"Politiche neoconservatrici e autonomia della cultura"

Si sta
Vorrei vengono dare il benvenuto ai tutti i partecipanti al nostro convegno nazionale politica neo conservatrici e autonomia della cultura pubbliche privato dell'attività culturali nella scuola nella ricerca
Prende per primo la parola il senatore Giuseppe Chiarante della introduzione
Con questo convegno promosso dalla Commissione per la cultura la scuola la ricerca del Partito Comunista Italiano
Ci proponiamo di prendere in esame
Le conseguenze
Che nei vari campi delle attività culturali e del sistema formativo
Hanno avuto le politiche neo conservatrici che sia pure con accentuazioni e modalità differenti sono prevalse nel corso dell'ultimo decennio
E in particolare nella prima metà degli anni ottanta
In pressoché tutti i Paesi dell'Occidente
Più industrializzato
Naturalmente l'oggetto principale di questa analisi sia nella
Mia relazione introduttiva sia nelle altre relazioni che affrontano o questioni di particolare rilievo approfondiscono l'esame
Dei diversi campi delle attività culturali
L'oggetto principale sarà naturalmente soprattutto la situazione italiana
Ciò anche al fine di fare il punto
Sui problemi che a questo riguardo si presentano nel nostro Paese
E quindi anche sui compiti
Che si pongono ai partiti di sinistra
Più in generale alle forze di democrazia e di progresso
Per rilanciare riqualificare rinnovare
L'impegno pubblico diretto a favorire lo sviluppo e l'avanzamento della cultura
La diffusione delle conoscenze
La crescita della consapevolezza critica
Da parte di un numero sempre più ampio di cittadini
C'è però una considerazione preliminare che mi sembra opportuno formulare subito
Se oggi noi comunisti parliamo e ne parliamo con molta convinzione
Della necessità di un rinnovato impegno pubblico per la cultura
Ciò non accade per una stanca ripetizione di formule del passato
O peggio ancora per una sorta di pregiudizio ideologico che ci porti a considerare positiva quasi per definizione ogni forma di intervento pubblico
E negativa invece ogni manifestazione di iniziativa privata
Al contrario come noto anche nei documenti del nostro ultimo congresso
Abbiamo formulato una critica molto netta nei confronti di pregiudiziali di questo tipo
E abbiamo sottolineato che errori di statalismo di centralismo
Sono stati in passato
Tra i limiti oggi più evidenti
Di una certa cultura politica della sinistra
Limiti che senza dubbio hanno pensato nel favorire il rilancio in forme nuove come accaduto
Appunto in questo decennio
Dell'ideologia conservatrice
Anche per questo nel parlare di impegno pubblico per la cultura poniamo contemporaneamente l'accento sulla necessità di un rinnovamento profondo di una riqualificazione delle forme dell'intervento pubblico e dei modi dell'organizzazione culturale
C'entra lirismo e burocratismo nella gestione dell'intervento pubblico per la scuola per l'università per la ricerca per le attività culturali in genere sono oggi e funzionali a una politica di conservazione
Sono perciò ed è questa la seconda considerazione che voglio introdurre sin dall'inizio non già il contrario ma solo l'altra faccia
Di quelle tendenze privatizzando che che sono esaltate dall'ideologia ed alla politica neo conservatrici burocratismo centralistico e spinte alla privatizzazione
Rappresentano in sostanza due orientamenti che sono tra loro dialetticamente complementare
Le soluzioni che noi proponiamo puntano invece anticipo anche a questo riguardo ciò che dirò più avanti in modo più esteso sull'autonomia delle varie forme dell'organizzazione culturale
Su un pluralismo che tanto più nel campo della formazione e della cultura non può essere in alcun modo ridotto a pluri partiti Isma'o peggio ancora avvilito lottizzazione come
Molto spesso è accaduto anche in questi settori
Sulla necessaria distinzione tra scelte politiche ai compiti di gestione e quindi sull'attribuzione della direzione degli istituti culturali a chi ne ha specificamente la competenza scientifica necessari
Vi è anche in questo campo una questione morale che è al tempo stesso questione di democrazia e di efficienza
Non è certo una cultura asservita ai partiti oppure a interessi mercantili e speculativi che serve al progresso del Paese
Al contrario ciò che occorre è un alle è un'alleanza tra lavoro e sapere che consenta di utilizzare per la promozione dell'interesse generale e per l'affermazione della più ampia libertà di ogni individuo le enormi potenzialità che sono oggi Offerte dall'eccezionale sviluppo del sapere e delle conoscenze
E dalle possibilità
Di un avanzamento di massa che è senza precedenti dell'istruzione della formazione della partecipazione alla vita culturale
Il punto di partenza da cui occorre partire per valutare le conseguenze che nel campo dell'istruzione della cultura hanno avuto le politiche né ecco neo conservatrici non può però non essere
Anche solo per accenni per ovvie ragioni di tempo cinque anche solo per accenni mi
Svilupperò questa analisi
Non può non essere il ruolo decisivo che l'intervento pubblico assunto nei decenni che sono seguiti all'ultima guerra mondiale
Nel determinare la straordinaria in rapida espansione dei processi di scolarizzazione di massa e il forte sviluppo delle attività culturali della ricerca dell'informazione
Certo sono molti i fattori che hanno pensato nel mettere in moto questi processi
Si tratta di Annalisa sei notte come dicevo quindi procedo solo per accenni
Basta ricordare la domanda di una più diffusa alfabetizzazione di più elevati livelli di istruzione qualificazione professionale
Che era la conseguenza diretta dell'estendersi dell'industrializzazione e del trasferimento di milioni di cittadini dalle campagne alle città
Dal lavoro agricola le condizioni della vita urbana
O basta pensare a ciò che hanno significato l'avvento di una società di massa l'introduzione dei nuovi mezzi di comunicazione e di informazione lo sviluppo di una vera e propria industria culturale l'organizzazione in forme programmate collettive
Di un'attività sistematica di ricerca scientifica e tecnologica
Ma accanto a questi fattori che si potrebbero definire in qualche modo oggettivi
Ha pesato certamente il fattore soggettivo costituito da un
Costituito da una più diffusa coscienza democratica che ha rivendicato come un diritto l'accesso a un più alto grado di istruzione per tutti i cittadini
E l'allargamento della partecipazione alla vita culturale
Al di là dei confini fortemente elitari che per secoli l'avevano caratterizzato ha contato inoltre quello che è stato un tratto caratteristico
Dell'ideologia democratica e progressista in questo scorcio di secolo ossia la convinzione che la Paz che che l'avanzamento del sapere e la diffusione delle conoscenze non solo avevano in sé un valore positivo
Il che mi pare comunque difficile disconoscere anche al di fuori di ogni illusione di tipo centrista
Ma che essi potevano contribuire con un peso determinante soprattutto la scuola e la ricerca ad assicurare un avanzamento progressivo in certo modo lineare indefinito
Alla base dei grandi processi di scolarizzazione degli anni cinquanta sessanta settanta
Ed era cresciuto in impegno pubblico che si realizza in questo periodo per lo sviluppo e la diffusione della cultura della ricerca dell'informazione c'è stato dunque un complesso intreccio di fattori che ho richiamato in particolare tre e in modo necessariamente molto sommaria
Un'ideologia diffusa le sollecitazioni che venivano dalle stesse trasformazioni economiche sociali che erano in atto una più forte coscienza democratica e le lotte del movimento popolare delle forze riformatrici
E perciò è giusto parlare anche in questo caso come per altre conquiste sociali di quegli anni
Di quel compromesso fra le classi che è stato alla base della realizzazione dello stato sociale
In tutte le società dell'Occidente industrializzato ed infatti lo sviluppo dell'impegno pubblico per la scuola e per la cultura
E se è stato assieme a a quello riguardante altri settori d'intervento intervento sociale la sanità al sistema pensionistico e così via uno dei tratti più caratterizzanti vitale realizzazione
è per questo che non c'è da stupirsi se più o meno parallelamente a ciò che è avvenuto per la sanità per la previdenza per altri settori d'intervento sociale si è sviluppato negli ultimi anni
L'attacco neoconservatore alle politiche dello Stato sociale per la scuola e per le attività culturali
Anzi in questo caso
Si è manifestato anche più evidentemente che in altri campi
Il carattere fortemente ideologico
Dell'offensiva neo conservatrice
Che si è infatti sviluppata e bisogna dire non senza successo
Sul terreno delle idee degli orientamenti di massa ancor prima che su quello dell'azione politica
Particolarmente significativo e ciò che è avvenuto a proposito della scuola
E difatti già nella prima metà degli anni settanta più o meno contemporaneamente alle prime teorizzazioni come quelle della Trilaterale sull'eccesso di domanda sociale
Destinato a porre in crisi le democrazie dei paesi dell'Occidente dei Paesi fu fortemente industrializzati delle cosiddette società complesse
E più o meno in quella in quegli anni che si incomincia a rovesciare nelle riflessioni di politica scolastica in voga in campo internazionale
L'orientamento che negli anni cinquanta e sessanta aveva invece fortemente insistito sull'esigenza di una più diffusa qualificazione culturale e professionale di massa
E quindi sul carattere direttamente produttivo e altamente remunerativo che le spese per l'istruzione
Il pendolo si sposta sulla stessa si sposta sulla sulla tesi contraria ricordo un convegno rimasta abbastanza famoso che ebbe luogo a Berlino Ovest in
Nella prima metà degli anni settanta con la partecipazione dei ministri dell'Istruzione dei o e di autorevoli pedagogisti di gran parte dei Paesi dell'Occidente
Il pendolo si sposta sulla tesi contraria si comincia cioè a parlare di un pericolo di un sovrappiù di forza lavoro qualificata medio d'alto livello dello spreco rappresentato da eccessive spese per l'istruzione
Della redditività fortemente differita degli stessi investimenti per la ricerca del carattere decrescente oltre una certa età
Della produttività dell'Ina dell'innalzamento del livello medio di scolarizzazione va detto per inciso che la Presa che che già in quegli anni hanno questi argomenti almeno in una basta parte dell'opinione pubblica mette in evidenza anche un limite di fondo dell'impostazione generalmente seguita negli anni precedenti anche dalla grande maggioranza dello schieramento progressista e riformatore
Il limite è rappresentato da un'impostazione fortemente economicistica
Che poneva l'accento soprattutto anche nelle posizioni progressiste poneva l'accento soprattutto sul rapporto tra scuole produzione tra istruzione e mercato del lavoro e che dunque motivava
Gli investimenti compiuti nella scuola e nel sistema formativo
Più per il loro prevedibile rendimento economico che per il risultato complessivo di civile di civilizzazione di liberazione umana
Al contrario è questo credo è da sottolineare da notare è proprio sulle scelte di valore naturalmente sulle proprie scelte che insiste a partire da quegli anni l'ideologia Nocco neo conservatrice
La quale infatti attacca come un errore l'aspirazione a una più ampia eguaglianza fra gli individui e anzi a un eccessivo e quelli egualitarismo che si vorrebbe realizzare attraverso l'innalzamento per tutti dei livelli di istruzione
Critica come utopistico velleitario in definitiva regressivo il disegno di rimuovere per questa via o comunque anche per questa via le disuguaglianze sociali o socio culturale di partenza
Riafferma le insopprimibili differenze fra gli individui quanta capacità intellettuali
Non si può dimenticare rifiorire in quegli anni di certi orientamenti in materia di sociobiologia
Rivendica di conseguenza l'opportunità di riaffermare a partire dalla scuola al valore positivo delle differenze delle disuguaglianze delle gerarchie sociali
E questo attacco sul piano delle idee mi riferisco a questo riguardo soprattutto al alla dimensione internazionale perché credo che sia più piuttosto difficile trovare con altrettanta chiarezza nella nella situazione italiana
L'esposizione di queste posizioni ma selettore ma ma si ritrova poi la la conseguenza pratica l'orientamento diffuso che a queste posizioni consegue
E questo attacco sul piano delle idee che apre spazi alle politiche neo conservatrice
Di segno analogo seppure su un piano teoricamente più modesto e mi riferisco in questo caso la situazione italiana
è stato nel campo delle attività culturali l'attacco è stato sviluppato per esempio dopo il settantacinque nei confronti delle amministrazioni di sinistra di tante grandi città e anche di comuni minori l'attacco al carattere di spreco che assumevano avrebbero assunto le iniziative dirette a superare il livello ristretto accademico
Della vecchia politica culturale delle pubbliche istituzioni e degli enti locali e a favorire una più ampia partecipazione alla vita della cultura e una fruizione culturale di massa
è chiaro che richiamando questo aspetto non non intendo qui dare un giudizio di merito sulle diverse iniziative che vennero allora realizzate dalle dalle amministrazioni locali che del resto erano ovviamente di vario valore ma voglio sottolineare il carattere ideologico di un'offensiva che tenga che tendeva a condannare come spreco
Tutto ciò che sollecitava la crescita di una nuova domanda culturale
Da parte di ceti o strati sociali rimasti fino allora i margini delle tradizionali istituzioni della cultura
In concreto nel caso italiano dove il neo conservatorismo come ho detto non ha mai assunto una veste teorica particolarmente ambiziosa ma si è variamente combinato con le posizioni politiche tradizionali
Le conseguenze delle politiche neo conservatrici per quel che riguarda l'istruzione la cultura sono state essenzialmente di tre ordini
In primo luogo c'è stato un appannamento delle tematiche di riforma
Ed anzi dopo la svolta che ha avuto luogo tolti tra il settantotto e settantanove soprattutto dopo la realizzazione del pentapartito
Il loro totale abbandono
Si può osservare che anche prima parte del caso dell'istituzione del sessantatré della scuola media obbligatoria sino ai quattordici anni
O dell'ampio dibattito su per un governo democratico della scuola che si svolse nella prima metà degli anni Settanta
