Intervista a Alessandro Politi sulla condanna a morte ed esecuzione di Saddam Hussein

Radio radicale continuiamo a parlare della situazione politica internazionale delle conseguenze della condanna a morte di Saddam Hussein ed una sua esecuzione lo facciamo con Alessandro politica analista strategico direttore dell'osservatorio strategico l'istituto Nomisma di Bologna con Politi vogliamo intanto affrontare la nodo diciamo che la situazione irachena dopo Saddam in molti hanno detto la sua esecuzione complicherà le cose nel Paese qualcuno per la verità pensa che in realtà questa cosa non influirà più di tanto lei che opinione ha Poletti
Se per complicare significa esacerbare gli animi di alcuni importanti gruppi sunniti sì
Ma queste sono le reazioni direi siccome richiede simbolica
Come dimostra poi il pellegrinaggio di adesso si è fatto al Mausoleo di Saddam cioè la se però invece parliamo del problema del tenuta dello Stato iracheno in quanto tale questo è solo un problema in più
Ma relativo l'unione dell'Iraq non dipende dalla ricordavamo di Saddam Hussein che dal momento soprattutto
E diventato fattore insignificante
Del Paese
Ma dipende dalla capacità sintesi politica di una serie di decisori nelle tre grandi comunità
Curda Scilipoti su Mitterrand
E devono capire se il Paese si può mantenere insieme
E e poi veramente hanno da guadagnare da una possibile spaccatura
Ecco lei dice capacità di sintesi quindi da per come dire Cina ci fa capire che la sua idea è quella che l'Iraq meglio che resti unito piuttosto che si divide in tre Stati federati come pure dice qualcuno
Ma
Io ho letto apertamente la Costituzione irachene così come adesso
Si legge il federalismo si iscrivesse cessione un federalismo che sappiano in ufficio per il Medioriente è una cosa che va completamente inventata e non si può diventare se non c'è un'equa distribuzione del Cencelli tanto petrolifero quanto politico
Con i dovuti tesi ovviamente ma se non c'è questa capacità di saper garantire a ogni gruppo importante apposta interessante nel futuro del Paese
Il Paese rischia non di essere ed era comma di essere disgregato
Finora non ho mai visto che i piccoli Stati nati dalla disgregazione di un Paese più grande abbiamo avuto tutti questi vantaggi in più
Hanno avuto vantaggi specifici si accontentano di quello che c'è
Però in genere uno Stato più grande uno stato che poi offre
Un vantaggio competitivo maggiore più potente però più peso
Resta Perelli in Iraq sarebbero appunto tre staterelli esposti poi alle mire alle manovre
I vicini assai più potente la decisione di eseguire subito la condanna e quindi di non aspettare gli altri processi che pendevano sul capo di Saddam Hussein è stata una decisione secondo lei più irachena o più degli Stati Uniti perché c'è anche chi dice gli studenti sono rimasti un po'spiazzati diciamo di fronte alla decisione di eseguire subito questa condanna preferivano aspettare i curdi avrebbero preferito aspetta
Diciamo così gli Stati Uniti ormai da un pezzo controllano affari oppone l'Iraq
Galleggiano sull'Iraq con l'otto
Quindi la decisione con ogni probabilità il tattica che non probabilmente di alcune componenti un Governo
Trovo un grave errore operano per coincidere con la festa del sacrificio alla installata
Perché da molti sarebbe stato percepito penso correttamente come una scelta sacrilega
Però poi sulla rapidità dei tempi di esecuzione incidono dei fattori che sono non dico imponderabili ma difficili da giudicare se si è fuori dal giro ristretto di persone
Ora che è arrivata a questa decisione
Con ogni probabilità bastava tenere in carcere al prossimo da e questo avrebbe completamente dissolto forse la figura del suo mito ma in un Paese che è sull'orlo della guerra civile o che vi è già con una guerra civile strisciante in modo forte
Questo tipo di Sancetta e di tranquillità spesso non è difficile da sostenere
Senta lei dice gli americani contro l'ormai ben poco qual è la quali sono le prossime tappe della loro strategia a questo punto perché si parla anche di un ulteriore incremento invece che un decremento di di truppe in Iraq secondo una scuola che vuole una stabilizzazione della situazione e solo dopo un ritiro o un'uscita insomma dal da quel Paese semmai succederà
Ma qui bisogna distinguere il livello reale dal livello della pantomima per salvare la faccia
Un
Gli Stati Uniti hanno persona quel regnerà
Ma hanno perso all'inizio del due mila quattro lì è iniziata la parabola discendente quando hanno rinviato di un anno le libere elezioni legarlo rinviate perché pensavano di restare indefinitamente l'Iraq e di fare quello che volevamo
Se avessero tenuto delle libere elezioni subito
