso degli anni prossimi ha messo l'accento su un tema che dal punto di vista di Confindustria è particolarmente importante e lo dico o da una prospettiva diversa dalla prospettiva cioè di Hilla analisi che Confindustria aveva indicato sin dalla presentazione del DPEF scorso e poi consistentemente e ripetutamente ribadito nel corso di tutto il dibattito della finanziaria e successivo la legge stessa finanziari
Quei fin dal primo momento siamo stati particolarmente preoccupati dall'impianto macro economico della finanziaria due mila uno e dalla costruzione stessa di quel DPEF perché ci sembrava che l'analisi della congiuntura internazionale sulla quale si basava tutta la manovra di quel DPEF avesse alcuni punti di debolezza che si sono purtroppo poi confermati dall'andamento dell'economia internazionale e dall'andamento soprattutto dei mercati
Ai quali bisogna guardare quando si fanno analisi di questo tipo
E quindi sin da allora avevamo come dire forti punti di domanda e di
Preoccupazione rispetto quel tipo di impianto e di analisi
E trovandoci oggi di fronte ad una situazione non solo confermata dalla congiunture internazionali quadro negativo ma anche della stessa finanza pubblica la
Preoccupazione che prima Giampaolo Galli Espresso se non ci sono e se non ci saranno riforme vere e decisive correremo rischi in assenza di interventi di dover probabilmente
Arrivare a rinegoziare perché leggiamo nel modo corretto perché altrimenti le agenzie di stampa corre il rischio di indicare nel modo come dire semplicistico rinegoziati gli stessi obiettivi di
Di rientro sta a significare che ancora una volta e necessario prendere atto e consapevolezza della necessità di avviare un processo di riforme vere definitivo per correggere questo premio
Questo è il punto forte al quale dobbiamo fare riferimento noi ci troviamo oggi di fronte ad uno scenario diverso da quello che fino a qualche mese fa era pubblicizzato ampiamente su tutti gli organi di stampa
Ed è faceva parte ormai dell'immaginario collettivo uno scenario di domani internazionale calante uno scenario di aggressiva è ancora più accentuata competitività e su questo torno fra qualche minuto ma ci troviamo anche di fronte ad una
Struttura della finanza pubblica che richiede ancora di più interventi consapevoli
Rigorosi razionali da farsi con grande coerenza e come determinazione perché il patto di stabilità agli impegno quello coerenti per noi sono assolutamente il punto fermo dal quale non si può prescindere
E allora questo non può essere per nessuna ragione un alibi per far di meno o non fare deve essere a maggior ragione è un elemento di consapevolezza per fare rigorosamente gli interventi di riforma economiche sociali necessari perché
Questa contraddizione nei conti pubblici sia affrontata soprattutto avendo riguardo al rilancio dalla competitività del nostro sistema
Questo credo un elemento che
Fa parte della linea con la quale consistentemente Confindustria si è posta rispetto alle manovre le riforme del governo quindi concordo con le analisi e le preoccupazioni espresse da Mario Baldassarri ribadiamo la necessità che a queste a questa nuova consapevolezza si intervenga con il rigore delle riforme necessarie su queste che secondo me dobbiamo puntare l'attenzione con grande energia
E mi sembra che soprattutto si stia finalmente facendo anche nell'opinione dominante anche degli stessi economisti italiani largo una cosa che a me sembrava dovesse essere abbastanza banale scontata ma che anche questa ha dominato la pubblicistica degli ultimi diciotto mesi
Non è affatto vero che un euro forte aiuta la competitività e l'economia dell'Europa e tanto meno del nostro Paese un euro debole scusate
Noi abbiamo sentito ripeterci da quegli economisti che nel corso di tutti i decenni precedenti diffidava non l'Italia dal perseguire le politiche di scorciatoia competitiva attraverso la svalutazione che improvvisamente erano cambiati i parametri di riferimento del mondo e che un euro debole consentiva un recupero di competitività della valuta italiana e delle esportazioni italiane delle esportazioni europee