Anche prima non si era certamente data prova da parte dei governanti del nostro Paese di una grande lena riformatrice in questo campo come in altri
Ma è persino l'interesse per i problemi per le prospettive delle attività culturali del sistema formativo che è andato progressivamente calando a partire dalla fine degli anni Settanta
Ed è sintomatico che non vi sia mai stata credo questo è un punto che non si può non sottolineare non vi sia mai stata prima di oggi una legislatura che fosse come quella che attualmente volge al termine così vuota di provvedimenti legislativi di
Di un qualche rilievo di anche minimo rilievo in materia di scuola di università di ricerca scientifica di informazione di spettacolo di beni culturali cioè dei problemi della cultura in generale
In secondo luogo seconda conseguenze anche l'impegno finanziario per l'istruzione la cultura che ha seguito nel bilancio dello Stato questa curva discendente per limitarci all'ultimo quinquennio secondo i dati del Censis
La percentuale della spesa dello Stato che è andata cultura istruzione calata dal dieci virgola cinque per cento nel mille novecentottanta poco più dell'otto per cento nel mille novecentottantacinque
Ma se si considera un più vasto arco di tempo la spesa percentuale si addirittura dimezzata rispetto alle punte più alte
Che erano quelle raggiunte nella prima metà degli anni Settanta
Questo calo quantitativo Roma certo portato una migliore composizione qualitativa della spessa
Ne è una prova il fatto stesso che una percentuale sempre più elevata
Nel caso del sistema scolastico quasi il novantacinque per cento & dato alle
Alla retribuzione del personale mentre è diminuita la percentuale destinata agli investimenti o comunque a obiettivi di qualificazione e di innovazione
In terzo luogo dopo la stagione del gesto del decentramento e dei tentativi di riforma in senso autonomistico e democratico dopo la stagione del trasferimento di nuovi compiti alle Regioni agli enti locali gli ultimi anni sono stati nettamente caratterizzati da una chiara controffensiva centralistica e burocratica non solo infatti non si è andati avanti
In quel programma di ampio trasferimento di nuove competenze in campo culturale al sistema delle Autonomie
Che era già stato previsto con un in con un impegno a emanare le norme relative entro la fine del mille novecentosettantanove nel decreto seicentosedici del mille novecentosettantasette
E non solo si è fatto di tutto per non dare effettivi poteri
E una reale sfera di autonomia
A quegli organi di partecipazione o di decentramento che comunque erano stati costituiti per esempio agli organi collegiali di governo scolastico condannandoli così a un'inevitabile crisi
Ma via via preso consistenza in questi anni il tentativo di riaffermare anche in campi parzialmente già trasferiti
Alle competenze delle regioni degli enti locali una logica centralistica e burocratica una logica comunque negativa ma che è particolarmente assurda
Particolarmente assurda se si pensa che nel campo delle attività culturali sarebbe invece da favorire la più ampia pluralità d'iniziativa e se si pensa che nel caso della scuola
è assolutamente in Porsche impossibile pensare di governare dal centro in modo funzionale
E per di più con la tradizionale struttura di un ministero un'azienda che ha più di un milione di dipendenti e oltre dieci milioni di utenti
è per questo che deve giudicarsi particolarmente perverso e del tutto strumentale
Il ragionamento che oggi fa leva proprio sulle disfunzioni di un grande apparato burocratico qual è un'amministrazione scolastica gestita in modo soft centralistico
Per rivendicare al fine di recuperare flessibilità ed efficienza il ricorso a soluzioni privatistiche o a forme di competizione tra pubblico e privato è un ragionamento particolarmente perverso perché a sostenere questa tesi sono oggi proprio coloro che finora hanno negato autonomia e decentramento
E sono anzi stati i più accaniti sostenitori del controllo burocratico del centralismo ministeriale
Da questo punto di vista al caso della scuola è esemplare
E proprio nella questione scolastica che diventa più evidente è quello a cui già già ho accennato e cioè che il centralismo da un lato e privatissimo dall'altro non sono affatto soluzioni antitetiche ma sbocchi che si alimentano a vicenda sono le due facce con cui oggi si presente alla politica
Neo conservatrice due facce che apparentemente si oppongono che in realtà si integrano e si sorreggono
Nel corso di questi ultimi anni sia in effetti verificato
Un un cedimento alle suggestioni neoliberiste che ha riguardato settori anche estesi dello schieramento democratico
E anche forze che in passato avevano sostenuto soluzioni di programmazione e di riforma
L'istruzione la cultura in particolare sono diventato un terreno privilegiato per questo rilancio
Almeno in linea di principio del neoliberismo e del privatissimo
Nella democrazia cristiana la vecchia rivendicazione del tradizionalismo cattolico per un finanziamento alle scuole private sembrava nei decenni passati ridotta a una pura battaglia di retroguardia condotta solo per onor di bandiera
Tanto che nel concreto la stessa democrazia cristiana puntava soprattutto sul controllo e sul condizionamento della scuola statale
Ora invece quella rivendicazione ha tratto nuovo alimento dall'incontro con le dottrine neo conservatrice e come è noto è stato proprio Ciriaco De Mita cercare di fondere insieme
Modernità neoliberista e privatissimo cattolico insistendo non solo e non tanto sulla vecchia tesi del diritto dei genitori a decidere circa l'educazione dei figli
Ma soprattutto sull'argomento che il riconoscimento di un finanziamento pubblico alla scuola privata
Darebbe luogo a una competizione tra tale scuole quella statale
E che ciò servirebbe a stimolare rinnovamento dell'intero sistema educativo ad accentuarne la flessibilità il dinamismo ad allargare la possibilità di scelta fra diversi indirizzi educativi
Non molto diversi sono stati gli argomenti con i quali più di recente
Anche Claudio Martelli per la verità contrastato da
Esponenti socialisti anche autorevoli ma sollecitato probabilmente un po'dalla ricerca di dare qualche parvenza di novità e di concretezza all'idea finora rimasta vuota di realizzazione di un moderno riformismo un po'dalla speranza che a me sembra comunque un po'ingenua
Di fare in questo modo concorrenza la democrazia cristiana anche in certi settori dell'elettorato cattolico e non mi riferisco soltanto a Comunione e Liberazione Anco Claudio Martelli come noto ha sostenuto la maggiore modernità di una soluzione che attraverso i buoni scuola agli allievi
Credi un sistema di libera concorrenza tra istituzioni scolastiche private e pubbliche rompendo così l'inerzia burocratica e sollecitando rinnovamento culturale e didattico della scuola
Non diversamente per l'università la tesi che anche noi comunisti consideriamo pienamente valida anzi urgente e necessaria dell'attuazione del principio costituzionale costituzionale dell'autonomia
Principio sino ad oggi negato dalla pratica centralistiche ministeriale
E stata intrecciata in modo confuso nel recente disegno di legge presentato dal governo con ipotesi di forme di concorrenza di tipo privatistico tra i vari atenei mentre infatti in quel disegno di legge
Appare ancora assai limitata e anzi decisamente insufficiente
L'autonomia in materia di organizzazione culturale e didattica riconosciuta agli agli atenei
Quando invece proprio a questo evidentemente si riferisce la Costituzione
Quando parla del diritto di ogni ateneo di darsi ordinamenti autonomi
Mentre rimane dunque limitata a quella che è l'autonomia sostanziale
Ci introduce come uno dei connotati essenziali dell'autonomia la possibilità di stabilire tasse differenziate da università a università a carico degli studenti
Ma è questo è un principio che rientrano i sembra
Non tanto nella logica dell'autonomia quanto in quella di una competizione di tipo privatistico nella pratica è un principio che potrebbe anche ridursi a ben poca cosa se si trattasse di una oscillazione entro ambiti estremamente ristretta
Ma che potrebbe invece anche aprire la strada inasprendo così tutte le disuguaglianze di classe che già oggi continua a pesare fortemente a livello di istruzione superiore a un processo di differenziazione che come già avviene in altri Paesi
Finirebbe con riservare università o i corsi di laurea di più alta qualificazione
A chi ha la possibilità di pagare di più
E la situazione italiani in particolare ciò sanzioni verrebbe pesantemente
La condizione di inferiorità delle università meridionali
Io non vado oltre nell'analisi critica di certe posizioni su questo ritorneranno anche altri interventi nel corso di questo convegno
Voglio solo sottolineare che non è difficile dimostrare
Per esempio un'analisi molto lucida anche è stata pubblicata da da Vincenzo Visco subentri sul Sole ventiquattro Ore alcuni mesi fa
Non è difficile dimostrare che la strada del finanziamento alle scuole private e della competizione virtuosa tra virgolette che si che così si innescherebbe tra le istituzioni private quelle pubbliche in realtà non porterebbe affatto ai risultati che vengono conclamati
E ciò né sul piano della razionalità della Spesal né su quello della qualificazione didattica e culturale
Infatti per quel che riguarda la Spesal abbastanza evidente che i finanziamenti alla scuola privata sarebbero necessariamente in gran parte aggiunti aggiuntivi sia perché la spesa per la scuola statale solo scarsamente elastica
Basta pensare ai problemi di sistemazione del personale
Sia perché la struttura pubblica dovrebbe in ogni caso garantire la sua presenza anche in quelle aree geografiche ovunque un quei settori piccoli centri zone di montagna indirizzi scolastici poco frequentati e tuttavia non so primitivi nei quali la scuola privata non avrebbe interesse ad aprire proprie istituzioni
In questo modo ci avrebbe un aumento della spesa complessiva ma ciò renderebbe tanto più difficile
Effettuare gli investimenti che sarebbero invece necessari per la riforma e la riqualificazione della Co della scuola pubblica che in tal modo sarebbe condannata a un ulteriore inevitabile degrado d'altra parte non c'è proprio nulla che assicuri che essi che si aprirebbe tra pubblico e privato una concorrenza per la migliore qualità degli studi anzi se si tiene conto delle tradizioni di molte scuole private in Italia
Frequentati in particolare da chi ha incontrato difficoltà nella scuola pubblica via seriamente dato da temere che
In larga in un largo numero di casi si apre invece una concorrenza al ribasso nella direzione del pacifismo della faciloneria al fine di accaparrarsi il Baggio al numero di buoni scuola
Certo potrebbe essere incentivata la formazione di un ristretto numero di scuole private di élite dove l'alta qualificazione sarebbe pagata con
Elevate tasse di iscrizione ma in tal modo sarebbe compromessa la grande conquista democratica grande obiettivo democratico della scuola per tutti
E si andrebbe invece verso un sistema scolastico ad isole con poche istituzioni di alto livello riservate ai più abbienti e con una scuola di massa sia essa privata o pubblica degradate dequalificata
Come come già accade in molti paesi dove appunto prevale un mega un sistema di
Di di di di un sistema misto pubblico-privato di questo genere nell'ambito dell'educazione
Anche l'esempio internazionale dimostra infatti che la scuola migliore non è certo quella dei Paesi dove Ettore tale o domina il privatissimo ma piuttosto si trova là dove come in Svezia c'è un sistema Pubblico non centralizzato e non burocratico imperniato invece sull'autonomia
E sul decentramento
Infine credo se non si si debba anche notare che non è certo e non è l'ultima e non è la considerazione più marginale non è certo un reale pluralismo quello che si assicurerebbe
Attraverso l'alternativa a scuola pubblica scuola privata
Non ci convince per nulla infatti l'idea di un pluralismo che si ridurrebbe alla scelta tra scuole sostanzialmente mono ideologiche
Nella praticata un tra una scuola privata quasi sempre ad ideologia cattolica è una scuola pubblica che improntata a una non meglio definita ideologia laico laicista
Qualcosa di analogo del resto già accaduto in altri campi pensiamo alla televisione dove non è certo un reale pluralismo la suddivisione tra una rete cattolica è una rete laico socialista e questo è il pluralismo non è stato certamente ha cresciuto
Da un'apertura non regolamentata ai privati che ha portato al contrario a una concentrazione a un monopolio di fatto che per molti aspetti finisce con l'imporre le sue regole
E sono per lo più regole che portano al ribasso dei livelli qualitativi anche all'ente pubblico ma tornando alla scuola restiamo convinti che un ben più ricco pluralismo si possa si possa realizzare tanto più se si valorizza l'autonomia dei singoli istituti scolastici dei loro docenti dei loro organi collegiali
Attraverso l'apertura al dialogo e al confronto critico e attraverso la cooperazione di diverse correnti culturali e ideali
All'interno di una stessa scuola e su questo terreno che consideriamo fondamentale il contributo che può venire dei cattolici democratici
Naturalmente non intendiamo negare con questo lo spazio che legittimamente spetta secondo la Costituzione
All'iniziativa privata anche in campo educativo ma anche indipendentemente dal richiamo ai vincoli costituzionali il vincolo del senza oneri per lo Stato
Che comunque non può essere vanificato ci sembra giusto richiedere che ogni impegno finanziario possibile sia oggi dedicato alla maggiore qualificazione e al rinnovamento della scuola di tutti che
Per definizione prima di tutto la scuola pubblica
Lo spazio per l'iniziativa privata può certamente e opportunamente considerarsi più ampio anche più ampio in altri settori per esempio nella formazione professionale dov'è fondamentale il ruolo dell'esperienza e della capacità tecnologica delle imprese
E non ci sembra che di ciò tenga conto a sufficienza la legge quadro oggi in vigore che anche per questo aspetto pensiamo vada rivista
Oppure gli nei diversi campi dell'industria culturale dello spettacolo della promozione di iniziative culturali della ricerca scientifica
Ma anche in questi settori sui quali si fermeranno più a lungo altri compagni
