Sono stati discussi i seguenti argomenti: Cinema, Criminalita', Cronaca, Cultura, Film, Ordine Pubblico, Societa', Tortura, Violenza.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 5 minuti.
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Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
Si sente a volte qualificare un film come visionario
Ora tra i possibili significati di questo termine cioè io credo la capacità di scorgere oltre l'apparenza degli ambienti e delle persone
Un'essenza un significato profondo che sfugge allo sguardo comune
E in virtù del quale quegli ambienti e quelle persone ci appaiono trasfigurati
Il disco Priamo insomma sotto una luce inedita che ce li fa sembrare DiVersi da come eravamo abituati a percepirli
Questa qualità piuttosto rara la si può ritrovare a mio parere in doc man il film di Matteo Garrone che è stato presentato con successo al Festival di Cannes dove l'attore protagonista Marcello fonte ha vinto il premio per la migliore interpretazione maschile
Il film che come saprete spigliato ancora un caso di cronaca nera avvenuto in un quartiere periferico di Roma alla Magliana
è stato girato gli affetti dalle parti di Castel Volturno
Ma l'ambiente il quartiere che ha un ruolo preponderante del racconto e un po'un coprotagonista della vicenda non ci appare romano e sfugge ha una collocazione geografica precisa
Visto come quasi in uno stato di trance appare una terra di nessuno un deserto ma non perché sia disabitato dagli uomini ma perché visibilmente abbandonato dai segni dalle regole della civiltà
L'immaginazione dei cinefili potrebbe ricollegarlo certi Paesi del far West ma se li la civiltà ancora latitante era però in via di costruzione
Nel paese raccontato da terrone piuttosto in via di disfacimento
E l'atmosfera che regna è infatti di decadenza estrema
Con un paragone di un crepuscolo giunto ai limiti della notte
Fatto sta che i rapporti tra gli uomini quel pianeta si conformano ormai alla pura legge della foresta e cioè al predominio del più forte
Il film suggerisce che quegli uomini sono simili ai cani ma quei pit bull da combattimento resi feroci e isterici dalla vicinanza con i loro padroni
La storia di dopo me ne rievoca la lontana il caso così detto del Canaro vale a dire di un po'le dittature per cani angariato da un piccolo boss del quartiere
Che dopo l'ennesimo sopruso subito si vendica del suo carnefice imprigionandolo in una gabbia per cani se iniziando lo e poi uccidendolo
Ma nel film di Garrone l'assassino non sembra colto da un raptus di ferocia primordiale come forse è accaduto nella realtà
Almeno secondo il racconto molto bello che ne fece Vincenzo Cerami in un suo libro intitolato fattacci
Il personaggio del film di Garrone e un uomo gentile delicato nel trattare i con i cani con una certa indole artistica tanto che per il suo modo gli acconciare i cagnolini vince un premio a un concorso di bellezza per cani
Troppo remissivo a lungo sembra mancargli anche quel tanto di aggressività necessaria alla sopravvivenza
Il quale vedendo spadroneggiare quel teppista quel piccolo criminale nel quartiere dove vive senza che niente dice opponga
In un primo tempo cerca di diventare suo complice
Ma poi vedendosi tradito si vendica ma ecco fino all'ultimo come contro la propria volontà combattendo con se stesso
Soltanto per non essere sottomesso fino a perdere gli occhi suoi e della figlia bambina ogni residuo di dignità
In effetti la vicenda come la racconta Garrone è quasi la dimostrazione di un teorema
Dimostra cioè che in un mondo in cui è assente la legge
In cui nessuno riesce più a fidarsi dello stato e della polizia
Tanto che per liberarsi di quel prepotente certi abitanti del quartiere non trovano di meglio che ricorrere a dei gangster ecco in un mondo simile anche i più buoni i più gentili
Sono costretti a diventare feroci
Gran parte della riuscita artistica del film è dovuta al personaggio del poeta dure che senza nessuna forzatura dimostrativa
Riesce ad apparire sempre credibile è sempre vivo in tutto il suo percorso narrativo nella sua apparente trasformazione
Ma il film ha anche il merito civile di fare intravvedere nel frammento di periferia che racconta la degenerazione possibili o forse già in atto di un intero Paese
Dunque un film da vedere dopo bene di Matteo Garrone un saluto da Gianfranco Cercone
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