Passaggio a Sud Est - supplemento del giovedì

Buongiorno da radio radicale Buongiorno da Roberto Spagnoli bentrovati all'appuntamento con il supplemento settimanale di passaggio a su Destro supplemento di giovedì quattordici febbraio del due mila diciannove
Supplemento che questa settimana dedichiamo interamente al giorno del ricordo il giorno del ricordo è la solennità civile istituita in Italia nel due mila e quattro per ricordare appunto per commemorare le vittime
Delle foibe e
E il dramma dell'esodo degli italiani dall'Istria e dalla Dalmazia dopo la fine della seconda guerra mondiale una ricorrenza che ogni anno suscita polemiche e contrapposizioni politiche che ogni anno avviene anche utilizzata in maniera strumentale da alcune parti politiche e questo lo diciamo lo dico senza alcun timore così come
Ma facciamo questa questa rassegna di di commenti di analisi oggi senza timore che qualcuno acque a qualcuno non possa possa non piacere insomma quello che quello che diremo
Ma è importante farlo anche perché anche quest'anno la commemorazione del dieci febbraio ha suscitato il avuto il solito strascico di polemiche provocate dalle intemerata e di alcuni nostri rappresentanti politici che hanno suscitato le dure reazioni in particolare della Slovenia e della Croazia per quello che è stato detto a ha proprio alla foiba di Basovizza partiamo proprio da qui con quanto scrive Stefano l'USA di Radio Capodistria in un articolo pubblicato
Martedì sul sito internet di osservatorio balcanica o caso www punto balcanica o cosa appunto orga che riprende quanto pubblicato originariamente il giorno precedente cioè lunedì scorso
Sul da Radio Capodistria si parte da quanto avvenuto domenica dieci febbraio presso la forma di Basovizza dove il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani
Ha concluso il suo discorso esclamando viva Trieste diva l'Istria italiana viva la Dalmazia italiana viva gli esuli italiani viva gli eredi degli esuli italiani e viva coloro che difendono i valori della nostra patria
Mentre il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha dichiarato
I bimbi morti nelle foibe e i bimbi di altezza sono uguali
Non esiste un per operare senza un però a Basovizza sono criminali gli uni che sono criminali gli altri
Parole come dicevamo che hanno provocato dure reazioni partiamo dalla slovena dove il capo dello Stato Borruto Paco vorrà ha scritto al nostro Presidente Sergio Mattarella
Mestre esprimendo preoccupazioni per quelle che sono state definite le inaccettabili dichiarazioni di alti esponenti dello Stato italiano che vorrebbero far credere che le foibe furono pulizia etnica
Poi c'è stata anche una dura reazione del premier sloveno Marianna lasciare sa che in un twitta parlato di falsificazione revisionismo tra l'altro c'è stato un anche una polemica interna in Slovenia spiega Stefano l'USA c'è stata la leader dell'opposizione gli Annales Yasha che in un altro tweet ha ribattuto a lasciare sta dicendo che è lunga travisare la storia aggiungendo che il fascismo è sui crimini orribili sono stati smascherati mentre Mussolini è stato impiccato dagli stessi italiani
Poiché c'è la nota del ministero degli Esteri slovena che ha parlato di interpretazioni unilaterale selettiva della storia non in linea con lo spirito europeo
Era mappa ha detto che il ministro degli Esteri mio azzerata ha detto che la retorica di italiani assolutamente inaccettabile durissima e anche un po'criticabile la
Presa di posizione dell'euro deputata socialdemocratica Tania fa io ne che accusa accusato di revisionismo Tajani
Acché Assi ha detto assieme al capo dello Stato Sergio Mattarella il ministro dell'interno Matteo Salvini stanno risvegliando il fascismo
Poi il presidente dei socialdemocratici Mattia se n'è mezzi insomma parole appunto quelle di italiani e di
Di Salvini che hanno suscitato queste dure reazioni non solo da parte dei politici sloveni ma anche di personaggi più o meno influenti sui sociale e appunto dicevamo ne ha dato conto che Stefano l'uso su Radio Capodistria in un pezzo poi ripreso appunto da Osservatorio Balcani Caucaso sempre martedì dodici