è insopprimibile il compito dell'intervento pubblico se non altro perché all'intervento dei privati tende a concentrarsi come è ovvio
Su iniziative che danno possono dare promettono di dare un rendimento economico immediato o che possono dare frutto sul piano della pubblicità dell'immagine
Della legittimazione
E quindi l'intervento privato non può garantire né quell'attrezzatura non può per sua natura garantire Compaq ne quell'attrezzatura culturale e scientifica di base di cui un Paese avanzato ha bisogno né quell'uguaglianza di opportunità per tutti i cittadini che è requisito essenziale per un autentico sviluppo democratico
Per fare qualche esempio tra i più abili è facile trovare chi è disposto a finanziare il restauro di qualche capolavoro come accaduto in questi ultimi tempi o mostre di successo come quella dei futuristi a Palazzo Grassi
Ma solo il potere pubblico qua sicuramente la conservazione e il restauro di un enorme patrimonio storico e artistico disperso sul territorio che è la vera di che è la vera ricchezza di un Paese come l'Italia
Allora mentre solo il potere pubblico che può assicurare le condizioni perché si realizzi una ricerca produttività molto differita
O la cui produttività non è traducibile in termini economici
Oppure le condizioni perché sia possibile una produzione artistica e culturale con caratteri sperimentali di struttura di avanguardia che difficilmente può affidarsi unicamente al mercato
Concludendo su questo punto è proprio una forte struttura culturale pubblica che può favorire e deve favorire la più ampia espressione dell'iniziativa privata sia dei singoli sia dei gruppi o delle associazioni
Invece la tendenza insita nell'ideologia nelle politiche neo conservatrici ed anche in quel riforme in quel riformismo pallido che ne rappresenta la variante moderata
La tendenza a ridurre l'impegno pubblico nel campo dell'istruzione della cultura implica due rischi che sono entrambi molto gravi per i diritti dei dei cittadini e per le prospettive del Paese
Il primo rischio
è quello che è la conseguenza come del resto accade anche negli altri campi delle politiche sociali sanità previdenza e così via
Della pratica dello stato sociale minimale ossia della tendenza garantire un intervento minimo a favore di chi ha più bisogno lasciando che a chi di più che chi ha di più provveda a se stesso attraverso soluzioni di tipo privatistico
Il risultato è doppiamente negativo di approfondire le disuguaglianze ed il lasciar Degas
Degradare la struttura pubblica che al servizio di tutti e ciò che accadrà accadrebbe per quel che riguarda la nostra analisi in particolare nel campo della scuola
Il secondo rischia di commisurare le strutture le iniziative per la formazione e la cultura sulle domande di mercato o comunque sui fabbisogni prevedibili in un futuro più o meno prossimo a parte l'estrema difficoltà di formulare in questa materia previsioni attendibili sappiamo che è una difficoltà che si incontra in tutti i Paesi e che in generale per quel che riguarda il nostro Paese le previsioni di questo tipo ad esempio circa i traguardi formativi da raggiungere si sono rivelate sbagliate a parte l'estrema difficoltà di formulare previsioni attendibili
Un'impostazione che con misuri la formazione la cultura sulle domande di mercato sui fabbisogni che si prevedono è prima di tutto un'impostazione mio per sul piano economico ed è in secondo luogo ottusamente economicistica un'impostazione mio per sul piano economico
Perché tanto più in una fase di ampie innovazione scientifica e tecnologica qual è l'attuale ciò che è decisivo per lo stesso sviluppo del paese
E la sua complessiva attrezzatura scientifica e culturale è il fatto di disporre nell'insieme di un livello medio di istruzione moderno ed avanzato d'altra parte non si può che rifiutare una visione in termini puramente economicistici dello sviluppo culturale punti e formativo
Il risultato fondamentale di questo sviluppo sta infatti prima di tutto
Nel suo ruolo di fattore decisivo di avanzamento civile di liberazione umana
Da questo punto di vista è significativo che per esempio la la lotta recente degli studenti francese abbia avuto al suo centro proprio la rivendicazione di un diritto di libertà
Il diritto per ogni individuo di accedere se ne ha la volontà e la capacità a più alti livelli di istruzione senza barriere artificiose che limitino tale diritto e senza discriminazioni di classe o di razza
Infine una forte struttura pubblica necessaria anche in rapporto ai grandi problemi
Problemi davvero senza precedenti nella storia che sono posti dall'eccezionale sviluppo tecnologico che oggi in atto in tanti campi anche a prescindere dagli inquietanti interrogativi che si pongono in molti settori
Penso all'energia nucleare alla all'ingegneria genetica le intelligenze artificiali per fare solo qualche esempio
è la possibilità stessa di orientare lo sviluppo scientifico e tecnologico e le sue applicazioni verso obiettivi di progresso e di liberazione anzi chiesi verso esiti negativi per l'uomo e il suo ambiente
Che richiede una forte capacità di programmazione di direzione razionale consapevole
Si ripropone dunque anche in questo campo come tema fondamentale quel problema di direzione dello sviluppo che l'ideologia neo conservatrice ha cercato in questi anni di negare in nome della spontaneità delle tendenze del mercato
E una direzione consapevole dello sviluppo non è possibile senza un'adeguata strumentazione dell'intervento pubblico in campi decisivi come sono quelli dell'avanzamento culturale scientifico tecnico
Ritorno però a questo punto cento
Ritorno a questo punto e mi avvio a concludere alle considerazioni che avevo anticipato agli inizi della relazione
Una battaglia vincente contro l'ideologia neoliberista e contro le tendenze privati Zanetti può essere condotta positivamente solo muovendo da una chiara consapevolezza la consapevolezza che se l'ondata neo conservatrice ha avuto la possibilità di prevalere
E in certo modo di affermare le proprie soluzioni come più moderne più funzionali che anche per la crisi delle forme dell'intervento pubblico che avevano caratterizzato per la dietro sia est che a ovest le politiche di registe di programmazione di pianificazione centralizzata
In sostanza la politica neo conservatrice ha raccolto consensi anche perché ha potuto far leva sulla crisi di razionalità e di efficienza dei grandi apparati burocratici
E perché ha presentato ha potuto presentare la logica del mercato e della concorrenza
Comuna correzione degli effetti perversi che il clientelismo la lottizzazione la spartizione partitocratica hanno prodotto nella gestione dell'intervento pubblico anche in campo culturale
Per questo uno dei problemi che si propongono per le forze riformatrice di sinistra uno dei problemi che vuole vogliamo affrontare anche in questo convegno per perché riguarda la politica dell'istruzione della cultura
E l'esigenza di superare compiutamente quei limiti di centralismo di burocratismo di statalismo che in passato hanno caratterizzato una certa cultura politica della sinistra
Un primo passo in questa direzione senza dubbio costituito dalla critica netta di ogni pretesa di monopolio a favore dell'intervento pubblico tanto più in un campo come quello della cultura
Dove il principio fondamentale è la valorizzazione della libertà e della pluralità delle posizioni nella ricerca nella produzione della sperimentazione
Affermiamo per ciò che compito fondamentale dell'intervento pubblico
Deve essere quello di assicurare le condizioni perché istruzione e cultura non siano privilegio consumo elitario appropriazione privatistica ma costituisca un diritto riconosciuto a ogni cittadino
E si sviluppino nel libero confronto tra le diverse posizioni culturali ideali in molti campi anche necessario dare più spazio all'iniziativa privata che può aprire
Una ricaduta
Degli interesse sociale collettivo è bene ricordare al riguardo che la prima legge italiana che è stata varata per favorire attraverso forme di legge liberalità di donazione
Interventi per la tutela del patrimonio artistico
A è giunta l'approvazione grazie a un'iniziativa che è partita da una proposta di legge file comunista che aveva come primo firmatario il nome di Guttuso accanto a quello di Urbani e di chi presenta questa relazione
Ma essenziale soprattutto una diversa concezione del pubblico che possa davvero coniugarsi con efficienza funzionalità
Pluralismo e sia tale da sollecitare promuovere il pieno sviluppo dell'iniziativa sia dei singoli individui sia dei gruppi e delle associazioni
Per questo respingiamo l'impostazione cara la polemica neoliberista secondo la quale si tratterebbe di scegliere tra un'impostazione centralista e burocratica della vita culturale che porta inevitabilmente alla scure erotizzazione all'inefficienza
E l'adozione di soluzioni privatizzando ti che sarebbero le sole a poter garantire flessibilità e qualificazione in realtà come già ho detto ma come meglio ripetere burocratismo centralistica privatissimo neoliberista non sono oggi i termini di una reale alternativa
Ma due aspetti in qualche modo complementari di una stessa politica
La scelta che proponiamo invece di fare leva sul principio di autonomia della cultura e delle istituzioni culturali
Ciò comporta necessariamente una sostanziale riforma una rete riqualificazione dell'organizzazione dell'intervento pubblico in campo educativo e culturale
Naturalmente se è questo il principio di fondo su cui ci stiamo la concreta configurazione della ristrutturazione che propone che proponiamo tiene conto come si vedrà dalle varie relazioni
Delle diverse esigenze e caratteristiche dei differenti settori un conto evidentemente
La realizzazione di un principio di autonomia nella scuola nell'università cosa diversa e in altri settori della vita culturale
Lo stesso rapporto tra ruolo dell'intervento pubblico e rilevanza dell'iniziativa privata cambia a seconda che si tratti della scuola o della ricerca oppure de dei beni culturali o dello spettacolo dell'informazione
O dell'università e tutto questo sarà meglio chiarito delle relazioni che seguiranno
Vi sono però alcune proposte generali che sono comuni a tutto il campo dell'istruzione della cultura e voglio riassumerle rapidamente a conclusione di questa relazione introduttiva quali sono in sostanza queste proposte
Innanzitutto rivendichiamo l'assoluta necessità di dare all'istruzione alla cultura in termini di bilancio di programmazione di qualificazione degli interventi quella centralità che la fase di grande trasformazione che stiamo attraversando impone in particolare inaccettabile l'idea di un'alta qualificazione per pochi o comunque per una ristretta minoranza idea che vede che da diverse parti si è tornati a riproporre e che è una delle idee portanti della controffensiva ideologica neo conservatrice di questi ultimi anni
Contro tale idea si tratta di riaffermare il principio del diritto per tutti diritto di libertà ancor prima che di uguaglianza a un più ampio accesso all'istruzione alla cultura
Ma si tratta soprattutto di porsi l'obiettivo che oggi concretamente realizzabile di promuovere una società che sia mediamente colta a un buon livello di istruzione di cultura un obiettivo indispensabile anche se si vuole che l'espansione del tempo di non lavoro porti davvero a una crescita dei bisogni umani più ricchi e non produca invece nuovi e più vasti fenomeni di alienazione di emarginazione
La seconda pro
La seconda proposta è quella di assumere come principio generale ecco per una ristrutturazione dell'intervento pubblico nell'istruzione e nella cultura
Come già dicevo il principio dell'autonomia naturalmente un'autonomia che non sia privilegio corporativo ma valorizzazione democratica delle capacità e delle competenze
è chiaro che la forma concreta che l'autonomia può assumere non potrà che variare da settore S al settore
Scopo delle varie relazioni sarà di illustrare più diffusamente appunto questi questi problemi sono infatti differenti da caso a caso le esigenze la stessa configurazione giuridica del problema
Tononi che richiamavo prima
Per la scuola occorre valorizzare iniziative competenze non solo nella gestione finanziaria ma in materia didattica e culturale dei singoli istituti dei docenti degli organi collegiali sinora schiacciati dal centralismo della macchina ministeriale
Per i beni culturali c'è da domandarsi se una più efficace tutela non possa realizzarsi anziché attraverso la struttura burocratica di un ministero attraverso la costituzione di un'amministrazione scientifica che si auto-governo in modo più o meno analogo naturalmente con le dovute differenze a quello che fa il Consiglio nazionale delle ricerche
Peraltro istituzione c'è il problema dell'uscita dalla normativa sul parastato così da valorizzare maggiormente responsabilità iniziativa
In generale il principio di fondo da attuare attraverso queste forme di autonomia e questo il terzo punto la terza proposta che sottolineo
E quello di distinguere nettamente le scelte d'ordine politico che spettano a seconda dei casi al Parlamento al governo alle autonomie locali
E la gestione di carattere tecnico e scientifico che deve essere espressione di reale specifica competenza
Si tratta in altri termini di introdurre vincoli e regole precise
In modo da contrastare efficacemente i meccanismi della spartizione fra i partiti della lottizzazione oppure della creazione di piccole assemblee che riprodurre riproducono in modo improprio le assemblee di tipo politico
E possibile al di là delle generiche deplorazione compia dei passi concreti che vadano in questa direzione lo mi sembra di sì
E presenteremo precise proposte nel corso di questo convegno
In conclusione ci sembra che le condizioni siano mature proprio perché sono evidenti i segni di crisi delle politiche neo conservatrici per uscire dalla rassegnazione dall'inerzia che in questi anni è stata comune a molte forze politiche culturali
E per rilanciare con forza in termini rinnovati con voce come ho cercato di indicare sia pure molto sommariamente
Una battaglia di autonomia di decentramento di riforma
è una battaglia che noi comunisti consideriamo centrale proprio per la consapevolezza che abbiamo e che abbiamo enunciato con grande chiarezza nei documenti del nostro ultimo congresso
