Sembrano proprio come noi. Frammenti di vita prigioniera

Va be'glielo diciamo allora
Cominciamo buonasera si sente si sente classico
Allora buona sera cominciamo Benvenuti
Dovremmo dare tempi particolarmente stringati a questa presentazione perché ci hanno segnalato poco fa che entro le venti dobbiamo esser tutti fuori perché il museo si allarma
E noi con Luís quindi dobbiamo sbrigarci
Veloci presentazioni stavamo aspettando che arrivasse ma sarà qui a momenti l'assessore Raffaela Milano assessore Servizi sociali del Comune di Roma padrona di casa che ci saluterà tra poco
Dalla mia destra l'autrice danni Daniela de Robert
Poi parleremo anche con lei ma la tradizione vuole che sia lei a chiudere le presentazioni Goffredo Fofi
Intellettuale notissimo varie altre cose
Tra l'altro anche direttore della rivista lo straniero che si intreccia con i temi che qui stasera
Discuteremo Luigi Manconi
Garante sociologo noto esponente politico garante dei diritti delle persone detenute per il comune di Roma
E tra l'altro presidente dell'associazione a buon diritto anche Luís competenze specifiche forti sul tema
Poi don Sandro Spriano cappellano di Rebibbia Nuovo compressi compresso e presidente di ditte Volontari in carcere
Che è l'associazione di volontariato
Dalla quale fa parte anche Daniela presento anche chi vi parla Roberto Natale segretario Seagram sindacato dei giornalisti RAI sono qui dunque più che per specifica competenza i competenti sono altri al tavolo per specifico orgoglio
Nel senso che il giornalismo di servizio pubblico a un'immagine non sempre fortissima stasera invece da una ottima immagine dissi che poi questi temi di cui parla il libro di Daniela spesso siano nei nostri i giornali un altro paio di maniche allora in attesa di Raffaella Milano comincerei da Luigi Manconi che libero anche lui l'ha letto e quindi entriamo in tema e proveremo a fare un primo giro di interventi dei relatori poi se ci sono domande interventi del pubblico
E un secondo giro le conclusioni Daniela tutto ciò in sessanta minuti netti
Grazie
Non mi perderò in convenevoli
Perché appunto voglio rispettare tempi serrati di intervento ecco voglio dunque partire
Da una frase che compare
Proprio nella prima pagina del libro di Daniela De Robert
Scrive Daniela il carcere parte integrante delle nostre città ma le città preferiscono non saperlo
Si tratta di una frase cruciale di un intuizione
Decisiva addirittura per comprendere il ruolo che ha il carcere nella nostra società
Preferisco non saperlo lecita
Del fatto che nel loro cuore spesso c'è un carcere e all'interno del quel carcere ci sono corpi e anime
Resta che preferiscono non saperlo al punto che periodicamente
Per esempio a Roma per quanto riguarda il carcere di Regina Coeli
A Milano per quanto riguarda il carcere San Vittore
Si discute della opportunità le necessità di spostare il carcere fuori dalla città
Di allontanarlo dal centro cittadino
è una discussione che per quanto riguarda e San Vittore Regina Coeli periodicamente si riaccende
E segnalare una tendenza che sembra irresistibile quell'appunto a spostare il carcere
Fuori dalla città e dunque fuori dalla vista degli abitanti della città
Io credo che questo corrisponda né più nemmeno che a un vero e proprio processo di rimozione
Mentre appuntavo questa formula processo di rimozione
Mi veniva in mente che questa terminal rimozione ha un duplice significato
A come dire un suo significato edilizi io e il termine fa parte di una frase rimozione delle macerie
E come sapete ha un suo significato psicanalitico
Corrisponde grosso mutuo
Faccio una forzatura sia chiaro rapidità di comunicazione a un processo di rimozione delle macerie della psiche
Di rimozione degli Scarlatti dell'inconscio potremmo dire dei detriti dell'inconscio
Dunque io ritengo che dietro quella tendenza che appare irresistibile da parte delle comunità
E di chi le governa di spostare il carcere fuori dalle mura cittadine e dalla vista
Dei suoi abitanti vi sia questo processo di rimozione interpretabile appunto sia in termini edilizi sia in particolare in termini psicanalitici
Bene questo libro è un contributo che io ritengo utile utilissimo
A contenere e limitare o ridurre la forza di quella rimozione
E proprio il titolo ancora rimanda a questo processo il titolo è di uso comune una frase di linguaggio corrente sembrano proprio come noi e la frase che chiunque entri per la prima volta in carcere tende a pronunciare appena uscito dal carcere tenti un brano proprio come noi
Questo frase
Per un verso
Segnala una presa di distanza
Perché c'è quel sembrano
Ovvero dice che
La prossimità o l'identificazione e sotto giudizio sotto controllo e condizionata sembrano proprio come noi non è detto che lo siano anzi quell'immagine
Forse ingannevole
Eppure io penso che questa prima sensazione che quella frase segnala e dunque ancora una volta una sorta di dichiarazione di rimozione segnala anche un altro sentimento
E questo altro sentimento ancora una volta a che fare con la necessità irresistibile di spostare c'è qual è questo secondo sentimento è il fatto che o scuramente si avverte che non solo sembrano proprio come noi ma che forse lo sono davvero
E guardate
Siccome i discorsi che riguardano l'incontro la psiche sono sempre sfuggenti molto spesso pericolosi di equivoci e per giunta nulli
Dublino adeguatamente non è il mio mestiere io penso che
Col mio mestiere ci veda si possa vedere in questo altro invece ovvero il fatto che per un numero crescente di persone per una quota tendenzialmente molto ampia della società italiana
Vi sia la percezione che tutte le ricerche più avvedute intelligenti hanno confermato che negli ultimi decenni il confine tra legalità e illegalità