Su il sito internet di Cristo giornalisti giorno al punto net Pietro Aleotti che parla appunto di delle reazioni in Slovenia e in Croazia per le parole di di Tajani citano occupi appunto anche le parole pronunciate da Tajani a Basovizza per inquadrare la bene la faccenda scrive Aleotti occorre ricordare che Tajani e l'attuale presidente del Parlamento europeo non uno passato di lì per caso insomma
E che ad oggi il territorio di cui si parla partendo una Croazia Slovenia entrambi membri a pieno titolo dell'Unione europea ovvero proprio di quell'istituzione che così autorevolmente Tagliani rappresenta
Forse un po'di prudenza e un aplomb un filo più istituzionale ce lo si poteva aspettare ma tante
Slovenia Croazia non l'hanno presa bene e questo descrive Aleotti rappresenta uno di quei rari casi in cui due Paesi appartenenti alla defunta Jugoslavia si trovano d'accordo su qualcosa
Una specie di miracolo internamente singoli paesi poi si è assistito ad una levata di scudi trasversale da destra a sinistra altra cosa è piuttosto raro insomma Tajani è riuscito a mettere d'accordo tutti
Ora
Sì nota Aleotti Tajani non è uno sprovveduto ma un uomo di esperienza internazionale c'è da giurare che quella sortita non sia casuale e sta al contrario la fedele
Era presente la fedele rappresentazione dello Specchio dei tempi asseconda perfettamente il vento nazionalistico che dalle piani ungheresi spira da Est a Ovest da nord a sud arrivando a lambire le coste del Mediterraneo incluse le nostre e conclude Aleotti sui già dal punto net spiegando che sull'altare del facile consenso se ormai disposti a sacrificare tutto quella frase non è banalizzazione ma calcolo non è ignoranza dei fatti ma pura operazione di marketing politico
E non conta nulla il classico sono stato frainteso delle ore successive
Quello dell'esodo dei nostri connazionali dall'Istria dalla Dalmazia fu dramma vero che coinvolse migliaia di persone e che ha avuto strascichi umani e familiari che si sono trascinati per decenni ma la decontestualizzata se ne di quella vicenda dall'ambito storico e politico
In cui si originate sviluppata fino al suo epilogo è un'ingiustizia e soprattutto una mancanza di sensibilità verso chi l'ha subita ed è interessante questa notazione che fa Pietro Aleotti perché il personalmente ho sempre pensato questo che che falsificare la storia utilizzare strumentalmente a fini propagandistici la storia e una storia così dolorosa così conto complessa come quella appunto delle foibe e dell'esodo di delle vicende del ecco quello che noi definiamo il confine orientale non serve ma non serve nemmeno alle vittime di quelle di quelle tragedie
E purtroppo però il passato viene piegato alle esigenze del presente è il direttore di il giorno al punto net che proprio domenica dieci febbraio sul portale né scrive
Come il giorno del ricordo lungi dal voler indagare il passato e tutto proteso sul presente si tratta di una ricorrenza strumentale come ebbe a dire lo storico Angelo Del Boca
Che ribadisce il mito degli italiani brava gente obliterato le cause che portarono alla tragedia delle foibe
E le cause scrive Zola stanno largamente dalla brutale repressione italiana sui territori jugoslavi occupati durante la seconda guerra mondiale
Storici come Franco Cardini Giovanni De Luna hanno sottolineato come il giorno del ricordo sia utilizzato nel dibattito più impolitico il pubblico in contrapposizione alla giornata della memoria rinata la memoria della Shoah
Come se si dovesse procedere a un riequilibrio della memoria dei morti per mano nazifascista attraverso il ricordo dei massacrati nelle voragini voragini carsiche da parte dei partigiani comunisti sloveno croati
La scarsa attitudine italica ad assumersi le proprie responsabilità storiche unita a retoriche che dipingono gli italiani unicamente come vittime persino innocenti delle atrocità compiute durante la seconda guerra mondiale
A esito in un collettivo processo di autoassoluzione favorito dalle autorità politiche
Le quali da un lato sono timide nell'affermare le responsabilità italiane all'origine dei fatti
Mentre dall'altro ad opera questa ricorrenza come strumento di consenso e propaganda in difesa di un'italianità perennemente minacciata dall'altro etnicamente inteso la chiave di lettura etnica messa in discussione da molti storici serve discorsi nazionalistico anti nazionalisti
