Corrispondenza di Augusto Sainati dal 76° Festival del Cinema di Cannes

Aki Kaurismaki un habitué del Festival di Cannes dove ieri ha portato le foglie morte racconta sempre mondi allucinati fatti di storie minimaliste che si svolgono con i silenzi con i fuori campo più che con personaggi pienamente costruiti in questo caso il film si costruisce sulle storie di persone che vivono ai margini della società
Un addetto di un supermercato e un operaio di una piccola impresa gente che perde il lavoro con la stessa facilità con cui lo ritrova sempre peggiore sempre meno pagato
Attorno a questi micro eroi della sconfitta si muove un'umanità che oscilla tra la solidarietà umana e cinismo o l'indifferenza più sbandierata
Poi ci sono anche personaggi fuori tempo e fuori spazio quasi personaggi lunari come quelli che popolano il karaoke dove si canta di tutto dei Lieder di Schubert alla musica rock
Quello di Kaurismaki è un cinema poetico politico e poetico perché gli sguardi delle casualità che fanno incontrare i due protagonisti o la ma e avanza
Sembrano contenere una rete di possibilità narrative affettive e semantiche che non si realizzano mai
è politico invece perché racconta storie che nonostante tutto hanno un fondo di speranza l'idea che esista da qualche parte un altro mondo più umano
O la la e Ansa due nomi anche se ridotti al minimo quasi fossero un rifiuto anagrafico
Si incontrano nel locale di karaoke e sembrano trovarsi con naturale facilità
Ma non si dicono niente
Lui è alcolizzato e per questo perde continuamente lavoro
Lei è una donna sola che si fa compagnia ascoltando la radio con un apparecchio che Satie anni cinquanta invariabilmente la radio appena accesa riportare notizie della guerra in Ucraina
Gli universi di Kaurismaki sono perfettamente credibili e altrettanto perfettamente surreali quasi Bugno da due anni
Al cinema i due protagonisti vedono un film di Jim Jarmusch i morti non muoiano fatto di zombie e di violenza
Ma all'uscita uno spettatore commenta che insieme gli ha ricordato il Diario di un curato di campagna di Bresso
E un altro ribatte che a luglio ha richiamato banda papà di Gottardo
Kaurismaki e questo un regista mondo uno che gioca con i suoi personaggi con gli spettatori
Entrambi cadono nella rete delle sue costruzioni paraboliche dei suoi contro Sensi tragicomici
L'incontro tra OLAF e avanza più volte rimandato finalmente si concretizza nel modo più assurdo precludendo a un finale chiaramente ci applicano del resto Ciapi an anche il nome che avanza ha dato al suo cane
Un cinema Magri il piano quello di Kaurismaki metafisico e morbido al tempo stesso gradevole duro
Le coppie di aggettivi opposti si spreca però con il cinema dell'autore finlandese
Come tutto il suo cinema anche le foglie morte è un film da meditazione come si dice di un buon whisky da sorseggiare e assaporare con gusto Dachan per radio radicale Augusto Sainati