Non è assolutamente vero non è stato vero anche qui coerentemente con la sua tradizione Confindustria ha ribadito devo dire molto isolata anche nello stesso coro
Degli economisti dominante prevalenti nel nostro Paese che un Euro debole
Era invece un elemento di grande incertezza ma soprattutto di grande appesantimento dalla nostra competitività i dati di oggi sono diffusi disponibili sono i dati che confermano quanto questo sia stato fortemente penalizzante
Noi purtroppo abbiamo come dire la fortuna o la sfortuna di vivere in presa diretta quei fatti che poi gli economisti leggendo le statistiche di qualche mese dopo Régis erano e decodifica no e quindi percepiamo al momento quello che succede e quello che successe molto chiaro se ne prendiamo il grafico che prima Giampaolo Galicia proiettato
Sull'andamento tendenziale delle materie prime
In dove sta
Ecco qua in lire che potrebbe Eurobasket voglio dire il esattamente lo stesso i termini per avermi dato di riferimento
E vediamo che per esempio dal due mila in poi abbiamo avuto un'accumulazione di aumenti di prezzo che vanno nell'ordine del settanta ottanta novanta per cento delle materie prime
E se poi vediamo come si sono mossi i prezzi i dei prodotti industriali da quel periodo in poi noi immediatamente ci rendiamo conto che ad aumenti a due
Digit no che sono però dell'ottanta novanta per cento
Hanno fatto corrispondenza aumenti a un digito che sono nell'ordine del sei sette per cento del Rieti industriali tutto questo ha rappresentato un fortissimo aggravio di costi sul sistema produttivo sul sistema competitivo noi importiamo in dollari
La maggior parte delle materie prime che noi trasformiamo
Questo è vero per l'Europa ma soprattutto per l'Italia o comunque importiamo materie prime che hanno il loro prezzo di riferimento comunque in dollari dunque se siano prodotte esportiamo invece in area dollaro meno di quanto non importiamo e quindi tutto il resto si scarica sulla profittabilità del nostro sistema
E per quanto riguarda la profittabilità del nostro sistema a dicembre del due mila Centro Studi Confindustria insieme con vestiario ha fatto una bellissima analisi sulla redditività del settore manifatturiero comparando la con alcuni sistemi Paese quali ne dobbiamo far riferimento perché sono i nostri competitors principali Stati Uniti Gran Bretagna Germania e Francia analizzando soprattutto il ROI e Roe di questi paesi dove si dimostra consistentemente che nel corso degli anni noi continuiamo ad avere un livello di profittabilità nettamente più basso d'
Quanto non lo abbiano i nostri concorrenti con i quali ci misuriamo quindi ad esempio prende i dati del ROI ad un tredici virgola trentanove per cento di rovi meglio negli Stati Uniti corrisponde l'undici e cinquantadue del Regno Unito un sei e sessantotto della Germania o lotte quarant'della Francia è solamente un circolo cinque virgola quarantatré per cento dell'Italia mentre a Rove degli Stati Uniti del sedici virgola novantuno per cento corrisponde più tredici e trentaquattro per cento del Regno Unito il nove trentotto per cento della Francia
Il dieci virgola trentatré per cento della Germania il cinque virgola quattro per cento dell'Italia
Ce ne siamo
Un tre volte meno degli Stati Uniti mediamente e siamo più o meno la metà dei nostri principali competitors europei perché abbiamo e qui c'è stata una lunga analisi
Del centro studi sulla quale noi abbiamo come dire fatto molti riscontri anche
Continui nel corso di queste attività di benchmarking sulle quali Centro Studi Confindustria si sta impegnando abbiamo una forte distorsione nella stessa strategia degli investimenti nel nostro Paese dove continuava ad avere una gran quantità di investimenti in capitale fisso fatti soprattutto per realizzare innovazioni di processo per aggirare quelle rigidità e mancanza di competitività dell'impiego del fattore lavoro
Laddove invece in altri Paesi essendoci meno rigidità nella fattore lavoro si continua di vestire più innovazioni di prodotti con la conseguenza che ne continuano ad avere da un lato prodotti sempre più maturi prodotti sempre più efficientemente