E va per la maggiore specie sotto elezioni anche perché la chiave di lettura politica assai più concreta imbarazza tanto la destra postfascista quanto la sinistra post comunista
E qui Matteo Zola direttore responsabili esogene al punto net centra un altro un altro problema un'altra questione
Centrale perché il passato è stato piega viene piegato alle esigenze del presente lo fa oggi la destra italiana lo fanno oggi nazionalistiche dei fascisti potremmo dire italiani ma lo ha fatto in passato anche quand'anche la la sinistra è e Matteo Zola in poche parole
Centro appunto questo questo questa questione tra l'altro il giorno al punto net
Pubblica una serie di di articoli e in calce all'articolo di Matteo Zola
Vengono ricordati appunto alcuni degli articoli che nel corso degli anni il portale pubblicato come quello del dodici febbraio due mila e sedici dello stesso Matteo Zola che pare appunto di memoria selettiva rispetto la tragedia delle foibe e del nazionalismo a italico
E poi ancora Erika Gobetti storico torinese esperto di un'aporia in tale di ex Jugoslavia mondo slavo un pezzo pubblicato sui giornali punto net il dodici febbraio del due mila e quindici che parla appunto dell'uso politico della memoria e poi un bel articolo di Davide Denti pubblicato nel l'undici febbraio del due mila e tredici ricordare per riconciliarsi non abbiamo bisogno del nostro genocidio quotidiano
Denti mette l'accento sugli sforzi fatti da Italia Slovenia per giungere a una riconciliazione storica e ricorda l'imponente lavoro di ricerca storica portato avanti dalla commissione mista Italo slovena
Questi articoli
Sono punto pubblicati su ispirano al punto netto sono citati in calce all'articolo che ho appena letto quasi integralmente del direttore responsabile Matteo Zola un articolo che abbiamo l'incanto sulla pagina Facebook di passaggio sud-est così potete anche raggiungere gli altri
Articoli facilmente tutti gli articoli che stiamo citando lì trovate già linkati sulla nostra pagina Facebook un'operazione molto molto interessante molto utile
In occasione di questo dieci febbraio è quello che fa internazionale la rivista internazionale sul suo sito
Il praticamente vengono c'è un'antologia di testi storici sulla questione sul delle Foibe e questo dossier
Intitolato la storia intorno alle foibe
E il in questa operazione è stata affidata da internazionale a Nicoletta Bourbaki che non è un non è una persona ma è un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in Rete sulle false notizie a tema storico
Un gruppo che nato nel due mila e dodici da una discussione su già per il blog di Wu Ming
Un gruppo di cui fanno parte storici e ricercatori di varie discipline scrittori anche semplici appassionati di storia
Il nome riprende quello del collettivo di matematici nel noto con lo pseudonimo Nicola Bourbaki attivo in Francia ne dagli anni trenta agli anni Ottanta del ventesimo secolo
Il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki ha all'attivo diverse inchieste sulle manipolazioni politiche di Wikipedia in lingua italiani sui falsi storici tema di foibe e Nicoletta curvati trovate la trovate anche su su Facebook
Questo dossier molto molto interessante appunto intitolato la storia intorno alle foibe
Nasce dalla
Dalla dal Fatah punto che il giorno del ricordo il dieci febbraio è stato istituito al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani di tutte le vittime delle foibe e dell'esito delle loro terre degli istriani fiumani e dalmati del secondo dopoguerra della più complessa vicenda
Del confine orientale ma in che cosa consiste la più complessa vicenda si chiede appunto
Il collettivo Nicoletta Bourbaki
E per questo ha chiesto a sette storici di rispondere a questa domanda
Una proponendo così una pluralità di sguardi per andare oltre le frontiere che hanno diviso insanguinato la zona di confine e dunque c'è un testo introduttivo punto del collettivo Nicoletta Bourbaki intitolato cosa dimentichiamo nel giorno del ricordo e poi vari testi affidati appunto a diversi storici
Il testo introduttivo interessante perché Nicoletta Bourbaki scrive dal due mila e cinque appunto per risponde alla domanda cosa dimentichiamo del Giorno del ricordo Nicoletta Bourbaki scrive dal due mila e cinque ogni dieci febbraio