Si è fatto più sottile per ciascuno di noi
Cioè che il discrimine così netto inequivocabile
Tale da sembrare un baratro
Qualcosa di non varrà Tabili di non superabile e invece è diventato estremamente più stretto
Si è trasformato in un'attenta azione costante questo a credere molto con la società dei consumi e con la sua Abbé norme esplosione
E che dunque la tentazione la possibilità della devianza della tre sconnessione
Della extra legalità ma anche della illegalità vera e propria ma del crimine vere proprio e diventato qualcosa di presente certi ancora una volta oscuramente nella percezione che ciascuno di noi gli ha della propria identità sociale se questo è vero
Quelle sembrano proprio come in un segnala proprio la paura di essere noi come loro
Cioè del fatto che la nostra provvisorietà
Di visitatori occasionali di interlocutori occasionali di quella esperienza
Di quel mondo di quel dipinto
Sia invece il segno di una nostro possibili rispecchiarsi ingresso
E riconoscerci in esso cioè il detenuto come un possibile nulli
Cioè come qualcosa che è infinitamente meno lontano la nuit il suo destino o meno
Diverso dal nostro di quanto potessi ma pervenuto il che sociologicamente ripeto corrisponda alla realtà dei fatti
Non la faccio troppo lunga ma negli ultimi trent'anni il numero di famiglie italiane che nell'ambito stretto in quello più ampio parentale ha avuto a che fare con la detenzione a seguito di reati legati alle sostanze stupefacenti è cresciuta in maniera incredibile
E dunque l'esperienza del carcere oggi è infinitamente più vicina ha una quota molto ampia di società di quanto fosse in passato
Ma anche la corruzione politica amministrativa e altro fattispecie penale diciamo così diffusa che avvicina il destino di molti individui a quello della detenzione ecco
E su questo punto concludo questo è un'altra delle ragioni per cui ancora una volta il carcere
E qualcosa che vogliamo di muovere non a caso molti di noi hanno usato via via nel tempo fino a smarrirlo me il copywriter fino a non sapere più chi l'uso per primo questa formula
Terribile ma Ainu il vera che il carcere come discarica sociale e le discariche come è noto sono un altro degli oggetti infamante vivere associato che si tende a rimuovere a spostare fuori dalla vista
Aldilà
Dei confini della comunità organizzata
Un altro punto
Esporlo più rapidamente
Guardate io credo di poter vivere non so se
Voi
Cipriano e la stessa Daniela confermino o meno questa mia valutazione che
In un posto come il carcere dove tutto mancate di tutto si ha bisogno
Il detenuto
Ciò di cui dichiara maggiormente il bisogno primaria elementare violento e il bisogno di Como unica azione
Cioè ciò che maggiormente richiede chili dentro e privato di tutto ed il ridotto alla nuda Titta dello stare straordinaria e autorevole definizione chi è ridotto alla nuda vita cioè alla privazione di beni materiali ciò di cui più ha bisogno di un bene immateriale come la comunicazione con l'esterno un bisogno disperato
Allora fino a due decenni fa
La comunicazione tra i detenuti all'esterno avveniva attraverso una forma fondamentale
La rivolta
Da due decenni circa non ci sono in carcere rivolte
Oggi la principale forma di comunicazione con l'esterno attenzione con l'esterno non interno alla comunità reclusa la principale forma di comunicazione e i Pagliaro si
In uno delle pagine più belle del libro il Daniela racconta dell'incontro con un detenuto che mostrando il proprio corpo pieno di cicatrici dice una frase che se non sbaglio è questa ogni taglio né una risposta
Cioè ogni taglio ritagliarsi significa autolesionismo cioè utilizzare uno strumento di taglio di punta per procurarsi gravi ferite
Cosa vuol dire ogni taglio una risposta che
Ogni taglio corrisponde a una dopo Ambra posta e che solo
Va detto così guarda solo in virtù di quel Palio ottiene risposta
Cioè solo in virtù di quel taglio la risposta apposta
La risposta può essere una visita specialistica oppure la possibilità di acquistare il soprabito solo in ragione di quel taglio quella risposta ottiche quella domanda ottiene risposta ogni taglio una risposta ottenuta in realtà questo
Dichiarazione così crudele straordinariamente ottimista perché non emette e falso non è vero che ogni taglio ottiene risposta ci sono molti tagli che rimangono ciononostante senza risposta cioè l'autolesionismo in carcere persino l'autolesionismo in carcere non ottiene risposta
Resta il fatto che oggi
Il corpo che sanguina e la voce del detenuto
Nel rapporto con l'autorità
E la più efficace forma di comunicazione del detenuto con l'autorità
La frase ormai resa banale fino a a diventare insopportabili da pronunciare il mezzo è il messaggio significa una cosa sola significa che il corpo sanguinante impagliato e sanguinante e la principale forma di comunicazione rimasta dentro
Ultimo punto che voglio evidenziare del libro e poi concludo davvero
Una frase di Daniela A pagina quarantuno
Del suo testo
Dove leggo
Penso alle centinaia di reggiseni
Che una ditta aveva regalato per il femminile cui abbiamo dovuto togliere il ferretto
Il ferretto del medesimo reggiseno
Il libro evoca decine di questi episodi
Questi episodi sono riassumibili con la categoria e quella della insensatezza
L'atto tale dramma
Un'ottusa Vincenzo Pezza
Bene io ritengo la dico molto molto brevemente
Che gli insensatezza l'irrazionalità e affondamento dell'esistenza stessa del carcere
Il carcere come principale forma di sanzione perché questo è in Italia e nelle democrazie il carcere come principale forma di sanzione
E una insensatezza
Non corrisponde a nessun principio di razionalità sotto il profilo non umanitario ma sotto il profilo della giustizia dell'efficacia della sanzione
