12 SET 2002

Festa della Margherita: Convegno: Oltre il Novecento (con Marek Edelmann, Sofri e Jingsheng)

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Edelmann: "l'11 settembre 2001 è cominciato il 21° secolo, non finito il 20°".

Sofri: "oggi chi vuole estendere democrazia e diritti non può che farlo militarmente".

Jingsheng: "la Cina è uno stato che fa terrorismo, come può combatterlo?"12 Settembre 2002 - Alla festa della Margherita si è svolto, un giorno dopo la commemorazione delle vittime del World Trade Center di New York, il dibattito: "Oltre il Novecento: attraversamenti", illustri gli ospiti intervenuti: Marek Edelmann, ultimo sopravvissuto dal ghetto di Varsavia, Adriano Sofri e Wei Jingsheng, leader dell'opposizione cinese e
dei moti di piazza Tienammen.La scoperta del terrorismo internazionale«L'11 settembre non è la fine del novecento è l'inizio del 21 esimo secolo» - ha detto Edelmann - «forse è una visione pessimisma ma la storia non è mai come la gente vorrebbe che fosse, dalla mia esperienza posso dire che quello che succede oggi nel mondo dopo l'11 settembre è la scoperta di tutto quell'enorme campo partigiano terrorista che oggi comprende e ingloba quasi tutto il mondo».Una scoperta del terrorismo che, secondo gli intervenuti, è il prodotto della globalizzazione e di un mondo sempre più interdipendente.

«l'11 settembre ha qualcosa di inedito per la dimensione delle nostre inquietudini» - ha detto Khaled Fouad Allam, scrittore algerino e docente di sociologia dell'Islam.«Con l'11 settembre» - ha aggiunto - «scopriamo che la globalizzazione non è solo dei mercati ma anche del terrore e della paura globale.

La violenza politica non è più circoscritta ad alcuni stati ma è ovunque, in uno spazio tempo che si muove in modo permanente ed è deterritorializzata».L'intreccio fra la forza e il dirittoDopo che Edelmann ha parlato del 20° secolo a due facce; quella degli orrori e dell'olocausto ma anche quello della sconfita di molte malattie, come la lebbra e la TBC, ha detto che adesso abbiamo a che fare con una sorta di guerriglia urbana.

Che, fin'ora, nessun governo, in nessun luogo del mondo, è stato in grado di sconfiggere.Adriano Sofri, tramite interventi registrati dal carcere di Pisa, ha poi sostenuto che a questo punto, data per scontata un'evidenza chiamata terroristica, il problema non è se essere pro o contro eventuali interventi militari, cioè appoggiare la cosìddetta strategia preventiva.

«Oggi chi immagina di essere un fautore della democrazia» - ha affermato - «non può immaginare di non misurarsi con l'uso della forza e dunque della modalità dell'uso della forza».«Questa specie di divisione del lavoro per esempio fra Usa e Europa» - ha poi aggiunto - «con gli uni a usare la forza e gli altri pacifisti a fare da soccorso umanitario, è una pagliacciata abbastanza vigliacca; ciò che diventa essenziale è la fonte di diritto a cui si ispira l'uso di quella forza e il modo in cui si usa quella forza».La Cina e l'illusione dell'OccidenteIn modo abbastanza drastico, Wei Shingsheng, leader dell'opposizione cinese e uno dei capi del movimento di piazza Tienammen, ha sostenuto che è una illusione affidarsi alla Cina come alleato per combattere il terrorismo: «Come può un paese come la Cina» - ha affermato - «che applica il terrorismo in casa propria essere un alleato nella lotta contro il terrorismo».«Se guardiamo ai movimenti terroristici degli ultimi anni» - ha proseguito - «tutti hanno ricevuto una specie di supporto ideologico, militare o economico da parte della Cina.

Quindi come può il governo cinese diventare improvvisamente nemico del terrorismo? E' una pia illusione degli occidentali, illusione che è stata usata contro i movimenti democratici all'interno della Cina».Il problema è morale e culturaleSottolineando che l'umanità si trova di fronte a un momento molto dificile, gli intervenuti si sono chiesti cosa si può fare per combattere questo male.

«Bisogna combattere una coscienza che è radicata nella società, affinché questa guerriglia non abbia un sostegno nella società.

Quindi va modificata la coscienza della società, e quindi cosa facciamo, non saprei ma una cosa è chiara: la persuasione e il dibattito sono importanti», ha sostenuto Edelmann.A cui si è aggiunto Fouad Allam: «Le risposte oggi si basano su l'azione preventiva americana; perché la paura si impadronisce del potere politico.

Ma al problema» - ha detto lo scrittore algerino - «bisogna dare due risposte: una sull'esclusione sociale in occidente conseguente all'immigrazione, e poi la questione dello spazio democratico che riguarda l'Islam e molti paesi arabi».«La bontà della lotta al terrorismo» - ha concluso Sofri - «implica che non si usi mai alcun metodo terrorista.

Ed è un problema che va al di là dell'imminenza dell'attacco all'Iraq.

C'è il rischio di porre in esere solo una specie di protettorato militaresco, che non è né il vecchio colonialismo né un nuovo colonialismo ma è sempre una specie di colonialismo».

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