Sui mezzi di informazione italiani viene raccontato una versione parziale e distorta di quel che accade a Trieste in Istria e in tutta quanta la Venezia Giulia nella prima metà del ventesimo secolo la legge che nel due mila e quattro istituito il Giorno del ricordo allude en passant alla complessa vicenda del confine orientale ma non vi è alcuna complessità nella vulgata che tale ricorrenza a fissate cristallizzato
Una vulgata Italo centri che a dispetto della multiculturalità di quelle regioni
L'inquadratura strettissima e al tempo stesso sgranata si concentra sugli episodi di violenza chiamati per metonimia Foibe
E sull'esodo ovvero l'abbandono di Istria e Dalmazia a cominciare dal mille novecentoquarantacinque da parte della maggioranza della popolazione italofona né di quelle regioni
Nel discorso pubblico italiano infatti dagli anni novanta e seguendo una precisa agenda politica
Due argomenti diversi sono stati collegati in modo sempre più stretto e frequente fino a sovrapporsi
Il giorno del ricordo ha dato a tale sovrapposizione il crisma dell'ufficialità e oggi le foibe sono presentate come causa immediata delle dell'esodo
è un nodo che va a districarsi o con pazienza
Quando si parla di foibe sul confine orientale la storia sembra cominciare a Trieste nell'aprile del mille novecentoquarantacinque retrocedendo al massimo se arriva in Istria all'indomani della caduta del fascismo il venticinque luglio mille novecentoquarantatré a essere amputato nel dalle ricostruzioni
E soprattutto il continuo violento spostamento a Est del confine orientale d'Italia con conseguente italianizzazione forzata delle popolazioni slavo phone
Un processo cominciato con la prima guerra mondiale portato avanti con fanatismo dal regime fascista e culminato nel mille novecentoquarantuno con l'invasione italo-tedesca della Jugoslavia
I crimini commessi dalle autorità italiane durante la guerra nei Balcani stragi deportazioni internamente in campi sparsi anche per la nostra penisola sono un enorme non detto la rimozione alimentata
Al la rimozione di menta la falsa credenza negli Italiani brava gente e al contempo delegittima i di fama la resistenza dei Balcani e lo stesso movimento partigiano italiano
Il non detto pesa e condiziona tutte le ricostruzioni molti si stupirebbero nell'apprendere che la resistenza jugoslava presero parte numerosi italiani civili italofoni di quelle zone ma anche disertori e sbandati del regio esercito
Nei territori oggi indicati come Friuli Venezia Giulia Repubblica di Slovenia e Repubblica di Croazia
L'opposizione armata al nazifascismo fu multietnica irriducibile a qualsiasi a geografia nazionale
Se si scostano i pesanti drappeggi scenici di una propaganda che separa le culture
Descrive appartenenze nazionali certissima indiscutibili alimenta le passioni tristi del rancore del revanscismo il confine orientale
Sì rivela per citare il titolo di un importante libro dello storico Piero Purini
Un mondo di metamorfosi etniche identità multiple continui spostamenti di popolazioni dove i confini tra le identità sono instabili e indeterminati anche la frontiera post bellica tra Italia e Jugoslavia
Oggi descritta come un solco invalicabile in realtà rimase sempre porosa permeabile e mutevole
Questa è lì appunto il testo del collettivo Nicoletta Bourbaki che fa da introduzione a questa a questo dossier la storia intorno alle foibe che poi appunto pubblica su Inter sul sito di internazionale i saggi di vari storici c'è quello di Federico Tenca Montini
Intitolato sul confine orientale la storia trasformati in olocausto poi Piero Purini il prequel del Giorno del Ricordo la Venezia Giulia dalla Prima alla Seconda guerra mondiale
E poi c'è la conversazione
Del collettivo libertà Bourbaki con Anna Di Giannantonio Carlo Spartaco Capogreco Derrick Gobetti su persecuzioni crimini fascisti resistenze nei Balcani nella Venezia Giulia dal mille novecentoventi al mille novecentoquarantacinque poi ancora la conversazione con altri due storici gli OSCE period c'è Sandi Volker su peso delle foibe sul separare ciò che appare unito e poi a corredo o una un'appendice con possibili quei percorsi di approfondimento e dunque una ricchi una ricca bibliografia per chi voglia approfondire appunto il tema delle foibe e dell'esodo che come viene detto appunto dal collettivo Nicoletta Bourbaki sono due questioni che vanno tenute separate e non vanno sovrapposte come invece è stato fatto in in questi anni