Del ripristino dell'ordine sociale rotto dal reato
Allora
Siccome linee sessanta pezza e a fondamento della stessa esistenza del carcere
Quel carcere può essere tollerato solo attraverso un governo
Del medesimo carcere altrettanto insensato poco
Altrettanto irrazionale
E è obbligatorio
Che chi governa il carcere imponga l'insensatezza
Che si tolga il ferretto del re di senno
Cioè per governare il carcere come oggi e come si sviluppa porto è obbligatorio
Che ci sia una disposizione sensata come quella per come è organizzato il carcere per come si è sviluppato per il ruolo sociale che svolge e obbligatorio che in carcere non si fosse indossare il cappotto
Quasi nessuno lo sa intanto il cappotto e bandito perché non c'è un perché è un'insensatezza ma solo l'insensatezza che governa il carcere può correggere all'insensatezza dell'esistenza del carcere stesso ecco io penso che questo libro insieme a tanta altra produzione letteraria
Vi sarete tutto spiegare perché letteraria immagino che lo possono fare altri
Sia importante perché tenta dalla parte dei detenuti di dare un senso e una razionalità
A questo du mila o dell'insensatezza che è appunto il carcere più grazie
Riferendo sono un elemento delle parole di Manconi perché davvero a proposito di questa insensatezza libro fornisce molti molti esempi che colpiscono chi non è del tutto ha dentro cito solo le regole incredibili Locrati che di cui si parla in una citazione che Daniela permette è uno dei capitoli vi invito a seguire i percorsi del formaggio e delle disposizioni legate a questo e poi velocissimamente
Quest'altro serie di disposizioni per chi è fuori per Lorenzo S. le misure di consumi e di sicurezza consistevano nel divieto di stare fuori di casa dalle venti alle sette del mattino
Nell'obbligo di camminare sempre fuori dal marciapiede
Nel divieto di portare ombrelli nel divieto di sostare i locali pubblici per più di cinque minuti cuoce Daniela tempo ci spiega questa cosa del marciapiede
L'assessore ai servizi sociali del Comune di Roma Raffaela Milano che ci ha raggiunti il comune tra l'altro a dedicato alla questione delle carceri una specifica attenzione il piano regolatore
Oggi la prova ma io molto brevemente per un saluto e anche un benvenuto qui noi quando con Daniela de Robert abbiamo pensato a questa presentazione ci siamo interrogati su quale potesse essere il luogo adatto per presentare un libro che parlava della realtà carceraria
E abbiamo convenuto che fosse giusto poi ci saranno occasioni naturalmente di riflettere di questi temi all'interno del carcere ma che fosse giusto portare questa riflessione qui
Nella casa vero ma nel Campidoglio cioè fare in modo che questo tema questo libero o fosse in qualche modo presentato alla città
Veniva ricordato non li abbiamo
Con uno slogan abbiamo fatto sì che la realtà carceraria di Roma fosse considerata il ventesimo Municipio della nostra città
Si è svolta una sessione del Consiglio comunale formale all'interno del carcere di Rebibbia
E da lì è partito un lavoro come il piano regolatore sul carcere
Che qui grazie alla Consulta qui c'è Lillo Di Mauro che il presidente altri componenti che vedo grazie a un lavoro di Rete con le associazioni con le tante realtà presenti all'interno degli istituti carcerari ha cercato di leggere
La situazione del carcere nella sua quotidianità e anche cercare di capire come un'amministrazione comunale potesse realizzare degli interventi di sostegno di supporto
E in qualche modo anche di accompagnamento delle persone che vivono l'esperienza carceraria nel libro di Daniela se ne cita uno a cui io sono particolarmente legato anche se si tratta di una cosa molto piccola il kit delle quarantotto ore
è nato proprio da questo lavoro di ascolto cioè il fatto e c'è una parte del libro di Daniela che ne parla
Benissimo dello spaesamento che coglie la persona al momento in cui lascia il carcere perché certamente c'è trauma dell'ingresso ma c'è anche il trauma dell'uscita che può sembrare un paradosso
Ma che spinge il libro lo scrive addirittura in certi casi a chiedere di rientrare all'interno
Perché all'esterno si resta totalmente privi di punti di riferimento e quindi come dire in una condizione di assoluta incertezza mancanza di di riferimenti difficoltà nelle prime ore proprio di organizzare la propria esistenza da qui è nata questa esperienza appunto di un un pacchetto di buoni pasto tessere del telefono possibilità di fare viaggi la carta della città alla rete dei centri di accoglienza tutto ciò che può servire
Nelle prime ore all'uscita del carcere non tanto e non solo in termini come dire immediati anche quello serve avere proprio l'essenziale per non ritornare immediatamente in un circuito comunque di irregolarità
Però anche per significare una sorta di sostegno della comunità cittadina a qualcuno che sta varcando la soglia del carcere per ritornare diciamo a tutti gli effetti all'interno della vita di una città che magari non conosce più e che non gli appartiene
E in questo senso è molto come dire è un piccolo esempio delle iniziative che noi abbiamo cercato di fare del tanto che resta da fare perché proprio pochi giorni fa abbiamo avuto in Campidoglio sempre una sessione del piano cittadino per il carcere segnalando le situazioni di gravissima emergenza in cui ormai si trovano le nostre carceri
Romane e che rischiano di peggiorare nei prossimi mesi anche in considerazione dei nuovi delle nuove leggi che rischiano come dire di aggravare ulteriormente il sovraffollamento del carcere e rischiano allo stesso tempo di aggravarlo nelle condizioni già precarie relative alla salute relative al come dire alla qualità della vita all'interno degli istituti penitenziari