Circa il peso decisivo che la scuola l'università la ricerca lo sviluppo culturale in genere sono destinati ad assumere nel quadro delle grandi trasformazioni che il nostro Paese e oggi chiamato ad affrontare
Grazie Giuseppe Chiarante per la sua introduzione passiamo ora alle relazioni agli interventi io vorrei comunicare subito che sarebbe inoltre intenzione
Nella seduta di oggi né di domani intervallare relazioni interventi quindi pregherei chi è pronto a viaggi a iscriversi segnalarcelo
Debbo anche dire con rammarico che Michelangelo a vari anni per ragioni di salute non può essere tra noi credo che anzi aggiusta mandarli nostro saluto e gli auguri di un pronto ristabilimento ha ora la parola per primo Franco Ottolenghi che parlerà sulla parabola del pensiero neoconservatore
Vediamo se non
Naturalmente
Rendere conto
Della parabola del pensiero neoconservatore
In un decennio di grandi conflitti
E forse di meno grandi confronti tra idee
Significa affrontare un compito di proporzioni assai vaste
Che forse
Che forse tra l'Alighieri ripetici hanno
La nostra pazienza e di sicuro travalichi Rebbe le mie capacità
Con questo intervento o un obiettivo
Più limitato
E credo però ugualmente significativo
Intendo cioè mettere
In contatto fra loro intendo accostare
Alcuni motivi propri delle culture neo conservatrice
E i motivi
Tratti
Nella cultura dell'assegno
In particolare lire
In particolare nella destinazione riformista
Nelle sue più recenti formulazione
Penso che
Da Effetto sinottico che questo accostamento consente
Possano arrivare situazioni
Alla definizione di una cultura programma formato
Dopo aver
Che questo programmi questa cultura assegnano e sebbene
Possibile
Non dico necessari per non essere tacciato
Vorrei partire dalla nostra relazione
La busta
La prima è la sede
Il indagine sulla famiglia le culture conservatrici
Penso che si debba parlare
Cioè raggruppamento
Affini e solida
Operanti
A cavallo
Tra economia e politica
Tranne o liberismo e neo autoritarismo
Almeno per indicare una coppia una polarità sufficientemente riassuntiva
Questo lavoro di indagine dicendo
Sta acquisendo oggi
Un nuovo spessore e un nuovo rilievo
Spessore e rilievo maggiori che per il passato
E anche recenti
è un fatto positivo
Intanto credo per una ragione
Esso indica un dinamismo uno slancio nuovo della sinistra e della sua cultura
La nostra analisi torna mordere
Lo dicono del resto i segni evidenti abbastanza tempestosi
Di una difficoltà forti forse di un avvio di declino del ciclo politico neoconservatore
Gli esempi sono di fronte a tutti e non vale qui la pena di citarli
E tuttavia
Ancora insufficiente mi pare ed è il caso di sottolinearlo
Perché questo è un compito che abbiamo di fronte
Un compito non non assolto fin qui
Ancora insufficiente mi pare il resoconto dei percorsi
Delle forme egemoniche perché di questo si tratta
Attraverso i quali li culture nero conservatrici hanno tentato di modificare e spesso sono riusciti a modificare
Parti rilevanti
Del senso comune e anche dello spirito pubblico del nostro Paese
Sediamoci intanto per fare un passo avanti e vengo alla seconda delle osservazioni preliminari
Riprendo qui un cenno che Chiarante ha già fatto nella relazione introduttiva sediamoci dico se in Italia si sia dato complessivamente
Qualcosa di simile a un pensiero neo conserva
La risposta a questa domanda consente di avvicinarci al particolare modus operandi delle culture neo conservatrici nel nostro Paese
Ora se per il pensiero neoconservatore
Si intende un insieme
Relativamente coeso Compaq
Di categorie dell'analisi e della riflessione politica
Un vero e proprio programma teoriche
Paragonabile diciamo per visibilità compattezza per riconoscibilità alle proposte del pensiero né autoritarismo alle teorie dell'ordine
Dare altri pesca e anglosassoni
O anche ma in misura e dire ai minori ridare ai francesi
Senta il pensiero con meno conservatore intendiamo tutto questo noi dovremmo dire Dino
Nulla di paragonabile da noi
A un confronto come quello che ha impegnato per esempio due pensatori tedeschi come Habermas Luhmann
Nel nostro Paese
Hanno tenuto il campo anche in questo caso
Piuttosto immagini della società e della politica che non categorie rigorosa
Piuttosto traduzioni
Che non proposte originali
Piuttosto contaminazioni eclettiche
O spregiudicati giochi combinatori
Che non molti urlanti programmi teorici
Con qualche singolare risultato che riguarda da vicino anche le culture politiche della sinistra e come vedremo
Per comodità di questo discorso
Proviamo intanto a definire sommariamente
Alcuni tratti distintivi il pensiero neoconservatore
A fissare alcuni punti di riferimento
Che concorrono a farne qualche cosa di riconoscibile quello che potremmo chiamare
Paradigmatica fare riferimento
Il quadro naturalmente
è un quadro assai vasto
Che riguarda le cultura cultura europea riguarda
La cultura anglosassone riguarda gli Stati Uniti
E sullo sfondo di queste considerazioni
Dato il programma e l'utilizzo dei nostri lavori non affronto il compito di un dettaglio di un resoconto dettagliato di analitico di questo qua
A metà degli anni Settanta
Comincia porsi nelle società complesse dell'Occidente capitalistico
Un problema che potremmo definire
Quindi
Razionalità pubblica
Quali sono i caratteri della razionalità pubblica quali sono i caratteri della razionalità politica
Quale il quadro di norme e di valori cui una razionalità pubblica fa oggi riferimento
Tale problema non si pone diciamo
Nell'astratto
O nel separato delle accademie ma si pone in una situazione molto complessa
è un problema strettamente connesso alla crisi dei sistemi di welfare State
Anche qui
Io mi scuso per lo schematismo del differimento per la verità la sommarietà
Tra l'altro ascolteremo
Da altri interventi
Esami approfonditi sui caratteri della crisi dei sistemi di welfare
Io mi limito
A toccare un punto
Che ci riguarda più da vicino cioè che riguarda il filo del nostro ragionamento più dodici
Di che si tratta
Beh il pensiero neoconservatore
Emerge con una proposta riconoscibile proteggevo dal varco aperto
Dalla crisi dei sistemi di welfare
Si tratta
Di definire
Un agire strategico cioè una proposta di direzione
Volta a che cosa volta al governo dei processi di modernizzazione
Intesa cioè
A definire un ordine che combini in modo diverso rispetto agli anni sessanta e settanta che combini tra loro in modo di è diverso politica e mercato
Questo emerge della proposta neo conservatrice non è senza conseguenze anche sull'immagine della crisi essa provoca anzi un mutamento radicale di immagine della crisi
E questo è uno dei punti
Sui quali la sinistra è costretta a registrare un arretramento sei
La crisi viene infatti tematizzato e dal pensiero neoconservatore
Come hanno mia come crisi nei sistemi politici democratici
Non dimentichiamo qual è lo scenario
E quello di tre determinato dai giganteschi processi di innovazione a sfondo scientifico e tecnologico
Che definiscono un passaggio d'epoca abbastanza rilevante
Il tramonto del ciclo fordista
Il passaggio alla società dell'informazione
L'emergere di un universo sociale politico produttivo cui si conviene di dare il nome di posti industriale sono queste le formule
Interpretative il museo
Tutto questo avviene
In un quadro di norme e valori
Le norme i valori dei sistemi politici democratici
Che viene aggredito come manifestamente inadeguato
All'orientale gli sviluppi dei processi di modernizzazione
E a controllarne gli effetti
Il punto di partenza è quello delle diagnosi di ingovernabilità
Derivante lo ricordava già prima Chiarante dal sovraccarico di domanda
E da che cosa dipende il sovraccarico giornali
Dipende dalla diffusione degli effetti di innovazione
Dalla crescita relativa di complessità sociale
E dalla crescita delle aspettative
Che questo comporta
E mentre si assiste al sovraccarico di domanda da un lato dall'altro si registra quella che alcuni hanno chiamato una rigidità dell'offerta politica
Un indurimento una ossificazione delle istituzioni
Il punto d'arrivo del pensiero neoconservatore a questo punto e netto
E la prognosi infauste
Per una società plasmata da un consenso
Che forse non ha più scorte
Si può fare per comodità e rapidità un breve differimento
Haiti ai teorici della tra l'altro Commission
Che a metà degli anni Settanta
Parleranno molto sbrigativamente
Di un eccesso di democrazia
E adombreranno
La necessità di un riorientamento dei sistemi politici
Che cosa vuol dire
Vuol dire agire nel senso dell'autolimitazione delle aspettative di un ex
Una riduzione della densità democratica delle società complessa
E nel senso dell'incremento di autorità
Una riduzione della domanda
E un incremento del contro
A questo punto il principio di prestazione di queste società se vogliamo quella che viene chiamata l'efficienza di sistema
Può dunque essere viabilità
Ma a un prezzo
Il prezzo è quello della messa in questione radicale della configurazione d'ordine democratica delle società complessa
La proposta
E ha un aspetto una dimensione e una curvatura
Che potremmo definire come me autorità
In che senso
Fondamentalmente nel senso
Che essa attende
Allora il governo delle dinamiche di innovazione
Tutto l'arco di queste dinamiche
Sociale e produttivo
Il politico ci
In che modo
Riducendo progressivamente
La compatibilità democratica di ordine e conflitto
Si può anche dire che in questo modo si bloccano
I potenziali di alternative propri di una società complessa mi spiego
Un alto indice di compatibilità democratica tra ordine e conflitto
Implica una opzione forte per una società aperti
Uso una definizione di Popper naturalmente anche se in un senso che forse Franco Angeli
Cioè con una società che sappia esprimere altrimenti
Naturalmente nella classe degli eventi alternativi c'è anche quell'evento politico che abbiamo chiamato Alternativa democratica
Un abbassamento dell'indice di compatibilità democratica tra ordine conflitto cioè il punto sul quale agisce diciamo la proposta neo conservatrice
Provoca un paradosso
Che è il limite la contraddizione interna del programma neoconservatore
E cioè l'opzione simultanea del programma neoconservatore terre società attente e democrazia bloccate
Come si vede siamo molto vicini
Ai nostri problemi di ogni giorno
Mi chiedo
Quanto di questo programma
Pesa
Nella debolezza della stessa ispirazione riformista
In una rilevante quindi della cultura politica o dell'insieme delle culture politiche della sinistra
Se le cose stanno quindi abbiamo schematicamente accennato
Allora occorre dire che il pensiero neoconservatore
Affronta il tema della modernizzazione
Cercando di dare
Una definizione nuova una nuova sistemazione del rapporto fra l'ordine nella società e la dinamica nella innovazione in ciò che cambia
E in questo ambito
Il pensiero neoconservatore giunge a elaborare i termini di una critica della democrazia questo mi sembra un punto
è abbastanza delicato di una critica della democrazia come forma politica dei processi di modernizzazione
Bisogna fare attenzione quello che viene imputato alla
Ai sistemi politici democratici non è un deficit di valore
E un deficit così si dice di razionalità di razionalità sistemica
Cioè un deficit di efficienza
Ecco forse il punto di ricaduta
Della famiglia delle culture e delle idee nero conservatrici ecco forse il baricentro del paradigma neoconservatore
Si perviene in questo modo a far combaciare la descrizione della razionalità politica con quella della governabilità
E la rappresentazione della complessità della società democratica con quella delle società stazionarie
E questo
Chi ha costituito uno dei tratti distintivi diciamo della prima fase del del ispirazione della cultura riformista penso per esempio alla sistemazione che fu data a questi problemi
Al
Convegno
Socialista di Rimini
Ora l'intento
E quello di rimodellare nel suo insieme la stessa nozione di razionalità pubblica cioè il quadro di norme di valori a cui fare riferimento nella direzione politica dei processi di modernizzazione
E sotto questo aspetto che il pensiero neoconservatore stabilisce il primato della decisione sul tal senso
Come asse della formazione di una nuova razionalità pubblica
Ed è a partire da qui che decisione innovazioni diventano i piani di scorrimento dell'offensiva neo conservatrice sul fronte delle culture politiche
Naturalmente questa proposta Indesit investe l'universo delle procedure l'universo delle regole del gioco
Chi investe i problemi di modernizzazione dei sistemi politico istituzionali nel loro insieme
E quali sono gli obiettivi se noi guardiamo gli obiettivi enunciati dalla letteratura di questo decennio ci troviamo poi singolare consonanze con proposte che hanno trovato il diritto di cittadinanza
Nel nostro dibattito
Si punta alla riduzione della complessità proprio dei dispositivi della rappresentanza
Quindi una riduzione di ruolo
Per intenderci del Parlamento
Si punta all'affermazione di una istanza di decisioni
Liberata dalla densità dei passaggi politico istituzionali proprie di una democrazia pluralista
Insomma si punta un depotenziamento delle forme più mature
Della sovranità democratica
Del resto è questo il senso profondo del richiamo
Alla centralità del rilievo che la questione democratica
Di recente riproposto dei comunisti come pietra angolare di una cultura politica della sinistra ma anche come ipotesi traccia per un fondamento rinnovato della compagine sociale e politico istituzionale
Una per ogni ci troviamo a fare i conti
Con una situazione relativamente differente
Da quella diciamo di un per del recente passato
La stessa carta della governabilità per intenderci
Giocata come fattore nevralgico del disegno neo conservatori
Viene messa in causa proprio come asse di una risposta vincente in termini di autorità e di efficienza non è questo il quadro infatti che ci rimanda la società nella quale viviamo e non è questo il quadro che ci rimanda lo stato del dibattito
Tra le forze politiche della maggioranza
D'altra parte
Sul terreno dello Stato
Sul terreno della democrazia e del suo destino
Si scompongono vecchie alleanze che si ridisegnano per la sinistra nuove possibilità
A patto naturalmente che essa assuma pienamente su di sé questo problema
E
Per avviarmi alla conclusione
Qui occorre chiedere conto all'ispirazione riformista
Del suo scacco
Cioè della sua permeabilità al processi di omologazione moderata
Che hanno luogo proprio a partire dal fronte delle culture che elaborano il terreno dell'innovazione
E l'immagine di un riformismo debole