Anche questo naturalmente tutto il dossier di internazionale realizzato dal collettivo Nicoletta Bourbaki
Lo abbiamo l'incauto sulla nostra pagina Facebook per dargli modo appunto anche di raggiungere facilmente i testi che sono raccolti in questo in questo dossier
A proposito di verifica poi dei fatti di verifica della realtà storica è interessante quello che ha fatto la associazione culturale la poderosa
La selezione brutale la poderosa e appunto una società culturale che è nata qualche anno fa aveva alcuni anni fa a Vasanello una piccola cavità in provincia di di termo
E si è occupata del dieci febbraio ora la l'associazione culturale la poderosa eh dichiaratamente di di sinistra ha nel suo logo diciamo così il volto del Che Guevara
E però mostra sulle rispetto al giorno del ricordo in questo testo che è stato pubblicato tra l'altro sul sul sito d'informazione il mio Tuscia
Il il giusto distacco la volontà di fare una corretta analisi storiche di andare a verificare le fonti e lavora interessante perché che cosa successe il nove febbraio dell'anno scorso a Vasanello appunto questa località del del viterbese è stato inaugurato un cippo come umore attivo del del del quindi una concittadino di di Vasanello punto Vincenzo quadratici
Vice ispettore di polizia a Trieste che nel maggio del mille novecentoquarantacinque fu catturato o ucciso e gettato nella foglia di e qui le li Pinzano da partigiani jugoslavi
Così almeno recita la targa che è stata inserita sul cippo stesso
Tanta sicurezza scolpita sul marmo a fronte della storia convulsa di quei giorni del mille novecentoquarantacinque sul fronte orientale ci ha fatto venire più di un dubbio e abbiamo tentato di ricostruire la vicenda attraverso i documenti allora cosa hanno fatto quelli della sezione culturale la poderosa
Sono andati a cercare il foglio matricolare militare dell'Archivio di Stato di Viterbo che però non riporta nessuna notazione riguarda la data e le cause della morte
Di Vincenzo quadratici sono andati a così come i numerosi faldoni del fondo pubblica sicurezza dell'archivio centrale dello Stato a Roma hanno conta contattato e verificato anche l'archivio di Stato di Trieste ma non ci sono notizie su su quelli sul su Vincenzo quadratici allora hanno contattato il sito www punto caduti polizia punto it
Secondo secondo appunto uno delle dei animatore di questo sito quadratici
Se sopravvissuto alla fucilazione immediata potrebbe essere morto in qualche campo di concentramento anche loro non hanno molte notizie
In effetti notano quell'associazione culturale la poderosa nel sito si fa riferimento anche ad una sua possibile reclusione presso il campo di concentramento jugoslavo numero settantaquattro di Doni Polje ancora nell'agosto del quarantotto solo che anche nel campo di concentramento non si hanno notizie certe
Allora che si fa si va a contattare il coordinamento nazionale per la Jugoslavia che però ha risposto
Avvalendosi del contributo della redazione dell'associazione dieci febbraio non hanno trovato traccia
Insomma in tutta la vicenda l'incertezza regna sovrana scrivano quelli della situazione la poderosa l'unica cosa quasi certa e il quasi di questa storia tutta questa storia d'obbligo
E che la fogli badi e quindi di Pinzano non esiste nonostante la perentoria affermazione scolpito sul marmo del cippo
Non esiste nelle liste ufficiali delle Foibe mappate
Nel corso degli anni né dagli archivi della Lega Nazionale di Trieste
Associazione che Damiano ottocentonovantuno difende l'italianità della C della città e che raccoglie notizie sulle vicende storiche di tutta la Venezia Giulia anche loro hanno confermato che là fuori di aquile li Pizza non esiste
Crediamo concludono quei dell'associazione che per rispettare la memoria delle vittime di quell'orribile tragedia
Sì è necessario fare chiarezza indagare a fondo la verità di quegli anni ristabilire i ruoli e le responsabilità di ciascuno e soprattutto rispettare la sensibilità l'intelligenza delle persone che non si lasciano certo incantare dal clamore dell'inaugurazione di un monumento