Ci sarebbero molte altre cose da dire ma io non la voglio fare lunga voglio solo dire una cosa in questo nostro lavoro
Il tentativo che cerchiamo di fare quello di non solo di mettere in Rete chi opera di operatori i volontari le istituzioni e e così via ma anche di far percepire come dire l'impegno di una città l'impegno di una comunità cittadina in questo senso penso che il libro di Daniela possa essere prezioso perché con grande leggerezza se vogliamo con grande semplicità appare e gli occhi
Anche di persone che magari non hanno mai avuto l'opportunità di entrare all'interno di un istituto penitenziario
Su ciò che avviene all'interno del carcere questo io credo che sia altrettanto importante quanto importante migliorare la rete dei servizi cioè combattere quel terribile senso di isolamento che viene vissuto da chi affronta questa questa esperienza
In questo senso io credo davvero che si tratti di uno strumento utilissimo per conto nostro come amministrazione comunale cercheremo a partire da oggi di farlo conoscere ma soprattutto di far diventare questa un'occasione appunto di dibattito di approfondimento perché no avviciniamo la realtà del carcere ho sentito prima Manconi quando sono entrata nel stava parlando combattere l'isolamento significa anche far conoscere semplicemente nella loro stravaganza per la loro brutalità nella loro a volte comicità perché alcuni tratti sono anche ironici no di come quello che succede oggi nella nostra città nel nostro Paese quando una persona quando una persona anziana quando una mamma con un bambino perché si fa quando una persona straniera varca la soglia del carcere quindi da questo punto di vista io non aggiungo altro e spero che ecco a partire da questa presentazione di oggi qui in Campidoglio possiamo riuscire ad avere molte altre occasioni di confronto quelle naturalmente che abbiamo nelle sedi operative ma anche di riflessione rivolte a la crescita del senso civico della nostra città
L'assessore parlava della capacità del libro di Daniela di fare un usciere anche a chi non
Non vive da vicino questa esperienza quelle situazioni segnalo altro spot tra un intervento e l'altro la capacità descrizione dei rumori
Dei silenzi e dei rumori nel carcere
Merita davvero molto
Goffredo Fofi un punto di vista diverso non lo specialista del di interventi sul carcere ma critico sì il re molto bello
C'è una contraddizione che mia subito colpito felicitazioni messe all'inizio di ogni capitolo ce n'è una di Marguerite Yourcenar che dice
è più facile indignarsi che pensare io credo che questo libro sia in realtà pieno di indignazione solo che è una sorta di indignazione un po'controllata all'indignazione Freedom indignazione
Che cerca di ragionare cerca di pensare sui motivi stessi dell'indignazione cerca di renderli e il più possibile evidenti perché se ne capisca all'assurdità quello che diceva Manconi prima sull'insensatezza del sistema carcerario leggi leggine decreti leggi regole menti
Libertà Anci arbitrio spesso dei singoli direttori di ogni carcere di stabilire dei regolamenti secondo le sue Fisi nelle sue nevrosi le sue paure
Le sue preoccupazioni a volte dilatati a volte assurda e qui ci sono degli esempi veramente
Che punto sono comici purtroppo sono comici tragici e tragici nello stesso tempo soprattutto perché qui si parla di situazioni diciamo così di normalità se si può parlare di normalità in una situazione che è di per sé a normale diciamo come in quella del del perdita della libertà e del e del sistema carcerario
Cioè non ci sono ci sono i sessanta mila carcerati italiani
Non c'è la la grande delinquenza organizzata non c'è la mafia la 'ndrangheta camorra la banda della Magliana quelle cose che attraggono molto in media no e che in qualche modo permettono quella sorta di di deviazione Morelli Istica ipocrita da parte dei lettori no che pensano qui ce ne sono esempi continui che pensano che sia giusto che per il carcere non solo esiste ma esiste anche con queste leggi con queste norme con queste con queste assurdità cioè tutto un sistema di pregiudizi i cui principali portatori sembrano essere i politici e duro
Questo è uno dei paradossi più grande libro quelli che dovrebbero fare le leggi quelli che dovevo fare sembrano quelli invece più accaniti nell'assunto che accaniti nel nel nelle nello stimolare Paure e nella vera non e forse e sta contiguità tra buona vita e malavita di cui parlava ancora Manconi forse c'entra per qualcosa cioè forse i politici hanno paura del carcere perché sanno che anche loro insomma molto spesso non per nel loro comportamento quotidiano rischiano di delinquere rischiano di o o lo fanno e rischiano in qualche modo di di finire poi nel girone dei danni fino menzione
Ne perduti
Questo libro ci ha a questa capacità di essere piuttosto che non mi inchiesta una sorta di di di di inchiesta sul campo se si può dire di in chiesa partecipata cioè la la qualità del libro specifica è nel fatto che Daniela è una volontaria opera nel carcere come figura intermedia strane che non è quella beh il secondino del direttore del poliziotto del medico carcerario eccetera eccetera o del giudice di sorveglianza mette e di qualcuno che viene da fuori e ovviamente non è quella del carcerato però c'è questa sorta di condivisione dell'esperienza carceraria che a me pare il fulcro vero degli per un certo punto si cita e addirittura San Paolo una frase che non mi ricordavo che mi sembra stupenda che dice lettera agli Ebrei ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni di Cenni no un'indicazione altissimo indicazione