Verso altri Paesi che avendo più libertà nell'impiego dei fattori della produzione riescono di investire quella quantità maggiore di reddito al netto delle delle delle imposte che generano quindi di maggiore
Autofinanziamento in innovazione di prodotto non dovendosi preoccupare di creare intorno al prodotto grandi investimenti di processo perché essendo più flessibili salta
Non è un prodotto nuovo l'altro prodotto nuovo con meno barriere come dire all'uscita questa è la grande distorsione della come dire struttura
Produttiva italiana dove non voi fare aggirare le tradizionali rigidità innanzitutto del mercato del lavoro abbiamo finito per anni ad investire continuamente in cosa progressivamente meno importanti che sono l'innovazione di processo rispetto a quelle strategicamente più
Valido sono innovazioni di prodotto l'innovazione di processo per rappresentano per chi fa i processi una grande nicchia di innovazione di prodotto e qui l'Italia è leader del mondo sistemi di automazione in tutto il mondo sono italiani ma è una
Piccoli sia da parte dell'intero business produttivo italiano dell'intero sette del sistema manifatturiero e industriale italiano mentre il resto della nostra come dire
Del nostro posizionamento strategico e di prodotti maturi fatti sempre meglio ma che diventano sempre più vecchi e l'opzione sulla quale Confindustria
Sta ragionando e che rappresenta la base del come dire al rilancio del progetto di competitività discussa a Parma da un lato ma anche dello stesso come dire impegno il sistema industriale che fa parte di Confindustria dall'altro e quella di riposizionarci nella fascia alta di creazione di valore e quindi di poter investire di più in innovazione di prodotto in capitale umano in conquista di nuovi mercati non solo esportando ma anche produce
Do in crescita dell'impresa ma avendo anche un sistema più competitivo che consenta all'impresa anche un impiego più serio e razionale
Dei propri fattori della produzione questo è un elemento come dire di fondo perché io condivido alcune delle riflessioni fatte dalla
Dal dalla dottor Ciocca sulla su quali sono le gli elementi di debolezza intrinseci del sistema produttivo italiano ma io credo che con molta freddezza e con molta determinazione dobbiamo individuarne le cause strutturali
E allora è vero come dice il professor Arcelli che la supply side Economics vuol dire sì flessibilità ma anche infrastrutture mancano sciagura fa quella flessibilità che vent'anni fa a chi inventa un lancio la supply side Economics
Consentimi di mettere in moto un sistema che ancora oggi per noi rappresenta sì una bella cosa fatta da altri ma che non riusciamo ancora neanche realizzate su elementi più elementari a casa nostra
E allora questi sono gli aspetti fondamentali quando ne parliamo che la flessibilità del mercato del lavoro rappresenta uno dei vincoli fondamentali non lo diciamo mica perché è più facile gestire le fabbriche compì flessibilità per carità di Dio siamo diventati brevissima gestire fabbrica complicate
Tant'è che qua andiamo in giro per il mondo quello per rappresenta più un elemento di debolezza la verità è che un sistema rigido come questo determinò la distorsione strategica dell'impiego del capitale che di per sé a livelli di redditività e di rendimento comparativamente più basse rispetto a tutti i nostri altri competitors internazionale lo
Lo abbiamo un sistema giuridico rigido abbiamo relazioni industriali che entro riflettono come dire un vecchio sistema giuridico e abbiamo quindi coerentemente comportamenti investimenti che vanno come dire sulla base di quel tipo di strutture di tipo il tipo di impostazione avendo però profittabilità più basse
Prelievo fiscale più alto