Ed è interessante il lavoro che hanno fatto perché hanno fatto una verifica questo non significa infernale la memoria del povero vice ispettore Vincenzo quadratici
Ma capire che probabilmente quello che scrive anziché ha sicuramente stando alla legge che è stata fatta che quello che è scritto su sulla sulla lapide non corrisponde al vero e certo non rende onore alla memoria di Vincenzo quadratici né a quello delle altre delle vittime
Della foibe di equilibri Pizzano che semplicemente non esiste
E i monumenti però i monumenti sono l'emblema della della retorica molto spesso e la retorica etnica nasconde le nostre colpe nel giorno del ricordo
Lo scrive che Francesco Mazzucco Otelli
Su East journal punto netta ciascuna Mazzocco tali docente di Storia della Turchia del vicino Oriente l'Università di Pavia e alla Cattolica di Milano e ha concesso punto questo testo esige un appunto netta
Il modo migliore per ricordare i morti troppo a lungo dimenticati quello di provare a capire le circostanze storiche e magari trarre qualche insegnamento che ci aiuti a non ripetere nel futuro quanto è accaduto nel passato
Il modo peggiore scrive Mazzucco teli e quello di strattonare i morti da una parte o dall'altra e di strumentalizzare ignobili mente per finalità di potere che non c'entrano né con il ricordo né con la pietas
C'erano molti modi possibili per ricordare le vittime delle foibe chiunque come me sia stato Basovizza sa che si trova a poca distanza dalla Risiera di San Sabba
Il generale tutto l'altopiano del Carso è pieno di luoghi di memoria legati ai combattimenti della prima guerra mondiale
Si sarebbe potuto e dovuto fare un lavoro sulla memoria dei conflitti e dei confini provando a parlare di memorie riparativa nello stesso tempo di riconciliazione
è possibile che certi percorsi si possono fare in Ruanda in Sudafrica ma non tra Trieste e Capodistria oppure l'apertura dei confini serve solo per andare di là a fare la benzina giocare alle slot machine e invece e invece scrive Francesco Mazzuca tra il professor Mario Cotelli
Il recupero di pagine ingiustamente dimenticate è servito a strumentalmente a scavare la contrapposizione nazionalista tra due gruppi etnici
Salvo poi chi fare la Croazia contro la Francia troppo pigmentata nella finale dei mondiali di calcio del due mila e diciotto
E invece il recupero di pagine giustamente dimenticate si accompagna al continuo oblio di altre pagine come le atrocità commesse dalle truppe italiane
Nell'isola di Arbe Rab
E invece il recupero di pagine ingiustamente dimenticate diventa surrettiziamente il modo per ristabilire abilitare di fatto il regime nazifascista il nome della italianità e di condannare in blocco la o Slobo dell'affronta cioè il Fronte di liberazione del popolo sloveno il nome di una stucchevole retorica anticomunista fuori tempo massimo
In questo senso scrive il professor ma sul coltello trovato estremamente sconfortante ed estremamente grave il discorso pronunciato sabato dal Presidente della Repubblica che cosa ha detto Mattarella
Mo'Torella Priamo una parentesi tratto lì il discorso lo trovate integralmente su naturalmente su radio radicale punto it
De ma ma Mattarella parato di ingiustificabile cortina di silenzio che cade sugli orrori commessi contro gli italiani istriani dalmati e fiumani aumentando le sofferenze degli esuli cui veniva così precluso perfino il conforto della memoria
Celebrare la giornata del ricordo per Mattarella significa rivivere una grande tragedia italiana
Vissuta lo snodo del passaggio tra la seconda guerra mondiale inizio della guerra fredda un capitolo buio della storia nazionale e internazionale che causò lutti sofferenze spargimenti di sangue innocente non si trattò
Ha detto Mattarella come qualche storico negazioniste riduzioni sta provati insinuare di una ritorsione contro i torti del fascismo perché tra le vittime italiane di un odio comunque intollerabile che era in semidio logico etico e sociale
Vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni tanti innocenti colpevoli solo di essere italiani così ha detto tra l'altro Mattarella e allora il professor ma sul Cotelli replica