Molto precisa e molto forte e non ricordatevi dei carcerati come persone da assistere perché poverini hanno ceduto al ma visitare secco non non solo visitare ma insomma condividere in qualche modo partecipare
In modo in modo molto più intenso
E si dice anche una cosa fondamentale il carcere è abitato da porre
Queste persone che stanno in carcere rappresentano una parte una fetta della popolazione che non è chiesto la parte abbiente Natale The più protetta la parte più garantita è la parte più emarginata sono marginali ed emarginati
Da una società che taglia fuori sempre in continuazione
Moltissimi individui queste regole queste leggi che governano il carcere sono secondo me citazione questa volta di Adriano Sofri che in carcere purtroppo si intende molto sono una la riduzione del carcerato a una sorta di bambino del sito di infanzia al paragone tra l'asilo d'infanzia il carcere che soffrì fare ripresa da Daniele
E più volte ma soprattutto è di per sé viene fuori con l'evidenza
Nei fatti perché questi carcerati non hanno diritti sono trattati
Se gli va bene nel modo più paternalistico possibile tutte le desinenze in meno elimina la domandina l'indultino il permessino e il non so ce ne sono tanti nel libro cioè questo linguaggio un po'come nei confronti di minorati di di di gente che non capisce di poveretti che cioè di bandi la riduzione a la perdita di di di di senso dell'età adulta quella che dovrebbe appartenere a tutti anche un carcerato insomma perché non sono bambini non ma non non non hanno diritto di essere trattati da adulti e invece vengono trattati nei casi migliori come come come bambini ma queste assurdità sono talmente tante il libro ecco come dire le descrive con grande con grande ampiezza per cui credo che veramente valga la pena che voi che voi lo leggiate che vi rendiate conto di che cos'è la realtà della vita carceraria perché questo divertimento
Nella sua stanza indignazione fredda ci mette di fronte a tutte queste contraddizioni e tutte queste sorta di isteria di paura che circonda il carcere che circonda le figure carcerati quando si affrontano le vite vere
Le persone ieri i veri abitanti del carcere ovviamente il rapporto cambia
Quello che è la forza del libro la forza di una testimonianza che viene dall'interno appunto di questa cima intermedia che il volontariato che la come dire di cui la Società italiana si serve proprio perché mobilitando Stato assistenziale
Cerca di di tappare i buchi più grossi danni più gravi limitare i danni appunto con questo apporto di persone di buona volontà che che cercano di di entrare in questo meccanismo è di evitare i guai maggiori insomma io ho conosciuto a Diego
Abbastanza insani ricordo alle l'insistenza con cui il biglietto parlava di di queste cose no del normalità questa normalità di come ritornare a occuparsi delle persone vere
Dei loro bisogni veri delle loro tragedie vere in modo diretto non in modo burocratica non attraverso le leggi e non attraverso le aule di tribunale proprio nel rapporto immediato e diretto questo rapporto è garantito a parte
Secondo me in carcere ci sono anche persone straordinarie all'interno l'Italia uno strano Paese dove per delle maggioranze molto incide molto molto ipocrite molto mette dicono Alessandro Bini Enza non magari ci ci sono però poiché le persone
All'interno di questi ed istituzione che tengono duro che invece ci credono al lavoro che sanno che hanno una etica della loro professione che cercano di applicare quotidianamente non ci sono solo i volontari perché se no sarebbe da per no disastro sarebbe stato assoluta ci sono anche degli ottimi direttori ricatti e anche in questo DVD non tutti i cattivi sono uguali eccetera eccetera però appunto quella che ne viene fuori appunto è questo nodo
Questo libro è il libro di una volontà per questo dall'inizio alla fine lo si sente
La si sente perché c'è questa attenzione etica c'è questa volontà di capire c'è questo volere andare oltre le apparenze volere
Entrare in rapporto diretto con con qualsiasi con qualsiasi persona e quindi c'è una sorta di elogio dell'ostinazione diciamo quello che mi ha colpito di più è questa
Continuità questo bisogno di continuità deduce tantissime volte Daniele nel Linda
Che gli interventi estemporanei fanno più danno che sebbene che bisogna essere presenti assiduamente nel bisogna dar fiducia bisogna e e farsi dare fiducia insomma ottenere fiducia proprio perché ci sia perché si va bene regolarmente perché se si dice vengo la settimana prossima alle tre e parliamo di questo argomento la settimana prossima le tre bisogna andare non bisogna inventarsi
Stando fuori avendo sempre un mare di impegno perché loro dentro hanno ferro quello come punto di riferimento hanno nel nella nella insensatezza nel rumore nei in questa solitudine angosciosa è una solitudine indizi e oppressa dalla presenza degli atti oppressa dal rumore oppresso da da da dalle norme in cui non è mai stato ma è sempre solo questo elemento che viene dall'esterno è quello che gli paga un aggancio con con l'altro mondo con il mondo di fare il rapporto con le famiglie la possibilità di di intervenire sui propri guai
E non propri di chi sta dentro ma della madre e del fratello del figlia del del le malattie legate a questo legame tra il venti ai Fori
Che è assicurato assicurato dal dal volontario un'ultima cosa io credo che la situazione sia destinata a peggiorare
Nel senso che la sazietà
Noi purtroppo non siamo in quasi tutta l'America no sì si vede quello che succede in America ma anche in altri Paesi anche in Inghilterra anche altrove questa ondata di liberismo che sono andate di affida affidare ai privati sistema carcerario ha provocato in armonica dei disastri immani sta provocando i disastri impegni è probabile che sia un qualcosa che si o cause continuano questi governi anche qui primo può arrivare anche è questo bisogna preavviso anche politicamente non solo attraverso l'intervento immediato Pacifico nel carcere dei volontari o dei degli operatori tutti i campi grazie