E una attrazione degli investimenti su cose strategicamente meno importanti perché suo più processi che prodotti io faccio sempre questo esempio quando si fece la sentenza della Microsoft per la l'Antitrust lo fecero vedere tanti ragazzi intelligenti in un campus che creavano progetti e prodotti nuovi intorno ai computer fecero dell'una grande l'astro trasportatore con o ne ispaniche che mettevo la mano tutto questo dentro Defoe verso non esiste una fabbrica per quanto scalcagnata sia in Italia per quanto piccola sia in Italia che usa una tecnologia così arretrata perché in qualunque fabbrica anche la più piccola abbiamo sofisticatissimi sistemi di automazione
Ma abbiamo meno soldi per investire in prodotti e allora è vero che le investiamo poco nella ricerca ma è vero anche soprattutto che quel poco che produciamo in termini di reddito lo investiamo le cose sbagliate
E ci sono anche alcune distrazioni fondamentali che secondo me sono importanti e che fanno anche riflesso ad un certo tipo di policy making o che ha determinato una
Tra distorsione nel modo stesso in cui vanno impiegati fattori della produzione delle imprese italiane e qui si fallisce riferimento ad esempio a un certo tipo di politica fiscale
Che ha determinato un rapporto fra investimenti profitti come dire anche qui di storico rispetto ai nuovi obiettivi che ci sono qualche giorno fa si è tenuta alla Bocconi una prelazione simpatica organizzato da Bocconi dal sole ventiquattro ore dalla Bain Cuneo su le imprese che creano valore
E si discuteva della dell'Eva e della capacità di gran valore che rappresenta una delle correnti modelle nel nel cemento mondiale è uno dei Braves principali con i quali si valutano le redditività dell'impresa che vanno in Borsa però diciamo tanto gridare vogliamo mettere le imprese in Borsa
E allora uno dei principali criteri permette alle imprese in Borsa per valorizzare come dire il rendimento di borsa e l'analisi del valore e le imprese che rendono di più sono quelle che creano più valore sono pure più premiata al mercato azionario abbiamo visto come ancora oggi
Le stesse rapporto Price nel senso che viene oggi considerato come dire più basso di quanto non lo fosse qualche tempo fa e continua a essere fortemente squilibrato perché c'è una fortissima attenzione la creazione di valore la creazione di valore leva si basa su un principio fondamentale
Che quello di le vere Giare al massimo i mezzi propri inseriti nell'azienda perché alle quanto più valore possibile all'azionista o introduciamo una riforma fiscale che si chiama di
Chi fa esattamente il contrario e che quindi valorizza al massimo la capacità di metter mezzi propri d'impresa e quindi nega al massimo il principio dell'Eva
Nel silenzio più assoluto anche della stessa cultura economica e manageriali italiana
Che continua a discutere di quanto sarebbe bello che l'impresa andasse rimossa ma continua a non vedere quanto sono incoerenti gli strumenti di policy negli con i di politiche fiscali nostro Paese rispetto a quegli obiettivi allora è su questo che dobbiamo aprire un momento di riflessione più attento noi dobbiamo cioè renderci conto che molto spesso dobbiamo creare strumenti di politica che rendano per le imprese e per gli azionisti e soprattutto degli operatori economici le condizioni di mercato insistenti condizioni compara
Bilico quelli che si si attuano in Paesi con i quali ne dobbiamo misurarci e dobbiamo soprattutto renderci conto che ci sono poi comportamenti coerenti da parte degli azionisti da parte degli imprenditori da parte dei concorrenti che spesso sono però schiacciati da un lato da un sistema che
Rappresenta per molti versi rigidità e produce normative che comportano atteggiamenti e politiche contraddittorie con quelle esigenze di competitività invece di contrazione di costi di aumento degli vestì menti di riposizionamento strategico dei flussi di risorse delle imprese su cose che creano più valore questi sono gli elementi sui quali dobbiamo attentamente e ragionare in questa la ragione per la quale il centro studi a da qualche tempo
A questa parte affiancato nelle sue analisi di carattere macroeconomico sempre più europeo è sempre meno nazionale come era giusto che fosse anche le analisi molto puntuali su quelli che sono gli andamenti specifici