Perché la contestualizzazione storica non è mai necessariamente riduzioni sta l'indicazione di correlazioni e causa azioni non è mai necessariamente una giustificazione una scusante è sconfortante dover ribadire questi concetti basilari e che persino esponenti centristi si lascino risucchiare dalla narrativa neo nazionalista
La retorica degli ultimi anni ha posto un nesso causale diretto tra le foibe e l'esodo degli italofoni italiani dell'Istria istituendo un giorno del ricordo che coincide con la firma del trattato di pace del mille novecentoquarantasette tra Italia e Jugoslavia
Si vogliono ricordare i morti o si vuole mettere in discussione il Trattato di Parigi
Domanda mazzo coltelli
Molti storici tra i quali Enrico Miletto hanno correttamente messo in luce come l'esodo istriano sia avvenuto in momenti diversi quello da Pola ad esempio sono nel quarantasette
Per un insieme di ragioni tra cui le pressioni psicologiche create dall'amministrazione jugoslava la miseria il timore di ritorsioni
Un suo peso ebbe anche la rottura tra Tito e Stalin alla repressione dei comunisti filo sovietici in Jugoslavia che finirono a Goli Otok campo di concentramento
E chi Tino e l'impossibilità per i Comunisti italiani che svolgerà un minimo ruolo di interlocuzione tra il governo jugoslavo e la comunità italofona italiana rimasta
Molto influì la guerra fredda e il clima di omogeneizzazione delle zone di confine che si avviò ovunque dopo la seconda guerra mondiale e utile opportuno è utile è opportuno e rispettoso prendere tutti questi passaggi storici dolorosi e buttarli in un secchio ammantandoli direttori tetti retorica etnica io credo di no scrive maggio Cotelli
Che prosegue pure molto altro ci sarebbe da dire sull'esodo istriano fiumano e dalmata persone che lasciano per sempre i loro averi al Magazzino diciotto del porto di Trieste
Pensando come tanti altri profughi di altre regioni del mondo che sarebbero stati gli ha qualche settimana forse qualche mese ma che dopo avrebbero potuto fare ritorno alle loro abitazioni cittadini di Zara mandati negli lati dell'Appennino umbro-marchigiano pescatore del Quarnaro mandati a morire di crepacuore nelle nebbie della Padania contadini dell'Istria spediti a fare i coloni vicino ad Alghero
Persone spedite come pacchi da un capo all'altro d'Italia come oggi vengono spediti richiedenti asilo in base agli organi prefettizi
Tenute per anni i miserabili campi profughi prima che il sistema di edilizia pubblica fosse in grado di costruire quartieri Giuliano Dalmati spesso nelle estreme periferie urbane
Molto ci sarebbe da dire e qualcosa si è già iniziato dirlo sull'esodo istriano soprattutto per ricordarci collettivamente come lo Stato italiano e la società italiana reagirono a quel fenomeno che per molti versi rappresenta il primo modello di assorbimento dei rifugiati in questo Paese
I rilievi storici che si possono fare non sono confortanti sarà per questo che Cina specifiche nasconde
Ci si nasconde dietro una retorica etnica che permette di esonerare alcune colpe il terme così con il professor Francesco ma su coltelli sudisti journal punto netta e ci sembra la opportuna conclusione di questo di questo supplemento settimanale di passaggio a sud est delle quattordici febbraio che abbiamo dedicato interamente alla questione del giorno del ricorderà quella quelle ferite ancora aperte ma soprattutto alle polemiche le strumentalizzazioni politiche che proseguono
E che non è ostacolano anzi non concorrono Ignazio ostacolano una Serena e fruttuosa analisi storica di tutti gli eventi Lundy che avvenivano per molto tempo
Su quello che noi chiamiamo il confine orientale
Tutti gli articoli che abbiamo citato li trovate linkati su su la nostro sul nostro ma sta pagina Facebook passaggio su destra di radicale dove trovate anche alcune considerazioni
Con cui abbiamo aperto la puntata di passaggio a sud-est di domenica scorsa e che sono state riprese da esigere nel punto net che ha voluto repubblicane quindi ringraziamo gli amici di germe al punto Net
Allora termina qui questo supplemento di passaggio sul verde quattordici febbraio vi diamo appuntamento alla nuova appuntata la puntata di domenica diciassette febbraio in onda come sempre alle ventuno grazie dell'ascolto un saluto da Roberto spagnole un buona giornata in compagnia di radio radicale