Notissima Daniela lo ricordava forti perdono definite irriducibile nel libro che però non si nasconde almeno quei momenti di delusione c'è una parte ha trovato a molto interessante quando dice Daniela sembra che tutto il lavoro tutta l'energia alle risorse in tempo l'affetto riversato siano stati
E qualche volta si pensa che non valga la pena continuare poi incontra un'altra persona un altra storia un'altra sofferenza un'altra vita mutilata ricomincia
Il Titano fa quelli fuori che ancora telefonano a distanza di anni per gli auguri di Natale o per la festa degli angeli custodi e siamo sicuri che si sono sentiti meno soli
Don Sandro Spriano cappellano di Rebibbia Nuovo complesso di Saffo che adesso la situazione è destinata a peggiorare
Fatta così
Bene
Era il mese di marzo mille novecentottantanove quando attacca il mio primo reggiseno in carcere
Con la mia prima figuraccia perché in una sacca piena di parenti che portava nel parco settimanali dopo aver consegnati io per una detenuta arrivato da parenti nei media
Stavo uscendo collegata parlante assenti padre Spriano Ungari prendersi questo registrando perché ai dentro gente si girò io
Andai a prenderle sino non poteva spiegare se il primo prete viene sorpreso
Battutaccia cui ti rispondo da no
E lo conserva in macchina catanesi perché comincia in quel momento esperienza proprio in questi anni avevo già trovato dagli enti in carcere
Indi lei da qualche anno onorava in carcere come volontaria e la prima cosa che voglio dire stessa per questo bengodi Daniela anzitutto un grazie
Lo dico nome mio a nome dei detenuti a nome di tutti volontari quelli presenti qui che non ci sarà stasera
Perché
Il servizio in questi questi anni circa costato il servizio tolse dapprima aspettare inutilmente il detenuto in accusa
Io che la pulsione di un libro sia pane chiuse portati sui mutanti state e proporzioni alla nascita di una creatura
Qual è forse una creatura si dice nel bellissimo non creatura brutta nascita City può assomigliare al papà allo zio o si dice chissà che succede a successivamente come si svilupperà ecco la credo letti libero e questa creatura penso che sia una bella creatura poi ognuno potrà direttissime meno bello o delle diciamocelo poi rassomiglia morsi alla sicuramente
Non solo perché la squadra ma perché il contenuto e lo stile sono quelli di dall'Istat Daniela specificate Daniela asciutto il decisionista Daniela che fa le corse con generosità non voglio fare per legge coi ma nemmeno morta il primo caso fare tranquillamente edita è un libro secondo me chissà che sviluppi avrà certamente stimati informare niente sa strumento per i quali certamente dovrà cosa nei lettori e credo che col carcere non sia assoluta e sufficiente
Si sta facendo il carcere migliaia di persone che sono molto segregate abbandonate
E allora io credo che questi Daniela sia quella che appartiene diciamo così a forte Goria della vestito come un tema siamo popolo usiamo sopra quando si parla di soldati prestiti invece la restituzione uno degli artisti pedagogici andamentali del visti noi
Ogni questi due aborriamo gentili mettiamo a frutto ma non sono per
Questi i Doors di queste nostre l'operazione sostituite agli vanno agli altri no in una comunità Z
Daniela proprio fatto queste lei lo dice apertamente a in quel persone da cui Alice volto otto sul prato specialmente nell'ultima pagina dell'INPS ringraziamo
In maniera tutte le persone in coda detenuti familiare ha ricevuto molte risposte perché anch'io faccio queste come la fanno tutti voi dire
Altrettanto libero restituisse che non magari carcere hanno richiesto contenzione forse di davvero lezione per queste cinque mila addetti sì del Lazio che sono dire qualche cosa è un arresto e credo che queste ai intanto un'insegna lei non possiamo sta per noi
Eva il caso la città Zinato e noi dobbiamo vestito ciascuno nel suo ambito qual è Leone intimità tutto quello tiene alla vita liberi dal nostro se in giro vestito
Dopo alcuni punti
Nella prima pagina del primo capitolo citata già da Manconi Daniela dice il carcere non si vede
Il carcere non si sente il carcere pezzi non sono e non possono essere padroni del tempo del detenuto
E invece attualmente i padroni del tempo del detenuto non sono i detenuti sono i poteri sono i regolamenti sono anche la nostra indifferenza
E quindi è un appello forte che viene in tutte le righe
A non svuotare il carcere per destinarlo solo al tempo vuoto che il detenuto vive per un mese sei anni o per un ergastolo cioè fine pena mai
E poi dice
I volontari si muovono in questo tempo sospeso
E spezza no questo tempo con la loro presenza
Ecco il terzo punto volevo sottolineare e che la caratteristica dell'autrice insieme a tanti amici che sono qui a tanti che ho porno dentro e questo vocazione a fare il volontario forse oggi abbiamo un po'un'idea così molto superficiale del volontariato no disse ho un po'di tempo vado dalla vecchietta ciò qualche cosa no niente da fare questo è sono in pensione
Per fortuna nostra associazione invece a maggioranza giovani e sono in pensione mi dedico ok benissimo però il volontariato soprattutto per le persone escluse per i detenuti credo che sia un dovere vocazionale
Io lo dico vocazionale anche in senso cristiano che Daniela si esprime anche soprattutto forse con questa sede e allora è un dovere di tutti noi
Quando Brecht diceva