Dei settori produttivi e quelli che sono i belgi Papin competitivi perché è su questo che noi dobbiamo misurarci altrimenti non si capisce quale quella coerenza tra i comportamenti desiderati e le politiche attuate e allora e su questo che dobbiamo credo tutti con grande attenzione
Fare per quanto ci è possibile opera di consapevolezza da un lato io credo che sulle piano delle politiche economica del paese non c'è dubbio che oggi ci troviamo di fronte ad uno scenario complesso peggiore di quello che fino a qualche tempo fa non fosse pubblicizzato sia di finanza pubblica sia di domande di quadro macro economica internazionale questo richiede ancora di più ripeto riforme chiare decise e razionali mi pare che il programma che c'è stato dato di ascoltare di vedere dal Governo Berlusconi per quanto se è stato dato di ascoltare anche oggi stesso dalle dichiarazioni di Mario Baldassarri atto consapevolezza di questa importante sfida che abbiamo davanti a noi sarà poi necessario che governo e parti sociali abbiano rispetto a questo quadro comportamenti coerenti e soprattutto rigorosi
Per quanto riguarda invece il quadro competitivo delle imprese io credo che sicuramente non dobbiamo continuare tutti insieme nella chiara determinazione di vendere il sistema produttivo italiano non solo più o capace di crescere ma anche più impegnato a crescere questa è una partita sulla quale Confindustria si sta impegnando molto
Ma dobbiamo e qui ci sono molti non solo imprenditori ma anche economisti giornalisti economici dobbiamo tutti per cortesia fare
Cultura dell'economia reale nel modo in cui diffondiamo cultura dell'economia e della competitività dobbiamo per cortesia uscire un pochino più fuori dei vecchi luoghi comuni ragionare un pochino di più
Non si può semplicisticamente dire che le imprese italiane fare un sacco di profitti se non si compare non rispetta i profitti che fanno gli altri non si può dire che investono poco se non si verifica la in che cosa investono in che cosa dovrebbero piuttosto investire e non si può soprattutto continuare a pensare che ci siano come dire atteggiamenti politiche
Macro economica che non abbiano poi degli impatti sui comportamenti quotidiani delle imprese sulle scelte quotidiane dell'azienda
E allora dobbiamo creare un sistema che sia più coerente e soprattutto che abbia una maggiore consapevolezza delle azioni che devono essere intraprese solo quando avremo politiche fiscali e politiche competitive sul Paese che consentano le nostre imprese
Poterci veramente misurare con gli altri potremo mettere libri sei italiane in condizioni di poter davvero correre alla velocità con la quale S possono occorre noi abbiamo e questo il il dato che ci incoraggia cd fa come dire avere grande fiducia nelle prospettive di questo paese noi abbiamo uno degli asset più importanti più strade e
Dici e non compra abiti sul mercato che la imprenditorialità del nostro Paese oggi si possono comprare tecnologie si possono comprare know how si possono comprare
Quote di mercato si possono in una certa misura comprare anche
Managers ma difficile comprare
Imprenditorialità non l'imprenditorialità per fortuna ce l'abbiamo rappresenta uno degli asset fondamentali del sistema Paese rappresenta una delle cose che ci è più invidiata al mondo dobbiamo da un lato mettere le imprese in condizioni di poter c'è di più e dall'altro dobbiamo me stessi consapevoli mente impegnarci in questa direzione quindi è su questo che credo il Paese debba puntare perché facendo così credevo più sviluppo più ricchezza più benessere e soprattutto riconquista devo con le quote di mercato che abbiamo perso perché poi alla fine tutto si misura in numeri e un da do di fatto che noi quote di mercato e posizioni relative le abbiamo perse nel corso degli ultimi anni e la ricchezza di più la creano solamente se prendiamo quote di mercato ahi noi togliendole gli altri e quindi questo il gioco della competizione su questo gioco che dobbiamo sederci impegnare fino in fondo tutti quanti grazie
Nella nella agli emendamenti tarda nella sesta male
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