Quella che si proietta magari ingigantita dall'azione dei media quella che si proietta sulla scena
Intendiamoci
Non si può dimenticare che il disegno neoconservatore
Si afferma negli anni Settanta di pari passo con un fenomeno di proporzioni gigantesche
Cioè
Con ricambio con un ricambio di ceto politico a svantaggio della sinistra in tutto l'Occidente
E che i rapporti di forze internazionali esitano
Quel che è certo però
E che l'ispirazione riformista
In questo quadro
Punta essa stessa a un mutamento di ceto politico nel nostro Paese
Ma il luogo di esercizio di questa ambizione
Il pentapartito
Il nuovo fondamentalmente i propri passi
Nell'orbita conservatrice nuove
E tuttavia non si tratta soltanto di questo
C'è qualcosa di più che formulerei in questi termini
Mi pare che si possa dire
Per ammissione di alcuni suoi stessi esponenti
Che la cultura riformista a affrontato in questi anni
Le trasformazioni di ciclo politico e sociale
Meno dall'alto dei diritti
Ci dall'atto del potere
Della sequenza società complesse governo debole teneva il campo negli anni passati
La cultura e la politica riformista
Si sono esercitati più sulla ingessatura del secondo cioè del governo debole
Con esiti a volte trasformisti cinque
Che non sulla espansione delle prerogative di rappresentanza del PD
Con esiti in questo caso di pluralismo corporativo
Di qui e concludo
Una dimensione molto povera del pubblico
Stretto tra offensiva privatistica
Che assalto lottizzatore
Di più rischia di venir meno in questo quadro come dice un pensatore americano la credibilità stessa della sfera pubblica
Quali sono le conseguenze di un'impostazione come queste
Sulla produzione e l'organizzazione della cultura
Sulla scuola sulla ricerca
Ne lungi dall'essere beni raggiungibili su una base qualche opportunità per tutti
Scuola cultura e ricerca
Finiscono con l'essere imprigionate in una logica della scarsità
Che le dissipa le spreca
Come risorse
Come coefficiente di un nuovo tipo di sviluppo
E le sottrae
Che forse il punto più grave più serio alla sfera dei diritti
Qui davvero
Se da un lato l'ispirazione riformista denuncia tutti i suoi limiti dall'altro una cultura riformatrice può giocare le sue carte
Termino con una citazione di un autore ormai pressoché inedito
Una citazione di Marx
Il giovane Marsalis il giovanissimo emersa il NARS degli scritti preparatori della tesi
Che come sapete erano accompagnati nel momento in cui egli rielaborata da scritti preparatori per un progetto di storia della filosofia
Sotto la sottolineando la differenza tra la
Contrastati Issing Dalhoumi una grande filosofia hegeliana e quelli degli e quella degli epigoni
Ma se paragonato a questi ultimi
Alle arte comuni
Che ciascun uomo è in grado di suonare
La filosofia hegeliana diceva Marx
E invece come l'ARPA ideologia
Che suona soltanto se battuta dalla tempesta
Abbiamo bisogno io credo
Di una cultura politica e di un programma riformatore
Che sappiano mandare il buon suono in un'epoca tempestosa come questa
Grazie affrancò Ottolenghi prima proseguiamo vorrei segnalare molti amici e compagni che Stravinskij etiche qualche posto disponibile delle prime file cento morti ma qualcuno dice
Aveva chiesto la parola
L'onorevole Luigi Berlinguer rettore dell'Università di Siena dopo di lui svolgerà la relazione Mario e quindi prego dieci per cento no no no questa forse possiamo spingerci diciamo così
Grazie
Della sarebbe
Mi mi impressiona il fatto di avere tanti titoli quindici
Forza carattere magico
Io credo che noi dobbiamo distinguere
Nella offensiva neo conservatrice e nella come dire gestione conservatrice della pratica politica nel nostro Paese
In campo delle istituzioni culturali
Quelle che sono alcune delle formulazioni l'attacco
Della destra
Negli ultimi tempi è quella che poi risulta
La gestione effettiva e la corposità
Più pregnante del del sistema
Nel quale operano appunto le forze della conservazione
A me pare che
La l'attacco neoconservatore
All'insegna del di un esasperato liberismo contrasti sostanzialmente
Con il modo in cui
Poi in sostanza le forze della conservazione gestiscono questo forti
E per non scende nel dettaglio restare così alle formulazioni generali sempre un po'approssimative
A me sembra si possa dire che oggi nel nostro Paese dove esiste una specifica una specificità in negativo italiana
Un grande spazio per le politiche così enunciate di selvaggio neoliberismo
Almeno in questo momento non esista
Perché
La situazione nostra io credo sia caratterizzata almeno per quei settori dell'istituzione culturale che io meglio conosco e quindi prevalentemente quello scolastico
Sia caratterizzata dal da un intreccio molto forte e
Reciprocamente giustificando fra un forte tasso di burocratismo centralistico contro il quale Beppe Chiarante si pronunciava nettamente mi pare
Ed una sostanziale deregulation e licenza quindi la dissi mi ha e spazi di licenza non controllata
Nella pratica attuazione quella che altre volte ne abbiamo chiamato crisi di legalità o diminuzione forte del tasso di legalità
Posso e più di tutti in questo momento parlare della delle di una delle istituzioni culturali fondamentale in università
Per prenderla come esempio anche se sono convinto che della validità di quell'assunto dalla relazione di Beppe Chiarante cioè che va fatta una distinzione fra diverse istituzioni culturali per esempio se si quando si parla di autonomia e certo che vi è una differenza Abyss molto netta fra l'università e la scuola dell'obbligo
E va tenuta questa distinzione altrimenti un eccesso di omogeneità nella prospettazione delle delle nostre politiche rischia di comportare né qualche fraintendimento
Però per quanto riguarda l'università noi abbiamo una forte struttura centralistica ministero dipende dell'università con una minuziosi Sima disciplina di qualunque passo si debba muore
Spesso fortemente contraddittoria
Il che dà tra l'altro ampi spazi a due altre strutture di controllo centrale per esempio i sistemi di controllo pubblico per accentrati soprattutto nella corte dei conti
E quindi spazi di autonomia
Nel senso dell'auto decisi io dell'auto programmazione dell'autoregolamentazione estremamente limitati
E tuttavia un Ardis spazio di licenza individuale
Di forte deresponsabilizzazione degli organi e degli individui
In un'atmosfera così
C'è una colare voglio dire forse io non dovrei scendere
Troppo nel dettaglio ma il fatto che ci siano numerosissimi docenti che non fanno quasi mai lezione per esempio rientra in questi spazi di deregulation giustificati totalmente dalla struttura burocratica accentrata
E dagli inutili e dannosi controlli di tipo leghisti
Però quello che io sento essere la caratteristica di queste strutture proprio l'intreccio fra questi due elementi apparentemente contraddittori è invece uno ska sorregge l'altro
E d'altro canto a me sembra anche difficile una prospettazione concreta non un'agitazione di bandiera
Che riporta che spinga verso una liberalizzazione selvaggia accentuatisi ma anche per quel che riguarda il reclutamento delle risorse specie finanziaria
Perché nei campi della formazione scolastiche universitarie e della ricerca oggi il livello di costi
Credo sia tale che ci si deve dimenticare
Che il ricorso al privato possa in nessuna maniera sopportare neanche una minima parte se non cioè meglio se non una parte assai limitata di questi costi
Ed una soluzione di quel tipo prospettata da queste forze conservatrici che tra l'altro sono prevalentemente di importazione nel nostro Paese finirebbe per un nuovo supporto pubblico
A soluzioni ti sostanziale carattere privatistico
C'è quindi già una velina di tipo individualistico che poi dirò ordinatamente può anche privatistico che dire all'interno di questa struttura sostanzialmente burocratico accentrato e l'eccesso di statua lirismo e un costante alibi a questo tipo di impostazione
Per esempio una forte appropriazione oggi oggi più di ieri da parte del privato e dell'impresa privata di contributi di conoscenza e di ricerca attraverso per esempio il part-time universitario
Per molti settori da parte di molti settori che oggi lavorano moltissimo per l'impresa
Che vengono cosa che viene giustificata all'interno di questo tipo di strutture e lavorano o individualmente o addirittura con l'apporto complessivo delle strutture pubbliche
Io credo quindi che in questo momento la parola d'ordine politica vincente e certamente quella di combattere queste formulazioni di tipo neoliberista e neoconservatore
Ma prima ancora di questo contemporaneamente a questo
La politica vincente è quella di prospettare la riforma del pubblico
Di entrare dentro il funzionamento del pubblico ed esigere che esso sia effettivamente pubblico
Attraverso l'introduzione al suo interno di forme di snellezza di duttilità e di flessibilità che lo rendano effettivamente competitivo con le esigenze che ci vengono prospettate come tra virgolette privati
E qual è il punto da però d'attacco su questo terreno
Io l'ho trovato intanto i documenti uno tre quale quello che lei la il dipartimento problemi ero stato a recentemente discusso non so se licenziato non ricordo a proposito la riforma tra pubblica amministrazione
C'è già c'è già un'elaborazione di partito su questo terreno che presente in questo convegno e che però smuove già dapprima noi abbiamo bisogno di accentuare all'interno del pubblico i momenti di articolazione e di autonomia attraverso però l'indicazione e l'imputazione precisa di momenti di responsabilità perché la caratteristica della nostra struttura pubblica anche in campo dell'istituzioni culturali e formative e la deresponsabilizzazione diffusa
Coperta dal eccessivo numero di controlli formalistici e legali distici
Che sono prevalentemente controlli appunto
Esterni
Io continuo a dire nelle discussioni che avvengono nel consiglio d'amministrazione la mia università o nelle polemiche con altri settori che i nostri controllori ci dicono se dovete acquistare un'automobile
Anche se è senza ruote acquistate la purché sia documentato l'acquisto questo il principio del controllo pubblico e dell'eccesso di statua Lisma dell'organizzazione nessuno è responsabile del fatto che si acquista un'automobile senza le ruote purché sia fortemente documentato alle pezze d'appoggio
Ma questo è possibile perché ma nella struttura pubblica
Non lo si risponde del risultato ma soltanto per la certificazione
E questo è possibile perché la direttiva l'indicazione la a la il condizionamento della spessa e dell'intervento e delle decisioni viene prevalentemente dalla struttura ministeriale
Io credo che questo sia il punto d'attacco fondamentale la responsabilizzazione
Per ottenere responsabilizzazione occorre però maggiore trasferimento di competenze e un maggiore trasferimento di risorse e la capacità di autodeterminazione di autoregolamentazione quindi di darsi regolamenti autonomi e insieme di darsi però capacità di intervento
Credo che in questo momento la Società italiana la vecchia un momento di ma una una possibilità di maggiore fisiologica azione specialmente nel campo delle istituzioni culturali la retta anzi la ISI
Faccio un esempio a questo proposito sempre per restare in tema di una esemplificazione che mira a un risultato politico
Il momento di maggiore del responsabilizzazione nella struttura formativa universitaria e quello didattico oggi non esistono organi che rispondano del prodotto finito
Le riforme degli ordinamenti didattici sono la so
Uno curricula
La riforma del da la gestione del attività didattica complessiva è e la somma delle esigenze che ciascun componente degli organi di autogoverno manifesta
Che il laureato abbia quella formazione rispetto a un'altra complessivamente intesa non come somma di singoli piccole formazioni questo non è imputabile a nessun porca
Sino in una rete ma per ottenere questo è chiaro che occorre maggiore autonomia didattica e quindi anche una maggiore specializzazione dei tipi di insegnamento tasse assenti
Un problema di maggiore autonomia delle sedi anche in campo didattico oggi sta diventando indispensabile non per annullare gli elementi generali
E tipicamente continentali ed europei ed italiani del valore del titolo di studio ma per rendere una vitale una dinamica all'interno delle stesse sedi questo del resto l'assunto costituzionale
Questo è un rischio che io credo che si debba correre
Ammettendo però una maggiore responsabilità partendo anzi da una maggiore responsabilizzazione il rapporto fra utente e studenti
E produttore di didattica di insegnamento corro come il corpo docente oggi
Può essere elevato di tono solo attraverso la responsabilizzazione di questi organi che invece in questo momento non rispondo
Non ne risponde la struttura burocratico centrale non mi rispondono gli organi cauto com'era ed è un continuo rimbalzarsi
Di responsabilità altrettanto un altro problema sul quale molto si discute su cui si appuntano le forze conservatrici contro la spesa pubblica per la rete per la ricerca e punto quello della del controllo di qualità delle spese della ricerca voi sapete che oggi il ministero del Tesoro la le forze conservatrici dicono che in Italia si spende troppo per la ricerca mentre tutti i dati tutte le risultanze più seriamente avanzate sostengono assolutamente il contrario c'è però un punto che è quello della responsabilizzazione le spese della ricerca e questo punto oggi non si è trovato il modo di farlo emergere proprio perché esse sono ancora prevalentemente sottoposte
Allora controllo di legalità o a controlli formali e non invece ad una responsabilizzazione dei costruttori dei programmi di ricerca
Credo quindi che i problemi abbiamo eccolo di superare gli elementi di licenza e di privilegio che oggi esistono coperti dalla eccesso di statuali esazione di lucro di burocratizzazione è l'unica strada la strada maestra in quell'almeno per quanto riguarda il mondo della ricerca resta dell'autonomia
Ora questo non significa affatto
E qui sta l'errore grave
Connettere questo con una radicale distinzione
Dell'approvvigionamento finanziario attraverso le tasse le contribuzioni studentesche io non credo affatto un'automaticità fra questi due aspetti sono del parere che vadano nettamente distinti perché non è detto che la la l'accentuazione di autonomizzazione debba inevitabilmente essere fondato sul fatto che a Milano si pagano determinate né tasse a Camerino se ne parlino alti io mi sembra addirittura che questo sia un obiettivo che ci posso anche rapidamente