Stanno arrestando i comunisti ma io non sono comunista che mi importa stanno arrestando gli operai meno sono operaio che che mi frega
Stando pestando i preti io non sono un prete
Adesso stanno arrestando me
Adesso è troppo tardi e quindi credo che la vocazione fare il volontariato voi genitori che la ce l'avete perché non è scritto un Regolamento per i vostri figli che dovete dare dovete fare ma è necessario
è indispensabile anche la copia tanto più questo volontariato e questo credo che sia l'insegnamento che più forte di Daniela nella sua vita in questo libro è indispensabile per essere persone mature e complete che vogliono costruire non la propria individualità ma una società e ancora l'ultimo punto che voglio sottolineare questo libro è contagioso
Daniela dice nel capitolo la Mattia pagina novantotto novantanove
Il marchio del carcere è contagioso Chittò che il carcere si sporca
E poi parla delle famiglie poi parla di tutte le persone che vivono attorno alla persona detenuta che contagiano soprattutto la sofferenza la solitudine l'esclusione
Ma il carcere contagioso crede che mi anche nel bene
Quando ciascuno di noi si avvicina a una persona detenuta sì Pontaccio Perchinenna sono più abituati nella società
A fare con delle persone Verre
Abbiamo sempre l'apparenza che inganna molto
Lì dentro c'è la nudità diceva prima parlo dita significa essere vero non ti puoi nascondere sì fai finta di bluffare ma versi per un quarto d'ora al sedicesimo minuto tutti capiscono cosa puoi fare questo o quel direttivo DS quindi forse è un appello anche questo secondo me da parte di Daniela a lasciarci contagiare in un impegno a favore di queste persone
Allora io credo che questo bel libro non l'avete ancora visto
In questa bella forma editoriale
Dove c'è uno stemma il logo della Bollati Boringhieri
Io non l'ho mai notato prima direttore mi scuserà
Insieme un cerchio con dentro tante stellette e attorno al cerchio ci sono due parole latine c'è lungo stellato un in carcere non si vede questo c'è lungo stellato un né fisicamente né né spiritualmente
Io credo che il servizio che ha fatto Daniela con questo libro sia un servizio per raggiungere una stella che forse anche dentro potrà intravvedere sono soprattutto fuori
Alla Boringhieri aggiungiamo una una stellina per dire che è un servizio di verità è un servizio di trasparenza oggi Suso molto questa parola
E concludo le mie piccole osservazioni
Con un pezzo di un detenuto non è contenuta nel libro ma Daniela lo potrà aggiungere nel secondo libro che farà firmato il venticinque gennaio dice questo detenuto
Ora qui e tranquillo ti dico io perché perché Natale è già passato
Il resto dell'anno riusciamo sopravvivere ma il Ferragosto e Natale sono i periodi più difficili di crisi pazzesca
Ora qui tranquillo anche per la paura di perdere giorni di permesso
La sera in cui abbiamo perso la speranza dell'amnistia e dell'indulto il capoposto si è affacciata alla mia celle ha detto io di solito quando vado a casa stacco la spina non vi penso ma stasera di pensiero
Questo gesto di solidarietà per noi vuol dire moltissimo
Se il prete alla messa avesse parlato di solidarietà tra i detenuti e l'avesse in qualche modo spiccata come gli avevo chiesto io probabilmente quel giovane del terzo piano non si sarebbe impiccato
Avevo detto all'inizio ci sarebbe stata la possibilità di interventi invece no stiamo con i minuti contati anche se l'assessore è andato a cercar di guadagnarci ancora un pochino di tempo però a questo punto diamo la parola beh a Daniela sennò rischiamo di consentire l'autrice io partecipo volentieri al clima da Santa subito che si è creato ricordando velocemente due cose uno che Daniela sta lavorando anche operosa mente come sa fare su quel TG Galeotto di cui abbiamo letto qualche settimana fa quell'esperienza di informazione dentro il carcere da Saluzzo
E grazie al suo intervento possiamo annunciare stasera che Lanzada deciso l'agenzia di stampa più importante d'Italia
Ha deciso di aiutare questa iniziativa regalando un abbonamento ai detenuti
Stiamo cercando anche di ottenere che la RAI servizio pubblico possa far qualcosa dissimile seconda annotazione
Daniele persona seria e quindi ai premi giornalistici e letterari non tiene molto però credo che le faccia piacere nella quarta di copertina c'è scritto premio Paola Biocca per il reportage due mila cinque e anche l'occasione per salutare con una persona sola tra le presenti stasera la mamma di Paola Biocca che è qui con noi e che è legata alla
Grande amicizia Daniela
Cedo la parola Daniela che è stato detto stasera boh Daniela volontaria io sottolineo volontaria trattino giornalista del servizio pubblico
E le passo la parola leggendo le due righe del suo libro il volontariato incomincia dallo sguardo dalla voglia di guardare oltre oltre il muro oltre la distanza geografica oltre l'orrore oltre le comodità
Vale per il volontariato per caso vale dovrebbe valere anche per chi fa informazione
Non so bene da dove cominciare comincia con un grazie per tutte le parole che sono state dette
Sicuramente volontaria sicuramente giornalista nel senso che queste due anime convivono in me
E
It l'idea di questo libro che è nato così come nascono le cose la voglia di scrivere
Cose che sentivo che vedevo
E che
Quando raccontavo trovavo stupore davanti
è nata anche da una voglia in qualche modo di abbattere il muro
Il mondo del carcere non si conosce la stampa ne parla molto se ne parla molto sui nostri giornali
Ma è sempre un racconto velato da tre maschere secondo me
La maschera del macroscopico i grandi numeri sessanta mila due terzi dei detenzione sociale un terzo di stranieri malati di AIDS in malati di mente
La maschera della cronaca nera