Gli benefici per quanto problematici di una democrazia ci sarebbero apparsi molto più evidente probabilmente si sarebbe iniziato prima il recupero dei sunniti
Sono quelli che hanno contribuito insieme indica visti l'azione doveva aspettare la schiena alle forze statunitensi di te questo è dolorosamente da riconoscere ma questo è il fatto
Lira chi sta di gruppo ha cercato di offrire al presidente degli Stati Uniti
Una via d'uscita onorevole
Cercando anche di offrire soluzioni che minimizza zero
La perdita di prestigio
Purtroppo la presidenza deciso
I temere fino in fondo
E di cercare di rischiare per recuperare l'approccio politico comprensibile ma
Chi difficilmente cambierà le cose sul terreno secondo non bastano dei successi militari tattici bisogna cambiare completamente l'impostazione politica questo Bush non lo vuole fare quindi qualunque cosa si faccia si perderanno altri due anni
Inatteso e poi di una decisione reale
Quindi direi due anni e sei mesi tenendo conto che le prossime presidenziali sono credo il quattro novembre del due mila otto e poi ci vorranno sei mesi comunque ingranare tutto qua
Gli Stati vicini all'Iraq il loro ruolo Iran e Arabia Saudita in particolare c'è che dice dell'Iraq diventerà di fatto un vassallo di Teheran c'è chi sottolinea le preoccupazioni timori sauditi anche il tentativo invece di come dire allontanare la minaccia iraniana su questo che scenario ci può fare lei
Grazie all'abbattimento di salutarlo per mano degli Stati Uniti ha avuto dei benefici enorme
Ho però l'impressione che più l'Iraq diventa insuperabile nemmeno questi benefici
Saranno fruibili
Siamo arrivati a una curva piatta del rendimento politico se si potesse misurare in modo così semplici
Ho l'impressione che gli iraniani comincino a preoccuparsi seriamente dell'instabilità del loro vicino anche se hanno molti amici molte persone legate al loro
Coi sanno perfettamente che anche se sono chic gli sciiti iracheni sono complici iracheno non lo sono così Proni ai voleri di terra come vorrebbero come si si teme
I sauditi
Hanno vari problemi interni
E saranno che il ridimensionamento drastico dei sunniti
Sia pure con la fine di Saddam pone dei problemi a loro
Ecco perché vogliono sostenere farsi paladini della minoranza sunnita ma a farlo da soli caleranno ben poco
Ma il problema è che una volta fatto il recinto c'è in gioco
Democrazia nel Medio Oriente si legge in modo molto più brutale
Fuori le minoranze che governò dal Palazzo compara maggioranza
Lei capisce che tutto il Medio Oriente
E praticamente governato da minoranza
Pronto chiarissimo senta la la condanne all'esecuzione di Saddam Hussein l'ultima domanda che le faccio ha creato un oltre a una grande impressione insomma in tutto il mondo male anche riaperto il dibattito sulla pena di morte insomma non solo sulla opportunità diciamo di giustiziare dittatori ma anche sullo strumento e questo diciamo anche come dire confermato anche un solco tra l'Europa gli Stati Uniti perché ci sono due sensibilità diverso il commento di Bush è stato una pietra miliare sulla via della democrazia il commento dell'Europa è stato punto diverso ci sono secondo lei i margini perché questo tema quello di un messa in discussione della pena di morte del mondo torni a essere oggetto di dibattito in seno all'Assemblea generale dell'ONU
Consentendo all'assemblea generale non ancora
Quello che è importante che spesso non in Italia dimentichiamo non è proprio la lezione di Cesare Beccaria
La pena di morte è una grande tentazione in qualche penso sia politico che sociale ha un valore liberatorio
Però è una tentazione che non mantiene mai le sue promesso men che meno poi come strumento di giustizia ordinaria
Credo che il motivo più o per ora quanto meno per ridurre le differenze Stati Uniti ed Europa
La spinta più forte venga dal basso cioè dai governatori
Che cominciano a rendersi conto che la pena di morte non tutela la giustizia non è prima non è uno strumento di giustizia perché guarda caso e distribuita secondo delle riconoscibili linee
Economiche sociali e razziali
E non è assolutamente un deterrente per intervenire
Questo imporrebbe agli Stati Uniti di rivedere profondamente anche la loro politica carceraria
Che non non si sogna nemmeno di dire che rieducativa
Però questo è forse la base di partenza più solida
E per il resto l'Europa non può che fare continuare la sua strada ben sapendo che in alcuni casi giustiziare un dittatore un modo per chiudere in modo brutale ma ammetto
La fine di un ciclo non ci dimentichiamo che anche Ceausescu in Europa azionisti in quella che oggi è la Romania è entrata nell'Unione europea è stato fucilato senza tanti complimenti e senza nemmeno un processo sì
Politico le ringraziamo molto per la sua disponibilità e buon lavoro grazie coinvolgiamo