Togliere da di di torno per affermare è una certa omogeneità con alcune possibile leggere
Piccoli sensazioni che oggi già esistono e che si possono e si realizzano con l'ordinamento attuale che mi sembra io credo da questo punto di vista un è un problema che noi possiamo liquidare con molta energia molta determinazione e tuttavia considerandolo forse no il problema centrale perché dico questo
Perché io ho l'impressione che se non ci agganciamo a questo si crea nel Paesi un sospetto verso il processo di autonomia delle università istruzione eccetera
Credo che invece noi non dobbiamo alimentare
Proprio perché sono convinto che solo le forze di sinistra che devono sollevare oggi come primo punto il problema dell'autonomia della responsabilizzazione università perché questo si attende il mondo della ricerca oggi dalle forze di progresso
E questo è sempre stato una nostra battaglia e ancor di più oggi deve essere prima di tutto una nostra battaglia
Però se lei ha fatto ad altri ne a se stessa e ad altre forze ma dobbiamo sollevarla con molta Energia e parla come il primo dei nostri problemi ma è sulla difensiva per la proposta altrui ma come un punto ineliminabile che tra l'altro avendo valore di attuazione costituzionale non può essere fatta una sola forza politica perché detta le regole fondamentali del gioco nel campo della ricerca dell'insegnamento e quindi deve essere sicuramente il frutto di un converge di Fortis le più diverse
Però questo non significa soltanto autodeterminazione normativa
Perché come non abbiamo imparato facendo gli amministratori comunali e regionali e alimentando amministrando il il grande mondo della sinistra che cosa gli Enti locali nel campo del governo sappiamo che c'è autonomia anche ordinamentale solo se c'è autonomia finanziaria perché altrimenti noi possiamo scrivere una serie di norme di delega il trasferimento di competenze poi se simili se si resta andare a bussare alle porte del ministero tutto questo non ha più nessuna rilevanza pratica i Comuni lo hanno sperimentato e le regioni l'hanno sperimentato questo
Quindi occorre trovare delle forme che assicurino è i trasferimenti statali
In modo tale da non conta non che non vengono condizionate le istruzioni periferica istruzione autonome alle scelte arbitrarie di politica dei trasferimenti da parte degli organi burocratico centrali e per altro verso però anche altre forme di finanziamento ecco interviene discorso del rapporto col privato
Ora io sono convinto che
Anche su questo terreno noi dobbiamo giocare la nostra Carta che è quella
Che tra l'altro e nei è nel trend reale delle cose oggi cioè che si sta già verificando perché e molto e molto intensificata rispetto anche a cinque sei anni fa il rapporto che l'istruzione scientifica con la la richiesta con con il finanziamento di strutture private
Il problema qui è proprio un problema di potere brutto
Di capacità cioè di cioè del luogo in cui risiede la capacità di Indirizzo
E quindi delle condizioni attraverso le quali si determina questo
Lasciando come premessa sulla quale non ci deve essere dubbio che il grosso del finanziamento resta e deve restare pubblico
A conclusione fra pochi secondi lo il perché ma mi pare ovvio dico il come anzi perché mi pare ovvio il perché se il grosso del finanziamento il grosso la parte consistente deve restare e resterà parate perché non ci sono altre soluzioni resterà pubblica
Il rapporto con anche con i possibili finanziamenti privati
Deve essere fortemente istituzionalizzato e anche qui con una netta responsabilizzazione degli organi
Che realizzano questo rapporto perché solo in questo modo responsabilizzato lì
E non coprendo di burocraticamente noi avremo la possibilità che sia sempre il mondo pubblico a dettare l'indirizzo anche di questi rapporti
Mi pare però di dire in questo una cosa osti
L'ultima considerazione è la seguente
Ci sono dei rischi in questa politica o dobbiamo sapere
Perché un'accentuazione delle Autonomie
E quando dico le Autonomie intendo quello che dice la Costituzione le Autonomie disse con un temperamento attraverso momenti di autonomia nazionale della istituzioni vestita in quanto tale qui ci vuole un equilibrio per dirla in parole più banale fra sedi e Kuhn ma o altre forme
Oppure fra istituti di ricerca e complesso della politica generale insieme
Trovato l'equilibrio fra queste due fra questi due momenti e mi rendo conto che è difficile questo fa concretamente visto e tuttavia programmaticamente enunciato il problema che resta e quello dei di alcuni rischi che sono i tre tipo io credo intanto il rischio se le l'autonomizzazione
E che spinge verso soluzioni molto particolaristiche di un eccesso di localismo
Secondo un rischio di sacrificio delle ore delle aree deboli sia come sei di che come discipline Presi gli studi diciamo così umanistici sicuramente pagherei o anche certi studi anche tutta la ricerca pura rischierebbe di per pagare un prezzo altissimo nei confronti della contaminazione socia della ricerca della ricerca applicata e così via o di quella diretta nei settori che tirano di più e terzo
Il rischio di un accesso di economicismo anche qui nell'impostazione generale racconta complessiva della politica di ricerca e anche di insegnamento
Però e qui che io credo che dobbiamo trovare la risposta nostrana quella di detti
Che affida all'intervento pubblico generale e locale
Una funzione costante di riequilibrio
E di controllo io insisterei più sul controllo che non sul Indirizzo preventivo
La differenza che lo stiamo scoprendo oggi in questo campo per tutte le istituzioni pubbliche lo so sono su quelle culturali e che è una politica paternalistica centralistica
Premette l'Indirizzo minuto specifico
E poi non controlla di fatto se non legali Istica me
Mentre l'abbiamo bisogno di lasciare il più fisiologia nel momento in cui si a si cammina sì bravo fra però con un costante controllo di fatto sostanziale
Da democratico e politico in genere anche vedete l'indirizzo generale che riequilibri poi oltre a controllare
Per esempio è chiaro che una gran parte delle risorse generali statali pubbliche nazionali devono andare a quelle discipline che risulterebbero più povere questo o a quelle sedi che si troverebbe in difficoltà o a quelle aree studentesche che avrebbero bisogno di un intervento di questa natura
Io trovo che in questo senso il pubblico nel dare l'indirizzo generale e poi nel subentrare costantemente attraverso il riequilibrio può assolvere una funzione molto più pregnante di quella che è oggi
E apparentemente adesso destinata con il l'accentramento burocratico e ecco il conseguentemente però poi lascia quei margini di licenze di cui parla con la fine l'aspetto che però io politicamente sempre più forte è quello a cui ho già accennato
Credo che in questa fase la battaglia per l'autonomia debba essere da noi avanzata dalle forze di progresso
Con una coppa un atteggiamento di attacco con un atteggiamento propositivo che provoca su questo uno schieramento e che come tale appunto riesce ad interpretare
Con molta determinazione quello che oggi è la richiesta fondamentale che viene al mondo della ricerca e dell'università che è appunto quella di non perdere in questo momento l'occasione per un l'attuazione di una legge costituzionale
Grazie a Luigi Berlinguer adesso Mario Tronti svolge azione sia cattolicità
Io sono un po'in imbarazzo
Esprimere poi ho circa di questo di questo discorso perché
Così riflettendo sul tema un tema non nuovo ma sempre complicato da da assumere
Quelli sono venute fuori soltanto ricostruzioni diciamo tutte politiche del problema dove
Appunto ma allora
La politica culturale è esistita si colloca molto sullo sfondo quindi bisognerà poi fare uno sforzo venti di collegamento tra questo discorso diciamo molto molto generale e i contributi invece più particolari anche più specifici che verranno e già in parte sono stati dati tema qual è il tema io l'ho letto in questo modo
E
Come il ciclo politico moderato e questo ritorno neo conservatore
Sono passati dentro la DC dentro il mondo cattolico cioè come sono stati vissuti dentro questo compresso politico per il sociale sia
E se è vero e questione democristiana in questione cattolica se non sono tutto il caso italiano ne sono sicuramente una parte rilevante
Allora il problema si pone anche in questo modo cioè il caso italiano dentro questa fase mondiale perché senza dubbio una fase le dimensioni mondiali di politiche conservatrici oggi ritorno di politiche conservatrici ora qui c'è un primo dato un dato di politicanti diciamo così
Empirica rendeva
Ecco la la DC la Democrazia Cristiana non si è trovata a gestire direttamente egli questa fase a livello per esempio di direzione del governo
Stranamente paradossalmente qui da noi ciclo politico punto cosiddetto conservatore
Ha coinciso con una serie di di presidenza del Governo laico socialiste
L'anomalia a raggiungere suo punto culminante proprio lì nell'ottantatré quando c'è a mio parere anche un po'il culmine di questo arco di politiche conservatrici si può dire che da quel momento comincia anche una
Ventisei in una discesa
Proprio nell'ottantatré quando appunto questo ultimi viene delle politiche conservatrici a livello internazionale a questa sì
Sì
Presenza qui da noi con una direzione una presidenza socialista
Perché i governi
Ora noi sappiamo che circolava attesi che
Questo in fondo a via qui da noi limitato i danni
Possibili di questo ciclo di questa fase e così
Questa tesi si scontra con un'altra
Lasciamo decidere sensibilità di ognuno poi quale quella preferibile
Caratteristiche per esempio dentro la Democrazia cristiana è stata
Sostenuta
Però personaggio come Forlani
Decreto del governo a presidenza socialista come
La migliore forma di governo democristiano possibile questi a
Questo è un particolare in fondo della verrà dalla questione che ci sta
Innanzi
I caratteri della fase di carattere della fase sono stati già acquisiti in parte
Riassunti espressive approfonditi
Sia da Chiarante che da Ottolenghi
Ecco io
La vedo così
C'è stato cioè di una domanda che mi pongo se c'è stato un vero mutamento di politiche in questa fase neo conservatrice rispetto all'immediato precedente storico oppure si è trattato di un'offensiva soprattutto Iddio
E cioè lo Stato sociale è stato intaccato nella sua qualità politica e nella sua forma
Istituzionale
O è stata semplicemente corretta e corretta da destra una sua immagine anzi la sua mai
Ivo propenderei per questa seconda restò
Dicendo che ci siamo trovati gli di fronte ad un attacco
Che pur partito con ambizioni più di fondo di appunto di offensiva
Sociali istituzionale si è poi ridotto in fondo ad un attacco fondamentalmente ideologico
Con un risultato appunto di mutamento di di immagine proprio per una per la forma era stata contemporanea
Voglio dire cioè che non è stato messo in questione lo stato sociale ma la sua gestione
è stato messo in questione e cioè il Governo politico
Dello Stato sociale
Si è voluto dimostrare e alla fine si è riusciti a dimostrare che il compromesso di classi fra faceva riferimento a questo anche Chiarante
Il compromesso di classe
Che aveva avuto una sua nascita negli anni Trenta ma una sua rinascita che negli anni Sessanta nei primi anni Sessanta quello che noi definivamo come il blocco democratico progressista
Alleato afgano appetiti capitalismo avanzato
E ingloba ante e movimento operaio se partiti politici sindacati imponente del movimento operaio della sinistra questo
Blocco diciamo progressista
E così voleva dimostrare che come forza di governo questo blocco era finito aveva esaurito il suo compito
Perché perché questo aveva provocato proprio negli anni sessanta settanta dopo la rinascita
E questo blocco nei primi anni Sessanta
Aveva provocato una spinta democratica o cessi eccessiva che andava contenuta e rigetta tra infine di qui la necessità appunto di un passaggio di mano delle leve di governo
Così è stato infatti prima di tutto in Inghilterra non dimentichiamo che quello è stato il punto iniziale di questo processo poi negli Stati Uniti quindi in Europa in Germania in Francia così è stato
E questo è un punto di discussione ma
Io di questo sono convinto così è stato anche in Italia
E in questo senso su questo punto in una certa misura l'anomalia italiana è stata ricomposta
Nel senso che è appunto questo mutamento questo passaggio di mano in fondo c'è stato a
Qui anche se qui aveva un fondo una continuità maggiore rispetto al passato non aveva non ha Prot provocato in fondo
Passaggi
Sale distratti e così
E cioè lo stato sociale che portava dentro in fondo una spinta di sinistra
Si dimostra che può cominciare a portare una spinta di Tex
E
In Italia perché lo rileviamo anche qui con una notazione che empire incassi negli anni settanta fondo
La la la grotta intorno al governo dello stato sociale in fondo aveva prodotto
Una cosa ignobile Matica come lo Statuto dei lavoratori
Negli anni ottanta produce deve produrre un punto un'altra cosa altrettanto emblematica dall'evolversi nel versante opposto che è appunto l'attacco ai punti di scala
I partiti del movimento operaio e sindacati le sinistre in genere i lavoratori
Vengono appunto spinti sulla difende
Questo è il processo meno a me pare di vedere in questo modo una lettura politica possibile del processo naturalmente favorita da elementi oggettivi punti di debolezza ad esempio emersi nella forma dello Stato sociali soprattutto sul versante dell'intervento pubblico sull'economia e nella società
Per gli effetti perversi che poi questo aveva provocato nell'urna nel rendimento economico anche sistema e anche per aver prodotto in fondo un certo tipo di rendita politica
Progressiste che si era tenuta accumula dentro appunto quel tipo di stato sociale tira
Degli anni precedenti da
Da tre forse questo naturalmente stiamo parlando di un livello soprattutto internazionale
Ecco di qui l'esigenza di un mutamento digestione di una riforma del governo
Che non si presenta però forse non ha la forza di presentarsi come il riforma dell'istituzione governo come pura all'inizio imposta giustamente sia richiamato l'iniziativa della trilaterale
Ecco non riforma dell'istituzione governo ma cambiamento delle pratiche governati
Cambiamento dei contenuti e dei sistemi di dico
Per questo poi l'offensiva conservatrice assunto caratteri innovazione e in alcuni casi anche di modernizzazione
