Corrispondenza di Augusto Sainati dal 75º Festival del Cinema di Cannes

Nel concorso di Cannes due firme guardano in modo differente territori della marginalità Nostalgia di Mario Martone esplora la marginalità Traverso gli occhi di chi è rivolto al passato
Torino e l'utilità dei fratelli Dardenne attraverso gli occhi dell'infanzia rivolta al futuro
Il film di Martone tratto dall'omonimo romanzo di Ermanno Rea racconta il ritorno il nostro saldo differisce una Politano del rione Sanità emigrato al Cairo quand'era ragazzo assente dalla sua città da quarant'anni
è un viaggio verso il passato nei labirinti della memoria e ne labirinti fisici del quartiere quello che compie felice qui interpretato da Pierfrancesco Favino per riallacciare quel filo di vita spezzato
Il percorso di riscoperta di Felice difficile faticoso la lunga assenza gli ha fatto perdere la familiarità con le sue radici a cominciare dalla madre che ha lasciato giovani donne ritrova anziana e bisognosa di attenzioni
E dalla lingua che inizialmente felice parla con un forte accento straniero e solo lentamente riaffiora nelle sue cadenze napoletane
Felice cerca il passato attraverso il suo migliore amico Oreste divenuto però un boss malavitoso del quartiere
La loro era una solida amicizia quando aveva quindici anni e un episodio di un in apparenza ancor di più ora le loro strade sono lontane ed è inutile cercare il passato perché come dice Oreste il passato non esiste
Dunque il viaggio a ritroso infelice non può arrivare la sua meta
Martone costruisce il film come una tragedia greca e anche come un western viaggio nella sanità è una sfida deduzione in un territorio nemico ed è anche un viaggio nell'ignoto venne rimosso di ciascuno di noi
Nel quale tuttavia brillavano qualche luce come quella del prete don reca ispirato al vero don Antonio Loffredo attivo animatore della parrocchia di Santa Maria della Sanità
La Napoli di Nostalgia una Napoli oscura sotterranea nascoste labirintica nella quale è difficile penetrare perché è diventato lo straniero
Il racconto della marginalità che fanno i fratelli Dardenne in Torino e lo cita viaggia in direzione opposta qui i protagonisti sono due bambini adolescenti senza famiglia provenienti dal Benin che cercano di spacciarsi per fratello e sorella
Il riconoscimento permetterebbe di regolarizzarli con i documenti ma soprattutto la loro lotta e quella di chi ha bisogno di costruirci uno spazio familiare intorno per poter guardare con un po'di speranza al futuro
Perplessità con cui si devono confrontare li uniscono ancor più e i due si riconoscono sempre più vicini umanamente affratellati dal destino duro che già conoscono
Da tempo i due fratelli belgi fanno un cinema che guarda i deboli a chi vede la vita in salita
Per firma dopo firma asciugano il loro stile costruendo racconti narrativamente limpidi e psicologicamente sorridi
Racconti che hanno il sapore della letteratura umanista di fine Ottocento per la freschezza d'invenzione di chi pratica davvero gli ambienti che racconta
è un cinema sociale loro un cinema necessario in cui si ritrova l'antico piacere della condivisione umana
Staccando per radio radicale Augusto Sainati