I reati qualche giorno fa una bruttissima storia il caso guizzo le evasioni
I suicidi suicidi celebri di solito gli altri fanno poco rumore
E la terza maschere quella della cronaca bianca cioè il meglio del carcere il TG Galeotto il carcere di Volterra il pino di Velletri e le iniziative lodevoli che in molti carceri per fortuna si fanno e si riescono a fare
Però sono tre maschere che non ci consentono di vedere quello che chi come me e siamo tanti
Vede quotidianamente in carcere
Non si racconta questa realtà non si racconta il carcere vero non si racconta quella che io chiamo la pancia del carcere non si racconta il piccolo non si racconta la lo scorrere della vita quotidiana
La violenza di un sistema che si consuma attraverso regolamenti di ottanta per esempio un regolamento insensato attraverso il fatto delle di una madre che cucina per portare al figlio la pietanza che più gli piace care regolarmente cambiate quella pietanza torna a casa
è è una stupidaggine ma per chi vive separato è una grande sofferenza
Gli ha fatto leggere il libro a un magistrato di sorveglianza prima di consegnarlo all'editore anche per essere sicura
Di quello che avevo scritto in termini giuridici che
Una donna che lavora da molti anni in carcere lei
Va detto che anche lei aveva conosciuto degli a spetti inediti e diceva perché noi magistrati che i detenuti ascoltiamo le parole
Volontari ascoltati Silenzi
Io ho provato a raccontare anche i silenzi del carcere perché i silenzi sono sono tanti e sono molto rumorosi
Sono i silenzi di chi si taglia sono i silenzi di chi non ha nessuno con cui parlare
E questa è la realtà che noi incontriamo quotidianamente una realtà di una sofferenza lieve
Molto sottile
Ma molto forte chi opera in carcere scusate mi emoziono sempre quando ma no no
Chiunque operi in carcere conosce questa realtà questa sofferenza che a volte violenta a volte si esprime anche con violenza contro se stessi o contro gli altri
Ma è una sofferenza quotidiana chi è fatta di l'impossibilità di comunicare con il fuori si parlava di comunicazione
Non possiamo ascoltare le persone a volte possiamo fare qualcosa molto poco si si mettono delle pezze i problemi sono immensi numeri sono immensi le risposte sono piccole sempre piccole ma
Cercare di dare voce a chi ha bisogno di parlare col fuori
A chi per parlare con il mondo sbatte contro le le le grazie
Perché questa è la forma di protesta diffusa l'unico modo che al detenuto per farsi sentire quello di urlare se non può urlare perché non lo sentano parlare il suo corpo e allora si taglia o si impicca OC simula e poi ci riesce
Oppure fa rumore cerca di attirare l'attenzione
Io ho provato a raccontare quello che succede dentro quotidianamente silenziosamente dolorosamente
Cercando di mantenere una dimensione non dei grandi numeri ma sempre una dimensione collettiva non ho voluto raccontare tante piccole storie c'è un ultimo capitolo con delle storie straordinarie che sono assolutamente ordinario in carcere sono delle storie
Tra le poche l'ho scelto tra le tante col contratto
Però il tentativo era quello di mantenere una dimensione comunitaria
Goffredo Fofi parlava di un'inchiesta partecipata io certo punto rileggendo il testo pensato sembra un po'un lavoro per certi versi di un antropologo che si è immersi in una cultura ne ha condiviso ben parato il linguaggio nel parato di in modo di rapportarsi nello spazio nel tempo con le persone
Mantenendosi al di fuori però perché io non sono una detenuta e non ormai fatto finta di esserlo
Ho provate merce mi dentro fino a imparare neanche i tempi luoghi le parole e modi di parlare ormai parliamo in gergo quando siamo dentro io lo so che usa un linguaggio galeotto
Ma è un modo anche di condividere
è approvata e riportarlo fuori perché questo mondo non si conosce e l'informazione non lo racconta non lo racconta mai un po'perché non lo conosce perché bisogna starci dentro bisogna incontrare le persone bisogna ascoltare le parole e silenzi
Di queste persone le parole silenzi delle famiglie fuori
E bisogna anche
Ho perso il filo adesso ma bisogna ascoltarli e bisogna riportare bisogna conoscere questo mondo innanzitutto bisogna raccontarlo
Se questo libero e io sono molto contento che questo libro pubblicato dalla Bollati Boringhieri non solo per il prestigio nella casa editrice
Ma anche perché io non volevo evitare una casa editrice di nicchia non volevo parlare di carcere a chi frequenta carcerati lo
Un'offerta i più o meno se ne intende volevo provare veramente in maniera pacifica a buttare giù quel muro e a provare a far vedere che cos'è vivere in carcere perché noi non blocchiamo spesso questo carcere
Dovrebbe finire dentro troppo poco c'è stato ma non sappiamo che cosa vuol dire vivere in carcere non sappiamo quanto poco serva non sappiamo quanto faccia male fisicamente
Io racconto me lo ricordo come se fosse oggi era una una del dei primi anni Emma
Quando ho imparato che il carcere fa male fisicamente e quanto ci si disabituati la libertà quando accompagnato per la prima volta un detenuto fuori in permesso aveva l'accompagno si dice doveva accompagnarlo per otto ore dopo otto anni di carcere
E io ho visto che il corpo non è lo sguardo non è più abituata alla profondità perché ha sempre un muro e quando questo muro non c'è più davanti stanno male vomitano di Tirana tedesca devo finire finisco
La storia
E e motivi sindacali che Mieli rispetto tutti però ecco questo ci tenevo e io
In questo sì credo che sia un conto una continuazione volontariato nostro volontariato sensibilizzazione denuncia e indignazione sono felice di indignarmi
E anche sensibilizzazione la città questo libro in qualche modo della città e del Paese vuole essere una continuazione