E incontrando poi per questa via
Non solo appunto una la dimostrazione di una diversa capacità decisionale ma a mio parere anche consente s'
Anche un consenso Espresso a livello elettorale e la tendenziale composizione più il blocco sociale e moderato articolato compresso diffuso
Ecco pervenire al tema insomma la DC a mio parere
Acconto a un certo punto questo mutamento di fax
Ha colto questo mutamento di Stasi ha preteso in fondo di
Dirige Rob di proporsi come in fondo è più logico
Rappresentante
E l'emergere di De Mita soprattutto della sua prima stagione strategica proprio dentro questa
Questo passaggio
A questo segno
La cosa poi non sappiamo non ha funzionato
Non ha funzionato
Perché il nuovo consenso non era ancora pronto l'abbiamo visto appunto nelle elezioni
Dell'ottantatré quando questa linea viene
Porcia a livello elettorale
Di qui poi gli aggiustamenti le correzioni delle
Le ambiguità
Ma questa collocazione di campo questo è il punto questa convocazione di campo questa scelta di fondo non viene smentito sta nel fatto che il personaggio comico invita poi resiste a una grossa sconfitta elettorale una delle più grosse graticci
Anche questo appunto nella storia questo Paese e che poi si riprende risale acquista anche un'egemonia
Nel partito
Ebbe vuol dire che quella linea arriva in fondo
Alcune ragioni
Ora qual è questa
Punto non non non voglio più che riferirmi alle relazioni congressuale indennizzando riferisco all'anno
Alla all'intervista che l'unità
A lei qui riprende un po'questi temi in modo più sciolto crediti quanto non avvenga in una relazione
E come dice esplicitamente poco di loro
Di cui ragionavo prima
Noi dice abbiamo commesso degli errori di gestione
Soprattutto nella realizzazione dello Stato sociale addirittura in contrasto con la cultura propria dei cattolici democratici
Elenca alcune di questi errori fatto che in essi sia privilegiata
Più la dignità del lavoro dipendente al lavoratore dipendente che la posizione occupata il salario come vanno variabile indipendente il diritto al posto di lavoro dove eccome e i servizi sociali che sono stati garantiti attraverso una concezione soprattutto burocratica e appunto una serie di difficoltà
E fa un'affermazione di questo genere gelati chi sta al di fuori della contrapposizione che c'è oggi nel mondo tra coloro che pensano che queste difficoltà vadano superate non tutelando sui bisogni della gente
E questa è appunto una posizione diciamo pura conservatrice e coloro che volendo conservare gli spazi di socialità si illudono di conservarli commesso no
E questo appunto è una critica diciamo alle forze di più progressiste tra gli uni e gli altri cioè la nostra proposta che fa rifermento alla nostra più originaria cultura che ha assunto sempre come valore da garantire quello della comunità
Senza la pretesa di unificare dal Martuccio econdo moderno uguale per ogni situazione gli interessi dei città
E va incontro alle obiezioni che gli farmeli ma allora che cosa differenzia questa posizione dai partiti socialdemocratici moderni la concordi dedica che appunto
C'è una certa convergenza tra i partiti socialdemocratici e la democrazia
Stia
Quindi
Dovremmo evitare di vedere in quelle posizioni delle scelte diciamo ne ho privatistica un neo liberiste in senso
Se con in senso futuro come abbiamo visto la questione e più articolata S appunto non fosse così sarebbe più semplici anche batterla
E
Un certo punto è sembrato anche emergere su questo punto anzi un'opzione strategica seria più seria
Cioè il passaggio neoliberista serviva sarebbe servito anche a rompere il messo dell'economia pubblica il potere democristiano messo perverso di economia pubblica industria e finanza pubblica con il potere democristiano pre deliberato il partito di circa l'occupazione di potere
Per dargli anche una diversa anche più ampia libertà di movimento nella raccolta del consenso facendone appunto la rappresentanza di una maggioranza moderata presente
Nel Paese reale di chi poi il discorso di mi chiamo tipico che ogni tanto ricompare non è scomparsa ormai del tutto il discorso appunto delle regole anche istituzionali per alternati
Ecco questa strategia anch'essa in fondo come la prima strategia di Liliana non ha funzionato
Ma
Non ha funzionato per due ragioni detti fondo perché non era realisticamente possibile forse non è realisticamente possibile per i motivi appunto che ogni posizione di potere disoccupato poi veniva occupato viene occupato dall'alleato
Concorrente
Anzi si aspetta che venga disoccupato c'è un'iniziativa che intende disoccupato spossessato Sicilia e in secondo luogo per questo perché questo in fondo
Resa Navas il partito di Shirin Traverso tutta matematica della moralizzazione eccetera no tagliava con le sue pratici i popolare c'è infatti ormai questo intreccio
Veramente oggettivo e forse non più inestricabile tra Partito popolare e strutture clientelari del consenso che poi fanno natura storica stessa
Ecco perché non si vada terza via di identità cioè quella sintesi che lui esprime di comunità enti cittadinanza insieme di solidarismo cristiano e di individualismo e privatissima efficientissima nello stesso ceppo e viene a patti invece la difficoltà per anticipi di oggi che tutta
Non può ancora diventare il nuovo partito grande conservatore che gestisce il Governo e conquista consenso attraverso le regole riscritte
E d'altra parte non può più essere il partito di pura e semplice occupazioni
Del porti questo è il motivo per cui era questione democristiana subisce io parecchie oggi una fase che chiamerei il basso profilo
Credo invece che anche per questo riprenda forza era gli acquisti di qualità
La questione cattolica rispetto a questo il problema c'è stato sempre questo
Rapporto noi in storicamente qui da noi quando alla vigilia il centro della scena il mondo cattolico scompare e si nasconde viceversa no viene avanti felice quando appunto
Dico parlo di delle autonomie reciproci compare momenti
Crisi anche nella presenza democristiana ritorna la presenza cattolica nella società cioè ogni volta poi questo su un altro versante ogni volta che ritorna una questione sociale
Il passaggio dello stato sociale
E la crisi di questo assetto istituzionale a mio parere no ripropone
La vecchia distinzione di Stati e società civile come oggi a mio parere molto banalmente insomma sì sì si cerca di vedere fa parte anche il servizio e quindi fa
Stato e società civile sono ormai inestricabilmente intrecciate quello che il ripropone invece il passaggio dello stato sociale anche il suo la sua crisi è invece una differenziazione nuova di politico e di sociale
Dove nel politico cioè tutto il complesso dei livelli istituzionali c'è il governo cioè il parlamento però ci sono anche i partiti ormai come livello istituzionale forte
E nel sociale invece c'è soprattutto la dimensione Como inciampa emergerà la dimensione della cittadinanza associata in un gioco che era il reciproca rivendicazione di autonomia che bisogna saper riconoscere per ottantuno
E dall'altra parte iniziativa cattolica è molto diffusa
A livelli a livello appunto di presenza sociale basta pensare alle ACLI all'Azione cattolica una dimostrazione c'è stata anche nelle posizioni crescenti
Del congresso della Fuci in in una un bravo prete in un'esperienza sedi federativi dicessimo
Nell'area il loro ritorno appunto della presenza delle parrocchie a mio parere soprattutto nelle grandi città
Tutto nelle grandi città punto di in qualche misura di di riaggregazione noto che l'istanza solidaristiche più forte là dove è più difficile l'aggregazione sociale
E quindi non a caso si ripropone fin nelle a nell'ambiente
Nel metropolitana una funzione di queste strutture di base che non sono ridotte appunto a a a portavoce dell'istituzione Chiesa ma sono scelte quattro elementi di proprio di autonomia
Presenza
Sociale
E si tratta di una chi pratica ecco questo io su
In questo ambito DTT presente
Direi che si tratta di una pratica di una cultura a mio parere di opposizione al neoliberismo
Conservare
Quest'ultima a mio parere questa è una tesi forse difficile da da assumere no non non non vorrei venisse politicamente equivocata mai un e veramente a mio parere in una realistica assunzione di un fatto cioè quest'ultima questa questa
Questa
Questo iniziative questo pensiero
Liederistico conservatore è più facile che assuma un segno politico la
E qui da noi in Italia è più facile che assuma un segno anche laico sociali
Semmai esiste insisterà
Un'area mai socialista
Queste destinata ad assumere un orizzonte non libertari una corrente torna
Certo martellista
Manderà
E quindi in questo senso anche
Minoritaria nel mondo nuovo che accusa
Perché perché in questo Paese questa è un'altra
Nostra positiva particolarità c'è un comportamento di maggioranza
Diffuso ostile anche popolare ospiti alle ideologie neo confessa
E poi questa è l'ultima considerazione che faccio però qui rimuovere incompiuto cautela
Forse è a mia conoscenza e anche il minore su questo ter Reno più forse va corretta rentrée altri tipi di conoscere
Ma vorrei dire che lo stesso atteggiamento della Chiesa oggi mamma formato diciamo così del
Il Papa Coppola
Ecco mi chiedo quanto è in sintonia e quanto è in contraddizione con tutto lo svolgimento del ciclo politico moderato questo immane
Una questione
Punto problemi
A mio parere non bisogna confondere tradizionalismo e conservatori
La stessa dimensione dei del dell'il problema è che lì vengono assunti la relativa assenza dalle cose italiane
Distanza dalla posizione della stessa chiesa dalle spinte ideologiche neoliberista
Tutte queste concentriche o meglio per richiamare così accentra vita occidentale
Prendo per dimostrare questo prende il punto più lontana chissà no viene sempre fare così punto più lontano
Dal nuovo intervento alle dalla dimensione appunto il pensiero nostro sono nostro democratiche e progressiste eccetera
L'esposizione appunto del cardinale
Ratzinger
E quale
Viene a Fanti dicendo cose di questo genere in un mondo come l'Occidente dove il denaro è ricchezza sopra una misura di tutto
Dove il modello del mercato liberista impone le sue leggi nella Calabria di ogni aspetto della vita
L'etica cattolica autentica appare ormai da molti come un corpo estraneo morto una sorta di milioni si che contrasta non solo con le concorrenti abitudini di vita ma anche con lo stemma base del pensiero
E
Una cosa la mentalità ormai dominante aggredisce alle fondamenta stesse la morale della Chiesa che siano resta fedele a se stessa rischia di apparire come un anacronistico fastidioso orchestra
Così per tentare di essere ancora credibili i teologi morali dell'Occidente finiscono col trovarsi davanti ad un'alternativa
Di questo tipo sembrarono di dover scegliere tra i dissenso con la società attuale e il dissenso con il magistero
Ecco dunque la pesante alternativa o la Chiesa trova un impegno un compromesso con i valori accettati dalla società la quale vuole continuare a servire oppure decide di restare fedele ai suoi valori propri e allora si trova spiazzata rispetto alla società States e quindi tipo questo soci richiama Anna
Più che altro una complessità ecco sul questo quanto richiamano complessità maggiore del problema semmai troverete le differenziazioni
Nel braccio di charme moderna l'alloggio sociale tagliati in questo tipo di trazione della Chiesa oggi se non sia il movimento popolare sia comunione di votazione
E tengono insieme invece ideologie comunitari e suggestioni politiche e conservata
Io intravedo un asse possibile proprio tra cattolicesimo integralista da una parte e laicismo liberista rifatti sta dalla
Contro il solidarismo sociale proprio di un certo cattolicesimo democratico di una tradizione antifascismo democratico ancora forte qui da noi si creano come vedete intrecci difficili da sciogliere come del resto si creano all'interno stesso della Democrazia Cristiana si creano contraddizioni anche tra politiche economiche politiche sociali
Fa pluralismo e privatissimo
Tra comportamenti politici e presenza del sociale in conclusione dire così schematizzando un po'il senso del disco
La DC degli anni ottanta assunto alcune pratiche di governo neoliberista senza assumere improprio l'offensiva ideologica conservata
La chiesa si pone su un altro terreno di iniziativa
Tradizionalista nel vecchio mondo ma con aspetti di contestazioni in tutto il resto del
Non solo il terzo mondo ma anche per esempio negli Stati Uniti commenta
Quanto riguarda Raki
Il mondo cattolico di base diviso diviso proprio sul significato del solidarismo oggi tra una interpretazione Pat integralismo della figlia e un'altra fatta di nuova azione popolare ecco sono un po'questi termini del problema che io ho cercato di assumere nella maggiore
Oggettività possibile che neanche soprattutto sottolineando la complicatezza qualche volta anche di Mestre capita di alcuni investimenti in
Conto che volentieri nuovo attenta ha molta influenza d'altro canto se vogliamo portare a termine il nostro programma non potevano fare diversamente vorrei ora pregare Gianni Bargnani svolge la sua relazione che riguarda l'industria culturale l'intervento pubblico
Con la relazione di ribadire concludiamo questa seduta rappresentano
Ma nel mio intervento sarà affrontato un tema un po'diverso da quelli che abbiamo sentito fino adesso e cioè il rapporto tra pubblico e privato
Nel mondo dello spettacolo
Diverso soltanto in apparenza perché come vedremo molte cose
Analizzate fin qui ritorneranno anche in questa relazione ecco io vorrei cominciare domandandomi subito in maniera un po'radicale se ha ancora senso la distinzione tra pubblico e privato nello spettacolo quando parliamo dello spettacolo
Sarà infatti un paradosso ma almeno in Italia il settore privato
è largamente finanziato con i soldi della collettività
Mentre il settore pubblico e sempre meno ispirato se vogliamo usare proprio le parole della nostra Costituzione affini di utilità sociale possiamo fare degli esempi
Tra fondi di intervento minimi garantiti ristorni
Per non dire delle compartecipazioni RAI sempre più necessarie per fare quadrare i bilanci
Il film italiani anche quelli per definizione privati i produttori privati sono in realtà finanziati per un buon cinquanta per cento dallo Stato
Nel teatro poi parlo sempre di quello che viene etichettato come privato
La percentuale sale sensibilmente e non di rado raggiunge il cento per cento delle spezie
Per converso il settore pubblico finanziato cioè in toto dalla collettività
Tende sempre di più ad assomigliare a quello privato
In base alla presunzione che altrimenti rischierebbe di non essere più competitivo
Insomma siamo di fronte al classico serpente che si morde la coda
La situazione se vogliamo è ancora più paradossale
Se si pensa che in questi anni nel nostro Paese
Non si è fatto altro che invocare anche per le imprese dello spettacolo minori lacci e lacciuoli ripetendo lo slogan meno Stato più mercato
Con il risultato di accentuare la privatizzazione di un settore che fa ampiamente ricorso come dicevo all'intervento statale
E che ciò avvenga e cioè questo settore faccia ricorso ampiamente all'intervento statale non dovrebbe in realtà stupire
Non c'è bisogno di farsi all'ormai classica ricerca i due studiosi americani boh molti bauli del mille novecentosessantasei
Per sapere come loro scrissero che le difficoltà economiche in cui si dibattono le arti dello spettacolo non sono temporanee ma croniche
Che lo scarto tra costi e ricavi tende cioè accrescere vi hanno in hanno infatti in una società industriale l'aumento dell'inflazione la crescita delle retribuzioni
Possono essere bilanciati
Da un costante incremento della produttività
Il problema però
è che le arti dello spettacolo si collocano in un ambito in cui mentre crescono i costi delle materie prime e dei servizi ed è necessario mantenere un livello di retribuzioni paragonabile a quello di altre professioni non è però possibile ricorrere a nessun tipo di procedimento industriale
In grado di aumentare efficacemente la produzione per ammortizzare l'aumento dei costi
In parole povere come sempre i due studiosi americani già più di vent'anni fa mettevano in evidenza
La radice profonda delle difficoltà e con
Cosa che possano sanare se ci si ripromette di di farlo mantenendo costanti livello
Della produzione senza alterare le condizioni di lavoro è una continua iniezione di finanziamenti pubblici
Ma appunto il paradosso a cui assistiamo qui in Italia nel nostro Paese e quello di uno Stato che si svela economicamente senza alcun tornaconto apprezzabile
Il teatro sia pubblico che privato
Lo sappiamo e sempre meno votato all'invenzione e alla ricerca
E le personalità più interessanti
Comprese quelle dell'ultima generazione incontrano mille ostacoli per realizzare invece un Progetto o per poter utilizzare persino uno spazio
Il cinema pubblico che pure svolge un ruolo essenziale nella valorizzazione del cinema d'autore
Altrimenti destinato ad essere quasi spazzato via
Stenta a decollare ancora oggi mancando gli pilastri su cui far poggiare la propria iniziativa in particolare una coerente e moderna politica della distribuzione e dell'esercizio
Penso per intenderci non solo alle sale anche al mercato delle videocassette nonché di valorizzazione del proprio patrimonio anche qui un esempio
Pensiamo tutte quello che si potrebbe fare con lo straordinario archivio foto cinematografico dell'Istituto Luce che si potrebbe fare ma che non si fa
E non parliamo della televisione di Stato
Ormai è impegnata in una lotta accanita con le private che ha però perfetto come metteva in rilievo
Di recente il compagno Veltroni sull'Unità quello di produrre una sempre più esasperata concorrenzialità verso il basso
Una banalizzazione dell'Offerta un congelamento delle capacità produttive
Su tutto ecco un altro punto di contatto con le analisi fatte sinora
Ha imperato impedirà la logica della deregulation
No no oggi Ca'però che se è senz'altro utile al Cavalier Berlusconi non si capisce davvero quale beneficio fosse ricade alla collettività
I risultati della mancanza di leggi e di politiche sono sotto gli occhi di tutti basti un dato l'esportazione dei nostri film all'estero si è ridotta della metà
Mentre sul nostro stesso mercato i film nazionali tornano a guadagnare molto meno di quelli americani
Per non dire che i rapporti tra cinema e televisione questo lo sanno ormai anche i bambini sono sempre più nel caos e che anche per questo le nostre televisioni pubbliche e private
Sono sempre di più un semplice canale di trasmissione di prodotti stranieri
è però necessario aggiungere che talvolta sono migliori le vecchie leggi e comunque è meglio tenersi le vecchie leggi di quelle partorite o anche solo abbozzate
Dal nostro ministero del Turismo e dello spettacolo anche qui vorrei fare un esempio
Ma visto che si parlava di cinema la bozza di riforma della cinematografia fatta circolare qualche tempo fa dal Ministero
E per fortuna prontamente ritirata
Prevedeva ad esempio la soppressione della nazionalità italiana dei prodotti e conseguentemente della programmazione obbligatoria
Che pur non sempre rispettata si è rivelata oltremodo utile soprattutto nei periodi di crisi del cinema Italia
Era una scelta ispirata ad una logica perversa quella stesse imposte in Inghilterra dal partito conservatore e che ha procurato tanti danni al cinematografia britannica
Introduceva poi quella bozza l'abolizione dell'imposta sugli spettacoli cinematografici in pratica ordino un tassare la trasmissione di film sul piccolo schermo si finiva col non tassare anche la proiezione dei film nelle sale era in questo caso un regalo a Berlusconi è un contentino agli esercenti
Ma soprattutto un modo di liberare la produzione americana
E com'è noto giunge in Italia avendo già ammortizzato i costi in parte il resto del mondo dagli obblighi erariali per consentirle di realizzare affari d'Oro in un momento per giunta lei assai favorevole
Così anche i rapporti tra cinema e televisione di cui adesso parlavo non sarebbero mai più usciti dal caos
Tanto è vero che l'unica provvidenza riguardo era una sorta di incentivo economico a favore di quelle emittenti televisive che avessero trasmesso film senza interruzioni pubblicitarie un incentivo e quindi un premio
Peraltro correlato i proventi pubblicitarie medi dell'emittente
Quindi lo Stato anche per questa via si apprestava a fare mutamenti un regalo alle televisioni private senza neppure chiedere loro di investire nella produzione del film di telefilm cosa ancora più clamorosa e scusate se insisto questo con questo esempio ma mi sembra molto significativo la bozza si rifiutava di stabilire una regola unica in materia di interruzioni pubblicitarie
Tutto veniva rimandato al caso per caso
A seconda dei termini contrattuali sottoscritti dall'autore o dagli autori del film
In pratica si fingeva di dimenticare che registi e sceneggiatori sono evidentemente ricattabili per poter optare liberamente a favore di una soluzione o dell'altra
E che oltretutto il problema delle interruzioni pubblicitarie non si esaurisce nella relazione fra produttore regista perché l'integrità dell'opera risponde a un'esigenza di natura oggettiva che investe il pubblico e la civiltà dello spettacolo nel suo insieme altro paradosso
Quegli stessi partitiche non smettono mai di parlare di managerialità efficienza imprenditorialità e che sono disposti a firmare più di una cambiale in bianco ai privati
Quando si tratta di parlare o di gestire la cosa pur di parlare della di gestire la cosa pubblica riscoprono immediatamente la loro vocazione più naturale quella clientelare e parassitaria
Gli enti culturali pubblici lo sappiamo sono ormai dei pozzi senza fondo
O delle istituzioni
Qualche volta meritorie impossibilitate però muoversi da tanti vincoli compresi quelli in cui compagno Chiarante affatto
Cenno del parastato del cosiddetto parastato sempre e comunque dei territori di conquista per i partiti di governo i quali vi esprimono i loro appetiti
E vi riciclano costantemente galoppini portaborse o nella migliore delle ipotesi funzionari caduti in disgrazia nei loro rispettivi partiti
Quanto successo di recente a Cinecittà e all'Istituto Luce e vita al noleggio è veramente emblematico
Alla nostra proposta di abolire i consigli di amministrazione di quelle società e di mettere alla testa delle società stesse degli amministratori unici
Proposta peraltro ragionevole razionale
E molto efficaci sul piano anche manageriale
Si è risposto da parte dei partiti di governo che l'idea puro buone era impraticabile per l'estrema difficoltà di Richie di riciclare altrove sono i termini usati un numero considerevole di consiglieri
Ed allora voi capite che anche le proposte più semplici più elementari che noi pur facciamo ormai da danesi almeno riguardo alle istituzioni culturali pubbliche
Rischiano sempre di apparire sconvolgenti rivoluzionari ricordo qualcuna perché noi insistiamo tenacemente testardamente a proporre ad esempio l'uscita dal parastato
Per quelle istituzioni dalla Biennale al Centro sperimentale di cinematografia che ne subiscono i vincoli uscita dal parastato che potrebbe essere realizzata facilmente non si capisce quali siano le vere insormontabili difficoltà e impediscono di prendere questa misura
Oppure l'abolizione dei consigli di amministrazione o almeno dei consigli di amministrazione così concepiti negli enti culturali pubblici
E quindi se non l'abolizione in toto almeno in subordine il loro drastico snellimento
Fino a un massimo di sette consiglieri non di più oggi vi sono e istituzioni culturali pubbliche addirittura con diciotto più di venti consiglieri
Ancora l'affidamento della gestione
Ha un direttore artistico per la parte artistica un amministratore delegato o un amministratore unico per la parte amministrativa
Pienamente unicamente responsabili delle decisioni anche per questo possibilmente revocabili
O ancora la nomina e i possibili reazione tramite autocandidature pubbliche sulla base di titoli e di programmi
Diversamente di da quello che avviene oggi e cioè la candidatura espressamente per iniziativa del partito o del istituzione rappresentative quindi sempre dei partiti
A ciò va aggiunto che i finanziamenti non dovrebbero più essere effettuati come oggi avviene soprattutto nelle istituzioni culturali pubbliche dello spettacolo dal vivo del cosiddetto spettacolo dal vivo a piè di lista
Vi perpetuando il sistema del pozzo senza fondo ma dovrebbero essere certo solleciti e programmati con largo anticipo
Quindi non tali da servire ogni volta pagare soltanto il debito alle banche
Ma anche non tali da eccedere il quantum precedentemente stabilito altrimenti si deresponsabilizza costantemente la gestione pubblica
Delle istituzioni culturali
E che dunque comporterebbe anche una generale sburocratizzazione dell'intero sistema il superamento di ruoli e di gerarchia predeterminati una volta per tutte in modo assolutamente rigido
Basti pensare alle stesse classificazioni
Della legge ottocento sulla musica oppure delle varie circolari perché neanche esiste una legge in Italia per il teatro di prosa sul teatro di prosa e cioè la definizione di teatri stabili enti lirici teatri di tre di
Pone eccetera eccetera poi con le leggi anche qui partorite e per fortuna non arrivati in porto del ministero del Turismo e dello spettacolo Teatri d'Europa teatri nazionali c'è una congerie di strada anziché azioni e gerarchizzazioni che produrrebbero soltanto burocratizzazione clientelismo e favoritismi di carattere sempre politico
In conclusione dunque e coerentemente a quanto andiamo dicendo da tempo noi pensiamo che sia ora di affermare il principio non solo e non ti tutto della struttura pubblica ma dell'interesse pubblico che poi appunto quanto prescrive la nostra Costituzione
Insomma è accettabile che lo Stato finanzi i film
Non meno che per il cinquanta per cento ma senza intervenire minimamente sul cinema senza orientando in alcun modo è accettabile che finanzi a
Cento per cento si può dire il teatro pubblico e buona parte del teatro privato senza nulla pretendere che spenda cinquantatré mila lire in media biglietto contro le sette mila quattrocento pagate in e via su quello stesso biglietto dallo spettatore senza dettare nessuna condizione gli enti lirici
L'interesse pubblico noi diciamo deve tenere conto sia dei risultati culturali e sociali ali dell'attività sia dei suoi costi ossia del rapporto costi ricavi intendendo per ricavi nel caso della Q natura soprattutto io ricavi un reddito socioculturale un reddito oggi come oggi però assai Scar esso e per di più ad un costo economico altissimo
E perciò il caso di ipotizzare più che è un sistema mi visto come abbiamo visto inesistente nei fatti una politica che persegua che sappia perseguire l'interesse pubblico da Antonelli vello delle istituzioni pubbliche finanziate al cento per cento dello dallo Stato che a livello delle istituzioni private largamente finanziate anche se dallo Stato
E e o la nascita di istituzioni ad esempio privati quanto la forma giuridica ma capace anche se di perseguire l'interesse pubblico perché orientate dallo Stato e dall'Istituto Cioni rappresentative democratiche
Questa soluzione forse garantirebbe ancora di più l'autonomia degli operatori culturali la non lottizzazione delle care perché la limitazione dei costi l'eventuale avvicendamento dei soggetti convenzionati la circolazione delle idee è un'esperienza del resto questa che si è cominciato a realizzare ad esempio nel teatro di prosa dove vanno affermati così e noi siamo perché si estendano e si moltiplichino i rapporti di convenzione tre enti locali e compagnia o singoli artisti che hanno consentito ad esempio la creazione di teatri stabili privati
Di centri di teatro ragazzi di iniziative di ricerca e di sperimentazione che talvolta utilità sociale pubblica persino superiore a quella di istituzioni targata in pubbliche ripete ciò sono tutte ipotesi proposte forse non sempre giuste e certo però che solo attraverso tentativi solo attraverso ricerca anche Inca dopo politico e legislativo si potrà sperare di restituire vitalità a un sistema che abbiamo visto e così diverso da quello che si immagina generalmente te e di perseguire quelle finalità sociali ripeto a livello sia del pubblico che del privato che oggi sono tanto dal privato quanto dal pubblico proclamate Soltan
A parole
Borgna pregheremmo oggi intende prendere la parola domani di scriverti se possibile fin d'ora in modo da consentirci di organizzare meglio i lavori delle due sedute di domani vi proporremo iniziare la seduta anziché alle nove come è scritto nel programma le nove e trenta questa verve fissare un'ora più realistica ovviamente con impegno che siano poi le nove e trenta reali arrivederci ha domande